Nelle scorse settimane abbiamo analizzato come la relazione, oltremodo complessa, che unisce Cina e India sia destinata a permeare in profondità, nei decenni a venire, gli equilibri geopolitici asiatici e planetari. La gamma del rapporto tra Pechino e Nuova Delhi è stata ispezionata alla luce degli elementi di competizione, collaborazione e coesistenza che ne costituiscono la struttura.
L’India vede la “Nuova Via della Seta” come un progetto rivale, ma la storia recente insegna che in Asia la geoeconomia è più forte della geopolitica: vediamo come la connettività potrebbe giocare un ruolo nel futuro rapporto sino-indiano.
Il mondo contemporaneo è il mondo delle alleanze a geometria variabile, della contrapposizione strategica che si accompagna alla cooperazione economica, della geopolitica che si accompagna necessariamente alla geoeconomia nell’elaborazione delle mosse di lungo termine di governi, Paesi e attori non statuali.
Da New Delhi, Daniele Pagani. Delhi, sessione estiva del parlamento: il governo Modi incassa una netta vittoria politica e, nonostante i numeri sfavorevoli alla camera alta, riesce a far approvare lo Undisclosed Foreign Income and Assets (Imposition of Tax) Bill.
Da New Delhi, Daniele Pagani. Altro giro insulare per il premier Indiano Narendra Modi che la settimana scorsa è partito alla volta di Mauritius, Seychelles e Sri Lanka. Senza dubbio la tappa più attesa era la vicina isola del sud che non riceveva la visita di un primo ministro indiano da 28 anni, da quando Rajiv Gandhi fu aggredito in aeroporto durante l’ispezione alla Guardia d’Onore (il filmato dell’epoca merita).
Da New Delhi, Daniele Pagani. Come da appuntamento, sabato all’ora di pranzo il Ministro delle Finanze indiano Arun Jaitley ha annunciato i punti salienti della legge di stabilità per l’anno finanziario 2015-2016. Una manovra che si propone di essere l’artefice del balzo in avanti e di raggiungere in un anno l’ambizioso obiettivo di una crescita dell’8.5 per cento. Un dato “in potenza” sul quale lo stesso Jatley, aldilà dei proclami, si sta muovendo con pochi azzardi. La Reserve Bank of India ha infatti ricevuto la missione di mantenere l’inflazione intorno al 6 per cento, una cifra ottimale per tassi di crescita superiori al sette. Se poi la crescita sarà maggiore, grasso che cola.
Da New Delhi, Daniele Pagani. Sono in molti ad aspettare il fine settimana a Delhi, desiderosi di godersi una breve pausa nella monotona vita dell’impiegatizio. Questo vale in generale, ma specialmente per questo fine settimana. Alle undici di sabato, il Primo Ministro Narendra Modi presenterà al Parlamento lo Union Budget per l’anno 2015–2016, il secondo del suo governo. Come in ogni finanziaria che si rispetti le aspettative dei ministeri sono alte e tutti sperano di ingrandire la porzione nel piatto. A giudicare dalle recenti dichiarazioni, però, sembra che a questo giro sarà il Ministro della Difesa Manohar Parrikar ad aggiudicarsi il “boccone del prete”.
“Più che una collaborazione classica questo è un nuovo livello di cooperazione: è la creazione di un nuovo settore industriale”. La dichiarazione, rigorosamente in russo, di Vladimir Putin si riferisce all’accordo sul nucleare firmato ieri con il governo indiano. L’intesa prevede una joint-venture tra le due nazioni, volta alla costruzione di nuovi reattori nucleari in India.