Cappuccino, brioche e intelligence n°18. Wikileaks: segnali di terremoto in arrivo.

Wikileaks sinora ha dimostrato di fare il serio: quando ha annunciato qualche pubblicazione, poi non ha sgarrato di un giorno. Ora si parla di documenti riguardanti le banche americane (forse una in particolare) e si parla di 2.700.000 mail (avete letto bene: duemilionisettecentomila). Immaginiamo che questo darà vita alla più feroce caccia all’uomo di tutti i tempi ed il mandato di cattura internazionale, che mette in moto l’Interpol, è già un segnale in questo senso: in fondo non ricordiamo precedenti di un mandato di cattura internazionale per un reato di violenza sessuale. Ma immaginiamo che anche Assange abbia preso le sue precauzioni. Peraltro, non è affatto sicuro che anche una  eventuale cattura  del fondatore di Wikileaks scongiurerebbe la pubblicazione. E’ lecito aspettarsi anche un serrato bombardamento informatico sul sito,  che sarà tenuto costantemente sotto attacco, ma se non ci sono riusciti a bloccarlo sinora, significa che la tecnica di mutare continuamente server funziona (o magari ci saranno anche altri trucchi più sofisticati). In ogni caso, la possibilità che i testi alla fine vengano fuori, ha ottime probabilità di concretizzarsi. E la cosa promette di avere effetti molto più devastanti delle precedenti uscite.

Forse sbagliamo, ma molti segnali avvertono su un terremoto in arrivo.
Nei pezzi precedenti abbiamo sostenuto che, con ogni probabilità, siamo in presenza di una delle più vaste e sofisticate operazioni di  intelligence che siano mai state attuate. E’possibile che Assange ed i suoi amici siano davvero quello che dicono di essere e, cioè, un gruppo di giornalisti free lance che intende pubblicare senza censura; questo però non impedirebbe che, attraverso un’azione intossicativa, essi possano essere i veicoli, più o meno coscienti, di una operazione di guerra informativa. Ed è esattamente quello che pensiamo.

Allora poniamoci il problema della possibile, provenienza del colpo.
I sospetti principali sono quattro:
a- una manovra interna ai servizi americani in funzione anti Obama;
b- i servizi segreti cinesi;
c- i servizi israeliani;
d- i servizi russi;

La prima ipotesi è quella privilegiata, in considerazione del rischio di una fuga di notizie dall’interno; ed è ancora in buona posizione, ma perde terreno in riferimento alla pubblicazione di documenti compromettenti per le banche: non si capisce bene quale utilità possa venire a qualche frazione dei servizi americani da un terremoto bancario (ovviamente, sempre che i documenti vengano fuori e non siano acqua fresca).

Passiamo, dunque, alle piste esterne, iniziando dall’ipotesi meno forte: i russi. Il Fsb, che ha raccolto l’eredità del Kgb, è un servizio segreto di primo ordine e sicuramente in grado di effettuare una operazione di questa complessità. D’altra parte Putin ne esce molto bene dai report (l’accusa di Mafia non è di quelle che possano fare chissà che effetto ad uno come lui) e, semmai, chi ne esce fracassato è Medvedev che viene fuori come un personaggio inconsistente ed assolutamente non in grado di reggere il confronto con il suo rivale. Per la verità, la Russia avrebbe anche interesse a destabilizzare gli Usa sia da un punto di vista economico che politico-militare (si vedano le polemiche sulla questione dello scudo missilistico). Però i russi non sono i maggiori interessati all’operazione che, per altri versi, presenta molti rischi. E’ una ipotesi da tenere in considerazione, ma con molti dubbi in proposito.

Più consistente è la pista israeliana: come già si è detto in queste pagine, i report più esplosivi sono quelli mediorientali e il loro effetto è quello di spingere verso la guerra con l’Iran, l’obbiettivo strategico prioritario di Israele in questa fase. D’altro canto, considerando la prossimità dei servizi israeliani a quelli americani, questo potrebbe anche prestarsi ad una convergenza di interessi, anche perchè Obama non ha mai suscitato particolari entusiasmi in Israele. Sin qui va bene, ma le banche che c’entrano? Anzi, se questa bordata producesse effettivamente effetti di largo raggio questo sarebbe in contraddizione con gli interessi israeliani: degli Usa impantanati nel Vietnam bancario sono anche assai meno disponibili ad imbarcarsi in una guerra come quella con l’Iran. Senza contare i ben noti legami fra Wall Street e Tel Aviv che rendono poco probabile uno scherzo del genere. Dunque, anche qui, teniamo presente, ma con beneficio di inventario e vediamo cosa c’è sulle banche.

