Tag: mafia capitale

Roma: la tentazione del Cavaliere…

Ormai, dopo la sceneggiata delle dimissioni poi ritirate, poi le dimissioni in massa dei consiglieri Pd, poi la proposta di lista unica anti M5s (l’uscita più divertente del 2015) eccetera, di quello che succede nel consiglio comunale di Roma si dovrebbe parlare nella pagina degli spettacoli. Comunque, cerchiamo di parlare seriamente (proviamoci).

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Perché Marino e Zingaretti devono dimettersi.

Lo scandalo che ha investito Roma e la Regione Lazio non è certo cosa di ordinaria amministrazione, si potrà discutere se il fenomeno sia classificabile come Mafia o come corruzione diffusa (direi sistemica), ma in ogni caso siamo al di là di ogni limite di decenza. D’accordo: il grosso delle porcherie appartengono più alle giunte precedenti che a quella ora in carica, anche se poi è ingiusto dire che tutto è iniziato con Alemanno e la Polverini, perché, le basi, se vogliamo, risalgono alle giunte Veltroni e Marrazzo targate Pd.

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Il caso Azzolini e la riforma del Parlamento.

Come prevedevo, il mio pezzo sul caso Azzolini ha provocato diversi dissensi fra i lettori, cosa comprensibilissima, dato il giustificatissimo odio per i politici che, però, può abbagliare.  Ovviamente io credo che se un parlamentare ha fatto reati è giusto che paghi, su questo non si discute, ma secondo quanto stabiliscono le leggi. E’ bene che ci ricordiamo una cosa: non si può chiedere, insieme, legalitarismo e giustizia sommaria. Se protesti contro Mafia Capitale, chiedi la punizione dei corrotti ecc. in nome del rispetto della legalità, ecc. poi non puoi essere “disinvolto” nell’applicazione delle norme di procedura: se vuoi il rispetto delle leggi devi essere il primo a rispettare la legge. Insomma: sbatteteli pure tutti in galera e buttate via la chiave, ma dopo un processo regolare. Ci siamo? Ed allora qualche precisazione può essere utile.

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Ad essere impresentabile non è De Luca… è il Pd.

De Luca non è un incidente di percorso del Pd, un occasionale cacicco meridionale la cui presenza il partito ha dovuto subire per i capricci del popolo delle primarie. Se fosse stato questo, Renzi non si sarebbe speso mettendoci personalmente la faccia ed oggi non starebbe ad arrampicarsi sugli specchi per salvarlo dalla legge Severino, altre volte applicata senza sconti.

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Su alcuni caratteri d’urgenza di una legge sui partiti

Molto volentieri ospito questo intervento dell’amico, giurista ed ex parlamentare Nicola Colaianni. Buona lettura! A.G.

I partiti sono in crisi. Quelli che abbiamo conosciuto nei primi cinquant’anni di repubblica, così forti e pervasivi da aver dato luogo alla partitocrazia, non esistono più. Non val neanche la pena criticarli: per riprendere una battuta, mi sembra, di Gaetano Silvestri, commetteremmo un vilipendio di cadavere.

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Il Pd e lo scandalo romano.

Con le dimissioni di Rita Cutini, la giunta Marino perde il suo quinto assessore. Per la verità, questa uscita non c’entra con  lo scandalo “Carminati”, quanto con la rivolta di Tor Sapienza che non avrebbe saputo prevenire e gestire. Ma fa lo stesso: è l’ennesima conferma dello stato miserando della giunta che, paradossalmente, resiste allo scioglimento, dopo l’ininterrotta serie di fallimenti di questo anno e mezzo, proprio in virtù di quello scandalo, dato che dimettersi suonerebbe come una ammissione di responsabilità.

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#MafiaCapitale: le dimensioni del malaffare.

Lo scandalo “Carminati” (come, per ora, possiamo chiamarlo) è appena alle prime mosse e il più deve ancora venir fuori. Diversi elementi promettono che possa diventare uno degli scandali memorabili della storia nazionale (come quello della Banca Romana o di Tangentopoli), ma per ora, più che altro, abbiamo solo indizi che vanno in questo senso. Conviene restare prudentemente con i piedi per terra e valutare quello che c’è (e che non è poco) e ricordandoci sempre che siamo solo agli inizi.

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