Tag: elezioni 2018

Governo: cosa farà Mattarella?

Un paio di settimane fa mi capitò di osservare, nel corso di un paio di occasioni Tv, che l’ipotesi di un governo del Presidente (o simili) non aveva probabilità alcuna di successo, a meno che non si producesse un evento imprevedibile e drammatico che rendesse impraticabili elezioni anticipare a breve termine. E feci l’esempio dell’esplodere di una grave crisi bancaria, di un attentato jhiadista in Italia o di un terremoto, eventi per i quali sarebbe apparso folle andare a votare e tenere il paese senza governo ancora per molti mesi durante una simile emergenza. Ora l’evento imprevedibile e drammatico si è verificato: la crisi siriana con il brusco peggioramento della situazione internazionale. I missili volano e noi non abbiamo un governo nella pienezza dei suoi poteri.

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Avviso ai naviganti: andate a votare presto per evitare code!

Di buonora sono andato al seggio (e, come annunciato, ho votato POTERE AL POPOLO che torno a raccomandarvi) ed ho fatto una constatazione: nonostante davanti a me ci fosse una sola persona, davanti al presidente solo un’altra persona e ben tre cabine vuote, ci ho messo quasi 11 minuti di orologio per votare. Questo perché le operazioni di voto, questa volta, durano due volte e mezza in più rispetto al passato: il presidente, dopo aver identificato l’elettore, deve dettare agli scrutatori il numero del talloncino di ogni scheda, dopo consegna le schede al votante, poi al ritorno deve dettare di nuovo il numero del talloncino antifrode, dopo di che chiama un nuovo elettore in attesa. Non so se questo riuscirà ad evitare frodi, in compenso garantirà file interminabili nelle ore di punta.

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Elezioni: come stabilire chi avrà vinto e chi avrà perso: vediamo i numeri.

Ferme restanti le premesse di metodo dell’articolo precedente, veniamo alla determinazione delle soglie. Ovviamente incideranno anche il numero dei seggi ottenuti grazie al gioco dei collegi uninominali, la posizione in graduatoria e l’eventuale successo o insuccesso del partner dei coalizione o “a scavalco” (ad esempio Pd-Forza Italia o Lega-M5s) ma è evidente che la premessa sta già nella percentuale di partito: se Fi dovesse superare il 20% sarebbe in ottima posizione tanto per una vittoria della sua attuale coalizione, quanto per una alleanza con il Pd; oppure se la Lega dovesse andare sotto il 14% sarebbe molto difficile fare coalizione con il M5s che dovrebbe prendere una percentuale superiore al 32% e molti collegi uninominali), ma gli equilibri compressivi li vedremo il 4 marzo sera, qui limitiamoci al calcolo delle soglie dei singoli partiti.

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Elezioni: come stabilire chi avrà vinto e chi avrà perso: una premessa.

Come ormai di consueto faremo il “gioco delle asticelle”: fissando per ogni partito le soglie al di sopra o al di sotto delle quali si può parlare di vittoria, di sconfitta o di “fascia grigia”. Questa volta cerchiamo di rendere più preciso il gioco con una premessa: fissare alcuni parametri iniziali come il bacino potenziale, poi la fascia di oscillazione sulla base dei sondaggi (ad oggi, ovviamente), l’aspettativa del rispettivo elettorato, poi l’obiettivo elettorale del partito, infine quelli politici del partito.

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