A proposito di Delle Chiaie

Mi sento chiamato in causa sulla questione Delle Chiaie, per cui sono indotto ad una messa a punto. Come è noto, il leader di Avanguardia Nazionale ed il suo gruppo vennero indicati come responsabili della strage di piazza Fontana dal libro “La strage di Stato”. Prima di quell’evento, il gruppo era stato nell’occhio del ciclone per le sue numerose imprese squadristiche, soprattutto a Roma, dove godeva di un occhio di riguardo da parte della Questura. Ricordiamo l’irruzione all’università di Roma durante una lezione di Ferruccio Parri e la partecipazione agli scontri durante i quali morì lo studente socialista Paolo Rossi. Esso fu anche coinvolto nella morte, mai chiarita, di Antonino Aleotti, un ex militante del Pci entrato in An e trovato morto in un’auto zeppa di armi, parcheggiata non lontano dalla Questura.

Ne chiesi a Delle Chiaie nell’intervallo della sua audizione in Commissione Stragi e mi fu risposto che An non c’entrava con la sua morte e che Aleotti era un infiltrato del Pci. La cosa non spiegava molto, ma presi atto dell’informazione.

A seguito di quei fatti, la Procura di Roma aprì un  fascicolo per ricostituzione del Partito Fascista, ma l’inchiesta si fermò perché An decise di sciogliersi. Uno scioglimento sostanzialmente simulato, perché il gruppo dirigente restò saldo come prima, ma in forma coperta.
Nel periodo precedente Piazza Fontana, il gruppo di An ebbe un sussidio di circa 300.000 lire al mese da parte dell’Ufficio Affari Riservati, per il tramite di Mario Tedeschi del “Borghese” (come sappiamo per ammissione degli stessi interessati) e fu coinvolto nell’affaire dei falsi manifesti filo cinesi. Una ventina di anni dopo, Delle Chiaie disse di esservi stato coinvolto da un camerata del Msi, Pino Bonanni, che non gli avrebbe rivelato la commissione da parte dello Uaarr, ma di averlo scoperto dopo e di averne chiesto spiegazioni allo stesso Bonanni.

Dopo la strage di piazza Fontana (che, curiosamente, portò alla “rifondazione” del gruppo, o meglio alla sua uscita dalla clandestinità) An venne accusata anche per le stragi di Gioia Tauro, Brescia e Bologna. Per Piazza Fontana, Delle Chiaie venne rinviato a giudizio con Massimiliano Fachini, ma entrambi vennero poi assolti con formula piena ed il Pm non propose neppure ricorso per Cassazione.

Nelle inchieste successive (Casson, Salvini, Grassi-Mancuso, Piantoni-De Martino) si è a lungo scavato su An, ma, mentre è emerso molto a carico di Ordine Nuovo (di cui alcuni esponenti, a cominciare da Rauti, furono rinviati a giudizio, anche se poi assolti), su Avanguardia Nazionale ed il suo capo non è emerso nulla a carico. Ripeto che si indagò molto in questa direzione.

Dunque, almeno sul punto delle stragi di piazza Fontana, Brescia e Bologna possiamo concludere che An fu estranea. Vero è che anche gli imputati di Ordine Nuovo sono stati assolti ma, nonostante tali sentenze (peraltro sempre con forme dubitative), non mi sentirei di fare la stessa affermazione di estraneità per loro.

Veniamo al punto del rapporto con i servizi. C’è una regola abbastanza confermata, per cui On porta sempre ai Carabinieri ed al servizio militare, mentre An porta sempre alla polizia ed allo Uaarr. Ma con ruoli e modalità differenti.

Rauti ed i suoi, come dimostrano le vicende dell’Istituto Pollio, del convegno di Parco dei Principi, dell’opuscolo “Le mani rosse sulle Forze Armate”, dei Nuclei di Difesa dello Stato ecc. (tanto per fare qualche  esempio), furono organici agli apparati repressivi dello Stato con i quali ebbero continua e fattiva collaborazione, oltre che cospicui finanziamenti. In particolare, ci sono molti elementi che dimostrano un filo diretto con il Noto Servizio.

Per An il discorso fu assai più discontinuo, i finanziamenti (come abbiamo visto) ben più modesti e non ci sono che scarsi elementi di rapporto con il Noto Servizio (essenzialmente i rapporti di alcuni militanti di An lombarda con Fumagalli). Soprattutto An non fu mai organica agli apparati di polizia.

Per fare una metafora: se On fu parte integrante della flotta regolare dello Stato, An fu una nave irregolare che, per qualche tempo, ebbe la patente per la “guerra da corsa”. Ed, a partire dai primi anni settanta  i “corsari” di An vennero rapidamente scaricati dallo Uaarr e per circa un quindicennio ci fu un costante tentativo di scaricare su An la responsabilità delle stragi, tenendo al riparo On.

Vice versa, i rapporti di An con i servizi segreti furono molto meno disorganici nel caso dei servizi spagnoli, di quelli cileni e, più di tutti, di quelli boliviani. Ma questo è un altro paio di maniche di cui, eventualmente possiamo parlare.

Tanto per precisare quello che penso di Delle Chiaie ed Avanguardia Nazionale.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (32)

  • Giannuli prendo atto della sua messa a punto,circa la questione Delle Chiaie, precisa e dettagliata, come le si confà.Naturalmente sul sito Punto Zenith e sul suo libro di memorie il nostro dà una versione differente alla sua.Furono Almirante e Pisanò a mettere in giro la voce calunniosa dell’agente degli Affari Riservati per motivi di concorrenza più che altro; calunnia smentita anche successivamente dal capo UU.AA.RR. il prefetto Umberto Federico D’Amato.Per quanto riguarda la nota vicenda dei manifesti cinesi (non certo una strage) essa fu finanziata e sponsorizzata da Mario Tedeschi, senatore del MSI, direttore del Borghese, iscritto alla loggia massonica P2 di Licio Gelli, alla quale il nostro mai aderì;ergo perché non credere alla sua precisazione di non sapere da quale fonte arrivarono quei modesti finanziamenti, per una sorta di goliardata, non un fatto di sangue. Concludendo rammento l’operazione “Marlboro” da parte dei servizi segreti italiani, che prevedevano la sua eliminazione fisica, permettendo così di scaricare su di lui,la strage di Bologna.Se queste sono le corperture che godeva in Italia…gli agenti italiani dei servizi segreti all’opera in quella circostanza, sbagliarono obiettivo e trucidarono un suo fido, tale Pierluigi Pagliai, che sebbene gravemente ferito con dei proiettili nel cranio, contro il parere dei sanitari boliviani, lo caricarono su di un aereo, riportandolo cadavere a Roma.Il nostro che godeva di ampie protezioni poteva rimanere in sud America (conobbe personalmente anche Pinochet) invece tornò in Italia, ove fu assolto dalla magistratura italiana (non cilena) da tutte, dico tutte, le accuse di stragi ecc.ecc. Ora è un uomo libero, ma resta come per il passato un “mostro” ideale da sbattere in prima pagina.

