Vendola, Di Pietro, Bersani, Grillo: cosa si muove a sinistra?
Sino ad un mese fa, la situazione della sinistra era sostanzialmente questa:
Ferrero stava attaccato alla giacca di Vendola elemosinando un accordo elettorale
ma Vendola (e con lui Di Pietro) non se ne dava per inteso, perché stava attaccato alla giacca di Bersani, sperando di consacrare l’intesa di Vasto
ma Bersani –insidiato dagli orrendi moderati che albergano nel suo partito- stava attaccato alla giacca di Casini per decidere se fare alleanza solo con lui o sia con lui che con Vendola e Di Pietro o, in mancanza, ripiegare sullo schema di Vasto
Casini, a sua volta, non sapeva bene cosa avrebbe fatto da grande –se il grande centro, se il piccolo alleato di destra o quello di sinistra- e stava attaccato alla giacca di Cordero di Montezemolo, a quella di Pisanu ed a quella di Formigoni.
I quali non sapevano se restare aggrappati alla giacca del Cavaliere o attaccarsi a quella di Monti.
Il Cavaliere cercava di riacchiappare la giacca di Bossi (che, per parte sua, aveva ben altre gatte da pelare) ed, alternativamente, faceva l’occhiolino a Casini che non sapeva dove buttarsi.
Insomma un bel trenino che non andava da nessuna parte, perché ciascuno aspettava cosa facesse l’altro. Il peggiore spettacolo che il teatrino della politica italiana abbia mai prodotto.
Poi è arrivata la bufera del 5 maggio: Lega sprofondata, Pdl disintegrato, Terzo polo ridotto a “Terza Bufala”, Pd che scricchiola, Idv e Sel che vanno sotto aspettative e due soli vincitori, Grillo e “il partito bianco”.
Ed il trenino è deragliato. A prendere per primi l’iniziativa a sinistra sono stati Vendola e Di Pietro che hanno posto a Bersani l’aut aut: dicci che vuoi fare e subito, altrimenti ce ne andiamo per la nostra strada. Il senso della mossa è evidente: i due non vogliono restare appesi sino all’ultimo a cosa farà Bersani che, magari, all’ultimo li scarica per fare blocco con Casini. Per di più, ora Sel ed Idv hanno un potere contrattuale molto maggiore di ieri: stando all’attuale sistema elettorale, senza di loro il Pd potrebbe avere qualche residua speranza di vincere solo alleandosi a Casini, ma la cosa non è affatto sicura. Invece, Vendola e Di Pietro potrebbero tanto presentarsi come blocco autonomo quanto (e questa per il Pd sarebbe una vera catastrofe) cercare una alleanza con Grillo. Di Pietro, che ha una base contigua ed un vecchio amorazzo con i grillini, potrebbe fare da tramite e portarsi dietro anche Vendola.
In questo caso il Pd sarebbe praticamente finito: già oggi alcuni sondaggi lo danno di un punto sotto ai 5 stelle, ma, anche senza azzardare tanto, un blocco Grillo-Di Pietro-Vendola sarebbe tranquillamente sopra al 20% , a quel punto, se gli attuali trend elettorali proseguissero, il Pd sarebbe sotto ed il discorso del “voto utile” gli si rovescerebbe contro, con il risultato di portarlo fra il 10 ed il 15%: una disfatta epocale.
Vedremo cosa dice Bersani che, intanto, è lì che pettina bambole.
E veniamo a Grillo, che gode di un momento molto favorevole ma che già ha qualche inciampo.
In primo luogo, il movimento 5 stelle, che ha avuto una affermazione non da poco, resta un movimento circoscritto essenzialmente a due regioni dove ha seguito a due cifre (Piemonte ed Emilia) e ad alcune in cui supera il 5-6% (Liguria, Veneto, Toscana), mentre arranca nel resto del Centro Italia, ha percentuali molto ridotte nel Sud e nelle isole. Ma soprattutto, non ha ancora messo radici solide in Lombardia: se a questa tornata elettorale ci sono stati centri lombardi come Garbagnate dove si è affermato, però l’anno scorso a Milano si fermò al 3%, ed a Como, in questa occasione, non è andato molto al di là. Quindi la Lombardia resta ancora un punto debole per il movimento, il che non è poco.
Per di più, M5s continua ad avere una struttura tutta per circoli informatici e molto poco per gruppi territoriali, quello che è un altro punto debole. Parlando dei Piraten o di movimenti similari torneremo sul tema, per ora ci limitiamo ad osservare che poi le liste amministrative si fanno in sede locale e che, oltre un certo limite, non è possibile controllarle dal centro. Ne consegue che il movimento è totalmente vulnerabile alle scorribande di qualsiasi gruppo di avventurieri che, con un pugno di voti controllati e quattro soldi, sbaraglierebbe qualsiasi gruppo di giovani collegati in rete. Non sempre si può avere un Pizzarotti che garantisce seguito elettorale locale e lealtà al movimento.
Ancora: il programma è ancora pieno di buchi: manca tutto il capitolo della politica estera ed in particolare di politica europea, la parte dedicata alle istituzioni si riduce solo a quel che riguarda il tema (pure cruciale) della questione morale, il programma economico ha rivendicazioni condivisibilissime (come l’abolizione delle stock options) ma altre di disarmante ingenuità, mentre manca una visione di insieme. Certo è un movimento giovane che ha bisogno di tempo, ma proprio questo è quello che manca: le elezioni sono molto vicine (meno di un anno, al massimo).
Dunque, anche se il M5s ha un avvenire assai promettente, ha le sue fragilità e non mancano le insidie. E’un po’ presto per intonare la marcia trionfale: il rischio di capitomboli c’è e non è piccolo. Ed a questo proposito, dobbiamo dire che l’uscita su chi deve essere il segretario comunale di Parma ci ha lasciati sbalorditi: ma ve lo vedete Bersani che dice a Fassino chi deve essere il segretario comunale di Torino o Di Pietro che dice a De Magistris chi deve essere quello di Napoli. Ma nemmeno Bossi (per quel che se ne sa) ha mai detto ai suoi sindaci che segretari comunali dovevano scegliersi. Insomma, facciamo un movimento all’insegna della democrazia di base, del superamento della forma partito, poi viene fuori il partito di “one man show”, vi pare serio? Ma, si dirà, il candidato bocciato da Grillo, Tavolazzi, era stato espulso dal movimento. A parte il fatto che quella di segretario generale del Comune non è una carica politica ma amministrativa e non è richiesta l’appartenenza allo stesso partito del sindaco, il richiamo peggiora le cose: Tavolazzi è stato espulso personalmente da Grillo al di fuori di qualsiasi prassi statutaria perché uno statuto non c’è, dunque, nel movimento si sta o se ne è esclusi solo sulla base delle decisioni personali del suo condottiero.
Capisco che Grillo –che ha ripetutamente detto di non volersi presentare alle elezioni- cerchi di porsi come garante del movimento dalle infiltrazioni e che cerchi di sostituire i tradizionali meccanismi partitici, ma, con ogni probabilità, è destinato ad ottenere risultati opposti a quelli che cerca di raggiungere. In primo luogo, è del tutto illusorio pensare che un solo uomo al centro possa essere un filtro efficace contro il rischio di infiltrazioni o degenerazioni del movimento. In secondo luogo, i meccanismi tradizionali dei partiti sono assolutamente sclerotizzati e da ripensare, ma se l’alternativa è l’iper centralizzazione di tutto nelle mani di un singolo uomo, tanto vale, teniamoci i vecchi sistemi che, comunque, sono un po’ più democratici: le leadership carismatiche non sono mai democratiche.
