Grillo e la crisi del Parlamento

Beppe Grillo ha fatto una delle sue sparate definendo il Parlamento un “Tomba” o una “scatola di tonno vuota”. Manco a dirlo si è scatenata la solita buriana di commenti “politicamente corretti” che accusano Grillo di essere un emulo del Mussolini del 3 gennaio 1925, qualcuno addirittura ipotizza che ordini di bruciare il Parlamento come fece Hitler con il Reichstag e via di seguito con il consueto coro di sepolcri imbiancati. Anche qualche dissidente grillino ha preso le distanze (ma temo che in questo caso si sia trattato di una dinamica divaricante che conosco bene, per cui, se dici bianco devo dire nero perché ormai è una partita a scacchi a mosse obbligate) e, questa volta, poteva risparmiarselo. Come al solito, Grillo dice le cose in modo da scoprire il fianco alle accuse più spropositate, ma, nel merito, siamo sicuri che abbia proprio torto?

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Gradite uno yoghurt scaduto o un po’ di provolone ammuffito?

Fra parlamentari, giornalisti e funzionari conto ancora diversi amici a Montecitorio e Palazzo Madama, per cui ieri ho fatto una decina di telefonate per sondare gli umori, raccogliere indicazioni e previsioni: niente di più inutile. Valutazioni non ne mancano, ovviamente, ma quando vai sulle previsioni, nessuno si azzarda a farne e tutti descrivono la situazione come “Confusa”, “disperata ma non seria”, “desolante”, “incomprensibile”. Il migliore è stato un vecchio Dc (inossidabile parlamentare-salamandra passato attraverso il fuoco di crisi politiche e di sistema) che se n’è uscito con un serafico “Situazione aperta ad ogni esito e, dunque, ricca di opportunità”. Come dire che dopo Fukushima abbiamo la possibilità di scegliere il miglior arredo urbano per la nuova città.

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Quirinale: un ragionamento ed una proposta

In un modo o nell’altro, questo scassatissimo parlamento eleggerà un nuovo capo dello Stato: può darsi che non si riesca a fare un governo e si vada al voto, ma il Presidente della Repubblica bisogna eleggerlo prima, perché l’art 88 stabilisce che il Presidente non può sciogliere le Camere negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che questo periodo coincida con gli ultimi sei mesi della Legislatura, ma qui siamo di fronte ad un Parlamento appena eletto. Come prima cosa occorrerà eleggere i Presidenti delle Camere ed al Senato non sappiamo che frittata verrà fuori, ma, per ora lasciamo la cosa da parte. Sta di fatto che il 15 aprile sarà convocato il Parlamento in seduta comune. Proviamo a ragionare su chi potrebbe essere e partiamo da qualche conto. Il collegio elettorale è composto da 1007 “grandi elettori” per cui la maggioranza richiesta è di 667 voti nelle prime tre votazioni e di 504 dalla quarta in poi.

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Politica estera: l’eterna Cenerentola

Una campagna elettorale diversa.

Avevo criticato l’assenza della politica estera nel programma del M5s e, giustamente, mi si fece notare che esso non era l’unico a snobbare quel tema. E, infatti la politica estera è proprio sparita dal dibattito e non compare nei programmi dei vari partiti. Quelli, per così dire, tradizionali (Pdl, Pd, Monti) danno per scontate le attuali appartenenze dell’Italia a Nato e Ue (forse la sola Lega balbetta qualcosa contro la Ue) e non hanno altro da dire. Ma chi fa di peggio sono le cosiddette liste “alternative” (Sel, Rc, M5s) che semplicemente non si pongono il problema.

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Patrimoniale si o no? Ma di cosa stiamo parlando?

Una campagna elettorale diversa

Molti, in questa campagna elettorale, lanciano la proposta di un’ imposta straordinaria patrimoniale, ma si guardano bene dal precisare cosa intendono per patrimoniale. Come se l’espressione avesse un significato univoco ed ovvio, non bisognoso di precisazioni. E invece, chiediamoci: la patrimoniale serve o no? Ed a cosa? Ma, soprattutto, che intendiamo per patrimoniale e patrimonio?

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Lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena. Qualche proposta: ad esempio il carcere a vita per alcuni reati finanziari

Una campagna elettorale diversa 5

Per certi versi, lo scandalo del Monte dei paschi cade come il formaggio sui maccheroni, perché mette a nudo una serie di questioni di cui proprio non si fa cenno in questa sordida campagna elettorale. E partiamo proprio da una questione che mi è stata posta: si tratta del solito scandalo “ad orologeria” che in questo caso cerca di impedire la vittoria elettorale del Pd? Risposta:  “Ma certo! Che altro volete che sia?””. Che il Mps navigasse fra i guai di titoli obbligazionari basati sul nulla era cosa che si sapeva già da un bel po’, e già da maggio dell’anno scorso, i senatori Pancho Pardi ed Elio Lannutti dell’Italia dei Valori avevano chiesto il suo commissariamento. Che la crisi esploda in modo irreparabile proprio ora, a 30 giorni dal voto non sembra davvero una coincidenza casuale.

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L’azionariato dei dipendenti

Una campagna elettorale diversa 4

Dalla Confindustria alla Fiat, sino alla Lista Monti (non che il percorso sia tanto lungo!) molti chiedono la crescita della produttività del lavoro per reggere la concorrenza sul mercato globale. Niente di nuovo: si sta cercando di abbassare il costo unitario per prodotto, pagando lo stesso salario, musica vecchia. Comunque, il problema di reggere la concorrenza dei paesi emergenti, dove il costo del lavoro è seccamente più basso (sia per i livelli retributivi, sia ed ancor di più per i cambi valutari) non è un problema inventato ma reale. E, dunque, può anche starci il fatto che cerchiamo di abbassare il costo unitario per prodotto. Però: dove sta scritto che questo deve produrre solo profitto per l’imprenditore?

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Via l’Imu dalla prima casa, ma quadruplichiamola per gli stabili sfitti

Una campagna elettorale diversa.

L’Imu pare che non l’abbia voluta nessuno: Monti dice che era necessaria ma ora la abbasserebbe, Berlusconi non sapeva cosa fosse fino a quando il suo commercialista non gli ha fatto vedere il conto di quello che c’era da pagare per le sue ville sparse nel mondo; Bersani, poi, quando sente Imu ha reazioni allergopatiche. Va bene: vuol dire che ce la hanno portata i marziani, però, visto che siamo tutti d’accordo sulla sua indesiderabilità, non dovrebbe essere difficile trovare un’intesa e liberarcene. O no?! Però la cosa potrebbe creare qualche problema di cassa, visto che ormai è nel conto delle entrate e bisognerà pur sostituire in qualche modo quello che verrà meno. A guardarla bene, l’Imu non è altro che una mini-patrimoniale (e neanche tanto mini, se vogliamo) quindi può anche essere usata come elemento di riequilibrio del carico fiscale fra chi ha e chi non ha. E, dunque, è evidente che va immediatamente abolita -e senza discutere- sulla prima casa.

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