Varoufakis: fra alto tradimento, arcana imperii e politica da cabaret.

L’ex ministro delle finanze greco, Gianis Varoufakis, una decina di giorni fa, in una conversazione privata durante una conferenza presso Official Monetary and Financial Institutions Forum (OMFIF), ha detto che esisteva “un piano B”, nel caso i negoziati fossero falliti, per realizzare una nuova moneta grec, aggiungendo di essere stato autorizzato da Tsipras sin da prima delle elezioni e di aver “lavorato sotto traccia” con un piccolo team con a capo l’economista Usa James Galbraith, figlio del celebre John Kennet Galbraith.

Il piano prevedeva di dare un codice bancario e fiscale ad ogni contribuente e società per gestire il passaggio alla nuova valuta, poi in caso di chiusura delle banche sarebbe scattato un meccanismo di pagamento ombra, basato sul sito dell’agenzia delle entrate greco che avrebbe permesso, attraverso un pin fornito a chi doveva del denaro, tanto Stato che privati, di trasferire le somme in “formato digitale”, nominalmente in euro.

Poi il sistema sarebbe stato esteso agli smartphone con un’app e al momento opportuno sarebbe stato convertito nella nuova dracma, accennando poi anche alla possibilità di arrestare il governatore della banca centrale greca se si fosse opposto. Era una conversazione privata, ma poi lui ha autorizzato la messa in rete della registrazione.

Varoufakis, in una dichiarazione successiva, ha poi aggiunto che la difficoltà di tradurre in realtà il piano sarebbe scattata nel momento della realizzazione che richiedeva una seconda autorizzazione da parte di Alexis Tsipras e che invece non è mai arrivata. Galbraith, poi, ha confermato di aver preso parte al gruppo di lavoro segreto dell’ex ministro greco da febbraio ai primi di luglio.

Nemmeno 24 ore dopo la messa in rete della conversazione, è scattata la richiesta di deferimento di Varoufakis all’Alta Corte di giustizia per alto tradimento.

La questione, intrecciando aspetti economici, politici, finanziari, costituzionali, penali, è complessa, per di più ha molti punti oscuri e suscita non poche perplessità, per cui è bene procedere per punti e mantenersi molto cauti.

In primo luogo dobbiamo porci il problema di quali possibilità di successo avrebbe potuto avere il “piano B” di Varoufakis e Galbraith jr. A quanto pare, per poterlo attuare si sarebbe dovuti passare attraverso una manovra di hackeraggio per accedere alle posizioni dei singoli cittadini. Il punto non è chiaro, ma fa alzare più di un sopracciglio per l’evidente illegalità della cosa, ma lasciamola un attimo da parte.

Ci sono anche altri aspetti pratici che lasciano perplessi: ad esempio, come avrebbero fatto quanti avessero avuto  uno smartphone o non lo avessero saputo usare (ad esempio molti pensionati) o il rischio di manipolazioni da parte della malavita ecc: non sono un tecnico della materia, per cui mi limito a segnalare la cosa sotto forma di quesito.

Il punto più delicato è un altro: i greci avrebbero accettato questa moneta? Mi spiego meglio: la Grecia è un paese che importa gran parte di quel che consuma, fra cui anche i prodotti alimentari. Facciamo allora l’esempio dell’esportatore di carni, che si vede presentare dal grossista greco un pagamento in questa forma che presuppone che il debitore finale sia lo Stato o anche altro soggetto economico greco; realisticamente l’esportatore penserebbe che la credibilità del debitore finale sia molto prossima allo zero, considerato che si tratterebbe di debito aggiuntivo a quello per il quale quello Stato si sta avviando al default; quanto poi alla possibilità di convertire quel credito in dracme, questo renderebbe poco credibile anche il pagamento del privato più affidabile del Mondo. Dunque, è largamente plausibile che l’esportatore rifiuterebbe quel tipo di pagamento se gli fosse proposto. Di conseguenza, anche il grossista greco, che dovrebbe pagare l’importazione in euro ballanti e sonanti, rifiuterebbe quel titolo di pagamento da parte de macellai della zona e, pertanto, anche i macellai non accetterebbero quel pagamento dai clienti. Nel frattempo, l’assottigliarsi delle riserve delle merci in vendita, con ogni probabilità, scatenerebbero un forte rincaro dei prezzi, soprattutto in vista di un passaggio alla dracma. Insomma lo Stato sarebbe costretto a convertire la sua moneta virtuale in vere dracme ed il tentativo si sarebbe rivelato solo una breve perdita di tempo. Certo: tutto da verificare, ma le previsioni logiche sembrano andare in senso sfavorevole al tentativo.