Peraltro, il problema, già avvertibile prima delle elezioni amministrative, sta esplodendo in questi giorni. E’ iniziata la corsa al carro vincente e si avverte chiaramente l’effetto “limatura di ferro”: quando si forma un magnete con sufficiente forza attrattiva, la limatura di ferro sparsa inizia ad aggregarsi e il blocco si ingrossa sempre più. Come le valanghe che più si ingrossano, trascinando a valle detriti, e più diventano irresistibili, allargando il fronte di discesa e trascinando sempre più pietrisco.
E non si tratta solo di gruppi locali più o meno genuini e più o meno di dilettanti, ma anche di gruppi strutturati con gruppi dirigenti sperimentati: già Pannella sta facendo una corte scatenata a Grillo, parlandone come del suo possibile erede (erede di cosa, poi, non si sa), ma anche De Magistris potrebbe pensare di essere la “porta di ingresso” al Sud per il M5s, i Verdi che, con Bonelli, stanno tentando una faticosissima risalita, hanno un gruzzoletto di voti da portare in dote e potrebbero far valere una certa affinità culturale ed ideologica. E poi, anche Vendola e Di Pietro, come abbiamo visto…
La scelta che si pone non è facile: chiudere le porte a tutti significherebbe un arroccamento settario che condannerebbe il movimento ad una precoce decadenza, ma aprirle indiscriminatamente a tutti farebbe correre il rischio di una implosione a causa del crescente caos politico programmatico. Come si vede, occorrono una serie di scelte molto delicate con un elevato rischio di sbagliare per eccesso o per difetto. E tutto è complicato dalla struttura troppo fluida del movimento che non può restare cosi a lungo. Se anche il M5stelle prendesse solo il 7-8% dei voti alle politiche (una percentuale molto bassa rispetto alle aspettative, che potrebbe provocare brutti effetti di delusione), questo significa che, pure con il sistema attuale, otterrebbe una cinquantina di parlamentari: troppi per un movimento cosi poco strutturato.
Decisamente, siamo in una situazione molto fluida, forse troppo.
Aldo Giannuli
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Andrea T
Ma ve lo immaginate cosa accadrebbe se, tra un anno, si confermassero alle urne gli equilibri che attualmente emergono dai sondaggi?
Dire che, per le oligarchie partitiche che attualmente siedono in parlamento (con quale legittimazione sostanziale?), e per i poteri forti che si appoggiano ad esse per garantire i loro interessi, sarebbe uno sviluppo traumatico forse è riduttivo…
Praticamente c’è la possibilità concreta che dimezzino la loro rappresentanza (complessivamente considerate, prendendo singolarmente i partiti c’è chi potrebbe fare addirittura molto peggio).
Forse cosi si può intuire meglio in quale stato di panico, in questo momento, è ragionevole ritenere che si trovino alcuni individui. Tra i quali svettano, ad esempio, Berlusconi, Dell’Utri, Confalonieri&Mediaset s.p.a, ma anche tanti altri banchieri, lobbisti, palazzinari, faccendieri, giornalisti (si fa per dire) legati a varie consorterie clerico-massonico-affaristico-pseudoaristocratiche che hanno l’horror vacui nel terreno su cui attualmente poggiano i loro piedi.
Andrea T
Peraltro, esattamente così come da me suggerito, su questo blog, qualche tempo fa, prendo atto con piacere del fatto che Di Pietro e Vendola abbiano messo Bersani con le spalle al muro adesso – SUBITO – assestando un colpo poderoso sulla frattura interna del PD e infiammando un clima in cui possano emergere le contraddizioni irrisolte in quell’aggregato politico (che è – anche se di questo passo rischia di perdere questo ruolo oggettivo – il vero grande “tappo” che può impedire la svolta progressista in italia)
Pur non osando, ovviamente, dare spazio all’assurda presunzione che Vendola e Di Pietro leggano i miei commenti, è ben possibile che la circolazione delle idee su internet favorisca un dibattito costruttivo per l’elaborazione delle decisioni strategiche nelle organizzazioni politiche.
Allora vorrei invitare gli amici della Federazione della Sinistra – approfittandone anche per rispolverare una polemica classica con il Prof. Giannuli – ad abbandonare “falce e martello”, uscire dai loro circoli chiusi e autoreferenziali, rimettere i piedi per terra e respirare un po di aria fresca per capire che, in Italia, prima di aspirare legittimamente al “comunismo”, forse bisognerebbe adoperarsi per superare il feudalesimo.
Questo è possibile solo con una sana stagione di governo socialdemocratico (che, che che se ne dica, in Italia non abbiamo mai visto) che possa liberare l’amministrazione dello Stato, la società, e persino la cultura, da tante incrostazioni premoderne che bloccano il progresso del nostro paese.
Forse per loro è arrivato il momento di realizzare che bisogna fare qualche passo indietro, riprendere contatto con la realtà, e “scongelare” i loro voti per metterli pragmaticamente a disposizone di un progetto che PUO’ vincere e governare.
Non ci sono limiti al possibile, qualcuno diceva, e pian piano si può arrivare ovunque: persino al comunismo. Un giorno. Ma bisogna riprendere tatto con la realtà politica e sociale del paese e mettere un passo avanti all’altro senza pretendere salti intergalattici impossibili.
Se anche questo commento servisse soltanto a far riflettere qualcuno per qualche secondo, non sarebbe stato vano.
pierluigi tarantini
Sostanziale identità di vedute con Andrea T.
Perchè non cercare pragmaticamente di uscire dal feudalesimo (decadente, aggiungerei) per dare all’Italia la condizione di paese un pò più giusto, senza mafiosi in parlamento, meno soffocato dall’oligarchia politica e nel quale la corruzione è un reato per il quale si finisce in carcere?
In estrema sintesi credo che i risultati delle amministrative abbiano sancito il fallimento del progetto neocentrista del PD.
Credo, in particolare, che i risultati di Napoli l’anno scorso e di Palermo quest’anno siano frutto del disgusto della società civile per la politica dalemiana fatta di tentativi di marginalizzare l’IDV creando un’asse (a sinistra) con il solo Vendola.
In attesa, ovviamente, di sancire un asse con l’UDC per sacrificare Vendola.
Il centrosinistra, a livello di elettorato, ha mostrato una maturità, oserei dire degli anticorpi, in grado di superare perfino le crisi di rigetto provocate dai maneggi dei soliti noti (vedi, per l’appunto, primarie di Napoli e Palermo).
Quanto a M5S è senz’altro soggetto politico più interessante di quei partitini i cui segretari credono di poter continuare a vivere di rendita su un’Idea che ha già permesso ad altri, prima di loro,di associare il cachemire, le terrazze romane e la ribalta televisiva al comunismo.
Chissà che M5S non possa fornire alla sinistra (intesa come elettorato) gli anticorpi necessari per debellare l’oligarchia politica ….
aldogiannuli
Caro Pierluigi,
non sono sospettabile di ostilità preconcetta verso i grillini per i quali esprimo una cauta simpatia, ma credo che non sia il caso di cadere in facili entiusiasmi. Vediamo che sanno fare.
xxx
da profano credo che il quadro che descrive sia un po’ troppo roseo per il partito di grillo. la situazione descritta nell’ultima paragrafo mi pare la più probabile. lo sviluppo iniziale del moVimento mi sembra sia molto simile al passato della Lega.
Ipotizzo che sarà proprio la Lega, a seconda di quanto sarà abile a gestire il suo elettorato, a decidere se il partito di Grillo sarà assorbito in un gruppo con Vendola e Di Pietro o se diventerà importante come lo è stata la stessa Lega nell’ultimo decennio.
