La sinistra, il M5s ed il sistema politico: ringraziate il cielo che c’è.

Come si sa, gran parte della sinistra non ama affatto il M5s al quale non risparmia le critiche più velenose.

Capiamoci: quando parlo di sinistra non parlo certo del Pd che è un partito a destra di Forza Italia, parlo di quel che rimane di Rifondazione, Sel eccetera o dei militanti di base del Pd che pensano di stare in un partito di sinistra.

In genere, si tratta di critiche su questo o quell’aspetto della politica del M5 a torto o a ragione ritenuto sbagliato, per giungere alla conclusione di un giudizio negativo sul fenomeno M5s in quanto tale e qualcuno giunge a definirlo movimento “di destra” o di “estrema destra”. Siamo sicuri che sia l’atteggiamento giusto?

Non credo che mi si possa accusare di eccessiva indulgenza verso il M5s al quale non nego critiche molto nette (come per l’atteggiamento verso gli immigrati) e, per chi non mi segua regolarmente, basti scorrere gli articoli e la categoria dedicata proprio al M5s su questo sito per convincersene. Anzi, mi dicono di molti malumori nel M5s, soprattutto nel gruppo parlamentare, perché mi si rimproverano troppi “attacchi” (sbagliano anche loro a ritenerli attacchi, ma di questo parlerò in altro pezzo).

Dunque, non ho nessuna difficoltà a riconoscere la gran quantità di errori, sciocchezze, ritardi, omissioni che il M5s va facendo e, pertanto, molti dei rilievi che gli vengono mossi li condivido. Quello su cui non siamo d’accordo è il giudizio complessivo e vi invito a riflettere con serenità (se vi riesce) su alcuni dati di fatto.

Il caso del M5s è unico in Occidente dove il protrarsi della crisi ha delegittimato i tradizionali assetti di potere e prodotto una violenta ondata populista contro il fallimento delle èlites tecnocratiche.

Quasi dappertutto questa ondata ha assunto una decisa coloritura di destra, anche se non dichiaratamente fascista, salvo parziali eccezioni di Syriza in Grecia, Podemos in Spagna (che però viaggia su percentuali abbastanza modeste) e forse Portogallo (dove si profila una imitazione un po’ più pallida di Podemos) e, appunto, il M5s in Italia. Nel complesso, il M5s è l’unico ad avere una percentuale così elevata che dura nel tempo (salvo il particolare caso di Syriza di cui parleremo a parte).

Il M5s si differenzia tanto dai movimento di destra come il Fn, Alternative fur Deutschland (su cui segnalo il recentissimo articolo di Elia Rosati dopo le elezioni dei giorni scorsi), l’Ukip, i Veri finlandesi e anche Trump, ecc, quanto da quelli più  di sinistra cui abbiamo fatto cenno (Syriza e Podemos), non tanto perché si proclama “né di destra né di sinistra” ma perché realmente, sia nel suo programma politico, quanto nella composizione del suo elettorato, convivono elementi tanto di sinistra quanto di destra.

Sotto il profilo programmatico, posizioni apertamente neo liberiste si affiancano ad una schietta ostilità verso i poteri finanziari, sulla questione dell’immigrazione il movimento è spaccato fra un atteggiamento “chiuso” che prevale nel gruppo parlamentare, con l’appoggio tanto di Beppe Grillo quanto (sinché è vissuto) di Gianroberto Casaleggio,  e quello “aperto” della base che nella consultazioni on line  ha costantemente espresso un orientamento più aperto.

In politica estera il M5s ha posizioni ostili alle tesi americane su questioni come gli F35, il Muos o il Ttip, ma non è favorevole all’uscita dalla Nato, a volte manifesta interessa per i Bric, ma nel parlamento europeo è insieme all’Ukip, e così via. In qualche modo è il riflesso della composizione del suo elettorato che ha una zolla maggioritaria di provenienza di sinistra (Rifondazione, Sel, Pd), una zolla meno consistente ma non irrilevante di provenienza leghista ed una terza che ingloba quasi per intero l’ex elettorato dell’Idv dove, a sua volta, confluivano ex elettori Pd-Rifondazione con ex elettori di An e Lega.

Questo induce la direzione del movimento a scansare ogni identificazione con uno dei due poli, per non perdere i consensi sull’altro versante, e, conseguentemente, il M5s rifiuta di essere di destra o di sinistra perché si propone come “Partito di tutto il popolo”. Questa retorica “Popolare” ha l’ulteriore corollario in una centralità esclusiva del movimento, che rifiuta ogni alleanza, proprio per evitare di essere identificato con questo o quello schieramento.

In questo, il M5s ha una certa specularità con il “Partito della Nazione” di Renzi (che pure teorizza l’esclusiva centralità del suo partito), ma con l’importante differenza di proporsi come partito di “alternativa di sistema” (quel che è espresso in particolare in tema di europeismo e moneta unica), per cui potremmo definirlo paradossalmente come “antipartito della Nazione”, sia nel senso di partito che propone una idea opposta di popolo e nazione a quella renziana, sia come soggetto politico che rifiuta la forma organizzativa partitica in favore di quella di movimento non formalizzato e non gerarchizzato (per lo meno nelle proclamazioni).

Dunque, pur se in un continuo sovrapporsi di posizioni contrastanti, sembra difficile sostenere che il M5s sia un movimento di destra, anzi, nel complesso, prevalgono atteggiamenti di sinistra. Basti fare una verifica empirica: contate le battaglie del M5s comuni a quelle del gruppo di Sel-Si (riforma bankitalia, “buona scuola”, art. 18, job act, riforma elettorale, riforma costituzionale, decreto salvabanche, leggi annuali di stabilità, Muos, F35, grandi opere, Ttip ecc) e constaterete sono molte di più rispetto a quelle che vedono opposti i due gruppi parlamentari (ad esempio sull’immigrazione). Diverse di queste battaglie sono condivise anche dalla Lega, ma in un numero decisamente minore di casi e con motivazioni diverse. Peraltro vorremmo ricordare che il principale fondamento ideologico del M5s è la democrazia diretta che non ci risulta essere mai stata una idea di destra.

Poi bisogna ragionare su un’altra cosa: le aperture che la nascita del M5s ha prodotto nella situazione politica italiana, nella quale c’è stato un “prima del febbraio 2013” ed un “dopo febbraio 2013” con uno spartiacque definitivo.

