Ucraina: la vera sostanza del conflitto.
La crisi ucraina rischia di precipitare da un momento all’altro, ma nessun parlamento nazionale della Ue ha fatto un’ampia discussione assembleare sul tema, i mass media europei non dedicano alla questione alcuno spazio straordinario (come l’eccezionalità del momento vorrebbe) e l’opinione pubblica europea considera la crisi ucraina come “altro da sé”, una guerra che riguarda altri e che non c’è pericolo che coinvolga anche l’Europa. C’è bisogno di reagire a questo assurdo torpore e di richiamare l’opinione pubblica europea alla consapevolezza della gravità del momento. Anche per questo ho firmato l’appello No Guerra No Nato.
Già dai primissimi dell’anno sono circolate voci per le quali, fra giugno e luglio, la crisi ucraina dovrebbe avere un brusco peggioramento. Le accuse di preparare un’offensiva devastante sono rimbalzate dai due lati della barricata e non sono mancati segnali come l’omicidio Nemtsov o la momentanea scomparsa di scena di Putin, subito riemerso per dire, con aria normalissima, che un anno prima aveva meditato di usare l’atomica in caso di attacco alla Crimea.
Poi le cose sono andate di male in peggio, salvo la visita a Mosca di Kerry l’11 maggio, che ha dischiuso per un attimo l’uscio alla speranza di un accordo.
Due giorni prima, iI 9 maggio, una grandiosa parata si è svolta sotto le mura rosse del Cremlino, per celebrare la vittoria sul nazismo, ma anche per lanciare un avviso all’occidente. Sul palco, a fianco di Putin c’era Xi Jinping ed altri importanti esponenti di paesi asiatici e latino americani; insieme ai russi, hanno sfilato reparti cinesi, indiani, venezuelani, cubani in pieno assetto di combattimento. Un segnale che va molto oltre la celebrazione dell’anniversario e che lascia intendere che Mosca non è isolata.
Nella stessa parata, sono sfilati i nuovi gioielli dell’arsenale moscovita, soprattutto i nuovi carri da combattimento della classe “Armata” (soprattutto il T-14 che è stato orgogliosamente presentato al pubblico internazionale in questa occasione). Carri a sagoma bassa (per ridurne la visibilità ed occultarli nei dislivelli di terreno a chi guardi dal terreno e non dall’alto) con particolari protezioni anti-mine di nuova concezione, che ne fanno dei mezzi ottimali nelle grandi pianure dell’Europa centro orientale, dall’Ucraina sino all’Ungheria e Polonia.
La sfilata ci dice che la Russia è tecnologicamente ben più avanti delle previsioni e che è tornata ad essere il più grande esercito di terra del continente. Il suo punto debole resta la posizione di svantaggio aerea e missilistica. Per cui ha limitato potenziale in attacco, ma è difficilmente battibile in difesa o su terreni immediatamente a ridosso dei propri confini.
In teoria, l’insieme degli eserciti dell’Europa occidentale (inglesi, tedeschi, francesi, spagnoli ed italiani, ma con l’aggiunta di polacchi, cechi, ungheresi, per non dire dei minori) sarebbe abbastanza di grado di reggere l’urto di una eventuale aggressione russa, ma l’Europa, come unità di insieme esiste solo quando è sotto il comando americano e neanche sempre. Presa a sé è solo uno spezzatino incapace di qualsiasi unità di azione: non basta una moneta per essere soggetto politico. E proprio nei confronti della Russia si manifesta con più chiarezza questa differenziazione che riflette il maggior o minore grado di interessi comuni con l’orso russo, che è massimo per gli italiani (come Putin ricorda nella sua intervista al Corriere) e tedeschi, abbastanza consistente per francesi, austriaci , baltici (ad eccezione degli svedesi) ed, invece è minimo per Inglesi, svedesi, olandesi.
