
L’esodo dei profughi e la vendetta della storia. Quando gli storici non fanno il loro mestiere.
In questa tragedia storica dell’esodo dei profughi c’è una sconcertante inconsapevolezza ed impreparazione dell’opinione pubblica europea. La gente (scusatemi questo termine generico e populista, ma è per capirci) è convinta che siamo gli aggrediti di una invasione da cui difenderci e che basti serrare la porta di casa per farla finita e lasciarli a cuocere nel loro brodo.
Anche quelli che propongono l’accoglienza, lo fanno il più delle volta per altruismo, per buon cuore (che comunque è molto meglio della reazione degli altri) ma non per consapevolezza della portata del problema sul piano storico e delle misure che, pertanto, sono necessarie. Qui non si tratta solo di dare rifugio ad un po’ di bambini che rischiano di morire, cosa comunque doverosa, ma è solo la punta dell’iceberg. Questo è solo l’inizio, vedrete il seguito…
Questi profughi scappano, ma da cosa? Dalla guerra, ma da dove viene questa guerra? Magari, vale la pena di ricordare le guerre del golfo e dell’Afghanistan, gli sciagurati interventi di “polizia internazionale” in Sudan, Mali, Somalia.. Non sono di quelli che pensano che tutto quel che accade sia colpa dell’Europa e degli Usa, lo so che ci sono responsabilità anche della vecchia Urss ed anche delle classi dirigenti africane ed arabe, ma, insomma, se ci accorgessimo della fetta non piccola delle nostre responsabilità faremmo già un passo in avanti per trovare la soluzione.
C’è stata una rivolta in diversi paesi arabi che non ha prodotto (almeno per ora) i risultati sperati, ma anche questa da dove viene? Ci sono regimi indecenti che hanno usato le enormi risorse della rendita petrolifera per alimentare classi dirigenti corrotte e che non hanno saputo avviare un programma di sviluppo economico, regimi dittatoriali che non hanno rispettato i più elementari diritti umani, ma chi ha sostenuto questi regimi per decenni? Facciamo il conto di quanti vanno messi sul conto dell’Urss e di quanti su quelli dell’Occidente? Gheddafi era un dittatore spietato ed incapace di costruire un futuro del suo popolo: verissimo, ma chi lo aiutò a fare il suo colpo di Stato e poi lo ha costantemente sostenuto per quaranta anni di fila? Chi ha permesso ai suoi servizi segreti di assassinare i suoi oppositori per le strade di Roma? Chi lo ha avvisato dell’operazione Hilton? E chi gli ha coperto le spalle in tutte le occasioni, salvo doverlo mollare proprio alla fine?
Ne sappiamo niente noi Italiani? Ed in Siria, certo le responsabilità preminenti fra il 1960 ed il 1991 sono state dell’Urss, e dopo della Russia, ma con il beneplacito di Inghilterra, Francia e Usa. E prima, in Siria cosa c’era?
Alla fine della prima guerra mondiale, la divisione dell’Impero Ottomano, si ricavò un territorio chiamato Siria, tirando linee dritte con il righello e senza porsi alcun problema sul tipo di composizione etnica interna, poi lo si affidò a mandato francese ed i francesi come prima cosa fecero l’accordo con la minoranza alawita, una frazione del gruppo sciita che totalizzava meno di un quinto della popolazione, però contava al suo interno una bella fetta delle classi colte. Gli alawiti divennero la classe dirigente del paese, la borghesia compradora alleata degli occupanti e, perciò stesso, odiati da tutti. Quel che non impedì che, con l’aiuto degli inglesi prima e dei russi dopo, restassero a calo del paese. Oggi non è solo una rivolta contro un regime indecente, è anche la rivolta contro un’etnia, anche se le responsabilità sono della ristretta classe dominante alawita e non certo di tutti gli appartenenti a quel gruppo, e non è certo un caso che oggi loro siano la maggioranza dei profughi.
Dopo la seconda guerra mondiale , ed in particolare dopo il 1960, venne la decolonizzazione che, per molti versi, fu peggio del colonialismo: i paesi in particolare africani restarono sottosviluppati. E poi, lo sappiamo, le guerre locali, poi gli interventi Usa ecce cc.
Questo disastro lo abbiamo costruito noi con decenni e decenni di errori, colpe, disastri, ora sta arrivando il conto. E vi meravigliate?