Poi ci sono i problemi di ordine politico-istituzionale ed il primo interrogativo è: si può cambiare il sistema monetario di un paese con un colpo di mano e senza autorizzazione preventiva del Parlamento?  Qui c’è anche la slealtà di fondo di Syriza verso l’elettorato cui era stato promesso il mantenimento dell’Euro e la fine dell’austerità. Si può anche pensare che quella fosse la speranza (haimè quanto infondata) di Tsipras e che l’altro fosse il piano di riserva, ma è lecito nascondere all’elettorato, non dico il piano nei suoi particolari, ma quantomeno la possibilità di un ritorno alla moneta nazionale?

Ma alcuni “furbi” diranno che così Syriza avrebbe perso le elezioni. Può darsi ma mentire coscientemente all’elettorato è un gesto moralmente più basso che prendere tangenti. C’è chi è sensibile a questi argomenti e chi ritiene questi scrupoli superati: tutto dipende da quale sia la concezione che si ha della democrazia, ammetto solo che non capisco perché poi la stessissima cosa venga rimproverata a Renzi o Berlusconi.

E c’è un altro aspetto che non convince proprio sul piano negoziale: nascondere il piano B e dichiarare la volontà di restare nell’Euro a tutti i costi, non ammettendo neanche per un momento l’ipotesi di poterne uscire, ha indebolito la Grecia al tavolo negoziale, certo non l’ha rafforzata. Per di più c’è da chiedersi: sino a che punto il team di Varoufakis e Galbraith ha davvero lavorato “sotto traccia”? Non è certissimo che un qualche servizio segreto (europeo o americano conta poco) abbia avuto sentore di quelle manovre e sia riuscito a scoprirle, ma è realistico prendere in considerazione che ciò possa essere accaduto. Per cui, magari, il risultato è stato quello (peraltro per nulla insolito) un arcana imperii efficace solo verso i cittadini ma non verso i nemici.

Insomma, ad un paese come la Grecia sarebbe convenuto di gran lunga giocare a carte scoperte, da un lato chiamando la solidarietà dei popoli europei e degli stati in condizioni analoghe e, dall’altro, giocando sui prezzi che la zona Euro avrebbe dovuto pagare per una sua uscita, e cercare di arrivare ad un’uscita concordata, con minor danno di tutti, Grecia ed Eurozona.

L’impressione che si riceve è che il piano B sia stato una modesta furbata in sostanza molto ingenua.

Da ultimo c’è un aspetto che lascia perplessi: la natura del rapporto fra Tsipras ed il suo ministro delle finanze. A quanto pare, Alexis era al corrente della cosa da almeno 5 mesi e la approvava e la decisione di andare al referendum si spiega perfettamente in questa logica, anche se, nella breve campagna referendaria, sia lui che il suo ministro hanno continuato a giurare che non esisteva alternativa all’Euro. Poi in due giorni è cambiato tutto: nonostante la clamorosa vittoria referendaria e mentre a Bruxelles, Francoforte e Berlino, si iniziava a fare il conto dei danni del terremoto, Atene si è ripresentata al tavolo delle trattative, ma con una faccia nuova, perché Varoufakis era stato dimissionato. Perché? Cosa è successo in quelle 48 ore da indurre Tsipras a questa clamorosa svolta a 180 gradi? Perché questa improvvisa rottura fra i due? E, di conseguenza, perché oggi Varoufakis sente il bisogno di dire candidamente di questo piano che lo mette nei guai?

Tsipras con un certo ritardo, ha parlato confermando di aver dato ordine di apprestare il piano, ma di non aver mai pensato all’uscita dall’Euro. Per cui o il piano era destinato a scattare se la Grecia in caso fosse stata esclusa dall’Euro contro la sua volontà o serviva solo come deterrente nei confronti degli interlocutori; ma un piano segreto, se è davvero tale, non serve come deterrente. Quindi resta solo la prima ipotesi evidentemente non condivisa da Varoufakis, che invece sarebbe voluto passare all’attuazione del piano subito dopo il referendum e prima dell’espulsione di Atene dall’Eurozona. Di qui la rottura fra i due e le dimissioni. Questo però fa capire quanto superficiale fosse l’intesa fra i due: a questo punto, più che una coppia di statisti, sembrano Stanlio ed Ollio.