A ben vedere è la fotografia della situazione di favorevoli e contrari ai gasdotti alternativi a quello che passa per l’Ucraina. Per il resto, la classe dirigente politica europea è solo un ammasso di invertebrati e servi vocazionali, pronti a fare la voce grossa solo quando lo comanda la “Voce del Padrone”.
Ed, in questo contesto, il Premio Nobel per la Pace, Barak Obama, riscopre le teorie politiche di Mackinder, per il quale il pericolo costante è che il gigante a cavallo fra Europa ed Asia arrivi ad esser dominante dall’Atlantico al mar del Giappone, diventando il controllore della massima porzione di risorse naturali, popolazione e territorio del Mondo, dopo di che non ci sarebbe modo di fermarne l’espansionismo. Per cui spetta al Giappone, da un lato, ed all’Inghilterra (oggi alla Ue) dall’altro, fare barriera all’espansionismo dell’orso russo, prima che sia troppo tardi. In questo schema c’è una variante, la presenza della Cina diventata potenza mondiale, ma due costanti: il tentativo di ridurre il policentrismo mondiale ad un formato sostanzialmente monopolare –più o meno imperfetto- e la concezione dell’Europa (e similmente del Giappone) come proprio semplice antemurale nella politica di contenimento.
In realtà, non pare che i russi abbiano voglia, forza e interesse di aggredire l’Europa. Anzi, l’interesse è quello di porsi al centro fra un’area di interscambio europea ed un’altra asiatica. Un quadro strategico che esige grande stabilità politico-militare e non certo avventure militari, per le quali la Russia non avrebbe la forza. E Putin, nell’ intervista concessa al Corriere della sera ( 6 Giugno 2015), lo dice senza troppi giri di parole: la Russia vuole creare una condizione di parità strategica con gli Usa (colmando il gap aero-missilistico) per creare un equilibro durevole, ma, nel frattempo, fa capire di essere perfettamente in grado di reggere lo scontro nella sua area di influenza ed, a maggior ragione, sul suo territorio. Fu più saggio il “destro” Bush in occasione della crisi georgiana di quanto non lo sia il “sinistro” Obama oggi. Certe sinistre riescono a far rimpiangere le destre.
Il punto è per gli americani è inaccettabile proprio l’idea di due aree di interscambio europea ed asiatica che tendano a diventare un unico bacino, che renderebbe marginale la rotta atlantica (a quel punto, a cosa servirebbe quel trattato di libero scambio Usa-Ue che stanno cercando di concludere?). Così come è insopportabile l’idea che si stabilisca un ordine mondiale che superi quello sostanzialmente monopolare attuale (Usa o al massimo Usa-Ue) e crei un equilibrio multipolare sul quale, insieme agli Usa, spiccherebbero Russia e Cina: diverrebbe praticamente impossibile difendere il dollaro come unica moneta di riferimento mondiale.
Questo è il quadro strategico, ma siccome non si può dire apertis verbis che le cose stanno così, occorre cercare di fare una vernice di rispettabilità ideologica, di qui la battaglia in difesa del diritto alla sicurezza ed all’indipendenza dell’Ucraina. Anche se poi non si capisce perché lo stesso diritto all’autodeterminazione non è riconosciuto ai russofoni del Donbass.
E così, in parallelo all’inasprirsi dei rapporti russo-americani, si è intensificata la campagna degli ucraini contro i piani di aggressione di Mosca (veri o più probabilmente presunti).
Subito dopo la lunga intervista concessa in esclusiva da Putin, è apparso sullo stesso Corriere della Sera un lungo servizio dalla Germania titolato “L’ipotesi Usa: missili in Europa per contrastare la minaccia russa” sottotitolo “La risposta al test del Cremlino con vettori a medio raggio.”
E’ possibile, auspicabile e ci sono buone speranze che anche questa volta eviteremo lo scontro frontale soprattutto perché non lo vogliono né i russi né gli americani, anche se è vero che i libri di storia sono pieni di guerre che non voleva nessuno e che sono scoppiate lo stesso.
