Tag: strage di bologna

Chi si rivede! Massimo Carminati.

Vecchia conoscenza per chiunque si occupi di eversione nera, Massimo Carminati: dalle imprese dei Nar a quelle della Banda della Magliana, così nei casi degli omicidi Pecorelli, Fausto e Iaio, Pugliese, nel depistaggio per la strage di Bologna, nella rapina alla Chase Manhattan Bank dell’Eur, nella “strana” vicenda del deposito d’armi presso la sede di via Liszt del Ministero della Sanità, il suo nome torna sempre.

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A proposito di Delle Chiaie

Mi sento chiamato in causa sulla questione Delle Chiaie, per cui sono indotto ad una messa a punto. Come è noto, il leader di Avanguardia Nazionale ed il suo gruppo vennero indicati come responsabili della strage di piazza Fontana dal libro “La strage di Stato”. Prima di quell’evento, il gruppo era stato nell’occhio del ciclone per le sue numerose imprese squadristiche, soprattutto a Roma, dove godeva di un occhio di riguardo da parte della Questura. Ricordiamo l’irruzione all’università di Roma durante una lezione di Ferruccio Parri e la partecipazione agli scontri durante i quali morì lo studente socialista Paolo Rossi. Esso fu anche coinvolto nella morte, mai chiarita, di Antonino Aleotti, un ex militante del Pci entrato in An e trovato morto in un’auto zeppa di armi, parcheggiata non lontano dalla Questura.

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Sentenza di Brescia e giustizia in Italia: ne vogliamo parlare?

Ce lo aspettavamo: assoluzione per tutti. Leggeremo le motivazioni, ma già temiamo di sapere quel che leggeremo (anche se, in primo grado, il collegio giudicante ci riservò la sorpresa di un testo peggiore delle aspettative, già molto basse). Ma restiamo ugualmente in attesa non pregiudiziale.
Quando arriveranno le motivazioni, potremo capire perché, quello che a noi appariva come un convincente quadro indiziario grave, univoco e convergente (sufficiente a condannare a norma del cpp), non è apparso tale al collegio giudicante ed, eventualmente, formuleremo le nostre obiezioni oppure riconoscere le ragioni di chi ha assolto. Prima ancora che garantisti siamo laici ed, in quanto tali, riconosciamo che un giudizio corretto lo si può formulare solo dopo aver ascoltato senza pregiudizi le ragioni altrui, per cui, pur conoscendo bene il fascicolo processuale ed essendo convinti, per ora, di certe cose, attendiamo il ragionamento della corte per verificare le nostre convinzioni. Ma, quale che sia l’esito di questo specifico caso, resta un problema: come mai, sistematicamente, i processi per strage si concludono con sentenze assolutorie e non si riesce mai a trovare i colpevoli?

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“Il segreto di Piazza Fontana” di P. Cucchiarelli: analisi del testo

Il libro di Cucchiarelli, è il risultato di oltre dieci ani di lavoro. Il libro è diviso in tre parti narrative: la prima sostanzialmente dedicata ad un attento scandaglio di perizie, verbali, rapporti di polizia giudiziaria e stampa d’epoca; la seconda in cui l’autore avanza una sua ipotesi di come sia andata la vicenda della strage; la terza, nella quale si rileggono i casi Feltrinelli e Calabresi alla luce delle risultanze precedenti.

La prima parte costituisce un lavoro assolutamente prezioso che fa riemergere tanti particolari passati ormai nel dimenticatoio dopo la lunga serie di inchieste giudiziarie e parlamentari che anno accumulato molte migliaia di documenti per oltre 1 milione di pagine. Diverse riflessioni sul tema dell’esplosivo aprono la strada a sviluppi investigativi di notevole rilievo che maturano in particolare nella terza parte, quella in cui si parla di Calabresi e Feltrinelli. La parte più debole, lo diciamo subito, ci pare la seconda che propone una spiegazione della vicenda che qui di seguito riassumiamo in breve.

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