
Il caso Azzolini e la riforma del Parlamento.
Come prevedevo, il mio pezzo sul caso Azzolini ha provocato diversi dissensi fra i lettori, cosa comprensibilissima, dato il giustificatissimo odio per i politici che, però, può abbagliare. Ovviamente io credo che se un parlamentare ha fatto reati è giusto che paghi, su questo non si discute, ma secondo quanto stabiliscono le leggi. E’ bene che ci ricordiamo una cosa: non si può chiedere, insieme, legalitarismo e giustizia sommaria. Se protesti contro Mafia Capitale, chiedi la punizione dei corrotti ecc. in nome del rispetto della legalità, ecc. poi non puoi essere “disinvolto” nell’applicazione delle norme di procedura: se vuoi il rispetto delle leggi devi essere il primo a rispettare la legge. Insomma: sbatteteli pure tutti in galera e buttate via la chiave, ma dopo un processo regolare. Ci siamo? Ed allora qualche precisazione può essere utile.
Il problema si presenta sotto due aspetti: quello parlamentare e quello penale-personale.
Sul primo aspetto va detto che le norme a tutela del parlamentare (ma anche del Presidente della Repubblica e dei Giudici costituzionali) non sono dei privilegi riservati ad alcune persone e di cui il verbo populista vorrebbe l’abrogazione, perché il parlamentare sia trattato come qualsiasi cittadino. Sono norme a tutela delle istituzioni: per Parlamento, della Presidenza della Repubblica, della Corte Costituzionale. Lo Stato di Diritto funziona sulla separazione dei poteri e, se volete lo Stato di Diritto, dovete tenervi anche queste norme che schermano un potere verso l’altro. Di qui l’autorizzazione a procedere: il parlamentare, il Presidente della Repubblica, i giudici Costituzionali non possono essere trattati come qualsiasi cittadino, perché non sono cittadini qualsiasi, ma rivestono incarichi rilevanti per la sicurezza dell’ordinamento giuridico dello Stato. E, infatti, la speciale tutela cessa allo scadere del mandato.
Peraltro, questo non significa che, in assoluto, un parlamentare non debba essere arrestato qualsiasi cosa faccia, ma che per poterlo trarre in arresto ci voglia un’autorizzazione a procedere che è data (dovrebbe essere data) sulla base di valutazioni di merito, caso per caso, per accertarsi che dietro la richiesta di arresto non ci sia altro rispetto alla fattispecie penale. In fondo, se un politico può essere sospetto di essere un malfattore, non c’è nessuna ragione per escludere che anche un magistrato possa esserlo. O pensate che i magistrati godano di uno speciale status morale che li rende immuni da sospetti? In criminologia ed in democrazia nessuno è al di sopra dei sospetti.
Veniamo all’aspetto penale-personale del cittadino Azzolini (non del senatore). Il magistrato ha tutto il diritto di indagare, raccogliere prove e, se dovesse ritenere che ve ne siano a sufficienza, rinviarlo a giudizio. Sin qui la questione è pacifica. Il problema riguarda l’arresto che, contrariamente a quanto molti pensano, non è un anticipo di pena, ma una misura a tutela del processo, per cui può essere chiesta solo in tre casi: quando ci sia pericolo di fuga all’estero, quando vi sia il timore che l’indagato possa ripetere il reato e quando si pensa che possa inquinare le prove, minacciare testimoni ecc. Si badi che non si tratta di casi generici per cui, in quanto indiziato sei sospetto di voler scappare all’estero, ripetere il reato o inquinare le prove. Se bastasse essere indiziati di reato per essere ipso facto sospetti di questi comportamenti, non ci sarebbe ragione di precisarli nel codice di procedura ma (come era nel codice fascista restato in vigore sino al 1989) ci sarebbe il “mandato di cattura obbligatorio” in base alla gravità del reato. E neppure può bastare la personalità dell’indagato a motivare l’arresto, per cui un pregiudicato, ad esempio, è più sospetto di comportamenti come quelli descritti di uno che non lo è. Il magistrato terrà conto anche delle qualità personali dell’indagato, ma questo dato da solo non basta. Occorre che ci siano elementi concreti per suffragare l’ipotesi che motivi la misura cautelare. Ad esempio: un indagato ha fatto movimenti bancari sospetti spostando i suoi capitali all’estero, si sa che sta cercando di procurarsi un passaporto falso, ha affittato una casa in un paese in cui non ci sono accordi per l’estradizione ecc.: questo fa pensare che si stia preparando a prendere il volo. Dunque, vorremmo sapere sulla base di quali elementi la procura tranese ha ritenuto di emettere il mandato d’arresto sottoponendolo alla Giunta per le autorizzazioni a procedere. Sin qui, le dichiarazioni dei componenti la giunta non ci dicono nulla: Casson dichiara che secondo lui la richiesta sia ben fatta e che non ci sono dubbi per accoglierla. Va bene, ma in concreto cosa c’è? Giarrusso dice che Azzolini non ha risposto in modo soddisfacente alle domande sul merito della vicenda. Va bene, ma sul merito deciderà la magistratura e non spetta alla giunta occuparsene, qui dobbiamo decidere se ci sono elementi per pensare che Azzolini ripeta il reato, stia per scappare all’estero o stia per inquinare le prove. Ci sono elementi su questo? Se ci sono si dia l’autorizzazione a procedere senza nessuna esitazione, ma, per cortesia, potete renderci edotti sull’argomento?
