Cito dalla copertina dell’Espresso in edicola:
“Il partito ce non c’è (più). Sezioni che chiudono. Militanti in fuga, elettori dispersi. Da Torino a Roma, da Genova a Bologna, viaggio fra le macerie democratiche alla vigilia del congresso”
Direi un affresco, più che un titolo, di crudo ma indiscutibile realismo.
A molti il M5s sembra un evento inspiegabile come la “ venuta degli Ixos” e se ne chiedono il perché del successo. Proviamo a spiegarlo ragionando per punti.
1. Il M5s non viene dal nulla: è il figlio (o il nipote) dell’ondata populista nata nei primi anni novanta ad opera di Pannella, Occhetto e Segni portatori di uno schema politico plebiscitario, simil-presidenzialista basato su soggetti fluidi raccolti intorno ad un leader. La Seconda Repubblica è nata ed ha vissuto all’insegna del populismo, ha poi avuto una ulteriore svolta, con l’attuale iper populismo, per il mix fra la comparsa del media ultra-populista, il web e la crisi finanziaria del 2007-2008.
E’ del tutto comprensibile la tentazione di molti di approvare la norma contro i vitalizi dei parlamentari. Sappiamo tutti che, sul piano economico, la manovra (con i pretesi 40 milioni di risparmio) è semplicemente ininfluente, ma il vero effetto è quello di punire la classe politica strappandole un privilegio deciso in altri tempi.
Chiedo scusa per farlo solo ora, avevo in mente di farlo prima ma questa mattina il sito era irraggiungibile anche per me e subito dopo sono dovuto andare a lezione. Ho pubblicato il pezzo di Nicola, nonostante alcune perplessità di cui mi accingo a dire, perché come sa chi segue questo blog, ho il massimo rispetto della libertà di pensiero (ospito persino commenti di insulti nei miei confronti anche se a qualcuno particolarmente insolente rispondo mandandolo a quel paese) perché credo che anche il più aspro confronto ha una sua utilità. Peraltro di Nicola ho stima e considerazione per il suo lavoro giornalistico.
No il M5s non sta diventando un partito. Il M5s è già un partito dal 2013 (ne scrissi tempo fa), quando decise di presentarsi alle elezioni. E, siccome ha avuto un successo lusinghiero, ora aspira a guidare il governo: più partito di così…
Corriere e Repubblica del 23 (ieri) hanno entrambi dato notizie di un accordo fra M5s, FdI e Lega, che starebbe bollendo in segreto, per il dopo elezioni, finalizzato a formare una maggioranza per il governo, da contrapporre all’asse Pd-Forza Italia. Non so quanto ci sia di vero, ma propendo a credere che si tratti di esagerazioni giornalistiche, magari qualcosa di vero c’è, ma assai meno di quel che si dice.
La storiaccia del Parlamento di Strasburgo ha scatenato nemici vecchi e nuovi del movimento, che si sono esercitati nell’arte del dileggio.