  • A differenza di ON, emanazione diretta del nostro ministero della Difesa, AN fu una “nave irregolare”, non parte integrante della “flotta” di Stato. Una distinzione molto importante, questa, che ci mette di fronte ad un’altra questione: allora chi ha creato An e da chi dipendeva quest’ultima?
    Caro Aldo, rimango sorpreso da due assenze in questa tua precisazione:
    1. Non hai menzionato il principe Borghese, uomo inserito ai più alti livelli dello spionaggio internazionale, da cui gli avanguardisti e lo stesso “Caccola” (epiteto non da me coniato) erano sottoposti. In proposito manca anche un riferimento alla loro partecipazione nella notte della Madonnina (persiste tra l’altro il mistero su come riuscirono ad entrare nel ministero degli Interni)
    2. Manca anche una menzione di Guerin Serac, dal quale Delle Chiaie prendeva ordini, e della sua Aginter Presse.
    Allora, se il “nostro” non lavorava stabilmente per il ministero della Difesa italiano, dobbiamo dedurre che:
    – o lavorava stabilmente per una struttura spionistico-militare che stava ad un livello ancora superiore, comunque inserita nell’ambito della Nato, cosa che spiegherebbe la sua attività “nazional-rivoluzionaria” con i vari squadroni della morte di mezzo Sud America;
    – o lavorava per questa struttura, e magari anche per altre (sempre comunque nell’ambito Nato, non certo del Patto di Varsavia) ma non stabilmente, bensì come “free-lance”, e veniva quindi pagato a prestazione;
    – era un vero nazional-rivoluzionario, ideatore di un movimento politico autoctono, un oppositore acerrimo del sistema che, genio del male, è riuscito perfidamente ad infiltrarsi ai massimi livelli delle strutture spionistiche di mezzo mondo senza farsi beccare.
    In alternativa dovremmo affermare che faceva il giornalista. D’altra parte l’Aginter presse era un’agenzia di stampa…
    Quindi ti prego: parliamo anche di quell’altro paio di maniche a cui fai riferimento alla fine del tuo intervento.

    Una precisazione in merito alle sentenze. An sarà anche stata assolta dalle accuse di strage a Milano, Brescia e Bologna. A prescindere dal fatto che nei casi citati la magistratura italiana non ha dato proprio il meglio di sè (per usare un eufemismo), non mi sembra così automatico dedurre che An sia stata completamente estranea all’ambiente stragista-ordinovista. Basti citare il nome di De Eccher, oggi senatore e all’epoca dirigente di An, ma allo stesso tempo sodale di Freda.
    In altri episodi stragisti, Goia Tauro in primis, qualcosina a carico di An, nonostante l’assoluzione, è effettivamente emersa. Forse mi sbaglio, e in tal caso ritirerò quanto scritto, ma mi risulta che il nostro Che Guevara tricolore non abbia collezionato solo assoluzioni a formula piena, ma anche un proscioglimento per prescrizione, per la tentata strage sui treni per Reggio Calabria del 20-21 ottobre 1972. O vogliamo parlare della falsa deposizione di Vinciguerra al processo per l’omidicio Leighton, all’epoca ancora suo camerata, che lo salvò dalla condanna?

    Caro Aldo, non fraintendermi, non voglio essere polemico nei tuoi confronti. La questione è che nell’estrema destra italiana e romana in particolare, Delle Chiaie comanda ancora e ha un apparato propagandistico di tutto rispetto. Tramite blog e siti, pseudo-giornalisti, ciarlatani e fascisterie varie continuano a mistificare la realtà, in modo da reclutare sedicenni da intruppare in Casa Pound o Forza Nuova. Purtroppo sono dappertutto, tanto che sono arrivati fin qui, e non solo non hanno il pudore di tacere, ma arrivano addirittura a citare te per cercare di dare credibilità alle nullità che affermano.

  • Reputo opportuno replicare a Copetti, citando un ricercatore di sinistra Massimiliano Griner, che nel 2011 per le Edizioni Lindau, ha scritto un volume di 321 pagine dal titolo eloquente:”Piazza Fontana e il mito della strategia della tensione”.Egli si è documentato, ha esplorato archivi, ha intervistato i protagonisti, ha studiato gli atti processuali e parlamentari, spulciato dossier, con un ruolo involontario dovuto alle conclusioni cui è pervenuto, di “avvocato del diavolo”; inutile dire che il diavolo in argomento,che interessa noi (perché il suo libro abbraccia anche altri soggetti politici) sono i neofascisti, geneticamente bombaroli,stragisti,sporchi,brutti,cattivi e ignoranti,strumenti ciechi in mano altrui.Egli ha scoperto che erano molto più autonomi e meno perversi,di come li dipingeva la vulgata di sinistra e una becera retorica resistenziale.Egli è giunto alla conclusione che la versione in auge che toglieva ogni autonomia alla lotta politica dei neofascisti, è frutto di un condizionamento psicologico,di un riflesso pavloviano,il prodotto finale di un vero e proprio lavaggio del cervello basato sulla disinformazione.Degna personificazione di una lotta politica autenticamente rivoluzionaria è a suo dire (non lo dico io) è l’editore Franco Freda e il gruppo di Ar.Vuoi vedere che anche Griner è di Casa Pound.Vai Coppetti scatenati pure.