E’ probabile che lo scontro non ci sarà, ma noi sembra che ce ne sia abbastanza per preoccuparsi. E la cosa più preoccupante è l’inconsapevolezza degli europei della gravità della situazione.
Aldo Giannuli
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andrea z.
La politica russa mi sembra assolutamente difensivista; diciamo che nell’establishment americano si sta facendo strada l’ossessione di un’unione economico commerciale dell’Eurasia basata sui tre pilastri: Germania, Russia, Cina che ridurrebbe l’importanza degli USA.
Da quello che ho letto le linee di difesa russe sono superiori sia in mare che in terra, sia dal punto di vista convenzionale che nucleare.
La Russia deve solo guadagnare tempo fino a che non avrà protetto il proprio spazio aereo con il completamento del suo sistema difensivo S-500 in grado di neutralizzare i missili balistici intercontinentali, gli stealth e i cruise americani.
Resta il dubbio che a noi europei convenga escluderci da un sistema eurasiatico integrato per seguire gli interessi della superpotenza americana.
Gabe
“si è intensificata la campagna degli ucraini contro i piani di aggressione di Mosca (veri o più probabilmente presunti)”
Devo correggerla, professore. I ‘piani di aggressione’ di Mosca non soltanto sono ‘veri’, e ormai vecchi almeno di 10-12 anni, ma sono già in atto perlomeno a partire dall’annessione della Crimea. Che la strategia, le armi e le truppe russe (ancorché prive di insegne), siano massicciamente presenti entro il territorio ucraino, ed anzi del fronte ‘filorusso’ siano la parte più essenziale e cospicua, è semplicemente un fatto. Le consiglio di osservare questo video, in cui l’ex consigliere economico di Putin Andrei Illarionov mostra l’evoluzione del piano di aggressione putiniano
-> https://www.youtube.com/watch?v=74vVyCorxiE
E di consultare questo breve report, in cui si mostra l’effettiva attivazione ed attività di questo piano -> https://dl.dropboxusercontent.com/content_link/3YxRVMBEIhQHyUAoc3us4wWRwXVlzDYcs6vt4Qh4a1SbpM3e7b05hvHzVtwsRDVE
Si sottointende che sono entrambi in inglese, e che perciò una buona conoscenza dell’inglese è richiesta per visionarli, ma dubito che per lei ciò possa rappresentare un problema.
Gabe
Aggiungo una cosa. L’ovvio sottointeso al mio intervento non è di fomentare l’opinione infantilistica di chi vorrebbe dipingere l’uno (USA+NATO) o l’altro (Russia) schieramento come il diavolo in persona, ma semplicemente di sottolineare il FATTO che la Russia non è affatto un attore passivo nello scenario ucraino, ma è semmai l’attore più attivo di tutti (attualmente in Ucraina i cosiddetti ‘filorussi’ dispongono di più mezzi corazzati di Germania, Francia e Italia sommate!) – e senz’altro più attivo degli americani (che, finora, più di qualche addestratore in visita ufficiosa in Ucraina non hanno) -, e che disconoscerne l’attività e le mire geopolitiche significa semplicemente essere incapaci di capire la situazione. Ma anche, di conseguenza, di esprimere programmi. Perché se i russi sono poveri agnelli sacrificali alla mercé degli americani, come molti credono erroneamente, allora l’uscita dall’Alleanza atlantica potrebbe davvero sembrare una prospettiva percorribile. Ma la realtà è assai distante da essere tale, e le prove di forze di cui Putin si mostra gaudente esibitore (violazione spazi aerei dei confinanti, voli intimidatori in prossimità delle navi americane, etc.) lo mostrano con dovizia. Preso atto di esse, proporre un’uscita dalla NATO è perlomeno miope, e intendo proprio in senso politico, non nel senso moralistico che già Machiavelli aveva capito esser fuori posto, ma che negli ambienti dell’antiamericanismo pregiudiziale va ancora tanto di moda.