Ricordate il duopolio Berlusconi-Pd? Sembra sia passata un’era, ma sono solo tre anni: tutti ormai riconoscono il ruolo politico del web, il sistema è ormai articolato in tre aree elettorali, nonostante persista una assurda legge elettorale maggioritaria che dovrebbe indurre ad un sistema bipolare, anche gli altri partiti hanno iniziato ad adottare forme di comunicazione e linguaggi furtivamente ripresi dal nuovo venuto.

Basti ricordare la serie di ricadute a catena di quelle elezioni che segnarono il tramonto dell’egemonia bipolare: il nuovo biennio di Napolitano, il governo Letta e l’intesa fra Pd e Berlusconi, poi l’ascesa di Renzi ed il patto del Nazareno, con il conseguente declino inarrestabile del Cavaliere, l’imprevedibile elezione di Mattarella, il fallimento del centro di Monti e lo scioglimento del centro, con la trasformazione della geografia elettorale sia nelle europee che poi nelle regionali dell’anno dopo, eccetera eccetera.

Tutte conseguenze dirette o di secondo grado di quel terremoto elettorale che Casaleggio aveva innescato. E non mi pare che, da un punto di vista di sinistra, queste siano state novità negative.

Non so (e nessuno può saperlo) cosa sarà del M5s in futuro, anche se, almeno per ora, sondaggi ed elezioni parziali confermano che si tratti di una “zolla stabile” del sistema, attestata bel oltre il 20% nelle elezioni politiche. Può anche darsi che nel medio periodo il movimento cambi natura, cresca, vada al governo o, al contrario, resti all’opposizione o magari si divida dando vita a forze politiche diverse o persino si dissolva. Tutto può darsi, ma sin da ora risulta inimmaginabile il ritorno al vecchio schema bipolare.

Un vecchio uomo di palazzo come Casini, un paio di anni fa, disse: “abbiamo tentato per anni di fare il terzo polo, ora lo ha fatto Grillo”. D’altro canto, quel che sarà o non sarà il M5s dipenderà anche dalla capacità degli altri di dare risposte ai problemi che si pongono.

E’ difficile dire se questo calderone ribollente riuscirà a unificare tutto in una cultura politica originale o magari si dividerà in più soggetti, o se riemergeranno le soggettività precedenti, pur contaminate fra loro. Ma su una cosa si può essere ragionevolmente sicuri: il M5s avrà ragione di esistere sinché si manterrà forza alternativa al sistema. Vice versa, se dovesse trasformarsi in un ennesimo partito di sistema, segnato solo da una sempre più sbiadita retorica dell’onestà, si avvierebbe lungo un assai breve viale del tramonto.

Quanto ai motivi di tanto rancore della sinistra verso il M5s, ne scriverò in altra occasione, per ora mi limito ad osservare che in tutto questo c’è il forte sentore di un complesso di inferiorità che merita d’essere analizzato. Ne parliamo?

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (36)

  • Molto chiaro, grazie.
    “Ne parliamo?” Volentieri, ma hai già detto tutto, cos’altro aggiungere? Forse solo una considerazione su Syriza, argomento peraltro che hai lasciato in sospeso.
    Mi pare assodato che Tsipras è solo un garante delle disposizioni della Troika. Ne consegue che il partito che presiede non è destra, non sinistra, non è nulla, per il semplice motivo che non è libero e rende assoggettato anche il suo Paese. Chi non è libero, anche se ha idee politiche sue non può perseguirle se sono in contrasto con quelle del suo padrone.
    Ho l’impressione che non ci rendiamo abbastanza conto di quanto la Grecia stia soffrendo, certo per ragioni economiche ma più ancora perché è messa peggio di un Paese che ha perso una guerra; subisce un’occupazione peggiore, nel senso che non ha l’invasore in casa e quindi non può neppure sperare di sollevarsi in una guerra di liberazione.
    E non ha neppure alleati su cui far conto per un aiuto; a suo tempo, gli indipendentisti irlandesi e persino quelli baschi, hanno ricevuto un’attenzione ed un sostegno internazionale maggiori. Di fatto, è come una Provincia dell’Impero romano, con un Capo del Governo paragonabile agli antichi Re fantoccio delle Provincie romane. Quando e come potrà riacquistare la sua sovranità? E oramai non se ne parla nemmeno più, se non quando conviene, a secondo dei casi e degli interessi, citare la sua situazione a mo’ di spauracchio per aizzare o per mantenere in riga il volgo.

    • Tenerone Dolcissimo

      Concordo con quel che dice Roberto, anche se invece di “Re fantoccio” parlerei di “Quisling” termine a noi cronologicamente più vicino.
      Tuttavia, mi chiedo perché limitare il ragionamento alla Grecia, visto che anche l’Italia è sotto occupazione e mi risulta che qui vi siano collaborazioni ancora peggiori (Monti e Furlan e Camusso eccetera)

      • Certo, certo. Siamo un Paese a sovranità limitata, ma non da oggi e non siamo gli unici. Prima avevamo un referente a cui rendere conto, gli USA, che però almeno ci aveva aiutato per risollevarci da una guerra (quella si guerreggiata, e persa!) ed ha continuato a farlo fino al crollo del Muro.
        Ora agli USA si è aggiunta anche la Germania e per mezzo suo l’Europa, un padrone anche più duro e meno accomodante dell’altro.
        Ma la Grecia, a parte la sua disgraziata situazione economica molto diversa dalla nostra, secondo me non ha neppure quel margine di libertà che ancora conserviamo, per piccolo che sia. E’ sempre sotto schiaffo su tutte le decisioni di una certa importanza.
        Faccio solo un esempio: qui si dibatte, artificiosamente, se sia il caso di ospitare le Olimpiadi. Per il momento la possibilità sembra scongiurata e speriamo che resti tale. Quei soldi servono per risolvere problemi molto più urgenti e ripianare i debiti fatti da quelli stessi che adesso vorrebbero farne di nuovi.
        Se la stessa idea venisse ai greci, il problema proprio non si porrebbe: mancando la copertura economica, riceverebbero un sicuro “nein” da chi può.

        • C’è un solo neo nel suo ragionamento: i greci pur fra malumori vari continuano a votare Nuova democrazia e Siryza. Questo dovrebbe indurre qualche spunto di riflessione.