Se gli storici facessero il loro mestiere e la smettessero di guardarsi l’ombelico, rigirando la solita storia europea, forse ci sarebbe più consapevolezza delle responsabilità pregresse ma, soprattutto, delle prospettive future.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, colonialismo, confini, europeismo, guerra in afghanistan, guerra in irak, guerra in siria, impero ottomani, islam, medio oriente, post colonialismo, rivolte arabe, siria, storia contemporanea

Gherardo Maffei
Un giusto elenco delle malefatte compiute nel remoto passato e nel più recente dagli occidentali.Si tratta della nemesi storica, della rivolta dei popoli di colore già ampiamente profetizzata da lucidi studiosi agli albori del novecento, ma ideologicamente maledetti, quindi necessariamente censurati, dal pensiero unico dominante. Giusto elencare i focolai di guerra, le responsabilità degli europei, concausa dell’invasione attuale degli allogeni nel vecchio, sterile continente.Ma fissiamo bene in mente una cosa: ciò avviene grazie e soprattutto all’ “evirazione mentale” praticata su scala continentale dai vincitori del secondo conflitto mondiale.Per cui è doveroso coprire di sputi, la nostra storia, le nostre generazioni precedenti, coprirsi il capo di cenere e accogliere orde di asiatici e peggio di africani, con feste e balli. Siamo come i passeggeri sul Titanic che continuano nelle danze mentre la nave affonda.Poi aggiungo alle malefatte degli occidentali l’appoggio dato allo stato di Israele, che manca all’appello. Vi è solo una speranza, come profetizzò Fidel Castro,in epoca non sospetta, che predisse che con l’avvento di un presidente afroamericano e un pontefice sud americano si porrà fine al criminale embargo, nei confronti di Cuba. Solo un presidente USA, finalmente libero dai ricatti e che la smetta di fare da zerbino alla potente e ricca lobby ebraica statunitense porrà fine alla guerra permanente sionista in medio oriente, un pericolo permanente per la pace mondiale.
Roberto B.
Facciamo un po’ di conti.
A gen 2015 la popolazione residente in Italia era di circa 60.796.000; se a questi togliamo i circa 4 milioni di immigrati extracomunitari (solo quelli regolari, cioè con un valido permesso di soggiorno), abbiamo un saldo di 56.796.000.
Bisogna risalire agli inizi degli anni 90 del secolo scorso per trovare un numero simile. Da considerare poi che circa il 70% degli immigrati extracomunitari ha un’età al di sotto dei 40 anni, e di questi ben il 50% ha meno di 25 anni.
Dove ci portano questi numeri? A due considerazioni:
1) tutte le discussioni e le raccomandazioni che abbiamo fatto e sentito fare negli anni ’70, ’80 e successivi, circa la necessità di limitare le nascite per evitare le catastrofi della sovrappopolazione, erano sbagliate e ipocrite. Adesso, senza questi immigrati, saremmo una popolazione di anziani, davvero senza futuro e prospettive.
2) la fine della crisi che tutti auspichiamo è possibile solo con la ripresa dei consumi interni. Ma chi è il primo motore dei consumi? Sono i giovani, sono loro che spendono e che tirano l’economia di un Paese, non certo gli anziani. E’ grazie ai giovani che circola il denaro, si sviluppa il commercio e aumenta quindi la produzione per soddisfare la domanda. E’ per soddisfare la domanda di novità dei giovani che nascono nuovi prodotti, si sviluppano processi e metodi innovativi, si diventa competitivi ed aumentano anche le esportazioni: insomma, è una ruota che gira e mette in movimento tutto il sistema.
Grazie agli immigrati abbiamo un numero di giovani soddisfacente, peccato che questi giovani nella stragrande maggioranza non sono in condizioni economiche floride. Ciononostante, molti lavorano accettando anche paghe indecenti, e spendono: dobbiamo anche a loro quel poco di sviluppo economico che ancora abbiamo.
Alla fine, sembra che dobbiamo ringraziare anche i signori della guerra. Guerre, povertà, neocolonialismo, sono le conseguenze di questi fattori che hanno posto parziale rimedio alla nostra idiozia ed al nostro egoismo di non voler procreare per non dover rinunciare.
Quello che purtroppo manca grazie alla ignavia, alla disonestà ed all’incapacità di chi ci governa, e non solo in Italia, è un efficiente e razionale sistema per gestire questi flussi. Ed è quello che Grillo e con lui tutte le persone con un po’ di raziocinio e di intelligenza, chiedono. Altro che erigere muri, dovremmo organizzarci, stabilire regole e contingenti ed andarli a prendere direttamente nei loro paesi! Qualcuno, più furbo e più intelligente, prima o poi inizierà a farlo davvero; per ora il business è in mano alla malavita.