Giosby
Tutta la storia non sta ne’ in cielo ne’ in terra.
Grillo ha vinto a Parma grazie ai voti del PDL e ha preso un po’ di voti in giro raccattando i disgustati della Lega.
Perché mai dovrebbe allearsi con Vendola e Di Pietro?
L’unica speranza che ha e’ quella di far finta di essere super partes e raccogliere i voti della destra rubacchiando i voti di qualcuno a sinistra alquanto rincoglionito…
Non e’ un caso che il bersaglio principale dei grillini sia il PD!
Grillo e’ sempre stato un uomo della destra camuffato.
pierluigi tarantini
No, non è il caso di entusiasmarsi per Grillo.
M5S e Grillo, però, sono più interessanti di Ferrero, Diliberto, PcdI Prc ….
Ma non è un gran merito.
In ogni caso, quello che interessa dell’esperimento, e per il quale forse varrebbe la pena di spendersi un pò di più, è l’esistenza di un movimento che può scombinare l’autoreferenzialità delle segreterie dei partiti di sinistra, costringendo queste ultime a dare qualche ragione di voto all’elettorato che per troppi anni ha votato innanzitutto contro Berlusconi.
aldogiannuli
siamo d’accordo anche su Ferrero Pdci Prc eccetera
Vincenzo Cucinotta
Il fatto mi pare sia però che oggi abbia poco senso parlare di schieramenti e coalizioni. Questo mi pare ci mostrino sondaggi e risultati elettorati, che il rapporto fiduciaro coi partiti è per gran parte scomparso e tende a sparire del tutto.
Da questo punto di vista, serve a poco sommare pacchetti di voti come se essi fossero a disposizione dei partiti.
Mi pare che tra gli elettori prevalga la logica delle mani libere, di votare su cose ben più concrete dei loro simboli e stendardi, di cose concrete come obiettivi politici intermedi e finali.
E’ qui che il gesto di Vendola si mostra come una debolezza e non una forza, far finta di non sapere quale sia la linea politica del PD dopo l’appoggio alla politica liberista del governo Monti, con l’immaginare che esista una linea Hollande, come anche in questo caso non si sappia cosa ha fatto la socialdemocrazia in europa negli ultimi trentanni.
In conclusione, non penso proprio che Vendola se ne possa uscire facendo la parte dello smemorato, magari se poi la sinistra volesse fare minimamente i conti con la propria storia recente…
ugoagnoletto
e quale politico vorrebbe mai mettersi al posto di Monti? La preoccupazione dei politici è di non vincere senza perdere.
Massimo Preti
Lei cosa fa di mestiere?
Dall’articolo, mediocre, direi l’opinionista o no?
Le consiglio di mettersi seriamente a lavorare e smetterla di perdere tempo e sprecare inchiostro.
Cordiali saluti
giandavide
su ferrero d’accordissimo anch’io. anch’io avevo saputo dell’alleanza improbabile proposta al solo vendola escludendo di pietro. se l’accetta ha buone possibilità di scordarsi il mio voto. di pietro sarà quel che sarà, ma in questa legislatura i suoi parlamentari sono stati tra i pochi ad essersi comportati in modo normale (tranne quelli che se ne sono andati, ovviamente) e se è vero che io di pietro non lo voterei mai, è anche vero che in questa legislatura ha preso il posto di rifondazione comunista in quelle scorse (a parte un paio di cadute di stile) ed effettivamente ha avuto una linea molto più virtuosa rispetto a quella del pd. concordo quindi con pierluigi che vede la trappola. e in effetti la trappola si vede a chilometri, e chi ci casca o è in malafede o è del tutto cretino, e come al solito non si sa cosa è peggio (tendenzialmente la stupidità).
riguardo a grillo, aldo, nonostante ponga delle giuste riflessioni, continua forse un poco a tinteggiarle di ottimismo, anche perchè presume che in un partito dove i sindaci non possono scegliere i loro consiglieri, gli elettori possano decidere le loro alleanze. se tanto mi dà tanto, grillo andrà da solo o alleato con qualcosa che piaccia alla casaleggio, ovvero qualcosa di destra. d’altra parte con tutta la terra bruciata lasciata dal banana che ha fatto dell’anticomunismo e dell’idiosincrasia verso qualsiasi fenomeno riconducibile alla sinistra perchè non buttarvici a mani basse? berlusconi ha arato la terra con i suoi strumenti orwelliani e i suoi ex elettori, ora completamente in bomba per quanto riguarda il resto, si ricordano tuttavia molto bene un punto della programmazione: i comunisti sono dei poveracci ladri con le donne brutte. è chiaro che poi gli ex pdl ti votino per qualsiasi cosa prometta un rinnovamento e che sia contro la sinistra, e infatti i sondaggi dicono che i grilli sono circa il 40% pdl, circa il 25 pd, 18% lega, e 9 altri partiti di sinistra. ovviamente sto parlando dei grilli di oggi, quelli pesati il 17-20% degli elettori, ed è logico che i primi grilli saranno stati prevalentemente di sinistra, mentre quelli di questa ondata sono gli orfanelli dell’asse del banana. ma rimane il fatto che sono di meno, che sono quelli endemicamente meno fedeli e che possono cambiare partito più facilmente. se grillo si muove bene invece molti dei nuovi elettori di destra se li può tenere con se molto più facilmente. considerando tutto questo, perchè dovrebbe allearsi con altri partiti di sinistra? per soddisfare un terzo dei suoi elettori e fare scappare i due terzi? può darsi, ma io penso di no. l’unica cosa che può fare la sinistra è inseguire grillo sul suo territorio, facendo suoi i punti di programma grillini (non tutti ovviamente, solo quelli di sinistra e lasciandogli la lotta all’immingrato l’uscita dall’euro) e per questo non si può fare a meno di di pietro (e dei suoi elettori), a meno di non volere risultare poco credibili e regalare una marea di voti a di pietro facendo la solita alleanza “stile margherita” in ci si fondono due partiti in un processo che evaporano così tanti voti che è come se non ci si fosse fusi. e infatti vendola e pd insieme prenderebbero gli stessi voti che prende il pd da solo oggi. mah devo dire che vendola mi è sembrato un pò fesso in questi ultimi mesi, sia perchè questo ultimatum a bersani poteva farlo mesi prima, sia perchè non ha appoggiato orlando (e qua anche un tostapane si sarebbe accorto che non si poteva stare con ferrandelli, sia perchè faceva schifo, sia perchè ha perso vergongnosamente) un pò come nel caso di de magistris: pure una tabaccaia di casoria avrebbe capito che avrebbe vinto le primarie, ma sel non se ne è accorta. insomma vabbè il progetto maggioritario, vabbè la scalata al pd, vabbè il patto col diavolo, ma appoggiare quello che si compra i voti delle primarie a palermo facendosi pure beccare con le mani nella marmellata, questo no: si tratta di un segno di ingenuità, e un politico non dovrebbe dare l’idea di essere tanto ingenuo da farsela fare sotto il naso due volte nello stesso modo.
mi dispiace di avere parlato più male di vendola che di grillo, ma per quello c’è sempre tempo, anche perchè grillo è diventato un argomento che spesso si ripropone anche nella vita reale.
stefano maron
Ringrazio il Prof. Giannuli per l’analisi assolutamente centrata che pone sull’argomento. Seguo Beppe Grillo da ben prima che nascesse il M5S, del quale condivido l’impostazione democratica dal basso ed il programma. Tuttavia sarei stato molto più ottimista se il Movimento fosse nato e si fosse affermato in un momento non di “caos” politico come questo; sarebbe stata una vittoria delle idee e non dell’insicurezza. Questa situazione politica amplifica enormemente il problema delle “infiltrazioni” di persone che non conoscono/capiscono i principi del M5S, per non parlare di quelle in malafede. In sostanza, secondo il mio parere, il problema è che non c’è un “filtro” che regola le entrate (se non quello della fedina penale pulita e della non appartenenza ai partiti politici) e questo problema viene ovviamente amplificato dal momento politico attuale.
