Di fronte al processo di globalizzazione neo liberista la sinistra europea (limitiamoci a questa area) si è divisa in tre aree:
a. la sinistra “riformista” (o, se volete, socialdemocratica) che ha accettato supinamente la rivoluzione neo liberista, non opponendo alcuna resistenza e cercando maldestramente di ritagliarsi uno spazio di sinistra interna al sistema. In questo processo di omologazione, questa sinistra ha cessato di essere socialdemocratica (e lo ha dimostrato accettando la demolizione un pezzo alla volta del welfare) per diventare semplicemente liberale, pur se con vaghissime aspirazioni socialeggianti.
Il Pd si sta macerando in una dolorosa e lunga agonia senza sbocco. Quello che li tormenta sono due cose: il nome del segretario e se e con quali alleati andare alle elezioni, senza rendersi conto che tanto l’una quanto l’altra cosa sono gli ultimi problemi in una situazione del genere. Il punto è la prospettiva politica che manca.
Potere al Popolo (che ho votato e, nonostante abbia mancato il quoziente, sono contento di aver votato) è stato un esperimento interessante: non va sottovalutato come un gruppo di ragazzi, con il solo appoggio di altri piccoli gruppi solidali e qualche fettina di Rifondazione, sia riuscito a raccogliere le firme in tutte le circoscrizioni elettorali.
Il Pd può riprendersi e tornare in serie A? Certo che può, ci mancherebbe altro, e potrebbe anche riconquistare il governo. Solo che dovrebbe fare alcune operazioni necessarie: rottamare il 97% del suo gruppo dirigente, parlamentari e quadro intermedio, abbandonare la sua attuale “cultura” politica, cambiare linea, trovare una diversa committenza sociale, cambiare simbolo, nome ed anche sede. Ma per il resto potrebbe continuare: ad esempio non ci sarebbe necessità di cambiare i mobili delle sedi ed anche segretarie e centraliniste potrebbero restare al loro posto. Ma dubito che faranno quel che suggerisco.
Scusatemi, ma c’è una cosa che non ho capito stiamo andando ad elezioni politiche o a un torneo di tressette a perdere?
• Il M5s ha fatto questa cosa inconsulta di sbattere fuori e senza motivazioni oltre mille candidati alle parlamentarie (ma le voci che corrono parlano di quasi tremila esclusi), gente che, a questo punto farà una campagna elettorale accanita contro il M5s.
Da circa venti anni assistiamo ad una sceneggiata per cui la sinistra (o quel che si definisce tale) è il partito delle tasse che, appena ha il governo, si affretta golosamente ad aumentare, e la destra è quella che protesta e strepita contro questi aumenti (“Stanno mettendo le mani in tasca agli italiani!”), ma che poi, andata al governo, non solo non toglie nessuno di quegli aumenti, ma ne aggiunge di suoi.
Pochi giorni fa, Renzi punzecchiava Grasso dicendo che, in realtà, in Liberi ed eguali a comandare sarà D’Alema. Immediata la replica stizzita del neo capo di Le : “Io comandato da D’Alema? E’ una vita che guido, se ne accorgeranno”. Dove: “Guido” sta al posto di “Comando”e “Se ne accorgeranno” è rivolto a Renzi ma è sottinteso, anche a D’Alema.