          • L’alternativa? Alba Dorata?
            Il neo non lo vedo in quello che ho scritto: sono solo fatti, mi pare.
            Qual’è la soluzione? Secondo me non c’è, da soli non vanno da nessuna parte; sono mantenuti in vita artificialmente dall’Europa, che gli allunga quel tanto che basta per non farli fallire. Il loro debito cresce sempre, non potrà mai calare.
            Ma forse dovremmo cominciare a preoccuparci davvero del nostro di debito, che in sei mesi è aumentato di 78,9 miliardi, all’incirca il 5% del nostro Pil, che invece è aumentato solo di qualche decimale.
            Avanti così, e a fine anno il debito pubblico sarà aumentato di circa 157 miliardi: un bel
            record, non c’è che dire.
            Ma giornali e televisioni giustamente sono tutti impegnati a fare le pulci al M5S, Direttorio si, Direttorio no, Muraro si, Muraro no. Quelli si che sono argomenti seri!

  • Professore buongiorno! Concordo sull’analisi e pure sul fatto che i partiti della sinistra “tradizionale”, impegnati nella “scissione dell’atomo” e nella progressiva avanzata verso percentuali sempre più insignificanti, nutrano un’avversione di fondo verso chi si è permesso di prendere – in parte – il loro posto. In particolare, la domanda di fondo che – penso – possa condurre a risposte equivoche – e in malafede – è la seguente: si può essere interclassistici e antisistema? No, è la risposta prevalente, dettata dallo studio della storia recente, laddove assunsero connotati profondamente anticomunisti e – di fatto – andarono a ricoprire funzioni di cane da guardia del sistema mascherati da “rivoluzionari”. Si, è la risposta di una storia orientata allo studio di tempi un po’ più lunghi e che escono da una visione eurocentrica del mondo. Pensiamo ai movimenti millenaristici in Oriente e Occidente, per esempio. Qua c’era il mille e non più mille, là c’era il Mofa o Mappō, la fase di decadimento del Dharma che avrebbe condotto alla fine di questo modo e all’inizio di un altro ciclo di rinascite. Che dire poi, in tempi più recenti, della rivolta Taiping in Cina, che perseguiva l’ideale antico della Grande pace rivisitato in chiave antimperialistica, così come il Pugno della giustizia e dell’armonia, o Yi He Chuan, che poco più tardi avrebbe costretto le Otto potenze occidentali a sopprimere nel sangue la cosiddetta rivolta dei Boxer. Lo stesso Mao, vinse e convinse non in quanto marxista, ma in quanto capace di incarnare nella sua figura elementi nazionalistici e profondamente interclassistici. In altre parole, la risposta è si: tuttavia, è anche vero che non basta essere interclassistici e antisistema per costruire un progetto organico di alternativa. Il web può funzionare in termini di divulgazione e di elaborazione collettiva, ma resta uno strumento. Qui, quindi, occorre maggiore chiarezza: dopodiché ognuno tragga le sue conclusioni, decida se aderire o tentare di rimettere in piedi una carretta andata fuori strada, perché crede ancora nelle sue potenzialità. Un caro saluto e grazie.

    • Tenerone Dolcissimo

      si può essere interclassistici e antisistema?
      Certo che si puo’ ed oggi piu’ che mai, considerato che l’aristocrazia europeista ha deciso con la stessa manovra di impoverire il ceto medio e schiavizzare gli operai.

      • Tenerone buon pomeriggio!
        In genere è ciò che accade in tempi di crisi profonda, quando si pensa finisca il mondo, quando la paura, l’ansia e l’incertezza dominano. Un po’ come oggi, con una piccola borghesia sempre meno abbiente, un artigianato sempre più proletarizzato, un proletariato sempre più sottoproletarizzato, e un sottoproletariato che… sta lì dov’è e, anzi, fa spazio ai nuovi acquisti (scusa se mi permetto queste battute ma ho sempre in mente l’immagine – raccontata, ovviamente – di mio nonno mezzadro a cui, mentre vedeva crepare la sua mucca per del fil di ferro ingerito insieme al fieno, una mucca che rappresentava una delle sue poche fonti di reddito, e su cui aveva investito praticamente tutto, uscì a un certo punto, insieme alle lacrime in una delle poche volte che mio padre lo vide piangere, un “meglio lei che me” che valeva più del significato letterale di quelle parole e che per me costituisce lezione di vita).
        In altre parole siamo tutti in quel grafico a forma di pera che ogni tanto girano e citano, dove la pancia, sempre più larga e chiatta, della pera rappresenta noi, sempre più poveri, e il collo, sempre più stretto e lungo, la composizione dei pochi sempre più ricchi. In questa situazione un movimento anti-sistema, teso ovvero a girare questa benedetta pera, non può non essere interclassista. Così è stato, storicamente. Il problema è che, in assenza di un’idea politica forte, (qui per comodità metto sia l’utopia millenaristica che la trasformazione “scientificamente” progressiva della società in senso socialistico), condivisa dall’intero collettivo, diventa difficile anche solo capire quanto il M5S possa essere antisistema, realmente alternativo allo sfacelo esistente. In questo contesto, non può che farmi piacere che un movimento politico, in grado di orientare 1/5 (almeno!) degli elettori italiani, sia per il NO al referendum, alla TAV, ai TTIP o alla controriforma del mercato del lavoro, piuttosto che per l’uscita dall’euro. Il M5S è un bene, concordo con tutti quanti sono intervenuti in questo senso. Essere antisistema, tuttavia, ci riporta a quella benedetta pera di prima, a trovare un modo per metterla, finalmente, a testa in giù. Guardo alle pp 9-10 del programma ufficiale (http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf) e … niente, la pera resta così com’è. Non sono le Tesi di Aprile, e neppure un programma di minima in grado di invertire la tendenza degli ultimi dati ISTAT. In queste condizioni, esauriti i pur benefici effetti di una lodevole spinta a fare politica onestamente, la domanda resta: che fare?
        Un caro saluto.
        Paolo

        • forse, per il momento, ci si dovrebbe coalizzare (e, secondo me, confluire) tra (in) contenitori che muovo guerra alla corruzione predatoria con cui i ricchi si arricchiscono e i poveri impoveriscono. completata questa fase resterebbe il lavoro di “rigirare la pera…”, cosa che nessuno vieta di farlo tramite “contenitori diversi.
          un saluto bakuniano

    • La lotta di classe è un fuorviante mito marxista. E’ solo uno fra i tanti aspetti che possono ispirare le rivoluzioni e generalmente non il più importante. La dimensione del ‘politico’ può essere innescata da contrapposizioni ideologiche, religiose, istituzionali, razziali, civili ecc. E anche quando essa risulti stimolata da motivazioni economiche, nulla garantisce che queste si articolino nello schema capitale contro lavoro / ricchi contro poveri.

