Tag: debito americano

#Aldo_Giannuli_Leaks: gli Usa


Terza puntata della trasmissione condotta da Danilo De Biasio su Radio Popolare. Oggi abbiamo parlato di Stati Uniti, della presidenza Obama, e delle strategie americane con l’interessante intervento del Prof. Alessandro Colombo.
Ecco il video di parte della trasmissione e l’audio completo della puntata.

Ascolta l’intera puntata! (attendere qualche secondo per lo streaming)

Nella prossima puntana parleremo di Italia, Europa ed euro. Non mancate!

Continua a leggere

Quel che resta del rating

A volte gli americani non sanno cosa sia il pudore. E’ il caso del recente licenziamento di Deven Sharma, responsabile di Standard & Poor’s, cacciato a tamburo battente ( a Cagliari dicono “bogai a sono e corru”) per essersi permesso di declassare a 2A il debito americano e su esplicita richiesta del Presidente. La motivazione ufficiale è il comportamento dell’agenzia che, pur ammettendo un errore di 2.000 miliardi nel proprio computo (e fattogli rilevare dai funzionari del Tesoro americano), ha comunque deciso di confermare il declassamento. Comportamento, in effetti un po’ disinvolto, ma se l’errore avesse riguardato la Grecia, l’Italia, la Francia o il Giappone, cosa sarebbe successo? Assolutamente nulla, lo sappiamo perfettamente.

Continua a leggere

Il fallimento americano

Obama ha evitato di misura il default, ma non ha avuto il tempo di brindare: le borse sono entrate lo stesso in fibrillazione e Standard & Poor’s ha declassato il debito americano dalle tre A a due A+.
Naturalmente, ne è seguita una sarabanda di attacchi all’agenzia di rating che si sarebbe sbagliata, come dimostrerebbe il fatto che le altre due hanno confermato le tre A. Ed in effetti, S&P si è sbagliata, ma non perchè avrebbe fatto mal i calcoli per circa 2.000 miliardi di dollari, ma, al contrario, perchè la sua valutazione è troppo generosa. Diciamoci la verità, se non si trattasse degli Usa, ma di un qualsiasi altro paese, con quel tasso di indebitamento governativo e quel tasso di debito aggregato, con quel deficit statale e quella scarsa flessibilità della spesa pubblica, ecc. le agenzie di rating, si e no, concederebbero CC-.

Continua a leggere

Default americano?

Gli americani pretendono:

a- di mantenere intatto il loro livello di consumi, anche se la disoccupazione è quasi al 10% ed i salari sono in flessione

b- di avere un volume di spese militari pari o superiore a quello di tutto il resto del Mondo, producendo un costante disavanzo pubblico peraltro alimentato dagli interessi su un debito che ormai supera abbondantemente il pil annuo

c- di avere il più alto livello di debito aggregato del Mondo ma di mantenere il livello di rating AAA e di pagare interessi sul debito sovrano quasi pari a quelli sui titoli tedeschi

d- di emettere in scioltezza quantità enormi di dollari ma di confermare  il dollaro come moneta di riferimento internazionale

e- di mantenere un livello di tassazione intorno al 30% (quando quello europeo è al 40) ed anzi, possibilmente, diminuirlo.
C’è modo di ottenere tutte queste cose insieme? Credo di si: nominando segretario al Tesoro la Madonna di Lourdes.

Continua a leggere

Cappuccino, brioche e intelligence n°18. Wikileaks: segnali di terremoto in arrivo.

Wikileaks sinora ha dimostrato di fare il serio: quando ha annunciato qualche pubblicazione, poi non ha sgarrato di un giorno. Ora si parla di documenti riguardanti le banche americane (forse una in particolare) e si parla di 2.700.000 mail (avete letto bene: duemilionisettecentomila). Immaginiamo che questo darà vita alla più feroce caccia all’uomo di tutti i tempi ed il mandato di cattura internazionale, che mette in moto l’Interpol, è già un segnale in questo senso: in fondo non ricordiamo precedenti di un mandato di cattura internazionale per un reato di violenza sessuale. Ma immaginiamo che anche Assange abbia preso le sue precauzioni.

Continua a leggere