Nelle ultime settimane è tornato all’attenzione del dibattito pubblico il tema dello sviluppo delle città. Ne ha scritto Aldo Giannuli, qui sul blog, in merito al possibile trasferimento della City Finanziaria da Londra a Milano, ma se ne sta discutendo molto anche in queste ore intorno al progetto del nuovo stadio della Roma. Per provare ad alzare un po’ lo sguardo dal quadro, come è stile di questo sito, vi proponiamo dunque due consigli di lettura pubblicati proprio di recente sul sito di “Che fare”, il prezioso magazine online dell’omonima associazione che si occupa di trasformazione culturale.
Nuovo appuntamento con i consigli di lettura. Questa settimana ci concentriamo su tre articoli tutti dedicati alla guerra, sotto tre diversi aspetti: tecnologico, storico ed umano.
Nuovo appuntamento con i consigli di lettura, questa settimana a cura di Martino Iniziato.
Saranno consigli di lettura un po’ “particolari” quelli che vi proporrò oggi, in quanto non saranno dedicati a libri o volumi, ma ad articoli interessanti e caratterizzati da una lettura lenta e riflessiva, sebbene pubblicati sul web. Gli argomenti sono di stringente attualità: leggeremo di giornalismo americano, di giornalismo in generale, di postverità, di Trump e Grillo.
L’approssimarsi del centenario della rivoluzione russa mi suggerisce di proporvi una succinta rassegna di quel che è venuto fuori nei 25 anni che ci separano dalla fine dell’Urss e delle democrazie popolari. Nulla di esaustivo, intendiamoci, ma solo un rapido riassunto per orientarsi nella prevedibile ondata di saggi in uscita.
1. István Mészáros “Oltre il capitale”
Chi è István Mészáros? (n. 1930) E’ stato allievo e poi collaboratore di Gyōrgy Lucács il massimo filosofo marxista ungherese. Partecipò attivamente alla rivoluzione del 1956, repressa dai sovietici, per cui dovette poi rifugiarsi prima in Italia poi in Inghilterra dove insegnò nell’Università St Andrews in Scozia, poi nell’Università di York/Toronto in Canada e nell’Università del Sussex.
1. S. COURTOIS (a cura di) ”Libro nero del Comunismo europeo”
Il libro è una sorta di continuazione del “libro nero del comunismo” dello stesso Courtois che cura questa antologia che uscì già nel 2006 per la Mondadori. Courtois, in gioventù, fu maoista e del maoismo europeo assorbì tutta l’astrattezza ideologica incapace di fare i conti non i processi reali, la superficialità acritica, la rozzezza metodologica, la faziosità.
1. V.I. LENIN “Che fare?”
Apertura insolita questa volta, per un avvenimento insolito: il celebre scritto leniniano riproposto come supplemento da “Il Giornale”, per la verità insieme alla prima parte del “Libro nero del Comunismo Europeo” a cura di Stephen Courtois che potete tranquillamente buttare nel cestino dei rifiuti, tenendovi il “Che fare?” (ne riparleremo). Se andate in libreria il “Che fare?” (al pari di altre celebri opere di Lenin come “Stato e Rivoluzione” o “L’imperialismo fase suprema del capitalismo”) non lo trovate o, al massimo, lo trovare nelle edizioni di “Lotta Comunista” che, ovviamente, raggiunge sono una piccola parte delle 6.000 librerie italiane.
Data l’ampiezza della segnalazione, questa scheda libraria prende in considerazione una sola opera. Dalla prossima settimana tornerò a segnalare più libri. Buona lettura!
1. V. SATTA “I nemici della Repubblica. Storia degli anni di piombo” (Rizzoli, 2016)
Vladimiro Satta, autore di questo imponente volume di 867 pagine l’ho conosciuto come documentarista della commissione Stragi, fra il 1994 ed il 2001, dunque, ha potuto giovarsi della conoscenza di una massa ingentissima di documenti giudiziari. L’aspirazione, evidente sin dalla mole del libro, è quella di scrivere l’ “opera definitiva” sulla violenza politica negli anni settanta, un grande libro di storia che ponga termine alla serie dei “misteri d’Italia”.
Novità
1.M J CEREGHINO G FASANELLA “Tangentopoli Nera”
Uno dei luoghi comuni più persistenti, nonostante tutto, è quello dell’onestà del regime fascista e dei suoi gerarchi. Al massimo si fa qualche ammissione per Farinacci (a proposito del quale ci sono lettere inequivocabili di pugno di Mussolini), ma per il resto, è convinzione diffusa che “Quando c’era Lui…”.