Per quanto riguarda il programma, niente da aggiungere a quanto detto dal Prof. Giannuli: è pienamente condivisibile e moderno ma ancora incompleto; o meglio, può essere abbastanza per un governo locale, come il comune, ma non è sufficiente per l’amministrazione dello Stato.
Condivido in pieno anche le considerazioni sul ruolo di Grillo, ancora non completamente chiaro.
Stefano
il 5 stelle non cerca alleanze con nessuno, non avrebbe alcun senso. ma poi, sono davvero necessarie queste alleanze? siamo in una repubblica parlamentare, tot voti tot seggi, se ti va la legge l’approvi, altrimenti la respingi. a che servono le alleanze, ad andare avanti a voti di fiducia? il presidente della repubblica nomina il presidente del consiglio dei ministri, e su sua proposta i ministri. cosa mi sono perso? non sta scritto da nessuna parte che ci debba essere una maggioranza e un’opposizione
Andrea T
Prevedibilmente, secondo me, Grillo non si alleerà con nessuno PRIMA delle elezioni. Altrimenti verrebbe meno ad alcuni mantra fondamentali su cui è centrata la sua propaganda.
– il Mv5s non è come gli altri partiti
– il Mv5s non è nemmeno un “partito”.
– il Mv5s non è ne di destra e ne di sinistra.
Però, secondo me, il Mv5s dovrebbe essere considerato un monolito, al centro del quadro politico, utile per guadagnare margini di manovra. Sia elettorale che, eventualmente, parlamentare: dato che toglierebbe voti e rappresentanza sia al PD, sia al PDL che alla Lega.
Inoltre, un buon strategist politico dovrebbe aver capito che si può – rectius: si deve – cercare l’allenza col Mv5s sui singoli provedimenti. E alla fine è anche giusto cosi… (e forse – se non si dovesse formare una maggioranza stabile al senato – anche per formare un governo, DOPO le elezioni,io questo non lo escludo)
Questo ragionamento è valido assumendo che il Mv5s non cresca troppo. Se arrivasse a superare il 25% dei consensi (io non ci credo) cambierebbe tutto, e l’analisi da fare per predisporre una strategia sarebbe totalmente diversa.
In ogni caso, la sinistra dovrà imparare, finalmente, a formulare una proposta politica centrata sugli aspetti programmatici (ma, attenzione, “concreti” e chiari: non come il programma-barzelletta dell’Unione) piuttosto che identitari.
Signori, oggi è così che si vince: formulando proposte concrete che possano incontrare il gradimento degli elettori – ma non banali o irresponsabili – e magari, perchè no, stuzzicando anche elettori che precedentemente hanno votato a destra.
Così NON si vince: puntualizzando pedantemente quanto ci si senta orgogliosi si essere “Compagni”, che sognano un mondo migliore.
Perchè una cosa è certa: gli elettori che sono portatori di interessi che sarebbero meglio tutelati da politiche di sinistra, oggi, in Italia sono NETTAMENTE la maggioranza. Tra essi ci sono persone miti e, questo deve essere compreso chiaramente, anche persone che soffrono (per ignoranza, per tradizione , per eccesso di esposizione alla propaganda berlusconiana) di una “fobia” verso tutto ciò che odora troppo di comunismo.
Inoltre, un altro aspetto, strettamente collegato a quanto detto nel paragrafo precedente, fondamentale per vincere – un’aspetto di natura propagandistica, in questo caso – è che è necessario SMONTARE continuamente la retorica, usata dai conservatori, del “moderatismo”.
Non bisogna lasciare passivamente che passi nella psiche delle persone l’equazione persona moderata = voto conservatore.
Urge togliere il monopolio della parola “moderato” ai conservatori e tornare a chiamarli col loro nome. Una parola che viene usata, con una sporca operazione di maquillage, come sinonimo, appunto, di “conservatore”. Il motivo è semplice da comprendere: perchè in Italia chi vorrebbe “conservare” lo status quo se non una stretta minoranza? Perciò in Italia sono tutti “riformisti” (altra parola svuotata di significato) o “moderati”.
Andrea T
Sulla “socialdemocrazia” ci sarebbe da fare un discorso che riguarda la sostanza piuttosto che l’etichetta.
Se perseguo determinate politiche, posso farmi chiamare come mi pare: “partito socialdemocratico”, “Pippo” o “Gino” se preferite ma questo non farà di me un socialdemocratico nella sostanza. Semmai un manipolatore
Blair e gli altri erano socialdemocratici? Forse “diversamente neoliberisti”, direi
Paola
Ciao,
come dice Pierluigi Tarantini, sono una di quelle che da vent’anni vota “contro” e non “per”. Visti i risultati (sbagliare è umano, perseverare è idiota) voterò M5stelle a cui mi sono iscritta da poco in modo da poter partecipare attivamente in zona e in Comune. E’ vero che quando penso a Grillo provo disagio (ci sarebbe da dire molto sulla Casaleggio Associati), ma comunque non mi suscita quel senso intenso di nausea e repulsione che mi avviluppa ogni qualvolta vedo e sento tutti i politici sopraccitati.
pierluigi tarantini
A proposito di quanto sopra, godetevi l’insopportabile spocchia della Velina Rossa, foglio di informazione parlamentare da sempre molto vicino a Massimo D’Alema: “Il Pd non può ricevere ultimatum da nessuno, né dall’esterno, né dall’interno, gli ultimatum politici li usavano i dittatori nelle guerre del novecento”, si legge in una nota. E ancora: “Il partito di maggioranza relativa questa volta deve soltanto cercare di non essere usato da minoranze politiche per poi avere le delusioni del passato. Non è il pd colpevole se due governi di centro sinistra sono naufragati…”.
Se riuscite a contenere i conati di vomito possiamo concordare almeno sull’ultima affermazione: non è certo il PD nel suo complesso nè i suoi stoici maso-elettori ad avere responsabilità di quanto accaduto all’Ulivo prima ed all’Unione poi.
La responsabilità è tutta degli strateghi Veltroni e D’Alema.
Non qualifichiamo, per carità cristiana, il ruolo avuto da Bertinotti e Mastella.
aldogiannuli
questi non hanno capito che non possono più permettersi questa spocchia. Stanno andando verso la disfatta
Paola
Sono d’accordo.
Il M5stelle ha tanto successo anche grazie alla spocchia patologia, e sottolineo PATOLOGICA (posso avvalorare questa tesi, non solo da un punto di vista psicologico, ma anche in chiave di lettura filosofica) di questi soggetti. Proposta: manteniamoli comunque (non auguro loro la miseria) ma mandiamoli in pensione in modo che non facciano più danni! BASTA! Aldo, quando leggo i tuoi interventi che delineano i vari tentativi di rimpasto-sopravvivenza della nostra classe politica … mi deprimo, non mi sembrano uguali (Gaber) ma degli alieni malati, incapaci, vecchi, puzzolenti, stantii, sordi, insensibili, annaspanti, mediocri, stupidi (la furbizia che li contraddistingue è ben lungi dall’intelligenza, Berlusca insegna), e soprattutto incapaci di quel pensiero che dovrebbe contraddistinguere ogni essere umano evoluto: “… ho fatto il mio tempo, largo ad altri anche se non condivido”.