leopoldo
Effettivamente alcune idee sono sorte a ideologia e ampi strati della società per limiti culturali o economici le hanno abbracciate, ma penso che sia stata una manovra delle classi dirigenti per conservare il potere messo in discussione dalle classi disagiate aiutate dal welfare state
menici60d15
Nel 1963 la costruzione di una diga che bloccava la valle del Vajont diede luogo a un bacino artificiale. Ciò causò in breve tempo una frana di un fianco della valle, il monte “Toc” (che in dialetto locale vuol dire “marcio”). La frana precipitando nel bacino provocò una gigantesca ondata che piombò sui paesi sottostanti. Una catena di eventi descrivibile con le leggi della fisica. Analogamente, l’ondata dei profughi che si abbatte sull’Europa, provocata dalle guerre alimentate dall’Occidente, è spiegabile con le “leggi” della storia, ci spiega il professor Giannuli. Da un lato, è vero che abbiamo continuato a pensare al campionato di calcio, agli smartphone, e i più frivoli ai bisticci dei politici, mentre la potenza delle nostre nazioni veniva usata per seminare morte e distruzione in paesi lontani. Ma non si dovrebbero separare le responsabilità e dire qualcosina sugli ingegneri di questo disastro (e di quella che appare essere la sua pianificazione), anziché concludere “questo disastro lo abbiamo costruito noi” e ora ci “sta arrivando il conto” ?. Altrimenti va a finire che la colpa dei vari Vajont è dei cittadini dei vari Longarone che non sanno la fisica o la storia.
Gaz
La Libia era nell’orbita di Roma, ma almeno aveva il Pil pro capite più alto dell’Africa, uno stato sociale embrionale e nessuno moriva di fame o emigrava, anzi era terra di immigrazione. Le minoranze reliose erano lasciate in pace. Non era un paradiso per i diritti umani, ma in ciò non era peggiore di tanti altri inferni.
E tutti gli altri che ci sguazzano dappertutto, tranne che in Marocco e Arabia?
Perchè i profughi non vanno a Cipro o a Gibilterra o a Marsiglia?
Quisque suo.
Quando si tratta di caricarci di problemi noi italiani siamo europei. Quando si tratta di distribuire vantaggi siamo italiani, ovvero una colonia.
In questo ci sono molte responsabilità della stampa e degli intellettuali che non creano una identità italiana, lasciando il terreno alle destre.
Berlusconi è stato massacrato dalla stampa internazionale, inglese in primis.
In inghilterra un (ex?) cocainomane, scioperato, deviato sessuale e altro ancora ha avuto la libertà di assurgere a responsabilità di vertice e la libera (?) stampa non si preoccupa discavare nei rumors che emergevano dal suo passato .. perchè la l’immagine complessiva deve restare immacolata, e comunque il fatto va ridimensionato in attesa che si sgonfi. Una parolina sull’ Eliseo no?
Allora ci vada la Regina, la Premiere Dame, la First Lady … tocca a loro anche accogliere la maggioranza dei profughi, perchè responsabili di questi caossini.
Se Berlusconi si fosse dimesso, come aveva paventato, per disaccordo con il bombardamento della Libia, sarebbe ancora al suo posto. Come ha fatto a fidarsi di quelli li ?! Quando si tratta necessariamente con quelle facce di tolfa, ipocrite, bugiarde, false e doppie, la prima cosa da chiesdersi è dov’è l’inganno, e se non lo si individua, vuol dire che è ben celato alla vista, è oltre, altrove, ma stiamone certi che c’è. Ma tutto questo i Presidenti del Consiglio italiani non lo sanno. Se Vittorio Emanuele Orlando avesse bruciato Versaille, o ancora prima …
Abbiamo l’anello al naso e le bende sugli occhi, ovvero non abbiano una politica estera indipendente, un governo stabile e il controllo dell’intero territorio.
Professore, ci spiega per quale motivo dovremmo morire per Mosul, piuttosto che per Aleppo o per Kartum o per Misurata?
Le medaglie al merito se le prenda Renzi, che di certo non è un Cavour.
Herr Lampe
Lo ha fatto perché non poteva fare altro. Non mi è mai parso uno sprovveduto, ma posso sbagliarmi, ci mancherebbe.
A proposito, diceva un tale che la storia si fa senza nomi. Che avrà mai voluto dire?
Gaz
Non poteva?? Cioè era impotente, imbelle, non nelle condizioni? Egli si è iscritto nella categoria di chi ritiene che governare l’Italia è inutile e impossibile, ovvero che egli stesso è un politico inutile, ergo dannoso come un farmaco superfluo. Se ha avuto tutti gli strumenti per farlo e non lo ha fatto è responsabilità sua. Il perchè è certo importante, ma non determinante, se si è fatto dominare dagli eventi. Forse non aveva la libertà, forse non aveva consiglieri all’altezza delle situazioni, forse non sapeva, forse si è lasciato ingannare. La storiella però viene da più lontano. Indicativamente le posso raccontare una favola.