Gabe
Da ultimo, noto che il link al Report non è funzionante, quindi le porto all’attenzione la pagina da cui esso è scaricabile: http://www.atlanticcouncil.org/publications/reports/hiding-in-plain-sight-putin-s-war-in-ukraine-and-boris-nemtsov-s-putin-war
ranieri
Grazie, è veramente utile apprendere degli scoop di questo tipo proprio dalla fonte della propaganda Nato che ci vorrebbe far credere determinate cose. Ora che ho letto queste cose posso dirmi sicuro di conoscere la verità.
Pierluigi
Caro Aldo,
è un vero piacere poter leggere analisi così puntuali e lucide.
giandavide
mah, se il prof giannuli pensa che i problemi del mondo li deve risolvere il pres degli usa, siamo a un livello di americanismo latente notevole. che obama lavori in primis per gli interessi degli usa, e non di quelli europei, non dovrebbe essere una novità.
invece gli interessi europei vengono gestiti da hollande e merkel, un pò come tutto il resto, coltivando le relazioni bilaterali che i due stati europei hanno con le due superpotenze, ma fregandosene altamente degli altri stati. ai due capi di stato di cui sopra va benissimo che l’europa non abbia una poszione comune, in modo da non perdere la priorità acquisita nelle trattative.
di fornte a questo vuoto pneumatico, direi che obama è il problema minore.
poi rimane il nodo dell’economia russa: uno stato che concede interessi così generosi, anche a costo di finire il 2015 con un passivo di bilancio pauroso, secondo me ha qualcosa in mente. una guerra, d’altra parte, può essere un modo efficace per risolvere alcuni problemi debitori.
anche per questo la strada delle sanzioni è insensata: il problema si può risolvere solo per via diplomatica. e, nonostante putin sia pericoloso, bisogna sedersi davanti a un tavolo e trovare con lui la via d’uscita più conveneiente per tutti.
Aldo Giannuli
scusa ma dove ho scritto le fesserie che mi attribuisci?
giandavide
è stato applicato il paramentro della saggezza per parlare di un presidente usa: mi sembra un presupposto sufficiente per una cattiva analisi politica
andrea
In base a una relazione del presidente dell’associazione canadese per le Nazioni Unite Jules Dufour le basi americane nel mondo, tra terrestri, aereee, navali e di intelligence sono circa 800.
Queste basi sono ripartite su una griglia di comando divisa in 5 unità spaziali e 4 speciali, ciascuna sotto la guida di un generale.
La superficie terrestre è quindi considerata dal pentagono come un vasto campo di battaglia sorvegliato costantemente a partire da queste basi.
Inutile dire che la Russia è circondata a poche miglia dal confine da numerose basi, che la stringono in una morsa minacciosa.
Cosa direbbero gli USA se i loro confini fossero circondati da basi russe?
Ma di cosa stiamo parlando?
La Russia non sarà una mammoletta, ma dire che sta attuando politiche aggressive è assurdo.
Edoardo
Caro Professore,
tralasciando il “trolleraggio” (termine volutamente orribile) del commentatore Gabe, mi permetto di osservare quanto, a mio avviso, la sua analisi mi appaia sin troppo equidistante. Come appunto dice perfettamente Putin nell’ intervista al Corriere, andiamo a vedere quante basi russe e americane ci sono sparse per il pianeta, e poi domandiamoci chi davvero ha intenzioni bellicose/imperialiste. E ancora, diceva qualcun altro, cosa farebbe il presidente USA se, in una Ferguson o Baltimora qualsiasi, infiltrati addestrati e armati dalla Russia fomentassero riots per le strade??
Gli USA vedono il pianeta sfilarglisi tra le dita, e danno pericolosissimi colpi di coda da bestia ferita e arrabbiata. In quest’ottica, le rivolgo una domanda…cos’e’ il meno peggio per le prossime presidenziali? La Clinton o l’ ennesimo Bush? E’ ancora valida secondo lei la lettura secondo la quale…’meglio i repubblicani isolazionsti piuttosto che i democratici che invadono il pianeta con la scusa dei diritti umani’ ??
