Concludendo, sulla questione della lapide ad Umberto Ceva

Il 21 agosto scorso, pubblicavo su questo blog una lettera aperta all’Anpi sulla lapide ad Umberto Ceva presso l’ex Bulk in via Bramante. Mi fa piacere comunicarvi la risposta dell’amministrazione comunale che, due giorni dopo, ha disposto un sopralluogo. Diversi lettori di questo blog avevano inviato mail all’ufficio del sindaco sollecitando un intervento: forse questa nostra piccola iniziativa è servita a qualcosa. Ne sono molto contento.

“Gentile Cittadino/a,
rispondiamo alla Sua e-mail in merito alla targa dedicata alla memoria del partigiano Umberto Ceva. La informiamo che il Settore Arredo Urbano del Comune di Milano, interessato al riguardo, lo scorso 23 agosto ha effettuato un sopralluogo nell’ex area Bulk e ha preso contatti con il personale tecnico presente sul cantiere (privato).

Ci è stato assicurato che, prima della demolizione del muro, i tecnici provvederanno a rimuovere la targa e la consegneranno al Comune di Milano. Successivamente verranno concordati, insieme all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI), tempi e modi della nuova collocazione della targa.

Con i saluti più cordiali

Servizio Relazioni con la Città

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Aldo Giannuli

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Comments (5)

  • si anch’io ho ricevuto la stessa risposta , cmq l’anpi farebbe meglio a convocare una lezione storiografica su Ceva prima della fine dell’anno ( alla fabbrica del vapore potrebbe essere un luogo indicato)

  • Mario Sant, lei riporta la tesi di Giacchin, perfettamente in sintonia, con la versione del politicamente corretta, che vige obbligatoriamente in Italia, in questo dopo guerra. Mentre invece si ignora colpevolmente del tutto, il dossier scritto dall’Ispettore dell’OVRA Francesco Nudi,sulle confidenze ricevute in carcere da Umberto Ceva proprio relative a tale strage.Troppi retroscena occultati, troppi padri “liberogiustizieri” della repubblica antifascista, salvati dal colpo di stato badogliano-massonico del 1943, per osare riaprire il caso. Ora una domanda s’impone,ma il fatto che un “liberogiustiziere” assurto per meriti antifascisti,alla presidenza di un ente parastatale nel dopoguerra, abbia dato al colpevole accertato della strage (secondo le rigorose indagini durate decenni, volute dal capo della polizia Bocchini in persona,indagando anche in ambienti fascisti e proprio sul federale milanese Giampaoli) una congrua cifra in denaro, senza averne titolo, non merita più attenzione, di un fatto di cronaca nera? La verità esige che si riapra tale dossier, poi solo poi, cerchiamo collegamenti fantasiosi alla James Bond o Diabolik, tra la strage di piazzale Giulio Cesare e un banale incidente dovuto a una palla di moschetto partita accidentalmente.Per un miglior chiarimento della facenda, consiglio la lettura di un libretto di cento pagine, scritto dal cospiratore, Carlo Del Re, intitolato:”Sulla leggenda del fascismo tradito nella realtà”, Roma Italstampa 1956.

  • Che l’avvocato Carlo Del Re fosse un personaggio scomodo non solo per i compagni di cospirazione, credo lo fosse anche per il capo della polizia Bocchini, che dopo averlo usato, lo spedì al confino di polizia, definendolo come un filibustiere; ma il personaggio singolare e fuori dall’ordinario, non lo si liquida solo con l’epiteto di spia, merita più attenzione per le rivelazioni che fa.Giannuli la pista antifascista fu già indicata autorevolmente da Renzo De Felice, in una breve nota della sua biografia di Mussolini; pista confortata da indagini minuziose durate decenni, fatte di intercettazioni telefoniche,fotografie dei cospiratori sui luoghi di convegno, verbali di interrogatori, relazioni di pedinamenti, relazioni di informatori sia nazionali che internazionali, ultimo ma non per importanza perizie, sul materiale esplosivo sequestrato, usato anche in precedenti attentati.Guardi Giannulli che il tutto fu coordinato dall’ispettore dell’OVRA Francesco Nudi, che pure lei ha citato in un suo libro, per le sue capacità professionali, non caso incaricato delle indagini e capo zona OVRA a Milano.Riapriamo i dossier stillati dal Nudi e lasciamo perdere la cronaca nera, roba degna dei rotocalchi delle servette, facciamo della storiografia seria per favore.

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