C’era una volta un proprietario di un monolocale astretto tra Palazzo Quark e Palazzo Bie. I due proprietari di palazzi si guardavano in cagnesco e da Palazzo Quark non vedevano l’ora di poter togliere dalla proprietà di palazzo Quark alcune unità immobiliari. I propietari di Palazzo Brie e del monolocale si accordarono per sottrarre a Palazzo Quark le unità immobiliari fino a Piazza ISONZO in cambio della dependance di via Nizza e dello chalet Savoy. Iniziate le operazioni immobiliari condoncordate, arrivarono ad acquisire le proprietà del palazzo Quark fino all’altezza dell’incrocio di via Verona, ma il proprietario di via Bie travava disagevole condurre le operazioni. Allora, in barba agli accordi col proprietario del monolocale gli mostrò il dito medio, si mise d’accordo col proprietario di palazzo Brie per cedergli alcuni ambienti occupati, indietreggiando fino alla salita di via Lombardia. Tuttavia, per l’opera svolta per un terzo, il proprietario di palazzo Brie non pretese un terzo di via Nizza e di Chalet Savoy, ma li reclamò per interò dal proprieetario del monolocale.
Morale uno della favola: pacta servada sunt, ma solo quando sono a proprio favore.
Morale due: rebus sic stantibus, si, ma solo finchè ci conviene.
Sospetto, ma potrei sbagliarni, che le manchi la categoria dello zaraffo, sottozaraffo e zaraffone nelle relazioni internazionali o se preferisce un linguaggio più aulico, ma meno utile a mio avviso, dell’associato in partecipazione o del patto leonino occultato.
Aldo Giannuli
e gli manca pura la categoria di “zompafosso”
Herr Lampe
Non difendevo quanto ha fatto, volevo solo dire che era ovvia anche per lui la sòla, ma che l’Italia nelle “relazioni internazionali” (chiamiamole così…) conta come il due di bastoni quando si gioca a Monopoli.
Aldo Giannuli
ok
Pierluigi
Caro Aldo,
e le responsabilità dell’impero romano non le vogliamo considerare?
Scherzi a parte, considero questa delle responsabilità dell’Occidente una vulgata decrepita, un relitto culturale della guerra fredda, che non aiuta la ggente, come la chiami, a ragionare.
E se non si ragiona, figuriamoci se poi si capisce…..
Forse l’allarme mediatico di questi giorni è solo figlio di un sistema mediatico che vive di mode effimere, che urla, strepita ed allarma per due-tre mesi sull’aviaria come sull’ISIS, sugli effetti del default greco come sull’invasione dei profughi siriani.
Basterebbe una constatazione a sedare i timori: quanti sono i siriani?
In Europa vi sono oltre 30 milioni di emigrati: sarà così terribile accogliere i profughi siriani, per di più istruiti e rispettosi?
Diversamente, volendo essere malpensanti, sarebbe il caso di chiedersi come mai, solo oggi e tutt’insieme, dopo quattro anni di guerra, si sia aperta la via balcanica dei profughi siriani e a chi giova l’allarme mediatico.
Considerando l’impossibilità di attraversare i fronti che dividono la Siria mi sembra certo che la maggior parte dei profughi siriani che oggi risalgono i Balcani siano stati ospiti dei campi profughi turchi.
E chissà se questo moto improvviso, come l’altrettanto improvviso sorgere ed affermarsi dell’ISIS, sia stato agevolato da qualche mente brillante….
Fortunatamente frau Merkel, che pure in Germania ha già oltre 7 milioni di emigrati, s’è detta disposta ad accogliere 500.000 profughi siriani costringendo il Salvini che è in tanti al ridicolo di dirsi disponibile all’accoglienza nel bilocale ….
Dalle nostre parti si dice che dal guasto nasce il giusto: l’occasione sembra infatti propizia per superare gli accordi di Dublino e creare un sistema europeo di gestione dell’immigrazione.
Pierluigi
P.s.
E’ di oggi la seguente notizia: sette milioni di profughi siriani. È questo il numero di migranti che l’Europa deve attendersi nei prossimi anni se non si risolverà la situazione in Siria. L’allarme arriva dal premier turco Ahmet Davutoglu, che ha inviato una lettera ai leader Ue. Davutoglu chiede la collaborazione europea affinché si costituisca una ‘zona sicura’ in territorio siriano per l’accoglienza dei rifugiati.
Stà a vedere che proporranno di costituire la zona sicura in territorio curdo…..
Credo l’allarme del governo turco sia la conferma di come l’aspirante sultano Erdogan stia strumentalizzando l’emergenza siriana che ha contribuito a creare.
Pierluigi
Ps.p.s.