  • caro professore concordo in pieno con Massimo Copetti. Anch’io volevo chiederle esattamente del golpe Borghese e dell’Aginter Press.
    Da quel che io avevo capito sulla strategia della tensione, ON e AN erano due tenaglie della stessa pinza, separate appunto da un tendenziale controllo dell’UAARR su AN e del SID su ON, ma senza che questa distinzione fosse poi troppo stringente (anche perché SID e UAARR rispondevano alla stessa regia sovranazionale), e che semmai la principale distinzione fosse geografica, con AN che era la versione di centro-sud di ON. E non dimentichiamo la partecipazione di tutti questi soggetti sia al convegno Pollio, sia al viaggio in Grecia, dove le due “tenaglie” si trovavano fianco a fianco. Considerando che l’UAARR, per (celeberrima) ammissione dello stesso Sofri manipolava (o cercava di manipolare, a sentire lui…) la “sinistra rivoluzionaria” siano a spingerla all’omicidio Calabresi, e potrebbe aver continuato tale manipolazione con le bierre morettiane, non ci si dovrebbe stupire troppo del fatto che anche AN sia riuscita a mantenere, negli anni, una certa allure rivoluzionaria che certo ON non poteva più affettare dopo le oscenità del 1969. E, se non sbaglio, Ordine Nero nasce proprio per ridare una verginità nazional-rivoluzionaria a ON.
    Infine, avevo capito che l’Aginter Press fosse la centrale di sovversione atlantica del vecchio continente, e che tale centrale, dopo la caduta di Salazar, si fosse quindi spostata in Francia nel famoso castello in cui si riunivano Simioni e gli altri seguaci del superclan.
    O ho capito male?

  • Griner si è laureato in filosofia della scienza con il noto docente universitario Giulio Gioriello che non mi sembra essere un cultore di Evola, ma decisamente di sinistra.Mi stupisco della sua stroncatura del libro da me citato.Il Griner dai libri di cui ho letto le recensioni, tipo la “Pupilla del duce la legione autonoma mobile Ettore Muti “La banda Koch il reparto speciale di polizia 43-45” entrambi pubblicati dalla casa editrice di sinistra Bollati Boringhieri, stento a credere siano stati scritti da un apologeta del bieco ventennio.Vero è che è stato il curatore del libro biografico di Stefano delle Chiaie, ma questo non fa di lui per forza un neofascista camuffato.Vede Giannuli la verità è che gli oltranzisti di sinistra (Copetti ne è la personificazione) sono tutti dei presuntuosi con la puzza sotto il naso, arciconvinti di una superiorità morale e politica frutto di arroganza, intolleranza, basata soprattutto su una presunta superiorità culturale e morale che di fatto non hanno mai posseduto.Vedono fascisti camuffati e infiltrati ovunque, (io praticamente sono uno di casa Pound infiltrato sul suo blog in realtà sono stato qualche decennio fa un semplice iscritto al MSI di Almirante, ora sono un cane sciolto) sono esperti in trame nere,dei “fontanologhi” provetti, guai a dubitare o documentarsi da fonti alternative, essi solo essi possiedono il dogma teologico della verità, negano a priori che gli adepti del “male assoluto” siano appartenenti al genere umano, ma tutti dei potenziali assassini. Purtroppo fare della ricerca storiografica seria e documentata è cosa impossibile con loro.Poi venendo a …bomba per quanto riguarda la medaglia d’oro al valor militare Junio Valerio Borghese, cito il giudizio di Almirante “un ottimo militare un pessimo politico”.Sicuramente fu turlupinato data la sua sprovedutezza politica, da ambienti politici, che erano interessati a incastrare alcuni velleitari di estrema destra, in un patetico colpo di stato, che ricorda molto il film di Tognazzi “Vogliamo i colonnelli” più che un vero golpe militare in stile sud americano.Farsa tragicomica cui delle Chiaie, fu estraneo perché latitante all’estero.

  • Siccome sono caratterialmente un bastian contrario, vorrei spender due parole sul famoso/famigerato convegno indetto dall’Istituto di studi militari “Pollio” indetto nel 1965, presso l’hotel Parco dei Principi di Roma. Intanto per precisare fu un convegno pubblico, cui presero parte alti magistrati, alti ufficiali, giornalisti,docenti universitari, militanti tra cui delle Chiaie. Potenzialmente vi potevano partecipare anche avversari politici infiltrati, servitori dello stato fedeli alla repubblica nata dalla resistenza e non solo militari in fregola golpista. Gli atti furono pubblicati dall’editore di destra Volpe,in un libro posto liberamente in vendita al pubblico, io stesso ne comperai una copia in una libreria pubblica. Giannuli ma le pare che una conventivola di cospiratori, intenzionati a impossessarsi del potere, tramite, stragi,attentati,trame golpiste, annuncino urbi et orbi, simili propositi potenzialmente terroristici.A mio modesto avviso tale convegno, tanto caro alle sinistre, che avrebbe inaugurato la strategia della tensione,ha storicamente parlando, la stessa valenza che per gli antisemiti hanno avuto i famosi/famigerati “Protocolli dei savi anziani di Sion”, vale a dire un mito e niente più, Per quanto riguarda le morti dei due giovani sventurati, le riferisco che il FUAN Caravella sosteneva che la morte di Rossi era dovuta a una caduta accidentale o di una perdita di equilibrio dovuta ad un malore.Per l’altro giovane in realtà correva voce, che si trattasse di un fatto intimo, che a quell’epoca, tra i ragazzotti neofascisti, era un marchio d’infamia, peggiore di essere chiamato comunista.Vale a dire che si trattava di un invertito, voce sembra messa in giro dai vertici del MSI, un marchio simile era potenzialmente una spinta a togliersi la vita, per un giovane che avesse avuto degli squilibri mentali.Comunque tutte le mie notizie se non sono vere, sono verosimili.