  • Non so se il M5S sia un (partito?) movimento di destra o di sinistra, mi sembra che siano di destra e di sinistra quando conviene. Per opportunismo o realismo politico questo devo ancora capirlo.
    Una cosa è certa Prof. fanno un sacco di confusione e sono eterodiretti, non parlano mai di lavoro, di stato sociale, non hanno una posizione politica sull’Europa, e un movimento laico? boh, parlano sempre di onestà e poi cascano in queste menzogne vedi Quarto, Parma, Roma.
    Se il M5S è il futuro e l’alternativa alla vergogna degli altri partiti non siamo messi bene.

    • Non so se possa essere stata scritto un analisi al m5s piu inutile di questa.
      Non so perché un personaggio come te sia arrivato a farla ma non è difficile rendersi conto di quanto sia dannosa, per quella stessa sinistra che citi nel pezzo, chiedo scusa x eventuali errori ma sono da smartphone.

      Il movimento 5stelle, cosi come ogni altro movimento, partito, organizzazione, non è di destra o di sinistra perché si mette contro i poteri forti, almeno non nel senso che descrivi.

      Se mettiamo “sotto giudizio” vari movimenti italiani vediamo che le distinzioni non sono contro TTIP TAV e simili, sono da giudicare sotto ben altri i punti importanti della politica.

      Anche casapound ,(e vari altri partiti fasci), non é a favore della tav e del ttip, dell europa unita, è contro i poteri forti, ( a quanto dicono), e sinceramente non possiamo accostrare casapound alla sinistra.

      Le politiche che differenziano la destra estrema dalla sinistra estrema sono altre: l’ immigrazione, i diritti civili, il fondamento politico sui temi del lavoro! …l’ uguaglianza tra le persone, cose che non appartengono a movimento “fascistoidi”.

      La mancanza di veri temi economici nel suo programma.
      La mancanza del m5s alla partecipazione sul voto alla cirinná, il populismo sfrenato che lo mettono pro e contro i poteri forti solo a convenienza, la dichiarazione di beppe grillo di voler eliminare i sindacati e l’invito a parlare con i militanti di casapound, (dichiarandosi non interessato ai temi dell antifascismo), piazza il m5s in una indubbia destra populista e reazionaria.

      Caro Aldo, per quanto possa io rispettarti, non so se quest’articolo é più inutile o piu dannoso.

      • Caro Carlo, altri hanno dato un giudizio diverso dal tuo ed io registro tutti con uguale rispetto, temo però che tu abbia un pregiudizio ideologico che non ti fa essere del tutto obiettivo: il M5s ha sue proposte di tipo economico sociale condivise da soggetti di sinistra come il PCI Rifondazione Sel (ad esempio il reddito di cittadinanza, al quale io nono contrario) e si è battuto sia contro il job act che contro l’abolizione dell’art 18.
        Comnuqnue, il dissesno è previsto e benaccetto. Non capiasco però in cosa questo articolo danneggerebbe la sinistra

        • Allora, Aldo, ti spiego.

          Quest’articolo non è dannoso perché lo hai scritto tu, anzi.
          È dannoso perché tende a dare un immagine di un movimento diversa da quella reale. Questo articolo si aggiunge a interventi di altri personaggi di alta caratura mediatica, Scanzi e Travaglio in primis, che disegnano un m5s del “ma si, proviamoli”, un movimento politico che non importa cosa dicano o facciano i suoi ma gli si perdona sempre. Per cui se Grillo vuol eliminare i sindacati “…una cosa che ha detto in un momento dei suoi, è uno showman”, (Travaglio), oppure “l’ antifascismo non mi compete”, una cosa che ha detto perché in fondo non lo pensava nemmeno, (Scanzi). La politica si fa con le parole signori, non con delle analisi alle intenzioni.
          Ci siamo dimenticati del big bang alla Leopolda con tanto di dinosauri?
          L’ Europa da cambiare, la finanza da tenere sott’occhio, il paese da riavviare….!?
          Tutto questo Renzi lo fece perché nessuno gli rendeva conto realmente con dei conti alla mano. Tutte analisi pre-elettorali alle intenzioni e non ai programmi. Oggi la stessa cosa si vede verso il m5s, per cui senza fondamento alcuno si accetta il punto del reddito di cittadinanza senza che ci siano ne i presupposti ne i soldi, “eh ma tagliamo gli sprechi”, è vecchia questa mi dispiace…
          Tutte le volte che si sono fatti annunci senza andare nello specifico siamo arrivati ai tagli lineari. Per cui il mio non è pregiudizio, è politica. La politica non è e non può essere solo constatazione dell’ attuale, la politica è previsione del futuro, della politica ne va della vita della gente. Bastano i vecchi esperimenti per avere coscienza di quelli futuri.

          Il vero problema è il capitalismo.
          Questo modello di sviluppo economico non ha piu nulla da offrire, chiunque sia il governo di turno.

          I 5stelle si stanno gia preparando al governo. Da pro-Palestina ad estimatori dello stato di Israele, da anti-europeisti ad europeisti, dalla gestione del default alla buona amministrazione passando per una scomparsa rinegozziazione del, debito… “accattonaggio” Aldo, accattonaggio elettorale. Prendere voti da chiunque pur di vincere poi quel che sarà sarà…
          Ed infatti, a Palermo comizio con belle parole su “le ragioni della mafia giusta” , qui da noi in Veneto invece ha usato belle parole sulla “lega Nord delle prime battaglie” e chi più ne ha più ne metta.
          Contro il governo Renzi a tutti i costi, a costo di non votare la cirinná, magari per non perdere i voti della destra piu bigotta.
          Il reddito di cittadinanza è una farsa che l Europa non permetterà mai.

          Le persone devno imparare che la politica non è quella che ci mostrano i media, in parlamento siedono personaggi eletti col 50% degli aventi diritto al voto, se solo volessimo cambiare il nostro paese potremmo farlo. Il problema è che diamo risalto a cio che ci lasciamo convincere sia la sola ed unica soluzione, facendoci abbindolare dal salvatore di turno, sia esso il padre del futuro Europ o globalizzato R.Prodi, sia il grande imprenditore fatto da se S.Berlusconi, sia il nuovo che avanza Renzi o il ne destra ne sinistra Grillo. Tutti andati al governo senza matematiche da dimostrare, tutti “a fiducia”.