E veniamo all’indiziato più consistente: la Cina. Come si sa, fra i fondatori di Wikileaks c’era un consistente gruppo di dissidenti cinesi (e, per la verità, il sito si è molto speso nelle denunce alle violazioni dei diritti umani in Cina). E’ probabilissimo che i dissidenti siano realmente tali, ma cosa impedisce che fra loro ci sia un infiltrato? Peraltro è normale che un sito del genere abbia attirato le attenzioni di Pechino che, ad un certo punto, possa aver deciso di servirsene.

Ma il nocciolo della questione è un altro: la Cina è sicuramente oggi l’attore più interessato a destabilizzare economicamente gli Usa nel quadro della guerra valutaria in pieno corso. A Pechino compaiono libri sulla “cospirazione della Goldman Sachs” e i segnali di nervosismo verso gli Usa si infittiscono, in particolare dopo la assegnazione del Nobel a Liu Xiaobo.
Molto dipende dalla carica effettiva che verrà fuori a gennaio sulle banche: se si tratterà di una bordata a salve, allora si sarà trattato di un diversivo e riprenderanno quota la pista interna e quella che porta a Tel Aviv, se, invece, dovesse trattarsi di una scarica di quelle da mettere a terra un gigante di Wall Street, magari proprio la Goldman Sachs, scatenando una corsa agli sportelli da far impallidire la crisi di due anni fa, allora la pista che porta a Pechino registrerà una impennata.

Ma se così fosse, dovremmo aspettarci una intensificazione dello scontro senza precedenti e forse entreremmo in una fase decisamente calda della guerra fra l’aquila americana ed il drago cinese.
Di che essere preoccupati. Molto preoccupati.

Aldo Giannuli, 5 dicembre ’10

aldo giannuli, assange, crisi economica, debito americano, goldman sachs, intelligence, kgb, medvedev, putin, ricercato numero 1 al mondo, servizi segreti americani, servizi segreti cinesi, servizi segreti israeliani, servizi segreti russi, terremoto diplomatico, wikileaks


Aldo Giannuli

Storico, è il promotore di questo, che da blog, tenta di diventare sito. Seguitemi su Twitter o su Facebook.

Comments (10)

  • Scusate se il mio commento riguarda l’Italia:
    Certo che l’operazione di “dismissione” di Berlusconi gli è riuscita proprio bene. Nel giro di un anno lo hanno cancellato per sempre dalla politica italiana, e cigliegina sulla torta, legandolo come immagine a Putin; mentre è chiaro che la storia di Berlusconi parla di ben altre amicizie.

  • Per quello che conta, sono d’accordo con il ragionamento.

    Osservo che l’ipotesi dell’infiltrato cinese (avanzata anche da altri commentatori) e’ la piu’ semplice e da sola fa quadrare il cerchio, sanando tutte le contraddizioni.

    La controprova dovrebbe essere dunque l’eventuale pubblicazione della documentazione bancaria (alcuni giornali parlano di Bank of America).

    Ringrazio il prof. Giannuli per la conversazione, davvero molto utile.

  • Scusate, volevo contestare solo una cosa. L’accusa di mafia a Putin: voglio dire se questo non è metterlo in cattiva luce, non so cosa possa farlo. Cosa dovrebbe saltar fuori per far dire che dietro wikileaks non ci sono i servizi russi? Che Putin è l’anticristo? Non so…

    Se ci fossero i servizi russi avrebbero sì detto qualcosa contro lo zar (per depistare), ma meno pesante, poi hanno fatto saltar fuori anche gli affari con gazprom e Berlusconi, perciò per me è difficile pensare che ci sia Putin dietro questa storia. IMHO ovviamente.

