La diversa logica del maggioritario e del proporzionale.

I partiti italiani, con il passaggio al nuovo sistema elettorale, avrebbero dovuto passare da una logica maggioritaria ad una logica proporzionale, cercando in Parlamento le alleanze necessarie, questo non è accaduto. Perché? La risposta è molto semplice: perché un partito educato da un sistema maggioritario, ha un modo di essere e di pensare completamente diverso da quello di un partito che agisce in regime proporzionale: cambiano le strategie comunicative, la cultura politica, il rapporto con l’elettorato, soprattutto il modello organizzativo; passare da un modello all’altro non è affatto semplice ed indolore. Per capirlo vale la pena di analizzare la diversa logica dei due sistemi.

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Due note su legge elettorale e su Pd e giovani…

Per quanto la politica interna meriti poca attenzione con il suo scenario miserabile, di tanto in tanto occorre occuparsene. Mi riferisco in breve alla questione del sistema elettorale nel cui merito non entro, tanto è palese la sua incostituzionalità, la sua iniquità politica, la rozzezza con cui è stata preparata: D’Attorre ha ragione a segnalare l’enorme imperfezione di due norme in contrasto fra loro nell’art 5.

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Legge elettorale: e se interpellassimo prima la Corte Costituzionale?

Come si sa, il verdetto della Corte Costituzionale del 2014 non comportò la decadenza del Parlamento appena eletto per il principio della conservazione degli atti e della continuità delle istituzioni. E va bene, però sarebbe stato politicamente opportuno andare a votare al più presto con il sistema residuato dalla sentenza della Corte. E invece, auspice un disinvoltissimo Capo dello Stato, il Parlamento è restato in carica per tutta la legislatura ed ha eletto ben due volte il presidente della Repubblica, fatto una serie di controriforme, fatto ben due leggi elettorali (di cui una dichiarata incostituzionale a sua volta), fatto la riforma costituzionale poi sonoramente bocciata dall’elettorato e dato la fiducia a tre governi.

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Ancora aggiornamenti sulla legge elettorale.

Gli sulla legge elettorale si succedono molto velocemente e c’è il rischio che questo pezzo sia vecchio già al momento di uscire. Ma, in realtà, sono cambiamenti per ora molto limitati che non intaccano la natura dell’operazione che il Pd sta conducendo con l’accordo di Fi ed acquiescenza di M5s e Lega che li lasciano fare. Questa volta è saltata la norma che proclamava come primo eletto il numero uno del listino bloccato, per cui prima saranno eletti tutti i vincitori dell’uninominale , e questo è un evidente toppa su un punto che sarebbe stato facile impallinare dal punto di vista costituzionale.

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La legge elettorale in discussione con l’emendamento Fiano.

La discussione presso la commissione Affari Costituzionali della Camera ha avuto uno sviluppo: il progetto Rosatellum è stato rivisto complessivamente con un maxi emendamento presentato da Fiano per conto del Pd e che avrebbe dovuto rendere la legge elettorale più simile a quella tedesca. In realtà resta una cosa ancora diversa dal Geyerhahan (al massimo parlerei di un Germanicum, un po’ tedesco ed un po’ Italicum). Rispetto al modello tedesco ci sono queste differenze sostanziali:

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