          La politica siamo noi a farla, un partito, comunista, (uno vero, non un PCI senza senso ex PdCI stampella del PD ora neo PCI ma sempre stampella del PD – o un SEL che di sinistra non ha più nulla da tempo, piena di Migliore o Vendola pronti a piegarsi davanti ai Riva o Renzi di turno…), c’è, piu di uno anche. Un chiaro esempio di politica chiara può essere cio che ha detto Marco Ferrando, come punto del programma economico del suo partito, (PCL): “…prima cosa da fare? Immediata nazionalizzazione di tutte le banche e di tutti gli istituti finanziari italian*, senza indennizzo alcuno per grandi investitori e speculatori”.
          Ecco questa è una cosa di sinistra, che non lascia spazio a fantasie.

          Può suonare strano forse, lo so, ma non ci sono alternative.

          Grazie del tuo tempo.

          • mi sembra un approccio tutto ideologico di taglio bordighista che non mi convince nemmenbo un po’ma ovviamente rispetto il punto di vista diverso dal mio

  • il fattore fondamentale che può differenziare il M5S dagli altri è la sostituzione dell’apparenza con la realtà, dove ai proclami roboanti, di berluscone prima e di renzi poi, si presentano agli elettori fatti concreti, non pensando al furore mediatico ma alla ricaduta sul benessere del popolo. qanto ai sinistri che votano ancora pd, penso ci sia un fatto culturale malsano che li fa vivere nell’invidia, dove per combattere qualcuno cercano di combattere sull’avverso terreno. l’esempio più lampante è stato quello di sfidare il berlusconismo con un soggetto che di berluscone è solo peggiore.

  • Buongiorno

    Beviamoci anche questo brodino. Quando poi sarà passata pure questa forzata somministrazione, qualcuno potrà spiegare, con dovizia di particolari, a quanto EFFETTIVAMENTE ammonta il debito del comune di Roma (supererà abbondantemente i 30 Miliardi di Euro)… Facciamo una scommessa?

    Salute & Prosperità

  • Il M5S è di destra. Apertamente tecnicista, soprattutto quando prende in mano il potere. La retorica di opposizione la prende solo rispetto a quella governativa, per partito preso. Messo al governo farebbe le stesse identiche cose.
    E la cito sulla “democrazia diretta”: “E allora, ragazzi, vogliamo tornare allo spirito originario di questo movimento, magari riesumando le consultazioni on line di cui non sentiamo più parlare dall’inizio dell’anno? E perché non sperimentare qualche assemblea cittadina del movimento?” dal suo pezzo “http://aldogiannuli.it/m5s-roma-adesso-basta/”. La consultazione diretta è morta anche all’interno del movimento? Ma non essendo iscritto su questa dinamica ne sa più lei. Assemblee cittadine dove abito le ho viste. Il consigliere comunale eletto affanna a tenere d’occhio tutto e cerca di farsi aiutare contro un monocolore PD. Ma non mi pare questa “innovazione”.
    Smettiamola di prenderci in giro: non basta una retorica antisistema ma costruire una alternativa di sistema valida e un suo percorso di attualizzazione. Mica vorremo tornare all’anacronistica “dittatura del proletariato” e le rivoluzioni che si trasformano in dittature? Il problema è la gestione del potere.

    Secondo punto non darei questo “blocco di opposizione” così solido e permanente. Non è un blocco sociale omogeneo, non hanno rapporti continui se non per il movimento e se crolla quello è facile che si sfaldino e si riassocino altrove per necessità e opportunità.

    Sinceramente per quanto mi riguarda non vedo alcun complesso di inferiorità. Mi occupo di politica assiduamente da relativamente poco (5-6 anni) e sebbene sia un attivista civico vicino a posizioni libertarie hanno cercato di coinvolgermi partiti e liste che vanno da Scelta Civica fino ai Rifondazione, passando per M5S. Non ho un partito di riferimento, ho un’area frammentata che vota in ordine sparso e mi importa solo del bene della mia città. Anzi, ho sperato che il M5S riuscisse ad elaborare qualcosa ma si è fermato molto prima, ha pensato troppo all’immagine e poco al contenuto e, mi creda, quando si parla di comunicazione non è l’immagine che conta, ma i contenuti.

    Devo farle i miei complimenti, in questo pezzo mette davvero in chiaro cosa pensa del M5S e sono sostanzialmente d’accordo con la tesi finale: resta in piedi finché non c’è altra alternativa. Mi sembra di parlare del PD, del meno peggio, ma siamo ancora lì.

  • Tutto sommato il M5S è un bene per l’Italia perchè fa proposte interessanti, infrange tabù e scardina un sistema ingessato.
    Se rafforzasse anche le posizioni anti-immigrazione potrebbe ricevere più voti. Ideale sarebbe inserire un programma di remigrazione ma dubito che lo farà. Comunque sia, complessivamente è molto meglio di Renzi/PD e B. Per il momento va bene così. L’articolo di Rosati è vergognoso, come tutto il gruppo editoriale del quale fa parte. Oltretutto è pubblicato su una testata ostile, che pronostica al M5S “l’implosione” (vedere l’articolo in prima pagina).
    Per ora AfD sta guadagnando consensi del 10-25% circa a livello locale/regionale in Germania, pure subendo continue intimidazioni, danneggiamenti alle sedi e alla proprietà degli aderenti, diffamazioni, aggressioni, oltre ad avere i numerosi media di sistema contro. Le cose incominceranno a cambiare solo con percentuali di almeno il 35% alle politiche, facendo magari un governo con CDU/CSU come partner minore.

  • «La terza via fascista, detta anche terza posizione o terza alternativa, è una definizione elaborata agli inizi del XX secolo negli ambienti del nascente movimento fascista, che si riferisce alla teorizzazione di un sistema politico, culturale, sociale ed economico alternativo a quelli capitalista e comunista. […] La constatazione di partenza fu che le monarchie liberali, le socialdemocrazie e le democrazie governanti in Europa fossero plutocrazie corrotte e decadenti, governate da sistemi colpiti da derive partitocratiche e massoniche. Obiettivo dei congressisti fu un sistema politico basato su principi di democrazia organica.» —
    https://it.wikipedia.org/wiki/Terza_via_(fascismo)

    Se non erro il sincretismo (o <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Trasversalismo"trasversalismo) non è un atteggiamento politico recente essendo stato -ad esempio- caratteristica del fascismo o del socing (quello del collettivismo “oligarchico”).