Deferire per questo Varoufakis all’Alta corte? Ma se non sono stati processati nemmeno quelli che hanno falsificato i bilanci dello Stato per un decennio! Siamo seri.

Il fatto è che riesce davvero poco credibile un deferimento all’Alta corte del ministro senza che lo segua a ruota il Presidente del Consiglio: se il reato non c’è perché non si è passati dal progetto all’atto, allora anche Varoufakis non è imputabile, ma se il reato sussiste anche solo per aver ipotizzato il piano B, allora  sul banco degli imputati Varoufakis non può restare solo. Simul stabunt simul cadent.

L’impressione è che a nessuno convenga rimestare troppo in questa storia perché di scheletri nell’armadio ce n’è più d’uno. E non solo ad Atene. Credete che Berlino non abbia preparato un suo piano B in caso di collasso dell’Euro o anche solo in caso di uscita di altri? E Parigi, Madrid, l’Aia,…? Roma no, sono convinto che l’Italia sia l’unica a non averlo fatto.

E quali argomenti si sono usati per “persuadere” Tsipras a tornare al tavolo? Lui era giù incline a non uscire dall’Euro, ma è credibile che sin dall’inizio pensasse di fare un referendum-sceneggiata per poi calarsi le braghi in quel modo in 48 ore? Il fatto che il martedì successivo il neo ministro delle finanze si sia presentato senza nessuna proposta fa capire che non c’era nulla di pronto e che, quindi, la cosa è precipitata in poche ore, prendendo una strada diversa da quella pensata quando il referendum è stato convocato: perché?

La verità è che se si inizia a scavare su questa storia nessuno, né la Grecia né gli altri, ha da guadagnarci e, pertanto, sono convinto che la cosa verrà sbrigativamente messa a tacere al massimo con un dibattito parlamentare molto formale.

Però, se penso che questo è il governo della sinistra radicale, che dovrebbe dare lezioni di democrazia, di un nuovo rapporto fra masse e potere, non so se ridere o piangere.

Aldo Giannuli

aldo giannuli, bce, euro, europa, grexit, merkel, piano b grecia, referendum grecia, siryza, trattatuva grecia, tsipras, uscita da euro, varoufakis, varoufakis alto tradimento


Aldo Giannuli

Storico, è il promotore di questo, che da blog, tenta di diventare sito. Seguitemi su Twitter o su Facebook.

Comments (20)

  • Gli aspetti tecnici del piano mi interessano poco, che il problema è tutto politico.
    Schematicamente:
    1) Il peccato originale di tutto è la menzogna di voler rimanere nell’euro senza le politiche di austerità; questo ha reso impraticabili molte scelte.
    2) Un governo che si avvia ad una trattativa di quella portata senza un piano B, è un governo di idioti.
    3) Un governo che ha un piano B e non lo usa quando vede che dall’altra parte non c’è spazio, è un governo di colossali idioti.
    4) Varoufakis ha anche detto che il suo ministero era controllato dall’estero: perché non ha denunciato la cosa a suo tempo? Perché questo aspetto viene dimenticato?
    5) La telefonata da chi è stata registrata? Chi era l’interlocutore? Chi l’ha resa pubblica? Perché? Siamo sicuri che non sia una manovra mirata ad un obiettivo ben preciso?
    6) Il deferimento di Varoufakis è chiaramente una mossa politica. Chi è il mandante? Quale scopo si prefigge?

    • tutte le telefonate in streaming vengono registrate a prescindere degli interlocutori o del contenuto, poi col tempo vengono declassificate e cancellate dati e metadati. Ormai è una consuetudine dei servizi e delle policies dei fornitori. )-:

  • ridere per non piangere. Però il caso Grecia proposto da Varoufakis pone alcune questioni come l’emergere della valuta elettronica, qui vi segnalo caso dell’ equador , col quale anche noi dovremo affrontare e non capisco perché il ministero continui a chiedere la tangente ai commercianti per i pagamenti elettronici [vadano a chiedere il pizzo alle banche]; altra questione il tipo di moneta qui una vecchia posizione interessante del gruppo inglese positive money il quale propone l’abolizione della moneta ex nihilo, il sorpasso della posizione debitoria nella creazione della moneta, ecc.. dove la componente elettronica può giocare un ruolo decisivo del credito/contante, per uscire dall’attuale crisi propongono delle modifiche sostanziali al sistema, almeno che il sistema della crisi non sia un modello di governo globale(-:c’è stata la guerra fredda, oggi la crisi debitoria:-).
    Che Tsipras e Varoufakis hanno commesso degli errori è fuor di dubbio, che lo hanno fatto per cialtroneria nostrana non mi convince, che si sono improvvisati governanti a scapito delle competenze politiche che hanno – tutti i politici improvvisano un po’ dipende non farsi prendere la mano -, che i governi greci hanno brutte carte da giocare non è una novità ed e difficile venirne fuori, perciò chiariti gli errori sia importante andare oltre con l’analisi. CMQ qui Varoufakis spiega un po’ la sua proposta e qui la traduzione