Il punto più generale è un altro. Per l’ennesima volta, il caso Azzolini dimostra che il sistema fa acqua. Che ci siano norme a tutela dei parlamentari va benissimo, ma è giusto che questo filtro sia affidato allo stesso Parlamento? E’ inevitabile che i parlamentari giudichino in termini politici, ma, quando si tratta di misure personali e, per di più, di carattere penale, i criteri politici devono restare fuori della porta ed occorre decidere sul merito con criteri di giustizia. Qui, invece, accade che, nei tempi tranquilli, siano respinte anche le richieste di arresto più sacrosante e ben motivate, nei tempi di tempesta, quando l’opinione pubblica è “sotto botta” per una qualche raffica di scandali, si decida di buttare in pasto alle belve il primo che capita, senza manco dare un’occhiata alle carte. Poi, per uno si fa barriera perché è troppo importante negli equilibri di un partito che è determinante per la vita del governo, per un altro no, perché non è tanto importante. Vi sembra decente?
Questo è un uso criminale del potere di autorizzare l’arresto perché prescinde totalmente dai criteri di giustizia e considera solo le opportunità politiche, quel che finisce per screditare ulteriormente il Parlamento.
Ma, questo è il punto, potrebbe essere diversamente? Se affidiamo questo potere a dei politici, è possibile che non facciano prevalere valutazioni di ordine politico? Siamo seri: al di là del merito della posizione di Azzolini, di Castiglione o di chiunque altro, se il Pd votasse contro l’autorizzazione a procedere mentre è in atto Mafia Capitale, sarebbe linciato, quindi cerca di salvarsi in corner. D’altra parte, è ovvio che il partito di Azzolini voti contro in ogni caso. Oppure: è immaginabile un M5s che voti contro l’arresto? Il M5s “deve” essere colpevolista a prescindere… Ma questo è accettabile?
Anzi, a pensarci bene, non è proprio accettabile che i membri della giunta decidano per appartenenza di gruppo: ognuno dovrebbe votare secondo coscienza, sulla base delle sole considerazioni giuridiche. Ma accadrà mai?
Ormai sembra opportuno togliere questa facoltà al Parlamento ed affidarla ad un organo terzo, magari con componenti a rotazione, per evitare “scambi impropri”.
Ad esempio, potremmo avere una giunta per le autorizzazioni esterna al Parlamento, composta da personalità (scelte fra avvocati, magistrati in pensione, docenti di diritto) iscritte in un albo speciale rinnovato ogni sette anni e dal quale estrarre a sorte, di volta in volta , i cinque membri del collegio giudicante. E l’albo potrebbe essere composto in parte per nomina parlamentare (possibilmente dal solo Senato cui affidare esclusivamente i compiti di garanzia e controllo, differenziandolo dalla Camera cui resterebbero in esclusiva i compiti di indirizzo politico) in parte di nomina presidenziale, in parte indicati dalle magistrature superiori.
Non sarebbe il massimo, ma sarebbe già meglio di ora.
Aldo Giannuli
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Pierfrancesco
E no professore, qui fa pure lei uno sfondone però, la giunta per le autorizzazioni a procedere è una commissione di carattere politico, e non deve entrare nel merito dell’ordinanza d’arresto dal punto di vista giurisprudenziale, bensì deve valutare se l’arresto sia stato causato da una persecuzione di carattere politico, il fumus persecuzionis. L’inconsistenza delle motivazioni di arresto sono un possibile indizio di persecuzione solo se c’è un minimo sospetto che Azzolini per le sue battaglie politiche sia preso di mira, altrimenti potrebbe essere solo il frutto del lavoro di un cattivo magistrato, e la giunta non serve a proteggere i parlamentari dagli errori giudiziari.