    In tempi recenti (campagna elettorale di blair nel 1997) il sincretismo era motivato dalla esigenza di attuare politiche efficaci e basate su evidenze (in contrapposizione all’ideologia)

    Certo, sulle collocazioni del M5S è stato spesso sottolineato un orientamento a sinistra.
    https://drive.google.com/viewerng/viewer?url=http://minidossier.openpolis.it/2013/02/Tre_Poli_Contrapposti
    http://www.termometropolitico.it/121482_m5s-nel-parlamento-europeo.html

    Bisogna comunque sottolineare che l’atteggiamento “condiviso” odierno non riesce a rappresentare quasi della metà della popolazione di questo paese anche se l’altra metà non rinuncia scegliere in un panorama distorto dalle leggi elettorali e condizionato da propaganda talmente pesante da generare luoghi comuni e stereotipi indiscussi.

    Anche chi si astene non è “né di destra né di sinistra”perché non dovrebbe votare il M5S? 😉

    Un tempo i politologi consideravano gli astenuti una fotocopia dei votanti ma recenti ricerche (in America) hanno fornito indicazioni che tale situazione possa invece indebolire l’effettiva rappresentatività del “sistema”.

    Ammettiamo che l’inclinazione a legittimare il pluralismo sopravvive meglio al supermercato (la politica “serve” specialmente su questo punto): La scelta politica vale meno dell’assortimento sugli espositori.

    L’avversione alla “scissione dell’atomo” e al “voto inutile” hanno accompagnato il progetto filomaggioritario della sinistra “non nucleare” (quanti sono i partiti di destra odierni?):
    parbleu (scusate il francesismo) , tutto l’impegno per legittimare la “disciplina di partito” potrebbe essere vanificato dal pluralismo politico nelle assemblee parlamentari, meglio il trasformismo!

    Il proporzionale puro, spesso vilipeso per il “pericolo” di frammentazione, certo renderebbe la vita difficile agli occupanti di spazio politico i cui consensi siano inflazionati dall’assenza di alternative spoiler che risultino più vere degli originali.

    Sulle scelte del M5S c’è talvolta una certa confusione “interpretativa” e benché si enfatizzi spesso che l’errore sia tutto causato dai faziosità non emerge un interesse a registrare in una pagina ufficiale “come se fosse un programma” (o anche “edizione critica”) le evoluzioni e ridefinizioni del progetto politico senza indurre il pubblico alla lettura dei fondi di caffè o all’interpretazione di dichiarazioni “di uno” che possono essere anche sovvertite sulla base di riflessioni/esegesi “ufficiali” (che sia invidia della sinistra o del PD? 😀 )

    La dichiarazione che la “democrazia diretta” sia il fondamento del M5S vede crescere la delusione tra i simpatizzanti ma a ben vedere tale “impegno” risulta disertato dagli stessi elettori di riferimento (stante che nessuno se ne frega di pubblicare un dossier su quali siano chiariti gli ostacoli all’incremento dei partecipanti).

    https://civiumlibertas.blogspot.it/2016/04/sentenza-del-tribunale-di-roma-di.html
    https://civiumlibertas.blogspot.it/2016/07/ordinanza-del-tribunale-civile-di.html

    Ironicamente per una fazione che (forse strategicamente) ha dileggiato la metodologia dei sondaggi correnti, la “democrazia diretta” sul blog ha deliberato una proposta di legge elettorale che comporta una potenziale riduzione del pluralismo.

    La progressione dei consensi del M5S (incluso il “boom”) è stata scandita da una lunghissima sequenza di notizie di scandali di vari schieramenti e risulta tutt’oggi il fulcro della propaganda del M5S.

    Il M5S acquisito consensi che rivaleggiano con quelli dell’incumbent ma il primo “nonpartito” resta l’astensione: Il “sistema” dei soddisfatti consentirà la formazione di un quarto polo? Si adopererà per allargare il consenso? O confiderà di abbattere l’astensione col ballottaggio dell’italicum?

    Bisogna attende un altro satirico dotato di passepartout verso i media?
    Perché anche per podemos la popolarità medica è stato un fattore non indifferente (Turrion personaggio pubblico)

    • Mi scuso per gli svariati errori, in primis quelli di formattazione.
      Sincretismo politico: https://it.wikipedia.org/wiki/Trasversalismo

      Circa l’aspetto della “democrazia diretta” ci sarebbero da chiarire le risultanze di recenti ricorsi da parte di espulsi che riconducono le “associazioni libere” ex art 49 Cost al rispetto del CC sulle associazioni (cfr civicumlibertas)

      Il risalto che sta “subendo” Pizzarotti ha delle potenzialità di alternativa che potrebbe essere blandita da nuove narrazioni giornalistiche.

      Il clivaggio tra destra e sinistra sta anche lì
      https://en.wikipedia.org/wiki/Cleavage_(politics)

  • La funzione e sopravvivenza del partito anti sistema duro e puro è strettamente dipendente dalle sue dimensioni, storicamente quantificata in non più del 4-5% del voto.
    Così tu hai ad esempio gli indipendentisti nord irlandesi che non mandano i loro eletti al parlamento di Londra, come pure il braccio politico dell’Eta dei Paesi baschi in Spagna: forze politiche del tutto marginali che possono permettersi di rimanere inchiodate al loro credo.
    In Italia abbiamo avuto Rifondazione che quando è entrata al governo ha dato luogo a situazioni schizofreniche, tipo di critica aperta ai propri ministri, perchè come pretendeva di spiegare Bertinotti, volevano rimanere alternativa pur governando, e si è visto bene come è finita.
    Quando viaggi intorno al 30% e hai, come dicevano fino ad ieri, prospettive di governo, è chiaro che comunque già sei parte del “sistema”.
    Ed è impensabile che in una tale situazione le tue scelte e la tua azione politica non abbiano a subire influenze condizionanti, segnatamente di Intelligence, e tese a farti diventare via via sempre più organico al sistema: qualsiasi persona dotata di un minimo di intelletto non credo faccia fatica a comprenderlo.
    Manipolazioni, infiltrazioni, alterazione informative, silenti connivenze, lusinghe e minacce, infingarde consulenze…. sembra proprio stiano operando con successo.
    Così come oggi ad esempio leggiamo che il Psdi di Tanassi, ben lungi dal costituire una proposta di socialismo democratico, fungeva in realtà da ombrello dei generali golpisti, tra qualche anno capiremo che ruolo in realtà sta avendo oggi il M5S, chi ne tira realmente le fila ed a quali interessi risponde, con buona pace dei suoi attivisti e simpatizzanti “duri e puri”.