  • Copetti non è un antifascista, perché il fascismo nel dopoguerra non è mai esistito. Come potrebbe basare la propria posizione politica sulla contrapposizione a qualcosa che non esiste?
    Purtroppo i patetici epigoni del neofascismo si spacciano ancora come una forza politica, quando non sono mai stato altro che una struttura, un apparato, una forza ausiliaria che lo Stato italiano ha utilizzato contro il comunismo durante la Guerra fredda.
    Il neofascismo non ha identità nè progettualità politica, esattamente come carabinieri, polizia, servizi segreti. Agisce e ha agito in base agli ordini ricevuti dai vertici dello Stato democratico e antifascista come un qualsiasi altro apparato.
    A parere di chi scrive, non esiste una continuità tra l’esperienza storica del fascismo del ventennio e i neofascisti che tante tragedie hanno arrecato all’Italia negli anni successivi. C’è a livello di simbologia e slogan adottati, a livello “cosmetico”, ma non di contenuti.
    So che questa interpretazione non è condivisa dagli antifascisti militanti, che continuano tutt’ora a fare il gioco dei neofascisti atlantici di servizio: mentre i primi peccano di capacità intepretativa, i secondi se la godono perché mantengono visibilità, continuando a mistificare la loro reale natura.
    Esattamente come le varie agenzie di contractors, i gruppi dell’estrema destra reclutano da sempre personale combattente, manovalanza, da inviare nell’Africa nera (per la difesa delle colonie), in Grecia, nei Paesi Baschi, in America latina, in Libano, (oggi in Siria?) e così via, sempre a fianco di Usa e Israele (che tra l’altro ringrazia gli uomini della Decima Mas per l’addestramento impartito alle nascenti forze speciali dello Stato ebraico).
    Che senso avrebbe contrapporsi ideologicamente a delle agenzie di reclutamento?
    Definirli “fascisti” è storicamente errato, ed è ingiusto anche nei confronti del fascismo.
    Però ci sono anche fascisti che, coerentemente con la loro posizione, li denunciano come servi di un regime nel quale non si riconoscono:
    è il caso di Vincenzo Vinciguerra;
    è il caso della Federazione italiana dei combattenti della Rsi (http://fncrsi.altervista.org/);
    è il caso di associazioni come “Il Covo”, o di studiosi come Marco Piraino (leggete il saggio “L’estrema destra contro il fascismo” nel quale emerge in tutta la sua evidenza l’inconciliabilità tra il pensiero di Gentile e quello di Evola).
    Sarebbe il caso di insistere con questa distinzione, per correttezza in sede di interpretazione storica, ma anche perché in un’Italia vicina al collasso economico, i rivoluzionari da caserma sono un lusso che ormai non ci possiamo più permettere.

  • Grecia, ipotesi colpo di Stato di Alba dorata. “Siete disposti a sacrificarvi?”
    La preoccupazione trapela da fonti governative che sarebbero state allertate da un’informativa dei servizi segreti greci e israeliani. E la figlia del leader Mikalioliakos scrive sul portale del movimento: “Chiedetevi se si può perdere tutto per la nostra idea”
    gentile prof giannuli vorrei sapere la sua opinione su questa notizia, secondo lei quanto potrebbe reggere un regime neofascista nel sud europa, sarebbero in grado questi figuri di capacità gestionali culturali ed economiche piuttosto limitate di gestire un paese moderno e complesso per quanto disastrato come la grecia? quanto reggerebbero se non riuscussero a fornire non dico le pensioni o lo stipendio ma almeno il pane al popolino che si propongono di rappresentare? il fatto è che questi epigoni del fascismo non hanno ancora capito che l’unico serio tentativo di estrema destra posto in essere nel dopoguerra in occidente è stato quello della scuola di chicago, che puntava e punta tuttora ad un sostanziale annientamento del ceto medio e medio basso,terreno di coltura di ogni fenomeno fascista o neo fascista, ma non penso che qualche kamerata si ponga di questi problemi, in fondo è piùfacile andare in curva o a kasa pound a fare un pò di casino,

  • Vinciguerra nella sua ossessione paranoica di denunciare collusioni tra neofascisti e apparati dello stato, che a suo dire coinvolge tutti, ma proprio tutti i neofascisti,sfiora qualcosa che ha a che fare più con le allucinazioni che con la realtà. Egli scrive che durante gli scontri a Valle Giulia nel 1968 a Roma,avvenuti tra poliziotti e studenti, stante il fatto che tra le fila degli studenti vi erano numerosi neofascisti, costoro in quanto figli prediletti, coccolati e vezzegiati,nonchè foraggiati dagli Affari Riservati del Viminale, ricevettero dagli alti gradi della polizia un trattamento di favore. In pratica affinché qualche agente della bassa forza non perdesse la testa e facesse fuoco sui dimostranti, afferma Vinciguerra, che a tali agenti semplici, furono tolti i caricatori dalla pistola d’ordinanza, mentre i caricatori coi proiettili vennero lasciati solo ai sottufficiali (sic).Tralascio ogni commento a simili deliri;anzi mi risulta che furono esplosi dei colpi in aria a scopo intimidatorio a prescindere dai gradi; sarebbe curioso stabilire quali erano i criteri di affidabilità del Viminale, nel valutare un graduato, rispetto a un semplice agente.Poi bisognerebbe chiederlo ai famigliari di numerosi giovani di estrema destra, morti durante gli scontri con le forze di polizia in piazza, quali erano le protezione di cui godevano.

  • E’ chiaro che pretende di dire l’ultima parola e continuerà a scrivere finché resterà solo lui, per poi cantar vittoria.
    Spero che dopo l’intervento di Aldo si decida a tacere. Lo dico per il suo bene, perché più scrive più si copre di ridicolo.
    7 gennaio 1978, Stefano Recchioni viene freddato in piazza dai carabinieri.
    Militanti di destra uccisi in scontri di piazza prima di tale data: zero.
    Militanti di destra uccisi in scontri di piazza dopo tale data: zero.
    Proprio numerosi questi giovani.
    E i deliri sarebbero quelli di Vinciguerra…ma lo pagano per fare queste figure?