La ringrazio per l’attenzione, cari saluti
edoardo
marcot
Buongiorno Prof. Giannuli,
“ci sono buone speranze che anche questa volta eviteremo lo scontro frontale soprattutto perché non lo vogliono né i russi né gli americani”
vorrei condividere il Suo ottimismo, ma non ci riesco. La seconda guerra fredda è molto più pericolosa della prima. Il dispiegamento delle truppe Nato è a ridosso dei confini russi: questa situazione 40 anni fa non esisteva. Il pericolo non è rappresentato dalla volontà di una delle due superpotenze di assalire l’altra, ma dagli alleati minori degli USA: durante la seconda guerra di Ossezia del 2008 il governo della Lituania richiese l’intervento della Nato contro la Russia (sic!). Se uno dei paesi baltici dovesse provocare un incidente di frontiera – e hanno tutto l’interesse a farlo – gli Americani non potrebbero ammettere di essere alleati con degli imbecilli e lasciarli al loro destino. A quel punto, la deriva verso una guerra termonucleare sarebbe questione di giorni o al massimo settimane.
Se la recente notizia di un forte dispiegamento di forze armate statunitensi vicino ai confini della Federazione Russa dovesse concretizzarsi, le possibilità di evitare la tragedia diverrebbero minime.
Saluti,
Marco
Francesco
Gentile professore,
Condivido in buona parte l’analisi, credo però che non siano stati considerati alcuni punti e su qualche altro non sono d’accordo.
Penso che l’ipotesi di invasione europea della Russia sia solo fantascienza di natura hollywoodiana, purtroppo alimentata da una campagna stampa criminale al cui confronto quelle interventiste del’14 fanno ridere. Questo a prescindere dall’intervista di Putin al Corriere, dove ho letto cose perlopiù ovvie, ma ormai l’ovvio è merce rara su certe pagine. In effetti su quasi tutte le pagine.
Credo che nella delicatissima questione ucraina e nell’incendio spaventoso che ne può divampare si siano sottovalutati due aspetti: quello, citato ma non preso troppo sul serio, di una possibile escalation nucleare, soprattutto in questi giorni in cui dagli USA giungono strane voci su un possibile “first strike”, e quello dell’eventuale coinvolgimento diretto della Cina nella vicenda, che ovviamente sposterebbe non di poco gli equilibri. Non che i cinesi siano per un aiuto umanitario nei confronti dei russi, ma sanno benissimo che i prossimi sarebbero loro. E infatti già si parla anche da parte cinese di un possibile confronto militare con gli USA, anche se legato a vicende dall’altra parte del mondo.
Non sono d’accordo sul fatto che la guerra gli Stati Uniti non la vogliano, mi pare che ogni loro mossa vada inequivocabilmente in quella direzione, i motivi non sarebbero certo oscuri: economici da una parte (chi segue con attenzione i dati economici americani sa che sono molto, ma molto peggiori di quanto vogliano farci credere), strategici dall’altra, mancano pochi anni al fatidico momento in cui un’eventuale alleanza sino-russa potrà competere quantitativamente alla pari con la NATO. Dal punto di vista qualitativo la parità c’è già, ne abbiamo avuto alcuni esempi in recenti incidenti poco pubblicizzati in occidente ma che devono aver allarmato certi alti papaveri.
Il fatto che Kerry sia volato a Sochi dopo aver detto per due anni peste e corna di Putin mi sembra più legato a quest’ultima riflessione che ad una genuina voglia di pace da parte americana (l’ultimo G7 docet). E il fatto che subito dopo abbia avuto uno strano incidente e non si sia più visto in giro sembra una coincidenza troppo strana per non pensare che ci sia sotto dell’altro.