La sinistra (PD e accoliti) può ancora contare su un vecchio elettorato tanto fedele quanto cieco … che miseria e che inganno!
Scusate lo sfogo
Vincenzo Cucinotta
@Andrea T
Seppure è vero che a volte le parole vengano usate impropriamente, non esiste però alcuna autorità indiscussa che possa deciderlo senza discussioni ulteriori.
Lei, mi pare, si riveste di questa autorità e decide che Blair non aveva titolo a definirsi laburista o socialdemocratico che dir si voglia. Peccato che quei protagonisti politici l’abbiano vinto la battaglia delle parole e, malgrado il dissenso suo ed anche mio, passeranno alla storia come dirigenti socialdemocratici.
D’altra parte, bisognerebbe quantomeno avere l’altra versione della socialdemocrazia, o, in altre parole, la manifestazione di un’opposizione di altri socialdemocratici a Blair, e non mi pare che se ne siano visti.
Se ci sono questi sedicenti sinceri socialdemocratici, che vengano allo scoperto e ci spieghino chiaramente quale strada propongono, perchè invece mi pare che si rischi piuttosto un’adesione alla socialdemocrazia con un meccanismo affettivo, di attaccamento quasi sentimentale a qualcosa che non si sa magari come meglio specificare.
marcolfo
ricordo che a meno di un anno dal voto del 94 sembrava che nulla potesse impedire alla sinistra di vincere e poi sappiamo chi e’ saltato fuori, quindi mi apsetto che nel campo della destra ci sia una riorganizzazione e un coniglio che esca dal cilindro.
Sul m5s: io non farei paragoni con la lega, che prima dell’exploit del 92 gia’ era presente sul territorio da 10 anni ed era un movimento strutturato e con una forte visione identitaria, tutto cio’ manca al m5s. A me verrebbe da paragonare la vittoria di grillo piu’ ad una fiammata tipo la bonino del 99
Marco
Aldo, vedrai che alla fine passa la formula di Vasto. Quello che aggiungerei alla tua analisi è che non considererei rilevante in questa fase la meccanica delle coalizioni, dato che gli italiani vivono un periodo di nausea cronica da politica. Del resto tanto il pdl post berlusconiano, quanto il grande(??ma dove?) centro di casini, rutella e compagni godono di una popolarità pari a quella di un mercante di sabbia davanti alle piramidi egiziane. Ammettiamo anche che il pd perda pezzi al centro inseguendo la formula di Vasto, embeh? Quanti voti portano in dote Fioroni, Gentiloni e company? Secondo me più o meno quelli dei loro famigliari. La performance di Grillo dimostra una sola cosa e cioè che il popolo attende un nuovo Savonarola, che sia Grillo o mio cugino credo che cambi poco. Direi che qualsiasi analisi politologica si deve arrendere ad una evidenza che sarà pure ciclica, ma mi sembra abbastanza nuova: gli italiani questa volta ne hanno le scatole piene (e non solo quelle mi sa). L’unico che lo dice è Grillo, arriverà al 20% o giù di lì e poi sarà costretto a governare con quelle percentuali.
pltarantini
Riporto di seguito parte di un’articolo di Travaglio che sembra condensare molto di quanto detto.
…. C’è molto lavoro da fare anche nei partiti, almeno in quei pochi che vedono il bivio dinanzi a cui si trovano: cambiare (classe dirigente e personale politico), o perire. Poi ci sono quelli che non hanno capito e non capiranno mai: tipo la maggioranza ABC, prigioniera di formule stantie e politichesi, tipo il semipresidenzialismo, la riforma costituzionale, il voto moderato (“ma dove sono ‘sti moderati?”, ha finalmente osato domandare Giorgia Meloni: “la gente è incazzata, altro che moderata”), la discesa in campo di B. (sai che novità), la “nuova squadra” di Alfano, le manovrine del politburo pidino per “blindare” (dicono proprio così) Bersani dal rischio di fare le primarie e naturalmente di buscarle dal primo che passa, la lista Montezemolo e/o la lista Passera, il ritorno a Todi per l’ennesimo ritorno dei morti viventi Dc in salsa vaticana, e naturalmente l’inseguimento a Casini che, nella corsa, è praticamente estinto.
Tutta robaccia da Gattopardo. L’unica certezza, sul fronte partitocratico, che tenteranno una legge elettorale proporzionale che non obblighi ABC a dichiarare prima del voto con chi si alleereanno, così prenderanno i voti fingendo di combattersi l’uno con l’altro e poi,a votazioni avvenute,diranno: toh, nessuno ha la maggioranza assoluta, non ci resta che tornare insieme con una riedizione dell’ammucchiata intorno a Monti. Con Monti a vegliare su di loro dal Quirinale e Passera, o Montezemolo, o Casini a Palazzo Chigi. E con tanti saluti agli elettori. Per loro sfortuna e per nostra fortuna, non c’è legge elettorale, per quanto tarocca, che sia in grado di arginare lo tsunami in atto nel Paese. E non c’è bomba o terrorismo che possa spaventare gli elettori incazzati al punto di indurli a votare per il vecchiume che tenta di scavalcare la propria tomba.
Ci sarà bisogno di Grillo e dei suoi ragazzi, di qui alle elezioni. Ma anche di altre forze civiche e nuove, che raccolgano il meglio di quel che resta della politica degli ultimi anni: sindaci e amministratori di ultima generazione (quelli eletti a dispetto dei partiti, anche dei loro), intellettuali e cittadini riuniti a difesa dei “beni comuni”, movimenti che un anno fa, insieme all’Idv, vinsero i referendum contro il nucleare, l’impunità di Stato e per l’acqua pubblica, associazioni antimafia, anti-Tav, anti-inceneritori, occupanti di spazi culturali, magari la Fiom. A questo mondo dovrebbero rivolgersi Vendola e Di Pietro se non vogliono sparire anche loro, anziché implorare Bersani a rientrare nella foto di Vasto, roba di un’altra era geologica, venuta a noia con tutto il resto solo a sentirne parlare.
Andrea T
@ Vincenzo Cucinotta
Guardi. Mi pare scontato che io non sia un’autorità indiscussa. E quando scrivo un commento è altrettanto scontato che esprimo una MIA opinione (condivisibile o meno). Solitamente cerco di supportarla da un ragionamento (seppur sintetico, per evidenti ragioni di spazio).
Il ragionamento in questione verteva sul fatto oggettivo che la stagione di Blair aveva esplicitamente abbandonato alcuni pilastri del laburismo tradizionale e sposato convintamente (almeno in parte) la visione neoliberista. Non a caso quell’esperienza è passata alla storia come “New Labour”.
Anche su Schroeder in Germania, ad es, e sulla sua politica di “moderazione salariale” ci sarebbe da interrogarsi riguardo la coerenza con la socialdemocrazia.
Poi è chiaro che guardare le cose di ieri deformate dalla coscienza di oggi non è mai un esercizio troppo rigoroso. Ma, ciononostante, personalmente non lo ritengo inutile.