  • la follia è credere che la democrazia possa esistere con un intrasegente trasparenza.Il deficit di democrazia che abbiamo in occidente,non è la mancanza di un assoluta trasparenza,ma l’impossibilità di capire i meccanismi finanziari che guidano questa economia e le reazioni di questi meccanismi di fronte a dei cambiamenti.

  • … è una vicenda in cui i buchi di logicità e documentali sono frequenti. Il duo monetario anti greco Tsipras – Varoufakis, quanto ad illogicità, trovo che sia superato solo dal duo bellico anti italiano Mussolini – Badoglio. Prof. , possiamo oggi pensare che cinicamente sir Church Hill sul campionato mondiale di guerra anglo/franco-tedesco&alleatocombinaguai parlava per sineddoche? E se il boccone più grosso fosse la Franza da magnare a 7 ganasce senza pagare il conto? Questa è l’Europa del freca-fottere …

  • Tenerone Dolcissimo

    si sarebbe dovuti passare attraverso una manovra di hackeraggio per accedere alle posizioni dei singoli cittadini
    ***
    Problema che in italia non vi sarebbe considerato che lo stato sa tutto delle nostre posizioni finanziarie. Quindi faremmo meglio a pensare a una Norimberga italiana che a processo greci

  • C’è solo da piangere! La solita manica di cialtroni di sinistra, pronti a manipolare il popolo, che non è mai in grado di comprendere i loro alti pensieri da statisti, armati di una cultura politica che sta alla democrazia come le frasi dei baci perugina ai sentimenti.
    C’è da chiedersi perché al sinistra di questo paese ce l’ha con Renzi e ama questi dementi.

  • Non sono d’accordo sul tuo commento: Roma no, sono convinto che l’Italia sia l’unica a non averlo fatto.
    Forse Renzi e i nostri ministri da operetta, no, però ci sono forze in Italia che hanno preparato un piano B e che si collocano nelle aree di servizi deviati, golpisti, P2 e P3 vari, ecc.

  • Ritengo che il vero quesito piu’ che politico sia geopolitico,non dimentichiamo che la Russia prima ha offerto il suo aiuto e poi si e’ ritirata accusando la Cina di non voler cofinanziare l’uscita dall’euro,quindi come diceva Cicerone Cui Bono…Forse si sapra’ qualcosa tra una trentina d’anni se le condizioni lo permetteranno.

  • Se in tutta questa vicenda ci fosse una strategia politica nel comportamento di Trippas, dovremmo concludere che in quelle famose 48ore post vittoria referendum finite con la sua capitolazione totale, sia successo un evento politico gravissimo, tipo seria e fondata minaccia (proveniente dall’interno o dall’esterno) di colpo di stato con conseguente dittatura, guerra civile, eliminazione fisica modello Pinochet. Perchè in una guerra non si è mai visto che dopo una vittoria schiacciante, ci si arrenda.

    Ma siccome Trippas & C. sono degli idioti, la spiegazione più semplice è quella giusta. Trippas in questi 6 mesi di trattativa non ha avuto alcuna strategia, tattica e piano B. Non sapendo che pesci prendere, ha tracheggiato tentando coi crucchi in modo levantino di rinegoziare il debito e ridurre l’austerità minacciando si e no l’uscita dall’euro. Intanto i crucchi stavano approntando recinti di sicurezza contro i danni collaterali da Grexit, non si sa mai. Arrivati a giugno, senza più soldi in cassa, che aveva usato per ripagare i debiti pregressi scadenti, Trippas decide di suicidarsi indicendo il referendum con l’intenzione di perderlo, così si sarebbe dimesso lasciando il posto oppure – più probabile visto ex post il suo attaccamento alla cadrega – restare al governo e eseguire gli ordini della troika con la giustificazione che aveva deciso così il popolo col referendum.