Caro Aldo,
ti segnalo il post di cui al link che segue:
http://www.rischiocalcolato.it/2015/09/siria-erdogan-adesso-ha-contro-anche-pechino.html
David Cardillo
Egregio Prof. Giannuli, la sua analisi, al solito, è puntuale e circostanziata, ma spero voglia perdonarmi se mi permetto di rivolgerle alcuni appunti. Anzitutto, i regimi di Gheddafi e della famiglia Assad, per quanto criticabili per la loro illiberalità (ma un docente universitario a Scienze Politiche, come Lei, non ha certo bisogno che gli venga spiegato come il concetto di libertà non è il medesimo in ogni angolo del mondo, e che non in tutte le culture ha un valore primario), hanno comunque garantito, ai rispettivi paesi, svariati decenni di stabilità, di pace sociale, di valenza geopolitica e anche di benessere economico. Basti pensare che nella classifica dei paesi per sviluppo economico, redatta dall’ONU, la Libia, nel 2007, era al cinquantesimo posto su duecento nazioni prese in esame, un risultato che, per un paese arabo e africano, Lei converrà essere nient’affatto disprezzabile. La Siria, dal canto suo, al di là dei giudizi morali che si possano esprimere circa il trattamento riservato agli oppositori, come è stato con i Fratelli Musulmani ad Homs nel 1982 (ma qui, mi ricollego a quanto scritto sopra, sull’atteggiamento relativistico che occorre assumere), è un dato indiscutibile che rappresenti un modello con ben pochi paragoni nel mondo islamico, di uguaglianza di genere, di sostanziale laicità dello stato e di inclusione di tutte le confessioni religiose, pur in un contesto di primazia della componente sciita-alawita al potere. Il punto, però, non è la valutazione che ognuno di noi può esprimere, riguardo a questi e altri regimi, bensì il reale motivo per i quali i poteri forti cosmopoliti hanno deciso la loro destituzione e il caos in una regione come il Medio Oriente, e su questo punto ci sarebbe da scrivere non un articolo, ma un volume. Viste le ovvie limitazioni di spazio, sarò estremamente sintetico, limitandomi a dire che i più importanti leader arabi oggetto del caos voluto dai poteri forti cosmopoliti, ovvero Gheddafi, Mubarak, e Bashar Al Assad, avevano la grave colpa di essere degli ostacoli al dilagare dell’occidentalismo plutocratico e della finanza apolide. Mubarak, in particolare, era colpevole di aver espresso una netta contrarietà all’ipotesi di un attacco armato all’Iran, mentre la Siria è uno dei pochi paesi che si ostina ad esercitare una sovranità monetaria, rifiutandosi di concedere alla famiglia Rothschild (mi rifiuto di credere che questo nome non Le sia famigliare, Professore), il controllo della propria banca centrale. Se a tutto ciò si aggiunge che uno degli obiettivi da sempre perseguiti dai poteri forti cosmopoliti sia la distruzione della civiltà europea, e che uno dei modi più efficaci per distruggere una civiltà sia farne invadere la terra da milioni di allogeni, come i barbari hanno fatto con l’Impero Romano, ecco che con la fava delle guerre civili fomentate e fatte scatenare si colgono due piccioni: rimuovere i nemici mortali, ovvero i regimi arabi laici, dittatoriali ma capaci di tenere l’ordine e la coesione interni, creando i nemici necessari, come l’Isis, la cui esistenza rende obbligatoria e obbligatoriamente accettabile un intervento armato occidentale per scongiurare la minaccia terroristica opportunamente minacciata con i vari video truculenti e con la strage di Parigi, da un lato; e costringere milioni di persone, in fuga dai teatri di guerra, a riversarsi in Europa, con conseguenti ripercussioni sociali che non si possono negare, e con un carico da novanta di propaganda mediatica da parte dei media che, nella maggior parte dei casi, sono di proprietà dell’alta finanza apolide (a proposito, Professore, ha saputo che la foto del bambino annegato in Turchia è stata una volgare manipolazione, e che il colpevole della sua morte è stato il padre, sotto i fumi dell’alcol?), dall’altro. Per ora, ritengo di non dovermi ulteriormente dilungare. Sarei lieto se, quanto da me scritto, per quanto criticabilissimo, inducesse ad un maggiore approfondimento e ad una riflessione più seria, e non mi riferisco a Lei, Professore, ma alle anime belle, o ipocrite, che quando trattano questi temi lo fanno agitando la clava. Cordialità.