  • Allora citerò un breve elenco di neofascisti uccisi a colpi di arma da fuoco dai tutori della legge. Voglio iniziare visto con il camerata di Vincenzo Vinciguerra,Ivan Boccaccio militante nello stesso nucleo di Ordine Nuovo friulano, morto in un conflitto a fuoco nel corso di un dirottamento aereo all’aereoporto di Ronchi dei Legionari il 6 ottobre 1972, dirottamento progettato, per ottenere la liberazione di Freda. Anche il sodale di Vinciguerra sul libro paga del Viminale? Strano allora che non lo fosse anche Vinciguerra.Poi parlerò del militante di Avanguardia Nazionale Giancarlo Esposti, ferito gravemente in un conflitto a fuoco a Pian del Rascino,fu freddato con un colpo alla nuca da un carabiniere il 30 maggio 1974. E’ interessante notare che Esposti era la vittima predestinata per essere incolpato della strage di Brescia, già era pronta un sua foto identik per incastrarlo, ma male gliene incolse agli inquirenti, nel frattempo si era fatto crescere una folta barba.Altro giovane vittima di 17 anni, fu Alberto Giaquinto, militante del Fronte della Gioventù, che fu ucciso nel quartiere rosso di Centocelle a Roma il 10 gennaio 1978 nel corso di una commemorazione della strage di Acca Larentia.Fu raggiunto da un colpo di pistola alla nuca mentre fuggiva, sparato da un poliziotto, che venne poi condannato per eccesso di leggittima difesa. Gli agenti a cadavere ancora caldo di fronte ai genitori, perquisirono la casa alla ricerca di armi ed esplosivi, che ovviamente non c’erano.Tale eccesso di zelo fu stigmatizzato da Almirante in parlamento. Poi voglio ricordare anche il militante delle Squadre Armate Mussolini, Rodolfo Crovace, morto il 3 luglio 1984 in un conflitto a fuoco coi carabinieri. Per quest’ultimo per prevenire facili ironie, aggiungo che purtroppo deviò dall’impegno politico finendo nella malavita.Poi in conclusione ricorderò le morti in conflitti a fuoco con i tutori dell’ordine di Alessandro Alibrandi, morto a Roma il 5 dicembre 1981; di Macciò Diego morto a Torino il 24 maggio 1985.Per finire ricorderò lo strano suicidio di Valle Giorgio, avvenuto il 5 maggio 1982 nel corso di un arresto, Un ulteriore strano suicidio fu quello di Nanni De Angelis militante di Terza Posizione, suicidio avvenuto dopo il suo arresto.Ti bastano questi miei “deliri” Copetti?

  • Non sono deliri, i suoi. Mistificare è il suo ruolo, lo fa coscientemente, forse anche per mestiere, chissà. Come Mario Michele Merlino, da cui probabilmente riceve direttive, si atteggia a spirito libero e lancia ponti a sinistra per un “fronte unico”.
    Sarebbe inutile far notare che dei “numerosi” ragazzi di destra uccisi NEGLI SCONTRI DI PIAZZA è stato in grado di ricordarne solo uno (Giaquinto), perché risponderebbe cambiando discorso, come ha fatto sinora sistematicamente.
    Avete presente Caterina Guzzanti quando, nelle vesti di Vichi, urla “e allora le foibbbbe”?
    Lui fa la stessa cosa.
    A differenza di tutti gli altri interventi, i suoi non sono mai stati nè argomentati nè pertinenti.
    Aldo ti prego di intervenire, sta mortificando il dibattito e sono convinto che i lettori non ne possano più.

    • A germani, Massimo, Giandavide:
      In questo blog c’è sempre stata piena libertà di espressione ed ho cercato di moderarlo il meno possibile per lasciare il massimo di spontaneità alla discussione che, però, in questo caso, mi sembra un po avvitata su sè stessa. Ho promesso -e manterrò- di scrivere qualcosa in proposito almeno per chiarire quello che penso. Datemi 1 settimana di tempo perchè devo consegnare un libro e sono da voi. Per ora magari è il caso di lasciar decantare le cose. Però, ripeto che cercherò di fare un pezzo ad hoc magari indicando anche un po’ di documenti in proposito.
      Va bene?

  • comuque gli elenchi di germani sono noiosi circa quanto quelli di fazio e saviano. peraltro non si capisce cosa dovrebbero dimostrare riguardo all’argomento dell’articolo, ma tant’è: in fondo i fascisti li preferisco così: innocui e obsoleti

  • Chiedo venia non sono stato chiaro quando parlavo di giovani morti,io intendevo tutti coloro che furono vittime della repressione, suicidi compresi. Noto un acredine da parte di Copetti nei miei confronti, solamente perché con onestà d’intenti cerco di spiegare le mie ragioni. Poi ognuno di noi è libero di trarne le conclusioni che vuole, non intendo infiltrarmi per conto di M.M.Merlino, nè di Casa Pound,nè circuire nessuno. Certo invocare un intervento censorio nei miei confronti, da parte di Giannuli, è offensivo nei confronti prima di tutto di Giannuli stesso.Chiudo con una nota polemica, che metterà fine alla diatriba tra me e Copetti, ma non doveva più polemizzare con me perché lo trovava degradante…poi sarei io ridicolo.

  • non c’entra nulla con lo splendido argomento su Delle Chiaie,ma mi auguro che arrivi presto un articolo su telecom italia,a scalata fatta,i servizi lanciano l’allarme sicurezza nazionale,o qui siamo difronte ad un inefficenza colossale dell’intelligence nostrana,oppure qualche cosa il governo doveva per forza sapere.

  • pongo alcune domande in attesa della prossima puntata:

    – an si è distinta per attività di tipo internazionale?

    – personalmente non penso che le assoluzione per formula piena siano regalate, ma che senso ha perseverare difronte a tale giudizio? lei che disolito scomoda i ragni che dimorano felici sulle carte dei processi, da un parere diverso?

    – un personaggio come delfo sorzi, anche se fosse introdotto in italia, quale pena subirebbe, col sistema penale attuale?

  • “Vice versa, i rapporti di An con i servizi segreti furono molto meno disorganici nel caso dei servizi spagnoli, di quelli cileni e, più di tutti, di quelli boliviani. Ma questo è un altro paio di maniche di cui, eventualmente possiamo parlare.”

    Ce ne parli 🙂

    H.