  • Il circo mediatico sta pompando a non finire le vicende romane, grazie anche alle ingenuità politiche della Raggi, – o chi per lei- non attrezzata per tempo alla bisogna …
    Altri gesuiticamente ( pregasi comprendere bene significato aggettivo) guardano alla pagliuzza, ma tacciono della trave …
    Rispetto alle plurime e molteplici porcherie politico amministrative che sentiamo ogni giorno le mezze verità/bugie sarebbero cose minori, tuttavia quando le aspettative sono elevate e gli standard che ci si pone sono quasi palingenetici non si può cadere su bucce di banane come avvenuto a Roma, sapendo che i lupi sono pronti a fruttare ogni minima caduta per imbastire un processo mediatico.
    Le aspettative restano alte e lo restano.
    O la Raggi -o chi per lei- lavora e bene, oppure vada a fare …
    i cartoni.
    Si cambi anche il parrucchiere, o se lo faccia prestare in comodato dall’ispettore Clouseaux
    §§§
    La singolarità del sistema politico italiano -sommessamente- non sembra essere costituita dalla forte presenza del M5s intorno al 30%, ma dalla frantumazione delle destre liberiste tra governo e opposizione.
    Finchè c’è stato come collante Berluscone abbiamo avuto un raggruppamento (lui parlava di assemblement) di destra … ora corrono in ordine sparso.
    Sui cespuli di sinistra c’è molto da dire. Lascio la parola ada altri.

  • egr.prof,e da stamattina,che tentando di postare un commento negativo sui 5 stalle,il computer mi va in crak!mi sa per caso dire il perche,con lei n

    egr.prof,volevo postare un commento negativo sui 5 stalle ,ma il computer mi va in crak e non me lo permette,sa dirmi per caso perche.grazie

  • Ma siamo proprio sicuri che i 5 stelle siano una formazione spontanea e non etrodiretta da una potenza straniera??Finora hanno solo deligittimato il sistema come accadde negli anni 90 quando tangentopoli permise lo start alle famose privatizzazioni che ci hanno lasciato solo debiti.Egregio Prof la seguo da tempo ma il dubbio mi dilania lei che opinione ha in merito??

  • Non ho mai creduto alla storiella del M5s creato in laboratorio, e la sua nascita ha rappresentato un punto di rottura, colmando un vuoto che la sinistra ha lasciato per elemosinare qualcosa al Pd. Fin qui ci siamo.

    Da qui a essere un sostenitore o un militante di una forza politica così contraddittoria ce ne corre.
    Non ho mai capito cosa ne pensa lei professore, ma se Grillo in Europa ha scelto il carrozzone di Farage un motivo ci sarà pure.

    Non credo comunque che il M5s potrà seriamente reggere nella forma che ha sin qui assunto. Potrebbe anche nascerne qualcosa di buono, chissà.

    Dopodiché simili trasformazioni non avvengono a freddo, se non ricordo male. E il loro esito non è scritto da nessuna parte.

  • La sinistra ha fallito perché, a causa di un complesso di SUPERIORITÀ (e di nicchia), ha perso il contatto con la realtà materiale e familiarità con la critica dell’economia politica (si sa che ha prediletto i poeti strampalati del “sogno” europeo). Perciò la sinistra ha tradito le classi sociali che in teoria si proponeva di rappresentare e che in pratica ha spesso disprezzato : quelle che oggi votano M5S.

    Il M5S sta fallendo perché a un certo punto avrebbe dovuto cambiare passo (secondo me quando entrarono in parlamento), in particolare sotto (almeno) tre profili:
    1) passare dall’esaltazione dell’onestà a quella della competenza (in fondo, se ti proponi di governare l’onestà la devi dare per scontata e la prima forma di onestà per un amministratore è la competenza);
    2) sgomberare il campo dall’equivoco elitario e truffaldino del “tecnico” vs. il “politico”. Il tecnico è sempre politico e il buon politico dovrebbe essere tecnico (per lo meno nella capacità di circondarsi di buoni tecnici per attuare una volontà POLITICA sovrastante).
    3) superare il tabù dell'”organizzazione” e della sua struttura interna. Il web è uno strumento innovativo che semplifica l’organizzazione ma non annulla l’esigenza organizzativa. Questo vale a maggior ragione per una forza politica (se non vogliamo utilizzare il termine blasfemo di “partito”) nazionale che, come è inevitabile che sia, contiene al proprio interno decine e centinaia di sensibilità (chiamiamole “correnti” se non temiamo la scomunica) che richiedono spazi di mediazione interna, di composizione o di risoluzione delle controversie , istituzionalizzati, per trovare una linea comune; pena il collasso dell’organizzazione a causa di tensioni interne destabilizzanti (soprattutto appena si va ad amministrare la cosa pubblica)

  • Il M5S è un potpourri completamente aleatorio e incoerente di idee accomunate esclusivamente dal desiderio di dire alla gente quel che vuole sentire. Il processo di mediatizzazione della politica (per cui la gente vuole pubblicità invece che discorsi seri) e la totale corruzione/incapacità di dare risposte credibili da parte dei politici di regime lo hanno portato alla ribalta. Ma non appena andasse al governo si sfascerebbe come un melone e/o diventerebbe il nuovo PD.

    La verità è che la situazione è senza uscita. L’unica soluzione sarebbe far esplodere il sitema prima che questo esploda da solo, in modo incontrollato. Ma un’umanità decadente e consumistizzata vuole solo tirare dritto e non pensare votando il guitto che la sa rassicurare/titillare meglio. Berlusconi, Grillo e Renzi si sono superati a vicenda in quest’arte, ma mentre il primo e il terzo un programma ce l’avevano anche se tutto diverso a quello che sbolognavano al gregge, il M5S ha tanti programmi quanti sono i suoi votanti.

    Il suo unico valore può esser quello di destabilizzare un sistema già vicino allo sfascio.