Per quanto riguarda i piani di aggressione russa all’ucraina, che sicuramente sulla carta esistono (niente di strano, sulla carta probabilmente esistono piani di aggressione di ogni nazione con un esercito consistente verso ogni altra), penso che una loro messa in atto dipenda esclusivamente dalla questione della Transnistria e del contingente russo là dislocato.
Quella piccola striscia di territorio di cui pochi hanno mai sentito parlare potrebbe essere la miccia per una detonazione spaventosa, e la recente nomina di un criminale latitante georgiano, l’ex presidente Sakashvili, a governatore della confinante regione ucraina di Odessa, uno che pochi anni fece una guerra ai russi (e la perse in poche ore), ha un sapore tra il grottesco e l’assurdo. Proprio come le politiche europee di questi tempi: non dimentichiamoci in fondo che da tutto ciò che sta accadendo quelli che hanno più da perdere, e più hanno già perso, sono proprio i popoli dell’Europa. Altro strano parallelo con la situazione del ’14…
davidem
Professore, ammetto di avere le idee ancora un po’ confuse e le mie poche opinioni sono discutibilmente dimostrabili, comunque, per quello che valgono…
1. I repubblicani fanno le guerre e poi lasciano ad un paio di amministrazioni democratiche il compito di riparare, far dimenticare, dedicarsi un po’ all’economia, giocare il gioco del “regime change” in qualche piccolo paese non amico ma senza esagerare. In attesa del nuovo ciclo bellico repubblicano. Esempi recenti: iraq1 con Bush padre, Clinton e Serbia, Bushfiglio in Afghanistan e Iraq2, Obama e Libia. Ma prima potremmo tornare a Nixon e Carter e via dicendo. Non è un teorema, chiamiamola una ricorrenza.
2. Nella prospettiva del punto 1 a me la crisi ucraina sembra più un riuscito “regime change” con la possibilità di vendere un po’ di missili all’europa (si badi: non all’ucraina, all’europa…) in un periodo di recessione e di rescissione di molti contratti bellici, non solo con l’Italia.
3. a furia di vedere mccain coi suoi amichetti ucraini mi ero fatto all’epoca l’idea che i repubblicani tirassero la corda per spingere obama a dare supporto attivo a kiev ini chiave antirussa. Mi chiedo quali piani abbia il possibile (dio, se esiste, ce ne scampi) futuro presidente Jeb, vecchio firmatario e membro del Project for a New American Century, il think tank della supremazia militare americana da cui nacque la prima amministrazione Bushfiglio.
4. so che è un tema anche a lei caro… e se fosse anche (ma non solo) una manovra per far fallire SOuthstream e in generale le vie energetiche tra est e ovest (punto forte nella discussione con i giornalisti del corriere nell’intervista di putin)?
5. non condivido il suo punto sulla georgia (2008?) quella fu una provocazione maldestra preparata attraverso esercitazioni nato congiunte in modo da testare la reazione russa. cosa dire poi della Siria, tentata e fallita?
insomma, ho l’impressione che i fattori siano molteplici, non tutti perfettamente noti, né riassumibili col semplice confronto frontale nato-russia.
Non dimentichiamoci del Team B durante la guerra fredda: un gruppo politico militare (di cui facevano parte anche cheney e rumsfeld giovani) che giocava a sovrastimare la potenza missilistica sovietica allo scopo di far tirare fuori più soldini al pentagono per comprare giocattoli dai soliti amici.
mirko g. s.
Ho firmato anche io la petizione. Questo tipo di iniziative a cosa serve tuttAvia?
Ucraina centro
Si. Purtroppo mio paese e sotto killer economici. Si e investito nel idea autostermigna del nazismo anni 30. Chi non e d’accordo e un separatista. . Nascita ukroISIS, kiborghi, ukri. Formula vecchia e facile: investire nel ignoranza.
Canale you tube Crisi ucraina 2014 https://www.youtube.com/channel/UCKI9-f_clqmBt_4vGTs8kmw. Grazie del analisi.