  • Caro Prof. Giannuli, non ho capito se Lei voglia dare un giudizio storico o di responsabilità penali. Perché un conto è un giudizio, formulato sulla base dei procedimenti giudiziari e responsabilità penali e un conto è un giudizio storico – politico che può essere dato su un certo personaggio o un certo gruppo.
    Tanto più che in Italia la Magistratura non ha voluto e in buona parte non ha potuto, fare luce sull’infame periodo della strategia della tensione.
    Oggi possiamo dire che, salvo dettagli, alcuni dei quali anche importanti, i procedimenti giudiziari non hanno portato a nulla. Una grave responsabilità in questo senso è anche della sinistra che, essendo da sempre parte integrante del Sistema (compresa la subordinazione del paese all’Atlantismo), si è accontentata, anzi ha promosso (onde garantire la “continuità di potere” e gli spazi governativi che infatti gli si sono aperti con gli anni ’90) della forviante tesi “triangolare”, del tutto assurda, che lo stragismo sia da imputare a settori infedeli dei Servizi, massonerie deviate e terroristi neri, quando ben sappiamo che personalismi o settori infedeli dei Servizi, non possono mai, in modo sostanziale, agire fuori della subordinazione Atlantica, soprattutto militare, del nostro paese; che massonerie, apparentemente deviate, come ad esempio la P2, non sono altro che aspetti strategici particolari, di luogo geografico e di periodo storico, che un potere a livello mondiale, come quello massonico, assume di volta in volta; ed infine per i cosiddetti “terroristi neri”, come dagli stessi procedimenti giudiziari, da testimonianze e da documentazioni eterogenee, appare evidente siano stati, in qualche modo, informatori, se non addirittura collusi con gli stessi Servizi. Ma del resto cosa pretendiamo dalla sinistra che per 50 anni ha svolto il gioco delle parti (a tutti utile), con il teatrino delle richieste di scioglimento del Msi, un partito che pur ben sapevano che tutto era meno che fascista e che anzi funzionava nel sistema democratico come “compagno di merende”?
    Quindi quanto emerso sullo stragismo e relativa strategia della tensione, fino ad oggi, è una non verità.
    Il paradigma giudiziario serve a poco per dare giudizi o formulare considerazioni. In un senso o nell’altro, per assolvere o condannare, soprattutto quando, come giustamente lei nota, prof. Giannuli, che mentre su ON abbiamo elementi o spezzoni di procedimenti e sentenze per cercare di ricostruirne la sua dipendenza dallo Stato Maggiore, per AN viceversa, oltretutto un gruppo alquanto minoritario, non c’è molto, se non svariati rinvii a giudizio e condanne per diversi militanti implicati in episodi di eterogenea violenza.
    Quello che traspare evidente è il fatto che per tutta la sua esistenza AN ha svolto un solo ruolo, per così dire politico, quello di praticare, dietro una apparente e generica “lotta al sistema”, un anticomunismo spicciolo, da strada, dietro una simbologia fascista se non nazionalsocialista quindi, volenti o nolenti, un ruolo tutto interno alla prassi degli “opposti estremismi”. Punto. Tutto il resto sono dettagli.
    Per entrare nello specifico del suo articolo le pongo una sola domanda:
    è mai stata smentita o adeguatamente confutata la testimonianza che emerge nella sentenza ordinanza del GI di Venezia Carlo Mastelloni (citata anche nel dossier “Stragi e terrorismo in Italia” della Commissione Parlamentare d’inchiesta dei DS, presieduta dal senatore G. Pellegrino)? Viene riportato: <>.

  • Ripeto commento causa interruzione:
    Caro Prof. Giannuli, non ho capito se Lei voglia dare un giudizio storico o di responsabilità penali. Perché un conto è un giudizio, formulato sulla base dei procedimenti giudiziari e responsabilità penali e un conto è un giudizio storico – politico che può essere dato su un certo personaggio o un certo gruppo.
    Tanto più che in Italia la Magistratura non ha voluto e in buona parte non ha potuto, fare luce sull’infame periodo della strategia della tensione.
    Oggi possiamo dire che, salvo dettagli, alcuni dei quali anche importanti, i procedimenti giudiziari non hanno portato a nulla. Una grave responsabilità in questo senso è anche della sinistra che, essendo da sempre parte integrante del Sistema (compresa la subordinazione del paese all’Atlantismo), si è accontentata, anzi ha promosso (onde garantire la “continuità di potere” e gli spazi governativi che infatti gli si sono aperti con gli anni ’90) della forviante tesi “triangolare”, del tutto assurda, che lo stragismo sia da imputare a settori infedeli dei Servizi, massonerie deviate e terroristi neri, quando ben sappiamo che personalismi o settori infedeli dei Servizi, non possono mai, in modo sostanziale, agire fuori della subordinazione Atlantica, soprattutto militare, del nostro paese; che massonerie, apparentemente deviate, come ad esempio la P2, non sono altro che aspetti strategici particolari, di luogo geografico e di periodo storico, che un potere a livello mondiale, come quello massonico, assume di volta in volta; ed infine per i cosiddetti “terroristi neri”, come dagli stessi procedimenti giudiziari, da testimonianze e da documentazioni eterogenee, appare evidente siano stati, in qualche modo, informatori, se non addirittura collusi con gli stessi Servizi. Ma del resto cosa pretendiamo dalla sinistra che per 50 anni ha svolto il gioco delle parti (a tutti utile), con il teatrino delle richieste di scioglimento del Msi, un partito che pur ben sapevano che tutto era meno che fascista e che anzi funzionava nel sistema democratico come “compagno di merende”?
    Quindi quanto emerso sullo stragismo e relativa strategia della tensione, fino ad oggi, è una non verità.
    Il paradigma giudiziario serve a poco per dare giudizi o formulare considerazioni. In un senso o nell’altro, per assolvere o condannare, soprattutto quando, come giustamente lei nota, prof. Giannuli, che mentre su ON abbiamo elementi o spezzoni di procedimenti e sentenze per cercare di ricostruirne la sua dipendenza dallo Stato Maggiore, per AN viceversa, oltretutto un gruppo alquanto minoritario, non c’è molto, se non svariati rinvii a giudizio e condanne per diversi militanti implicati in episodi di eterogenea violenza.
    Quello che traspare evidente è il fatto che per tutta la sua esistenza AN ha svolto un solo ruolo, per così dire politico, quello di praticare, dietro una apparente e generica “lotta al sistema”, un anticomunismo spicciolo, da strada, dietro una simbologia fascista se non nazionalsocialista quindi, volenti o nolenti, un ruolo tutto interno alla prassi degli “opposti estremismi”. Punto. Tutto il resto sono dettagli.
    Per entrare nello specifico del suo articolo le pongo una sola domanda:
    è mai stata smentita o adeguatamente confutata la testimonianza che emerge nella sentenza ordinanza del GI di Venezia Carlo Mastelloni (citata anche nel dossier “Stragi e terrorismo in Italia” della Commissione Parlamentare d’inchiesta dei DS, presieduta dal senatore G. Pellegrino)? Viene riportato: <>.

