Brutto scherzo quello di chi ha passato al “Quotidiano Nazionale” la notizia sulla malattia di Bergoglio, poi smentita con veemenza dal Vaticano. Molto probabilmente la notizia non è vera, ma la smentita servirà a poco, perché, in casi come questa, è scontata.
La recente enciclica “Laudao sì” di Papa Francesco ha suscitato molti commenti, non tutti favorevoli. In particolare gli “atei devoti” del “Foglio” hanno dato spazio a critiche relative al giudizio sul capitalismo e la finanza ivi contenuto. Non ci sembra dunque cosa inutile scavare nella storia per ricostruire il punto di vista della Chiesa sulla finanza.
Molti giornali hanno presentato la dichiarazione sul genocidio armeno come la “Ratisbona di Francesco”, alcuni sottintendendo con compiacimento che è la prima “scivolata” di questo pontificato, altri per dire che, al di là delle caratteristiche personali del Papa, la geopolitica vaticana non cambia e non può che essere antislamica. Una lettura totalmente sbagliata e fuorviante che si ferma alle somiglianze superficiali delle cose.
Annunciando l’anno giubilare straordinario, Papa Francesco ha detto che ritenere che il suo sarà un “pontificato breve”. Cosa ha voluto significare? L’interpretazione più ovvia è che abbia in mente delle dimissioni dopo un certo periodo.
Dall’Argentina, Dario Clemente
Ariel Pennisi è docente alla Università Nazionale di Avellaneda (Buenos Aires), saggista, editore, coordinatore del master in Estetiche Contemporanee Latinoamericane. In un libro (1) in uscita il mese prossimo in Argentina, curato assieme a Adrián Cangi e incentrato sui casi di linciaggio avvenuti nei mesi scorsi nel paese sudamericano, Pennisi si è soffermato in particolare sulle parole del Papa, pronunciatosi in occasione dell’assassinio del diciottenne David Moreira da parte della folla inferocita a Rosario, nel marzo scorso.
Vai allo speciale sul mio nuovo libro: “Papa Francesco Fra religione e politica”
Passato il primissimo momento, in cui il nuovo Papa si è presentato al Mondo con una serie di gesti simbolici, siamo arrivati al momento delle prime decisioni concrete. E mi sembra che ce ne siano due da segnalare, mentre si infittiscono i segnali di altre scelte assai prossime. Le due decisioni prese riguardano:
1. la nomina del Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica che è andata al Ministro Generale dell’Ordine Francescano dei Frati Minori, José Rodríguez Carballo, che è stato elevato alla dignità di Arcivescovo
Da alcuni giorni è in libreria il mio nuovo libro. Come sempre, non avendo particolari mezzi per promuoverlo, vi chiedo, se di vostro interesse, di sfogliare il libro e segnalarlo ad amici e persone potenzialmente interessate. Come sempre sul sito sarò felice di rispondere a domande, critiche e riflessioni. Grazie e buona lettura!
Aldo Giannuli
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Un brano tratto dal libro.
E’ sin troppo ovvio che l’America Latina godrà di particolari attenzioni di questo Pontefice e non solo per la sua provenienza geografica, ma anche per la particolare situazione della Chiesa in quel continente: come abbiamo accennato, il “forziere” della cattolicità è da tempo insidiato dalle sette evangeliche.
C’è un singolare doppio movimento da nord a sud e da sud a nord: da nord calano i missionari evangelici, molto ben forniti di dollari, che puntano a soppiantare la secolare egemonia cattolica, ma da sud salgono gli immigrati latinos, che parlano spagnolo e sono cattolici.
Il dibattito sul sistema di governo della Chiesa ha offuscato il tema grande del rapporto della Chiesa con la modernità, e, più in particolare il suo cuore: il grande scisma che si sta consumando fra la Chiesa apparato ed i suoi fedeli. La Chiesa vanta 1.087.790.000 fedeli, ma, che credito dare a questo dato? Sulla carta anche io, in quanto battezzato, farei parte di quel miliardo di appartenenti alla Chiesa, ma chi scrive queste righe non è affatto credente, è ateo, razionalista e materialista. Moltissime persone, dopo il battesimo e gli altri sacramenti, sono diventate atee, agnostiche o anche genericamente teiste o cristiane, ma che non si riconoscono nella Chiesa. Questo accade soprattutto in Europa, ma in buona parte anche nelle due Americhe, per cui quel dato ha un valore essenzialmente anagrafico, ma non corrisponde ad una realtà sociale effettiva. Qualche dato può chiarire meglio il discorso.