  • Difficile accostare un movimento alla sinistra sulla base di alcune sporadiche prese di posizione di questo movimento. Difficile per chi crede che l’idea di sinistra sia connaturato da alcuni concetti basilari, in primo luogo emancipazione, uguaglianza, progresso: concetti non astratti ma fondati su una profonda analisi di classe. Dov’è l’analisi di classe nelle posizioni del M5S? Fino ad ora la linea politica del M5S si è rivelata come la negazione della complessità, la rimozione di ogni contraddizione interna alla società: la “politica” è sporca? Tutti a casa, arrivano i cittadini. La “casta” si fa i propri interessi? Tutti a casa, i cittadini faranno gli interessi dei cittadini, ecc. Ma chi sono questi cittadini? Esistono veramente “i cittadini” per come li intendono i cinque stelle? Difficile, per una persona di sinistra, considerare la società come divisa tra “casta” e “cittadini”, difficile, per una persona di sinistra, rimuovere in questo modo la complessità, le contraddizioni che animano ogni società umana. Soprattutto considerando che quelle posizioni del M5S che si avvicinano effettivamente alle posizioni di una “sinistra storica” (wellfaire, antimperialismo, contrasto agli strapoteri finanziari, diritti civili) è evidente che non si qualificano come conseguenza di una chiara e definita strategia politica, di una visione del mondo, di un’analisi coerente della società, ma piuttosto come prese di posizione sporadiche, basate su scelte politiche occasionali, che senza imbarazzo vengono messe accanto a linee politiche altrettanto occasionali e sporadiche tipicamente di destra (sindacati, politica senza stipendio, liberismo).

  • Caro prof risulta difficile darle torto. É da un pezzo che lo scrivente sollecita un suo commento sulle tesi di wu ming e del loro compagno s. Santoro su questo, é finalmente riuscito questo a scalare la montagna dei suoi altri impegni? Grazie buon lavoro

  • Siccome diventa sempre più difficile riportare la palla al centro posto una cosetta che scrissi al Giap dei WuMing all’indomani del voto 2013.
    ——————————
    Francisco
    08/03/2013 at 8:31 pm

    Se possibile vorrei sfatare un po’ le capacità del duo Grillo-Casaleggio… non che non ne abbiano ma, sempre se possibile, mi piacerebbe sapere sa al pari di Grillo anche gli osservatori o gli avversari credono che la rete abbia definitivamente scalzato la TV dal trono che detiene da almeno 60anni in questo paese, e non solo.
    Leggo da numerose analisi che il voto giovanile è quello che più ha premiato il m5s… forse è vero, però mi chiedo perché questo voto giovanile, che vede appunto in essi i maggiori fruitori del web, non ha dato negli anni precedenti questo potere (prima l’avrei chiamata notorietà) a Grillo.
    L’ascesa del Grillo pensiero è facilmente riconducibile alla caduta, o pausa di riflessione, di Berlusconi, caduto il suo governo il m5s s’attestava stabilmente da un paio d’anni sul 3,5% circa, questo perché quasi ignorato dalla TV, a parte qualche endorsement di Santoro e pochi altri, comunque insufficienti perché rari. Dall’autunno del 2011 la TV ha cominciato a portarlo in prima pagina quotidianamente, mai saltando un giorno, e in due o tre settimane i sondaggi lo innalzarono al 15%-18%(chiamiamo sondaggio il piattino che ci serve il sistema per veicolare preferenze, di qualsiasi genere). Proseguendo nell’osservazione dei flussi sondaggistici, questa percentuale, già di per sé stratosferica per i tempi impiegati, è rimasta stabile fino a un paio di mesi dal voto, nonostante crescesse l’interesse verso un movimento che rifiutava la presenzialità in TV ma ne era l’ospite principale. Gli ultimi mesi è stato un inseguire forsennato delle TV a Grillo, al punto che possiamo dire che le piazze gliele riempiva le TV, fino all’ultima settimana, con il culmine dell’ultimo venerdì utile di campagna elettorale, dove gli dedicò più spazio di tutti gli altri, lo trasformò nel concertone di S. Giovanni al pari del primo maggio, nonostante (furbescamente) fu allontanata.
    Ora pensare che le reti televisive abbiano costi e potenza inferiori della rete è un po’ fantascienza, tant’è vero che pur se il web è più capillare e in un certo senso democratico, perché permette la smentita o il confronto, la televisione raggiunge la totalità delle masse, non una parte come il web, è non è affatto interattiva o censurabile: DOMINA.
    In pratica, non vedo come si possa smentire questo, la TV rimane il mezzo di propaganda più efficae, ma è anche il più costoso, richiede più risorse, è in mano al potere (in guerra ormai si abbatte prima l’emittente televisiva del nemico, poi hai voglia di twittare).
    Rifletto su questo perché seguo da sempre l’evoluzione del movimento attraverso la rete e le TV, e credo che continuare a trascurare questo lato del “successo” di Grillo e del m5s contribuisca a renderlo quasi leggendario, un precedente veramente rivoluzionario.
    Una rivoluzione però portata a termine dalla TV, che notoriamente è l’arma del potere finanziario e politico. La TV ignora i nemici con l’oscuramento, i nemici abbattono la TV, e quando ne sono in possesso la ricostruiscono e ne fanno quello che era prima, il megafono del potere.
    ————————————————————
    Tralasciando “l’antifascismo non ci compete” e l’attuale avventura romana accenno semplicemente allo stile di comunicazione e i cosiddetti “poteri forti” che osteggiano il m5s. La7 e Il Fatto Quotidiano sono i media di riferimento del m5s, aggiungo che Cairo (La7) è anche proprietario del 49% circa del pacchetto RcS, sere fa c’erano Di Battista (m5s) Gruber (La7) e Massimo Franco (Corriere della sera). Lasciamo come sempre comiziare il Dibba e fingono di pungolarlo, poi arriva il solito momento magico, quel momento magico in cui una semplice constatazione fa crollare il castello di carte: il m5s rifiuta i rimborsi elettorali, il m5s restituisce parte dello stipendio parlamentare… i rimborsi elettorali non spettavano al m5s, necessitavano deteterminate condizioni che sono assenti nello Statuto (non statuto) del m5s e comunque avrebbero dovuto presentare il rendicontamenti di spese e finanziamenti elettorali, dati ancora ignoti e per questo i rimborsi non solo sono stati rifiutati ma non sono mai esistiti. A seguire il parziale stipendio devoluto… alle PMI, i cosiddetti Forconi, quelli che Grillo voleva accompagnare sotto il Parlamento a manifestare scortati dai gendarmi, non prima di aver questi agli stessi di omaggiare i padroncini togliendosi l’elmetto al loro cospetto. Ovviamente i cosiddetti poteri forti dell’informazione si son guardati bene dal ricordare certi particolari… diciamo che è una prassi consolidata nei riguardi del m5s.
    Tre incontri in streaming diretta TV con Renzi non hanno mai nominato TAV, MUOS, F35, Terra dei Fuochi… solo “andatevene a casa”.
    Serve altro? Qualcosa sì… il retroterra fascistoide che si porta dietro la Raggi sono poteri deboli per caso? I media non sanno neanche della vs/ns esistenza, risulta?

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