  • Segue:
    Per entrare nello specifico del suo articolo le pongo una sola domanda:
    è mai stata smentita o adeguatamente confutata la testimonianza che emerge nella sentenza ordinanza del GI di Venezia Carlo Mastelloni (citata anche nel dossier “Stragi e terrorismo in Italia” della Commissione Parlamentare d’inchiesta dei DS, presieduta dal senatore G. Pellegrino)? Viene riportato: <>.

  • Mi scuso delle ripetizioni, ma il sistema non prende le vigolette.
    Segue:
    Per entrare nello specifico del suo articolo le pongo una sola domanda:
    è mai stata smentita o adeguatamente confutata la testimonianza che emerge nella sentenza ordinanza del GI di Venezia Carlo Mastelloni (citata anche nel dossier “Stragi e terrorismo in Italia” della Commissione Parlamentare d’inchiesta dei DS, presieduta dal senatore G. Pellegrino)? Viene riportato: “Il 15 maggio 1997 nel corso della sua deposizione, il Carlucci [Guglielmo Carlucci, ex dirigente degli AA.RR. e stretto collaboratore di Umberto Federico D’Amato n.d.r.) ha ricordato che il Delle Chiaie era solito frequentare il dr. D’Amato, sia quando il funzionario era vice direttore che nei tempi successivi quando era assunto alla carica di direttore della Divisione, trattenendosi con il Prefetto nei locali dell’ufficio. In alcune occasioni lo stesso Carlucci aveva assistito ai colloqui intercorsi tra i due.
    Secondo le percezioni del Carlucci, cui il Delle Chiaie era stato presentato, D’Amato, la Divisione A.R. agevolava il capo indiscusso di AN per il rilascio di passaporti, per concessioni del porto d’armi e di quant’altro interessando in discesa gli organi competenti della Questura di Roma ed estendendo questo tipo di intervento anche a qualche amico dell’estremista.
    Nel corso degli incontri il Delle Chiaie forniva notizie che il D’Amato, dopo essersi fatto descrivere le singole personalità degli appartenenti al gruppo di A.N. trasformava in appunti che poi inoltrava per lo Sviluppo alla sezione competente al fine di stimolare i conseguenti controlli da espletare in direzione dei militanti attraverso la squadra centrale o ufficio politico o direttamente al capo della polizia, che ove il caso, a sua volta le inoltrava al Ministero”.

  • Egregio Barozzi c’è uno scoglio insormontabile che proprio lei non può permettersi di ignorare: vale a dire che proprio il prof.Giannulli,come esperto incaricato dalla Commissione d’inchiesta, non ha trovato un solo documento (giacente nell’archivio del Viminale di via Appia e da lui ampiamente compulsato) a supporto delle affermazioni, tratte dalla memoria per forza labile (stante la vetusta età in cui rese testimonianza) di un anziano pensionato già in forza agli Affari Riservati a distanza di decenni dai fatti. Il Carlucci non è per forza oro colato.Le rammento che le memorie di tale funzionario, sono sempre state smentite sia da Federico Umberto D’Amato che da Delle Chiaie. Perchè credere al Carlucci e non agli altri due? L’atteggiamento di taluni militanti antagonisti nella loro foga autolesionistica di far piazza pulita del passato altrui, proprio non la capisco e mi rammenta molto il marito, che per fare un dispetto alla moglie si auto evira; oppure della scimmia che sega il ramo su cui è seduta.Sperando di ottenere da lei una risposta adeguata, la saluto e continuo a seguirla sull’ottimo sito della FNCRSI.

  • Ho posto la domanda al prof. Giannuli proprio perché lo ritengo il più informato su questa questione. U. F. D’Amato, se non mi sbaglio, non poteva smentire la testimonianza del Carlucci perché era morto l’anno precedente. Comunque sia non è che possiamo sostituirci ad una magistratura, tra l’altro carente, per cercare di capire la verità sul nostro recente passato. Lei cita, definendolo “l’ottimo sito della Fncrsi” (al quale modestamente collaboro), ed allora si sarà anche reso conto che gli ex fascisti combattenti della RSI, che avevano occhi per vedere, orecchie per sentire e cervello per ragionare, non a caso condivisero le denunce e le analisi di Vincenzo Vinciguerra che può aver esagerato generalizzando le singole responsabilità e le collusioni con i Servizi (la politica è azione, contatti, iniziative, insomma è sempre anche stata “sporca”, è può starci che si commettano errori o “tradimenti”, pur essendo in buona fede), ma sostanzialmente il quadro tracciato da Vinciguerra trova corrispondenza nei fatti e negli avvenimenti storici, mentre per quanto riguarda le persone da lui chiamate in causa, sarà il tempo e la desecretazione futura dei documenti a confermarlo o meno.

  • Mi era sfuggito ed ora avendolo letto devo esprimere un vivo apprezzamento per l’affermazione di Massimo Copetti, laddove dice che egli: “non è un antifascista, perché il fascismo nel dopoguerra non è mai esistito. Come potrebbe basare la propria posizione politica sulla contrapposizione a qualcosa che non esiste? Purtroppo i patetici epigoni del neofascismo si spacciano ancora come una forza politica, quando non sono mai stato altro che una struttura, un apparato, una forza ausiliaria che lo Stato italiano ha utilizzato contro il comunismo durante la Guerra fredda.
    Il neofascismo non ha identità nè progettualità politica, esattamente come carabinieri, polizia, servizi segreti. Agisce e ha agito in base agli ordini ricevuti dai vertici dello Stato democratico e antifascista come un qualsiasi altro apparato.
    A parere di chi scrive, non esiste una continuità tra l’esperienza storica del fascismo del ventennio e i neofascisti che tante tragedie hanno arrecato all’Italia negli anni successivi. C’è a livello di simbologia e slogan adottati, a livello “cosmetico”, ma non di contenuti>>.
    Parole sacrosante che finalmente fanno giustizia della verità storica.
    Non credo che Copetti sia un fascista, se erro mi corregga, e quindi da “esterno” questa sua osservazione assume un valore enorme e dimostra che il sacrificio di Vinciguerra e la posizione storica della Fncrsi non sono state vane.
    Proprio in questi giorni ho terminato un mio Saggio: “MSI Il grande inganno”, con il quale dimostro come il MSI non solo nacque dietro interessi dell’Oss americano, del Viminale democristiano di allora, e di altre forze conservatrici, ma sostanzialmente fu da subito, ingannando tanti camerati ingenui, un forza politica al servizio della conservazione e degli interessi atlantici , ergo un partito stanzialmente “antifascista”. Le appendici “extra” del neofascismo non furono altro che un “Msi fuori dal Msi”. I fascisti della FNCRSI hanno sempre chiesto la verità sulla strategia della tensione e sullo stragismo, scrivendo nel loro Direttorio del 2000 che coloro che hanno versato sangue italiano dovrebbero essere passati per le armi, e sostenendo che la verità storica è necessaria proprio per dimostrare che il fascismo della “guerra del sangue contro l’oro”, per una società socialista e geloso custode della indipendenza nazionale non ha niente a che vedere con il “neofascismo” il quale oltre che reazionario ha anche tradito gli interessi nazionali ponendosi al servizio degli Atlantici.
    Non si tratta quindi di segare il ramo dello stesso albero comune. A parte che qui non c’è alcun albero comune, ma si tratta di dimostrare che il “neofascismo” non ha nulla a che vedere con il fascismo Rsi. La sentenza alla storia.