leopoldo
@cardillo guarda che Attila dopo vent’anni di educazione romana gli rimaneva molto poco di unno, ed era un principe. Pensa agli agricoltori, impiegati , professionisti che arrivano qui oggi e cresceranno i loro figli nelle nostre scuole, vedranno la nostra tv, frequenteranno le palestre, mangeranno gli spaghetti, ecc… Pensi che andranno tutti a fare il gran tour del jihad per diventare martiri a buon mercato? In meridione esistono cognomi come Ghilelli perfettamente calabri o siculi, incredibilmente comuni nel nord africa, chi sa quando i terroni hanno invaso e conquistato Tunisia, Algeria, Marocco? La popolazione italiana oggi conta oltre 6 milioni di cittadini di origine straniera, che sono meno italiani degli altri 54 milioni? Io sono 50 annni che vivo a Milano, capisco il dialetto ma non lo parlo, conosco degli egiziani che sono camerieri, altri imbianchini, e un paio di avvocati che parlano meglio il meneghino del italiano, che famo gli diamo la cittadinanza della Padania?
Lorenzo
David Cardillo ha detto quel che c’era da dire ma il suo articolo, caro Giannulli, è lontanissimo dall’essere puntuale e circostanziato. E’ un articolo da Repubblica o meglio da Famiglia cristiana. Si appela alla vocazione degli storici ma prosegue scandendo gli stereotipi del buonismo sciattone balbettato dai media di regime, interessati solo a propalare stereotipi perché è il meglio che il pubblico (quello colto, che ancora legge i giornali) arrivi a capire. Che brutta caduta di tono.
E’ evidente che le guerre petrolifere statunitensi e il progetto globalizzatore (comprensivo sia della totale mobilizzazione della forza-lavoro, sia degli interventi mediatico-militari finalizzati a rovesciare i governi restii a sottomettersi ai diktat imperiali) sono decisi dalle élites plutocratiche e in via subordinata dai loro omologhi politici e militari, mentre a farsi carico del gigantesco aumento della disoccupazione, della dissoluzione dei pochi diritti del lavoro superstiti e della sopravvivenza nei quartieri-ghetto, impliciti nella transumanza di immense orde umane dal terzo al primo mondo, sarà esclusivamente la povera gente: quella che un tempo la ‘sua’ sinistra pensava a difendere, e di cui è diventata la più mortale avversaria.
Parlare di una ‘nostra’ responsabilità generica è dunque un funambolismo semantico totalmente fuorviante. Qui non tocco l’inconsistenza della favola sulla responsabilità colonizzatrice dell’occidente, che ha gratuitamente (e colpevolmente) elargito, nel corso dei secoli, la propria industria, organizzazione e tecnologia alle popolazioni di colore, in conformità agl’insegnamenti dello scorciato crocifisso. Dopo due millenni la maledizione del dio giudeo continua a stagliare la propria ombra sull’umanità europea.
Quando poi, e siamo nel mondo di Alice nel paese delle meraviglie, tale responsabilità sussistesse effettivamente, cosa osterebbe le popolazioni europee dal prenderne atto con equanimità, e procedere nel respingere manu militari le orde di profughi, affondando le barche a cannonate, sparando sulle colonne migratorie e appendendo i clandestini ai lampioni, o meglio ancora usandoli per esperimenti di vivisezione umana? Quanta responsabilità ha Lei personalmente, e l’essere umano in generale, per le orripilanti sofferenze esperite da un pollo di allevamento, senza che questo Le impedisca minimamente di gustarne le carni? Per quale motivo – fuori dalla superstizione cristiana nella progenitura divina dell’essere umano – la linea di demarcazione della comunità morale dovrebbe essere fissata al livello della specie, anziché a quello della razza, o classe, o nazione, o lingua (o per inverso alla comunità di tutti i mammiferi superiori, come vorrebbero certi militanti animalisti)?
Mi scusi se ho un po’ allargato i termini del discorso, ma l’essenziale l’ha detto Cardillo, e guardare il panorama dall’alto è un buon modo per far risaltare la micragnosità delle narrazioni manufatturate nella bottega piddina, o nelle catacombe degli accoliti dello Scorciato, allupati dalla prospettiva di moltiplicare per diversi milioni i 32 euro al mese che lo stato paga per ogni finto rifugiato.
Concludo precisando che io mi rallegro vivamente per l’invasione in corso, e mi auguro che si moltiplichi per 10 e per 100 già nel corso dei prossimi mesi, in modo da trasformarsi in un ulteriore e più gigantesco fattore di crisi per un regime in fase di rapida, evidente decadenza. “Per un’epoca come la nostra i veleni sono medicine” (Ernst Junger).