Detto questo, siamo qui anche per confrontarci, e se lei non condivide quello che io scrivo o vuole imporstare le questioni diversamente è chiaramente benvenuto. Potrebbe persino farmi cambiare idea, visto che solo i cretini possono escludere a priori di mutare le proprie convinzioni o di non potersi sbagliare. 🙂
Saluti
Andrea T
p.s. che Blair fosse un manipolatore del linguaggio – probabilmente oggi materia di studio nella letteratura sulla comunicazione politica – anche questo è storia. Scusi se insisto.
andrea romanelli
gli ultimi sondaggi danno il M5S intorno al 20%… no dico 20%. l’unico partito al quale si può paragonare un tale risultato in così poco tempo è Forza Italia del ’94. temo che più in alto arrivi nei sondaggi e più alto sarà il rischio di attentati, strategie della tensione, ecc. ecc. l’ho scritto proprio su questo blog pochi gg. prima dell’attentato a Brindisi. detto questo forse qeusta volta nemmeno le bombe riusciranno a fermare una tale richiesta di cambiamento anche e soprattutto perchè non c’è nessun’altra offerta credibile… Montezemolo? ma per favore, secondo voi quanti operai lo voterebbero? I moderati? ma dove stanno? gli ultimi 20 anni di finto inasprimento politico hanno ottenuto il risultato di cancellare proprio l’area moderata. se le forze politiche non si rigenerano in fretta (intendo il PD, perchè il PDL se si rigenera si estingue fondato com’è sulla personalizzazione di Berlusconi) il M5S farà veramente il botto e con l’attuale legge elettorale rischia di diventare maggioranza. ma qui faccio una previsione: vedrete che l’anno prossimo non andremo a votare, per un motivo o per un altro non ci sarannoe le elezioni…
giandavide
segnalo innanzitutto l’intervista a gianroberto casaleggio sul corriere di oggi, e soprattuto l’imperdibile intervista del fatto ai giornalisti del tg1 messi là dai berluscones che si sono schierati con grillo (tramite doverosa telefonata a gianroberto). secondo me il coniglio dal cappello lo han già tirato fuori. forse vi siete scordati quante volte grillo ha cambiato idea, quanti strappi ha fatto rispetto al passato. eppure molta gente che lo segue ha preferito cambiare idea con lui, piuttosto che coltivare dubbi e perplessità.
i programmi sono specchi per allodole, dato che è stato dimostrato dalla pratica che quando una cosa presente nel programma di grillo viene proposta anche da un altro partito, grillo ordina di non supportarla, dato che il principio di non allearsi con nessuno è situato avanti al resto dei programmi: l’ideologia di non sporcarsi le mani con chi non fa parte della setta è il vero segno caratteristico dei 5 stelle, e i ragionamenti condotti attraverso il principio dell’autorità a non attraverso la dialettica sono la prassi comunicativa quotidiana dei casaleggi. non si spega in altro modo l’uso cos’ frequente di slogan, e mi rincresce che dopo tutti questi anni di berlusconi nessuno si accorga quando viene utilizzato uno slogan e cosa comporta a livello politico l’utilizzo degli slogan, aldo compreso, in questo caso.
per il resto
@stefano: le alleanze contano eccome, dato che se ti rifiuti di votare insieme a qualcun’altro per applicare il programma promesso ai tuoi elettori adducendo scuse ridicole significa che i programmi stanno in secondo piano. il piratenparty infatti fa il ragionamento opposto a quello dei grilli: noi proponiamo delle cose, e chi ci sta bene, chi non ci sta vada per la sua strada. e infatti non si concentrano tanto su chi piace e chi non piace al loro guru (che non hanno, infatti), tanto che sono aperti anche a chi ha tessere di altri partiti, ma si concentrano sulle cose da fare e sulla democrazia diretta, che nel caso dei grilli è rimasta lettera morta, mentre con i pirati e liquidfeedback sembra che funzioni.
@voincenzo cuciontta: stai parlando di gente che ha vinto facendo promesse, ma che poi alla prova dei fatti si è guardato bene dal mantenerle e infatti dalema, shoreder, blair, la terza via è qualcosa che non parla più nessuno, dato che ha fatto crollare i voti dei socialdemocratici di tutta europa. quindi risulta chiaro che i tizi sopracitati non rappresentano nessuno, dato che non li voterebbero nemmeno a gallipoli (come è successo peraltro). la socialdemocrazia rimane un’ideale politico a cui ci si può avvicinare, ma i modelli teorici non sono mai esistiti al di fuori della teoria, e nella pratica un governo ci si può avvicinare o meno. o, come nel caso di blair, ci si può posizionare agli antipodi, come ha detto andrea.
Stefano
Giandavide ciò che dici non ha nulla a che vedere con le alleanze. una cosa è votare la singola legge (questo fanno i piraten, e lo stesso fa anche il m5s) altro è un’alleanza. ripeto, non sta scritto da nessuna parte che ci debbano essere delle alleanze o una maggioranza e un’opposizione, nessuno teorico della democrazia ha mai pensato niente di simile.
Trotsko
Salve Professore,
avevo apprezzato la lucidità del suo articolo in cui utilizzava la formula del “punto di confusione” per descrivere il movimento di grillo.
Noto come a distanza di poche settimane sia finito per accodarsi (cautamente) alla claque di Grillo… può spiegarmi questa sua repentina svolta?
Al contrario ritengo che più passa il tempo e più si trova la conferma che assistiamo alla crescita di un movimento giustizialista che ricorda da vicino il peronismo… certo l’IdV ne sarebbe il naturale alleato. Ma le faccio una domanda: con tutto questo cosa c’entra la sinistra?
Un saluto in attesa di una sua risposta.
aldogiannuli
Nessuna svolta, non mi sono accodato a niente. Pensavo e penso che il movimento di Grillo sia un coacevo di varie istanze di protesta e di varie componenti socio culturali, fra cui significative componenti di gente nostra di sinistra disgustata dalle organizzazioni che sappiamo. Credo che un atteggiamento di attacci frontale sia sterile e penso sia più efficace un atteggiamento di dialogo anche perche come ho gia scritto non è detto che debba venirnne fuori per forza una cosa di destra o peronista ma possa anxche venir fuori altro. Molto dipende anche dalla nostra capacità di discuterci
Andrea T
@Stefano
Questa storia del niente alleanze può valere PRIMA delle elezioni. Infatti, come è noto, noi siamo una repubblica parlamentare e nulla osta al fatto di volersi presentare da soli per rappresentare i cittadini in parlamento.
Tuttavia, per completezza, è giusto ricordare che l’attuale legge elettorale – che è un vero pastrocchio per moltissime ragioni sostanziali e formali (vale a dire sotto il profilo della coerenza costituzionale) ed è il vero grimaldello, secondo me, della “deformazione costituzionale” della seconda repubblica – INCENTIVA fortemente le alleanze.
Inoltre ci sono altri due rilievi da fare:
1 – che, come insegna la storia della prima repubblica, è comunque buona “prassi”, trasparente e rispettosa nei confronti degli elettori che possono formare il loro consenso anche sulla base di questo elemento, dichiarare le alleanze prima di entrare in parlamento.
2 – Un dato inprescindibile è che – costituzionalmente – un governo nominato dal Presidente della Repubblica DEVE avere la fiducia dell maggioranza di ENTRAMBE le camere per stare in carica. Quindi, il corollario è che, se non c’è un partito che da solo riesca ad avere una maggioranza del 50%+1 in ENTRAMBE (lo sottolineo ancora perchè, soprattutto al senato, attualmente è pura fantascienza) le camere, E’ NECESSARIO dare vita ad una coalizione che lo sorregga. Non si scappa!
Vincenzo Cucinotta
@Andrea T
Spero che lei non si sia offeso, tenterò di esprimermi meglio.
Per tutti, credo che sia ovvio che nel campo delle opinioni non può esistere un’autorità indiscussa, sennò non sarebbero opinioni.
La mia osservazione voleva essere molto più specifica, e si riferiva al campo del linguaggio. Poichè il linguaggio è una cosa viva che va cambiando nel corso del tempo, il modo in cui i parlanti usano le parole è soggetto all’evoluzione della cultura.