Aldo Giannuli
e iinvece si, serve anche a proteggere da errori il parlamentare per proteggere la funzione, quindi entra nel merito delle motivazioni, perchè come dice lei stesso la debolezza delle motivazioni è indice del fumus. (anche perchè poi mi dovrebbe dire suu che altro potremmo individuare un intento persecutorio a meno di mettere i telefoni del magistrato sotto controllo)
Ed è così anche perchè se quelle garanzie ci sono per un qualsiasi cittadini è giusto a più forte ragione che ci siano per chi esercita una funzione delicata come quella di Parlamentare.
Infatti, ci sono precedenti, paradossalmente di segno contrario ma confluenti con questo indirizzo: nel 1983 la giunta autorizzò l’arresto di Negri (per soli 7 voti)motivandolo proprio con il sospetto (peraltro poi rivelatosi esatto) di fuìga all’estero e non c’era ancora il codice Vassalli.
Non facciamo i formalisti per fare poi i giustizialisti… per carità
Pierfrancesco
È necessario che vi sia una certa esposizione politica del soggetto, una battaglia, uno scontro, insomma un qualche movente politico che faccia da supporto all’inconsistenza della richiesta, altrimenti i parlamentari godrebbero semplicemente di una udienza di garanzia in piu rispetto ai comuni cittadini, che si accontentano del gip e questo sarebbe ben poco costituzionale. Poteva funzionare il teorema delle toghe rosse berlusconiano, ma su un Azzolini, semplice passacarte della commissione bilancio non regge proprio.
Aldo Giannuli
e se il movente fosse privato? Nessun sospetto?
Ma questa interpretazioine che lei propone da dove la ricaviamo?
Pierfrancesco
sono numerosissime le relazioni della giunta che esprimono bene questo concetto, quando ancora la costituzione era fresca di scrittura e nella memoria i principi ispiratori, ad esempio nel 53′ II leg doc 2-42-A Riccio:” la Giunta dell’autorizzazione a procedere come poi la Camera, deve soltanto esaminare se sussistono motivi, che possono, comunque far ritenere la persecuzione contro il deputato.” o nel caso di abbatangelo 84′ , concessa “non potendosi ricorrere al concetto di fumus persecutionis né potendosi ricondurre ai fatti ascritti all’on. Abbatangelo all’esercizio di una attività politica connessa con il mandato parlamentare”. se c’è persecuzione personale, sarà per primo il deputato a farlo presente, (“ho avuto una realzione con la moglie del giudice..”), se sono motivi di antipatia, privi di movente e indizi…ci arrendiamo, sarà il caso in cui si ha il delitto perfetto contro l’eletto, lo accetto piuttosto che garantirgli un grado di giudizio in più di merito, fatto da suoi pari, rispetto agli altri cittadini.
Sono comunque d’accordo con lei quando fa presente che oggi nessuno coglie piu lo spirito dell’istituto e prende la richiesta di arresto come lotta politica, pro o contro qualcuno, ancora devo sentire un deputato che a sangue freddo dichiari, “voto si all’arresto perchè non mi sembra ci sia persecuzione politica, è una normale operazione giudiziaria”. Penso che per ottenere il miglior controllo incrociato tra i poteri dello stato sarebbe piu utile distinguere meglio il potere esecutivo dal potere legislativo, lasciando governo e ministeri puramente tecnici assumibili per concorso e lasciando tutto l’indirizzo politico al parlamento, così un consiglio dei ministri privo di conflitto di interessi potrebbe decidere piu serenamente sull’arresto di un deputato.
T.S.
Buongiorno prof.
Perdoni la puntigliosità, ma il nome del protagonista delle vicende da cui sono nate le sue analisi dovrebbe essere AzzoLLini.
Tenerone Dolcissimo
1) Che possano esserci anche dei “privilegi” può anche essere giusto. Anche in UK ci sono le autoblu ma le hanno solo i ministri non anche le caccole e le hanno finché sono ministri poi stop.
2) Giustissimo il garantismo e giustissime le guarentigie per i politici, ma purché siano pochissimi (al massimo una camera di 200 membri) ed eletti col consenso popolare (il sistema migliore è l’uninominale a doppiio turno).
Aldo Giannuli
non sono privilegi: sono garanzie costituzionali e le auto blu non c’entrano
per carità di patria non rispondo dul sistema elettorale uninominale
fortebraccio
ci hanno tolto,la gioia,e l orgoglio di essere cittadini italiani,e quando mi chiedono a quale nazione appartengo,rispondo,sottovoce,vergongnandomi,sono :usaliano! e se c è,un dio dei giusti,ci deve pensare,lui!