Aldo Giannuli
bel delirio fascistoide. Comunque ognuno ha diritto ad esprimere le proprie idee per sconnesse che siano
leprechaun
Suggerisco la lettura di questo articolo sul New York Times, che spiega molte cose …
http://www.nytimes.com/2015/09/20/world/un-funding-shortfalls-and-cuts-in-refugee-aid-fuel-exodus-to-europe.html
anonimo
interessante artcolo, ma alcuni italiotti tipo salvini e faifem, in lingua d’albione non lo capiscono e probabilmente nemmeno nella volgata corrente(-:chi sa dove sono i limiti:-)
Una delle ragioni principali per l’ondata di migranti, rifugiati e richiedenti asilo che lavano in Europa è il peggioramento delle condizion di vita che siriani fanno in Libano, Giordania e Turchia, un peggioramento in gran parte causato da forti flessioni del finanziamento internazionale dei paesi delle Nazioni Unite, come dicono funzionari e gli analisti.
Che la carenza di finanziamenti, in contrasto con le maggiori risorse fornite dall’Europa, sta spingendo alcuni a fare il pericoloso viaggio che altrimenti potrebbero rimanere dove sono. La sessione Siria regionale per i rifugiati delle Nazioni Unite e il piano di resilienza, che raggruppa un numero di agenzie umanitarie e copre con gli aiuti allo sviluppo per i paesi confinanti con la Siria, per la fine del mese di agosto ha ricevuto solo il 37 per cento $4.500.000.000 per i fondi necessari di quest’anno.
António Guterres, l’alto commissario per i rifugiati, ha recentemente affermato che il bilancio della sua agenzia di quest’anno sarebbe stato del 10 per cento inferiore a quello del 2014, e che non poteva tenere il passo con il drastico aumento necessario dal lungo conflitto siriano, che comprende un riparo, acqua , servizi igienico-sanitari, cibo, assistenza medica e istruzione. Il finanziamento dell’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite per la Siria quest’anno è solo al 43 per cento del fabbisogno preventivato.
Il Programma Alimentare Mondiale, un’altra agenzia delle Nazioni Unite che è una pietra angolare di aiuti ai profughi, sta anche facendo tagli dolorosi. Si tratta di più del 63 per cento senza fondi per il 2015, l’agenzia ha detto, e recentemente ha avuto a dimezzare lo stipendio mensile di 211.000 siriani nei campi profughi della regione.
E anche recentemente stato fermato l’ aiuto ai 230.000 rifugiati siriani che vivono in Giordania fuori dai campi. Secondo il Programma alimentare mondiale, ci saranno ulteriori tagli, e 100.000 persone che vivono nei campi profughi potrebbero trovare il loro sostegno alimentare sospeso interamente nel mese di novembre.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità è solo il 27 per cento del finanziato.
I rifugiati che non possono ad avere assistenza dove sono rischieranno il viaggio, dicono i funzionari di aiuto, soprattutto quando sembra che l’Europa inviti.
Le condizioni ora sono così male o sopra cariche nei paesi vicini che le persone in fuga dalla Siria stanno scegliendo, o non hanno altra scelta, di andare dritto verso l’Europa “, ha detto Melissa Fleming, portavoce principale per Guterres e l’agenzia per i rifugiati.
Circa il 70 per cento dei rifugiati siriani registrati che vivono in Libano, per esempio, sono al di sotto della soglia di povertà, creando tensioni con gli abitanti locali per i lavori ei servizi sanitari. Circa un quarto della popolazione libanese è ora siriana.
Abeer Etefa, un portavoce per il Programma Alimentare Mondiale in Medio Oriente, ha detto che “la crisi sta nel suo quinto anno e c’è qualche segno di stanchezza tra i paesi donatori.”
I bisogni stanno superando le risorse, ha detto. “Molti siriani sono fuggiti nei paesi vicini e stanno perdendo la speranza e sono disperati, non sono più in grado di soddisfare i bisogni primari: dare da mangiare, pagare l’affitto, mantenere i bambini nelle scuole. I loro fondi si stanno prosciugando.
E ‘difficile sapere quanti profughi siriani stanno lasciando posti sicuri ma scomodi nei campi e nelle città della regione per venire in Europa, e quanti provengono direttamente dalla Siria, ha detto Andrej Mahecic, una ufficiale dell’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite.
Le condizioni nei paesi vicini sono peggiorate notevolmente e lo spazio di protezione si sta riducendo rapidamente, così alcuni siriani stanno decidendo di proseguire “, ha detto. “I vicini immediati sono deformati sotto la pressione(dei rifugiati)”, con le comunità ospitanti vedono le loro popolazioni raddoppiate o triplicate, mantenendo le stese infrastrutture e servizi sanitari, creando concorrenza per i lavori abbassando i salari.
Il finanziamento non è al passo con le esigenze “, ha detto
Ali, 38 anni, è un rifugiato da Aleppo, che è stato in Giordania dal 2011. Pensava che il combattimento sarebbe finito da alcuni mesi, i suoi risparmi di $ 2000 se ne sono andati, e $ 700 al mese ha ottenuto dalle agenzie di aiuto per provvedere al cibo, affitto e le tasse scolastiche è stato tagliato a metà.