  • Barozzi prendo atto della sua replica, ma a mia volta, le devo replicare circa la frusta usata e abusata questione del neofascismo italiano, accusato in maniera maniacale di essere stato tutto, dico tutto, solamente o colluso, o strumento cieco e stragista in mano altrui. Tempo addietro presi parte ad un intervento del prof.Giannuli a favore della salvaguardia di una lapide commemorativa di una figura degnissima di antifascista, quale Umberto Ceva.Rammentavo a Giannuli (nella speranza che se ne occupi come sa fare solo lui) che Ceva si tolse la vita perchè erano sorti in lui dei sospetti che i suoi complici fossero responsabili della strage “liberogiustiziera e dimenticata” del 12 aprile 1928 avvenuta a Milano in piazzale Giulio Cesare. Strage che a detta di Renzo De Felice è ascrivibile all’antifascismo.Ceva la notte del suicidio, scrisse una struggente lettera alla moglie, nella quale diceva che aveva toccato “mani impure”. Barozzi ma allora quando è che si dedicherà con lo stesso zelo a denunciare le mani impure degli antifascisti,anche essi storicamente collusi e strumenti consapevoli dei gangsters americani invasori, che di stragi ne fecero in abbondanza, una su tutta quella di via Rasella. Del resto lei stesso ha scritto che chi fa politica, comunque la mani se le sporca e questo è avvenuto non solo per i neofascisti.Voglio ricordare ad esempio, le abbondanti libagioni di Umberto Federico D’Amato a casa di Adriano Sofri…

  • Caro Germani, ma qui siamo perfettamente d’accordo. Io stesso ho scritto vari articoli sul quotidiano Rinascita e in vari Siti, evidenziando le collusioni o le etero direzioni che hanno riguardato la sinistra cosiddetta antagonista. A cominciare dalle Br, dove nella morte di Moro e nel Superclan di Parigi si riscontra inequivocabilmente la mano delle intelligence Occidentali a cominciare dal Mossad (Moro era inviso per il suo terzomondismo, l’equidistanza nel contenzioso mediorientale e le sue aperture al Pci, ma la condanna a morte, probabilmente, avvenne nel 1973, quando negò l’uso della basi italiane per gli scali americani che dovevano rifornire Israele nella guerra del Kippur). Quindi alle logge massoniche di Praga che controllavano molti ambienti comunisti rivoluzionari e che “fregarono” anche Feltrinelli. A proposito di Feltrinelli e di Calabresi, due morti molto più accumunate di quanto si pensi, ci sarebbe poi molto da dire. Per non parlare di Lotta Continua una organizzazione movimentista di sicura strategia Chaos di marca americana, dove si riscontra anche la presenza della Cia. O vogliamo parlare del clan dei Berlinguer, ricchi latifondisti sardi, capostipite il grembiulino massonico anglofono Mario, imparentati con altri notabili, anche per via endogamica, che stravolsero e occidentalizzarono il PCI (dopo la morte di Togliatti il quale, sapendo bene con chi aveva a che fare, li teneva ai margini). Dovremmo partire dal 1944 quando al sud il colonello Ralph Merril, alis Renato Mieli, padre di Paolo, del Pwb Britannico finanziava e organizzava le cellule clandestine comuniste e che ritroveremo nel dopoguerra impegnato in altre attività. E della Stasi, il servizio segreto dell’est, per anni diretto dall’israelita Markus Wulf, che aveva in mano la RAF tedesca, ne vogliamo parlare, visto che tutte le ultime imprese della RAF furono congeniali agli interessi della grande finanza, altro che sovietici e Kgb?
    Ce ne è di pane se si vuole indagare a sinistra, altroché, e non a caso ho spesso invitato valenti e seri ricercatori come Giannuli, la Limiti, Imposimato a dedicarsi a questo compito.
    Il fatto è però che mentre per le organizzazioni di sinistra possiamo parlare di infiltrazioni, di eterodirezioni, condizionamenti ed altro, nell’ambito ”neofascista” le cose stanno molto peggio, a cominciare da quando a fine guerra il capo dell’Oss in Italia J. J. Angleton si mise praticamente in tasca le prime organizzazioni semiclandestine “neofasciste”, poi venne creato il Msi e ben sappiamo cosa ha rappresentato il MSI, quindi le strategie stay behind, le Gladio ed ecco che tutto il neofascismo divenne in servizio permanente effettivo per i nostri servizi militari (Sifar- Sid) e Civile (AARR), per non parlare delle collusioni che si stabilivano con Commissariati e Caserme CC, si badi bene tutte strutture di sicurezza e ordine pubblico che in virtù del diktat bellico e di accordi anche segreti e protocolli successivi sono subordinate agli alti vertici Nato. Quindi una manovalanza pro Atlantica a tradimento degli interessi nazionali. E badi, tutto questo risalta non tanto e non solo da testimonianze, pentiti, procedimenti giudiziari, documentazioni desecretate, ecc,, ma dalla stessa politica, anzi non politica, praticata dal “neofascismo” dal dopoguerra fino ad oggi.

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