Auguriamoci di difendere dignità del’essere umano!
Massimo Vecchia
Molto interessante e pienamente condivisibile , se poi si aggiunge a questo contesto la parte meno razionale che riguarda il ripresentarsi di un nemico da “Occidente” e il susseguente risveglio di paure ataviche ..il piatto è servito . Altra domanda che mi pongo , non siamo in grado di affrontare situazioni che richiedono interventi armati meno complessi meno costosi economicamente e politicamente e con perdite umane relativamente basse ( scusate il cinismo e chiedo scusa ai feriti e ai familiari dei caduti ) ma le 100 – 200 persone che hanno subito danni in anni di medio oriente le si avrebbero forse in una settimana o meno in un confronto anche solo convenzionale con la Russia . Per quale motivo poi ? Per indebolire la Russia nel suo espansionismo geopolitico euroasiatico e tenerci quello USA ? Sarei d’accordo se eliminassimo tutti e due ma per impedire uno potenziale e tenerci uno certo non credo che ci sia da discutere .
benito
prof. Giannuli,
ma da che cosa deduce che “ci sono buone speranze che anche questa volta eviteremo lo scontro frontale soprattutto perché non lo vogliono né i russi né gli americani” ? Spero ardentemente di sbagliarmi e che lei abbia ragione, ma i fatti sembrano dire un altra cosa:
primo- si e’ persa la paura dell’olocausto nucleare
secondo- gli USA come ratificato dal congresso stanno inviando in Ucraina armi letali e i reparti americani non sono piu sotto copertura, con la partecipazione paesi NATO tra cui Italia (battaglione S.Marco e nuove basi di missili puntati sulla Russia). E non si dispiegano tante forze se non c’e’ un intenzione bellica perche’ simili dispiegamenti costano.
terzo- come lei dice gli USA si sentono minacciati da un’alleanza economica Europa-Russia che farebbe crollare il dollaro e far tramontare l’egemonia americana.
il seguente video la dice lunga sulla reale situazione e le reali intenzioni:
http://www.youtube.com/watch?v=aYgmhO9QJFc
Aldo Giannuli
forse la mia è solo una speranza
andrea
professore,mi chiedo in che modo e in che misura la russia possa usare il suo softpower per adempiere alle proprie politiche e ai propri progetti,senza per forza ricorrere alla pesante retorica delle armi,visto che al momento i principali problemi “territoriali come cecenia,georgia e ucraina li ha risolti così.inoltre non escludo che questa situazione per l’europa non sia un vantaggio,rimettendola al centro degli interessi americani ,e usando gli stessi americani come scusante ad alcune incertezze tutte europee.
Aldo Giannuli
ad occhio direi che non è più tempo di softpower
andrea
idrocarburi a parte la russia di softpower non ne ha ,il che significa che si vuole arrivare ad uno stallo,anche perchè io non credo che nessuna farà mai il first strike,e questo dispiegare di armi (che per altro già dal 2007 con la messa in servizio dei voli permamente strategici con carico nucleare voluti da putin) per me non è altro che propaganda atta a rendere la russia un interlocutore internazionale,cosa che senza minacciare militarmente non sarebbe ingrado di essere.
benito
nell’autunno di tre anni fa’ i telegiornali russi dettero la notizia che la Russia aveva piazzato dei missili nell’enclave di Kaliningrad in risposta al piazzamento di missili nato nell’est Europa (italia compresa). Nei media nostrani questa importante notizia e’ stata quasi ignorata. Gli aerei russi in volo permanente con carico nucleare sono la risposta allo scudo stellare USA. Nella rivolta euromaidan che a lungo e’ stata fatta passare in occidente come una rivolta pacifica, c’erano rivoltosi inquadrati militarmente che sparavano a comando contro la polizia e lanciavano bombe incendiarie. A causa della disinformazione in occidente molti credono che Putin abbia delle mire aggressive, in realta’ sta’ cercando di arginare lo strapotere americano che vorrebbe ridurre a servi i suoi interlocutori come servi sono gli squallidi governanti europei.