  • La storia di UN INFILTRATO cinese tra i dissidenti è abbastanza degna di un film con van damme.Rimane aperta la strada del mossad,che vuol lanciare segnali precisi all’america magari in occasione della guerra contro l’iran.
    Perchè la Cina dovrebbe far circolare informazioni di pessimo gusto e pesanti contro partner quali la russia?No,mi sa che il vecchio caro Mossad e parte della cia-magari esercito americano han molta voce in capitolo.Hanno buttato giù due torri con la mascherata di al qaueda,che ci vuol a far 4 copia incolla stile giggi il troione,perchè siamo a quei livelli e le notizie sulle banche saranno :ci son dei lestofanti tra i loro direttori,tengono per le palle i paesi poveri e cosi via…Ah,no magara mi spiegheranno sto cavolo de signoraggio!Anvedi!

  • non credo sia stata Israele…

    09TELAVIV1098, ISRAEL, A PROMISED LAND FOR ORGANISED CRIME?
    http://213.251.145.96/cable/2009/05/09TELAVIV1098.html

    senza contare che non è l’unico dispaccio in cui Israele fa una pessima figura. sto passando quasi tutto il mio tempo libero a leggere i leaks e la figura che ne emerge è quella di uno stato che non rende autonoma la diplomazia usa. siamo sicuri che, sul medio-lungo termine, questo non si riveli controproducente non solo negli stati uniti ma anche nel resto del mondo?

    p.s una delle notizie più interessanti è riportata da Al Jazeera http://english.aljazeera.net/news/middleeast/2010/12/20101246144971381.html

    p.p.s. il nuovo link per il cablegate è http://213.251.145.96/cablegate.html

  • 1) Luttwak sul Messaggero di domenica 05.12.2010 dice che non c’e’ regia:
    http://www.difesa.it/Sala+Stampa/Rassegna+stampa+On-Line/PdfNavigator.htm?DateFrom=05-12-2010&pdfIndex=65

    2) Su Repubblica (domenica 05.12.2010) alla pagina dell’articolo di Franceschini, corrispondente da Londra, si fa l’elenco degli ostacoli frapposti dai vari governi (incluso quello cinese) per bloccare il sito o il collegamento al sito.

    3) Leggo su Dagospia (http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-20821.htm) un’intervista di Francesca Pierantozzi (Il Messaggero) al filosofo Paul Virilio che dice che e’ una manovra USA: “Dietro questa banalizzazione di documenti segreti c’è in realtà il tentativo di verificare il potere di condizionamento delle informazioni, potere particolarmente delicato in questo periodo molto instabile dal punto di vista della geopolitica mondiale…Quello che accade in questi giorni è in realtà parte della rivoluzione degli affari militari intrapresa una quindicina di anni fa in America…. l’America non è la vittima delle cosiddette rivelazioni di Wikileaks, ne è semplicemente la fonte.”

    4) I film di Van Damme non sono male.

  • forse occorre specificare che la fonte dei cablogrammi è un analista dell’esercito americano che ha avuto accesso con una password a disposizione di tre milioni di lavoratori dei dipartimenti di stato

    uno su tre milioni ha avuto la bella idea di passare tutto a wikileaks come forse avrei fatto pure io al suo posto e senza nemmeno chiedere di essere pagato

  • Se mettiamo in risalto uno degli aspetti del pensiero militare moderno, cioè il fattore economico, la Cina non avrebbe interesse a favorire la diffusione di questi dispacci, se poi riguradano le banche USA ancora meno. Destabilizzare gli USA infatti porterebbe ad una svalutazione della moneta americana e quindi a una rivalutazione dello yuan che metterebbe in difficoltà le esportazioni cinesi; non solo, la minore credibilità della moneta americana e quindi una sua svalutazione causerebbe la svalutazione dei debiti americani e quindi dei crediti cinesi e giapponesi: sappiamo che Cina e Giappone hanno investito miliardi di dollari sul debito americano. In Italia, con le svalutazioni competitive degli anni ’70 e ’80, facevamo proprio queste cose, a danno di francesi e soprattutto tedeschi che come sappiamo hanno voluto fortemente l’euro per imbrigliare, anche ma non solo, nazioni sleali come la nostra. Dunque, se analizziamo uno degli aspetti in gioco, vale a dire quello economico-monetario, la Cina da WikiLeaks ha solo danni mentre gli USA solo vantaggi!

  • perchè non supporre che siano più servizi segreti in guerra tra loro a cercar di “sfruttare” wikileaks?!?
    Le fonti potrebebro essere diverse.. alcune anche “sane” (veri informatori che lo fanno per sani principi)…

    Sicuramente dovremmo aspettare un pò di tempo per poter analizzare bene cosa e chi può esserci dietro…
    ciao
    Fabio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.