Con una famiglia di 10(persone), tra cui Hazem, 13(anni), che è handicappato, Ali ha ricevuto diversi avvisi da parte della polizia per lavorare senza un permesso. Così egli raccoglie lattine di soda scartate per il riciclaggio da mezzanotte all’alba e rende circa $ 8 a notte.
Pierluigi
Ottimo intervento che fornisce dati concreti ed aiuta a comprendere.
Pierluigi
Segnalo, d’altra parte, un recente posto di Bagnai che tocca l’argomento. http://goofynomics.blogspot.it/2015/09/telese.html
…… Pare che abbia detto senza troppi peli sulla lingua che i turchi hanno cominciato recentemente a incoraggiare il flusso in uscita dal loro paese. Mi pare di aver letto, del resto, che la famiglia del povero Aylan non scappava dalle bombe, ma viveva in Turchia da un po’, e intendeva recarsi in Canada, dove però il visto le era stato negato (non sussitendo requisiti umanitari). Forse voi potrete confermarmelo. Ma quale che sia la verità, l’intento manipolatorio di una certa informazione (inclusa quella di questa sera) è evidente. Esso avvalora il referto di altre fonti (che aspetto di verificare), secondo le quali Erdogan starebbe utilizzando questo fenomeno migratorio per far pressione sui paesi NATO affinché gli tolgano di torno Assad con un bel “bombardamento umanitario”.
Un tipico caso di Weapon of mass migration …..
Ugo Agnoletto
Questi profughi scappano, ma da cosa?
Domanda legittima e doverosa, ci mancherebbe.
Assieme io mi faccio altre domande che di solito non vengono fatte, ma sempre utili per capire la storia.
1) Perché l’Italia è ridotta così? O meglio, chi ha sistematicamente combattuto l’unità del popolo italiano dal tempo dei Longobardi? Chi ha messo una città contro l’altra, un ducato contro l’altro, chi ha chiamato tedeschi, francesi e spagnoli per azzerare ogni velleità di indipendenza dell’Italia? Chi ha voluto i vari assedi di Milano? Chi ha fatto venire i lanzichenecchi? Il papa, sempre il papa che per secoli ha trescato per sobillare guerre, quando lui stesso non si è messo a cavallo con l’armatura per guidare il suo esercito. Oggi il papa si ricostruisce la verginità dicendo cose che noi dicevamo 40, 50 anni fa (naturalmente evita di parlar chiaro, di dire chi vende armi, quali armi e a chi).
2) Quale ruolo ha avuto il papato nella colonizzazione dell’ America e dell’ Africa mandando i missionari?
3) Perché quando si parla dei problemi dell’ Africa si parla delle classi dirigenti africane, mente quando si parla dell’Italia si parla tout court delle nostre responsabilità. Erano responsabili i soldati italiani che nella prima e seconda guerra mondiale erano costretti ad andare a combattere, o ci andavano per fame come fanno gli immigrati oggi? Professore, lei scrive: “Questo disastro lo abbiamo costruito noi con decenni e decenni di errori, colpe, disastri, ora sta arrivando il conto. E vi meravigliate?” Certo la colpa è dei nostri soldati.
4) Perché oggi ci si commuove per i bambini dei profughi che hanno perso la famiglia, ma non ci si ricorda dei tanti orfanatrofi sorti in Veneto dopo le due guerre per gli orfani di guerra?
5) Che ci sia una situazione gravissima di ingiustizia è evidente. Ma è anche evidente che a pagare non saranno i responsabili. Ci stiamo passando il cerino, come lei ricorda spesso, ma anche senza il problema delle guerre e dell’immigrazione, non è che in Italia ce la stiamo passando bene.
Andrea
Mi domando quanto sia storicamente giusto mettere sullo stesso piano le responsabilità di paesi che hanno avuto una lunga e ampia esperienza coloniale come la Francia, l’Olanda, la Spagna, il Portogallo e l’Inghelterra che già dal XVI secolo iniziarono a sfruttare le risorse africane con quelle di paesi come Italia o Germania che iniziarono a colonizzare solo verso la fine del XIX secolo o addirittura con paesi che pur appartendo all’Europa non ebbero neppure una striscia di colonia come l’Ungheria, l’Austria, la Repubblica Ceca o i paesi scandinavi. Le ricordo anzi che fino al XVII secolo furono i paesi del Nord Africa a saccheggiare le nostre coste portandosi via un cospicuo numero di schiavi, ma non mi risulta che ciò gli abbia mai provocato crisi di coscienza o sensi di colpa.
Aldo Giannuli
non ho affatto messo sullo stesso piano tutti