andrea
le mire espansionistiche americani e russi le hanno sempre avute entrambi,inutile raccontare versioni che vedono solo la nato a fare da provocatore verso la russia,semplicemente la nato ha cercato di sfruttare quello che reputava una vantaggio geopolitico per dimensionare le mire espansionistiche insite nelle politiche russe,non è un caso che siano proprio quei paesi ex sovietici a correre sotto l’ombrello nato,per diffidenza nei confronti della russia,valutazione non diverse da quelle che esprimeva berlinguer quando era segretario del più grande partito comunista d’occidente.Io in questa disciplanata guerra geopolitica non patteggio ne per gli uni ne per gli altri,ma cerco,di capire semplicemente quale sarebbe la migliore condizione possibile per l’europa,ovviamente consapevole che noi siamo protetti dal patto atlantico e che quella al momento è la posizione del nostro paese.
benito
Andrea ha scritto: “le mire espansionistiche americani e russi le hanno sempre avute entrambi:”
sara’ ma in questo momento chi minaccia la pace mondiale non sono i russi. Dovresti vederti questo video fino alla fine e poi casomai ne riparliamo, e bada bene che non e’ un video di propaganda russa, perche’ chi parla e’ un americano filogovernativo:
http://www.youtube.com/results?search_query=ptv+come+gli+americani+preparano+la+guerra
In quanto agli interessi dell’Europa, sarebbe meglio aprire gli occhi perche’ c’e il rischio che questi governanti servi degli americani calandosi le braghe ci portino ad una guerra nella quale abbiamo tutto da rimetterci e niente da guadagnare.
E insisto a dirti di guardare il filmato perche’ spiega molte cose
andrea
grazie per il video,questa persona non fa altro che rafforzare quel che penso e quel che ho scritto qui sopra.
Francesco
“…consapevole che noi siamo protetti dal patto atlantico e che quella al momento è la posizione del nostro paese.”
Mi sembra una bella protezione ospitare ordigni nucleari americani sul nostro territorio, cosa che ci rende automaticamente bersagli per i topol russi. Sicuramente i nostri cari alleati d’oltreoceano ci avranno incluso nel loro scudo antimissile (ammesso che possa avere qualche efficacia).
O forse se ne fregano altamente?
Siamo proprio in una botte di ferro.
benito
allora ne devo dedurre che non c’e’ peggior sordo di chi non vuol sentire
andrea
ciao benito,evvidentemente il discorso che pone il signore nel video,è interpretabile in base ai propri background culturali etc.
lui a mio avviso non fa altro che sintetizzare ulterioremente concetti dipersè elementari e ben chiare a chi segue un minimo di geopolitica,o per chì segue e legge i libri del professor giannulli,aggiungo che le preoccupazioni che pone sull’asse mosca berlino ,dovrebbero essere preoccupazione condivisibili anche dagli altri partner europei,perchè un sodalizio troppo stretto tra quei due paesi e non tra un eruopa politicamente più avanzata dell’attuale ,renderebbe la germania egemone all’intenro del sistema europeo.
Francesco ciao ,devi sapere che le guerre atomiche si disciplinano attraverso alcune teorie tattiche da quando esiste un bilanciamento offensivo tra america e russia,la prima tattica prevede il first strike,tutte le altre teorie basate su attacchi tattici a basso kilotaggio,non sono prevedibili nei loro esiti.detto questo l’italia e l’europa si trovano ad ospitare basi nato proprio perchè non ha potuto ne voluto investire in adeguate risorse militari,delegando tutto agli americani,noi con quelle risorse abbiamo preferito creare un welfarestate avanzato e generoso,scelte politiche che fino a qualche anno fa portavano l’europa ad essere la comunità con il pil più alto del mondo.