Ciò che intendiamo quando usiamo una certa parola è una questione fondamentale, e personalmente mi sento molto impegnato in questo campo, lo ritengo un settore fondamentale per la battaglia di potere.
Così, io vorrei essere solidale con lei quando tenta di intervenire su cosa sia la socialdemocrazia, ma non vedo possibilità di uscirne vincitori, la differenza tra me e Blair è che egli ha conquistato il consenso dei suoi elettori andando a guidare il governo del suo paese, io forse non conquisterei neanche il consenso del condominio…
Io sostengo che Blair non è stato una parentesi nella socialdemocrazia, nel senso che dopo di lui non ho visto ripensamenti, ma anzi gente come D’Alema che mi pare si collochi nella stessa posizione di Blair (più o meno), è ancora uno dei più stimati dirigenti del PD e della socialdemocrazia europea, e gli esempi potrebbero moltiplicarsi.
Se qualcuno dall’interno dei partiti socialdemocratici europei vuole fare una svolta, non è che possa farlo di nascosto, come dicevo, esca allo scoperto e accusi i protagonisti della svolta a destra, passati e presenti. In caso contrario, l’invocazione da parte di Vendola della scelta socialdemocratica mi pare quantomeno inadeguata.
Andrea T
@ giandavide
Per la cronaca: la storia del fantomatico gruppo “5 stelle rai” è una bufala! Notizia smentita da Grillo sul suo blog.
Evidentemente, sempre con le logiche di vassallaggio che pervadono ogni tessuto della società italiana, qualcuno aveva provato a svendersi subito per salire sul carro dei vincitori (ancora tutti da proclamare).
Ma si capiva ictu oculi che si trattava di un falso, perchè assolutamente incoerente con i propositi di Grillo di liberare la RAI da logiche partitocratiche.
E comunque, secondo me non è opportuno considerare le percentuali del mv5s che emergono dai sondaggi adesso. Perchè mi pare evidente che in questo momento siamo in piena bolla mediatica. Quindi i dati sono inquinati dal furore con cui se ne parla ossessivamente sui media in questi giorni (dopo anni di silenzio).
E’ opportuno aspettare una sedimentazione prima di fare analisi più approfondite sul probabile peso e ruolo del movimento.
Andrea T
@ Vincenzo Cucinotta
Si figuri, non mi offendo per così poco! 🙂
Il ragionamento che fa lei è corretto, posto in questo modo: in Italia, nessun sedicente socialdemocratico della vecchia scuola ha mai, ancora oggi, dichiarato il blairismo superato. Nemmeno di fronte all’evidenza!
Ma questo, in un certo senso, ha una sua spiegazione evidente (cioè che Blair oggi è storia mentre D’Alema ancora no), ed E’ il problema della sinistra italiana e quindi dell’Italia stessa (perchè oggi il bene della sinista, secondo la mia opinione, coincide con quello del Paese)
Se lei seguisse la politica della GB, dove (scusi se è poco)il blairismo è sorto e deceduto, saprebbe che, invece, l’attuale partito laburista della gestione Miliband ha apertamente fatto autocritica e preso le distanze dalla stagione di Blair. Senza tuttavia rinnegarla, perchè è sempre molto facile – e tuttavia NECESSARIO – fare bilanci col senno di poi. Questa – mi piace sottolinearlo – si chiama SERIETA’ e rispetto per l’istituzione partito, che in Italia è considerato, dai vari D’alema, Bersani e altri, poco più che una pertinenza personale (per non dire di Berlusconi).
Inoltre, in Europa – come dimostra la vittoria di Hollande, la crescente insofferenza dei socialdemocratici tedeschi, la fibrillazione in Grecia e molte altre evoluzioni che stanno avendo luogo adesso, mentre scriviamo – il dibattito sulla socialdemocrazia è vivace e sarà DETERMINANTE, con ogni probabilità, per il futuro dell’Europa stessa.
Stefano
è vero, il governo deve avere la fiducia delle camere (purtroppo dico io, ma è un dato di fatto) ma questo può significare una spartizione dei ministeri, che d’accordo, prevede un certo assenso delle parti. ciò che invece è del tutto superfluo è un’alleanza programmatica, insomma, non mi piace una “democrazia” in cui il governo fa il decreto, impone la fiducia e la coalizione fa passare la legge. in questo modo non vi è distinzione di poteri perché di fatto la maggioranza del parlamento è sempre concorde con la maggioranza dell’esecutivo. eppure la Costituzione dice che ogni singolo parlamentare svolge il suo ruolo autonomamente e senza vincolo di mandato, non è stato scritto per sbaglio. quindi, se un accordo per formare il governo è necessario (a meno di non avere il 50%+1 dei consensi ovviamente) non è invece necessario, anzi è dannoso, in parlamento.
giandavide
@andrea: certo che si capiva che grillo li avrebbe mandati a quel paese, dato che i redattori di minzolini sono da considerarsi a tutti gli effetti come degli appestati in questo momento, gente il cui santo in paradiso si è dissolto nel nulla e stanno ancora lì grazie ad un affetto limbo. ma gli argomenti sono stati gli stessi degli elettori pdl che han cambiato casacca, e questo rende per me la cosa molto divertente, e in un suo modo perverso molto indicative dei numerosi tentativi del genere che vedremo in futuro. sicuro che andranno tutti così? io no.
@stefano: se non ci fossero mandati rappresentativi ma deleghe, avresti ragione. ma rimane il fatto che la nostra deomcrazia, come molte altre, si basa sul mandato, e quindi l’unico modo per non fare si che il parlamento si riempia di scilipoti che fanno ognuno come gli pare, tanto dopo una legislatura pigliano la pensione a vita è quello di soggiogarli a un partito che ne detti la linea, come faceva il pci di un tempo. se ci fossero deleghe sui programmi non ci sarebbe bisogno di alleanze parlamentari, nè di maggioranze, dato che basterebbe realizzare le proposte in proporzione al numero di cittadini che le deleghi al relativo rappresentante. ma questa cosa non esiste nella realtà italiana: c’è il mandato, ovvero un tizio che può fare quello che vuole dato che si suppone che sia molto bravo e debba fronteggiare le emergenze come un vero duro, poi se sbaglia pazienza, se ne trova un altro uguale che dice di essere diverso. ecco di fronte a tutto questo, credo che il partito, e le alleanze servano anche a tenere al guinzaglio questi grand’uomini che vengono eletti, oltre al fatto molto più a monte che se in un governo non c’è la maggioranza che ci stanno a fare al governo? a discutere per mesi proposte che non approveranno mai perchè non ci sono i numeri? una bella bazza per i parlamentari, che non sarebbero vincolati più a nulla e non si capisce che ci starebbero a fare in parlamento, a parte succhiarsi un sacco di soldi o in caso fare cadere il governo e succhiarsi un altro pacco di soldi con i contributi elettorali? una fetta di glutei no?
