Riforma della prescrizione: mi dispiace (e molto) ma devo dare ragione a Salvini.

Pier Camillo Davigo si è fatto interprete di un pensiero di molti magistrati ed ha chiesto una riforma per la quale, dopo una sentenza di primo grado, si sospendano i termini di tempo per la prescrizione. Come si sa, il ministro della Giustizia Bonafede (5 stelle) ha presentato un disegno di legge in questo senso, salvo poi ritirarlo per le proteste degli avvocati penalisti e l’opposizione di Salvini che ha criticato la proposta dicendo che questo aprirebbe la strada ai “processi eterni”. Potete immaginare quanto mi secchi dover dare ragione al leader della Lega, ma quando uno ha ragione occorre riconoscerlo anche se è il peggiore dei nemici. 

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La sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale: analisi delle motivazioni.

E’ arrivata la motivazione della sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale che conferma tutte le riflessioni negative che avevamo avanzato al momento delle pubblicazione del dispositivo: la Corte ha girato intorno al tema senza affrontarlo seriamente ed ha prodotto un pasticcio peggiore di quello che c’era prima. I punti su cui la sentenza fa acqua sono due: quale sia il margine di torsione sostenibile del principio di rappresentanza ed i limiti posti dalla forma di governo al legislatore.

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La sentenza della Corte Costituzionale: un commento a caldo.

Dopo una attesa interminabile abbiamo finalmente la sentenza sull’Italicum: resta il premio di maggioranza, saltano ballottaggio,  capilista bloccati e candidature plurime, non sappiamo nulla sulle soglie di sbarramento (vedremo nelle motivazioni). In teoria il sistema è pronto per votare, anche se è diverso fra Camera e Senato, ma ci sono diverse questioni che, nelle more dell’armonizzazione delle leggi fra i due rami del Parlamento, potrebbero risorgere (coalizioni, ampiezza collegi, preferenza unica o plurima, collegio nazionale per la quota proporzionale o meno ecc.). Dico subito che non è una sentenza splendida, anzi è molto criticabile.

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Napolitano e Renzi: traduzione di una intervista.

Ogni volta che sento Napolitano ho un moto di ammirazione per Ratzinger. Benedetto XVI si è dimesso, dopo di che si è rinchiuso nel suo silenzioso eremo, diventando quasi invisibile, e se qualche rarissima volta, ha parlato, è stato solo in appoggio al suo successore. Uno stile ed una correttezza che gli vanno riconosciuti. Napolitano, invece, esterna a getto continuo come una condotta dell’acqua scoppiata.

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Beccatevi Gentiloni! (ma quanto dura?)

Risultato al 45° del primo tempo: Mattarella 1-Renzi 1. Spieghiamoci: Mattarella ha puntato le sue carte sul prosieguo della legislatura, forte dell’appoggio di mezzo Pd, della voglia di vitalizio di tanti parlamentari, della sua posizione di Presidente e dell’appoggio della Ue, Renzi voleva (e vuole) elezioni subito, forte della sua posizione di segretario del partito di maggioranza relativa, delle pressioni di Lega e M5s, oltre che di metà del suo partito. Dunque?

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Referendum: l’amaro day after del Pd e lo spaesamento da sconfitta

Sono stato in trasmissione a La7 dove ho sentito Chicco testa dire cose che non  stanno in piedi: “è vero che Renzi ha perduto, ma ha un 40% che ne fa ancora il partito di maggioranza relativa, mentre il no è solo una confusa mescolanza di cose troppo diverse”. Come se il 40% delle europee fosse restato compatto intorno a Renzi. Cominciamo da questo.

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Referendum: si aspettava una tempesta, ma è uno tsunami. Ora presentare il conto al Pd.

C’è poco da interpretare: il risultato parla da solo. Quasi il 60% degli italiani hanno respinto l’orribile proposta di riforma costituzionale e, insieme, hanno bocciato il governo Renzi rottamandolo. La cosa più rilevante è l’alta (altissima, dati i tempi) soglia di partecipazione al voto che ha segnato il ritorno di molti elettori alle urne dall’area dell’astensione. Come dire “Io non voto, ma se si tratta di mandare a casa quel cialtrone, ci sono”.

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