Stefano
non esiste il mandato, sta scritto sulla Costituzione. la maggioranza in parlamento si deve creare di volta in volta sulla singola legge, come già si fa saltuariamente, altrimenti non vi è divisione dei poteri. già di mio sono contrario alla democrazia rappresentativa, togliamoci pure la divisione dei poteri ci rimane un’oligarchia che fa campagne marketing
salvo lombardo
il regime ha ingoiato il grillo,il quale vedrete,si sgonfiera,come un pallone.il potere agisce sempre come il mafioso che è,fa azione preventiva,soffoca,uccide sul nascere, è accaduto a parma dove per avere il sindaco il m5s,è caduto nella trappola tesagli dal regime,facendolo apparentare con il pdl.e non occorre essere profeti per anticipare che grillo tra un po,non parlera piu di togliere i finanziamenti ai partiti,ai giornali,ai sindacati,e di stipendi garentiti per i piu deboli.viva l italia,l italia che pro-duce!www.salvolombardo.com
giandavide
il mandato lo dai ai parlamentari che eleggi, non li deleghi mica ad appoggiare precise scelte degli elettori, e la divisione dei oteri non cambia la cosa. l’unica cosa che può arginare la cosa sono i partiti, che dovrebbero garantire l’operato dei loro eletti grazie a un forte rapporto con l’elettorato e il territorio, casomai applicando cose come liquidfeedback. e infatti fare come il piraten party, che dice: i nostri elettori vogliono che il governo faccia queste cose e noi siamo qua per farle passare, non importa con chi. questa mi sembra una prospettiva molto più realistica che decidere come unico punto fermo di non allearsi con nessuno, dato che anche con il 20%, a meno di non trovare altri parlamentari che ti appoggino non si può fare molto: si possono solo promuovere o affossare le leggi proposte dagli altri. oppure aspettare che cambi la legge elettorale…
Stefano
ma appunto, il 5s vuole fare esattamente come i piraten! stessa identica cosa.
Stefano
scusa salvo lombardo, a cosa ti riferisci con apparentamento del 5s al pdl?
salvo lombardo
un vero movimento che nasce per veramente fare gli interessi di tutti,e non di uno,o di due solamente,non si apparenta con nessuno di quelli esistenti.e siamo stufi di dare potere,attraverso le nostre adesioni a questo e a quello per dargli piu potere contrattuale,che invece di indirizzarlo verso scelte sacrosante e giuste,e collettive,lo usano per toglierci tutto quello che ci spetta per nascita!viva l italia,l italia che produce!
salvo lombardo
per giannuli,mi puo dire eventualmente cosa potere fare per aiutare una vedova con due figli a carico che dopo circa 30 anni di contributi versati dal marito ,in parte all inps e in parte a un altro ente,era un architetto,l inps gli da una pensione mensile di 132 euro? grazie salvo lombardo
aldogiannuli
In altri tempi (sino a 23 nni fa) avrei saputo dirle qualcosa perchè ero un dirigente sindacale, ma nel frattempo la notrmativa è cambiata e sinceramente noin l’o seguita per cui non so cosa dirle. Pero i sindacati almeno questo servizio di ufficio legale e pratiche previudenziali riescono ancora a farlo. Avete oensato di rivolgervi ad un patronato?
giandavide
@salvo: quello che dici è contraddittorio: come fai a dire di volere indirizzarsi verso scelte giuste se ci si taglia il ramo su ci si sta seduti? senza allearsi con nessuno, in italia nel 2013, i programmi non passano. per voi il rifiuto di tutti gli altri partiti sta evidentemente davanti rispetto ai programmi, dato che il vostro ragionamento è: per prima cosa non mi alleo con nessuno e rimango puro, poi se non passa nemmeno un punto del mio programma, pazienza, mi sono preso i soldi pubblici e ho preso per i fondelli gli elettori. bella storia, davvero, voi si che volete cambiare l’italia
@stefano: i piraten party non sarebbero d’accordo con te, dato che han detto (in intervista al fatto di enrico mello) che loro con grillo non c’entrano molto, dato che non hanno guru e sono molto più orizziontali. di liquid feedback a casaleggio non gli interessa molto, preferisce mandare avanti la baracca con gli account multipli che dettano legge
salvo lombardo
egr.giannuli,la vedova del mio post precedente ha avuto la reversibilita della pensione del marito deceduto di euro 132 al mese con due figli a carico,possibile che l inps o l enpedap non possono far niente per aumentare l importo della misera pensione che la signora percepisce dopo che il marito aveva versato circa 28.000 euro di contributi? si puo vedere di fare rivedere la pensione per non far morire di stenti la signora e i due figli? grazie salvo lombardo.
salvo lombardo
per stefano mi riferisco al fatto che a parma il pdl ha fatto votare il m5s!
salvo lombardo
va bene grazie giannuli,faremo come ci ha suggerito lei,nel frattempo,siccome io dipingo,e modesty,anche molto bene,anzi invito lei e tutti quelli che scrivono su questo blog,se volete,a vedere le belle opere che faccio nel mio sito http://www.salvolombardo.com.nel frattempo continuero a regalare alla signora in questione,qualche mia opera per alleviarle un pochino i disagi economici.grazie salvo
salvo lombardo
per giandavide e stefano.intanto il sottoscritto non è iscritto e non lo è mai stato ad alcun partito.e i finanziamenenti pubblici,li vedo solo prendere,rubare,a quelli come voi,se siete iscritti a partiti o movimenti o robe da imbecilli del genere.e se non lo hai capito io sto parlando di non rappresentanza,uno,non vale,niente,perche devo,dobbiamo affidare la mia meravigliosa vita,con tutte le difficolta che essa rappresenta a un dittatorino di turno? e si sono e siamo,scemi,ma siamo anche altruisti,generosi equi solidali e spesso,io,tu,forse,e stefano,diamo agli altripiu che a noi stessi.la bce,ci deve dare,come ha fatto con gli istituti di credito,indiscriminatamente a noi cittadini i soldi all uno per cento e vedrai che non affameremo nessuna nazione,comprandogli il debito al sei,sette,per cento.e sai perche,perche,io,te,stefano e tutti gli altri laboriosi ed onesti cittadini,siamo delle istituzioni,abbiamo istituito la nostra bell italia,e presto la miglioreremo.grazie ciao
franchino11
Complimenti per l’articolo Prof. Giannuli. Condivido in pieno l’analisi che lei fa a proposito dei punti di debolezza del M5S. Soprattutto quando rimarca che non ha elaborato alcun testo al riguardo del capitolo politica estera, nonché sull’Europa e come intendono eventualmente riformarla.
Mi piacerebbe sapere la sua opinione su Italia Futura, invece. Pierluigi Battista ha “sfidato” Montezemolo sulle pagine del Corriere circa due settimane fa: ha chiesto a Luca Cordero di “pronunciarsi” in merito al suo movimento ovvero se resterà associazione culturale o se diventerà partito. Ha detto chiaro e tondo a Montezomolo che è ora di uscire dall’alone di ambiguità, altrimenti rischia di confondersi con la vecchia politica. Non mi ha convinto la risposta data da Cordero qualche giorno dopo. Ha scritto che certo, se servirà rinnovare la classe dirigente lui non si tirerà indietro. Ma ancora niente di chiaro. Lei che ne pensa?A me pare strano che un uomo come Montezemolo non sia riuscito ancora a chiarire agli italiani che intende fare. Capisco che il momento storico non è dei migliori ma proprio in queste fasi critiche un leader dovrebbe avere la volontà di fare chiarezza. Scrivo di Montezemolo perchè se a sinistra il mondo è confuso, mi pare che a destra sia addirittura peggio, sempre che queste vecchie categorie politiche esistano ancora.
Stefano
giandavide, preferisco anch’io l’impostazione dei piraten a quella del 5 stelle, per i motivi che hai scritto nell’ultimo commento, ma:
1- cinicamente penso che ora abbiamo questo, e credo sia saggio non buttarlo dalla finestra, pur con le contraddizioni che, siamo d’accordo, ha.
2- parlavamo di alleanze, e come ho già ripetuto, su questo aspetto piraten e 5 stelle si comportano allo stesso modo.
trotsko
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