    Invece accadel’incredibile, come capita nelle vicende politiche e umane: che il referendum lo stravince! A quel punto, Trippas entra in panico totale: che fare ora che ho vinto ma volevo perdere ma non so che fare? mettersi a muso duro contro i crucchi significava uscire dall’euro senza averla preparata… impresa da condottieri spartani! ma Trippas non lo nacque. Così sceglie la via più facile per restare al potere: la capitolazione totale con l’umiliazione delle forche caudine. Il Varu si dimette per decenza. Ma anche lui non ha mai saputo che fare: i giochi di ruolo funzionano tra giocatori con pari armi, non in politica dove valgono i rapporti puri di forza.

    Prof: credo che voi storici abbiate avuto il privilegio di assistere live ad evento da libri di storia e … di psicopatologia politica.

  • In realta il piano B potrebbe avere senso, mi spiego (cercando di esser breve); é vero che dal punto di vista democratico é un abominio e che presenta dei problemi di gestione pratica ma l’unico vero ostacolo é quello che lei ha ben descritto, ovvero la scarsa/nulla credibilitá dell’acquirente agli occhi del venditore!
    Ma se, ASSECONDATEMI PLEASE, uno Stato amico avesse deciso “a tavolino” di accettare come nobili le promesse di pagamento da parte dello Stato greco ed avesse riconosciuto la moneta greca, una volta stampata, come moneta utile allo scambio commerciale tra se stesso ed Atene…Beh in questo caso le merci sarebbero regolarmente arrivate in Grecia, i commercianti le avrebbero proposte ai consumatori e lo Stato avrebbe coperto le spese con la sua nuova valuta sovrana! Ovviamente questo “stato amico” dovrebbe essere un BRICS, cosa che devasterebbe l’autonomia del popolo greco (piú o meno come ora) ma tecnicamente sarebbe stato fattibile … o almeno lo era fino a che il suddetto Stato non ha deciso di defilarsi e/o Tsipras non ha deciso che non era il caso di proseguire.
    Sono pazzo????
    Ovviamente accetto anche dei Sì come risposta!

  • Con questi nemici il capitale può dormire sonni tranquilli per i prossimi 10.000 anni.

    Accando alla voce idioti sui vocabolari greci dovrebbero mettere le foto di questi due impiastri.

  • Ho molta stima del dott. Giannuli e sono un attento lettore del suo blog ma credo che la valutazione su Varoufakis in questo post come in altri precedenti sia limitata dalla scarsa qualità delle fonti su cui si è informato.
    “Ma Vanoufakis dove ha studiato economia? A Tirana con Renzo Bossi? Al Luna Park di Afragola? In una osteria del Pireo?”…queste sono le domande che il dott. Giannuli si poneva nel post del 4 luglio dopo aver espresso le sue critiche all’ex ministro greco per aver studiato la possibilità di affiancare una seconda moneta a parità 1:1 o l’introduzione di una moneta elettronica…
    Ipotizziamo che la fonte di queste informazioni (sarebbe corretto riportarle) sia l’articolo di Fubini del Corriere della Sera che a sua volta probabilmente faceva riferimento ad un post del blog di Varoufakis sul bitcoin pubblicato il 1 aprile.. espressamente pubblicizzato come pesce di aprile.
    Se si analizzano invece i suoi interventi sulla materia (es.vedere qui: http://yanisvaroufakis.eu/2014/02/15/bitcoin-a-flawed-currency-blueprint-with-a-potentially-useful-application-for-the-eurozone/) si capisce quale era la sua proposta nel 2014 …la creazione di un sistema di pagamento sostenuto da imposte future e denominati in euro (quindi senza abbandonare l’euro) dove si sarebbe potuto utilizzare un algoritmo (come i bitcoin) per rendere il sistema trasparente, efficiente e con transazioni prive di costo.
    (il motivo del perché i bitcoin rendono il sistema efficiente è perché “l’offerta di moneta è algoritmicamente fissato e cresce a un tasso predeterminato” ….quindi la proposta non era passiamo ai bitcoin ma analizziamo le potenzialità di una moneta virtuale (il 90% della moneta “circolante” è virtuale ed emessa dalle banche in occasioni di erogazioni di crediti) per concedere liquidità ad economie asfissiate dalle regole della BCE
    La finalità di questa moneta:
    The great advantages of such a scheme is that it creates:
    source of liquidity for the governments that is outside the bond markets, which does not involve the banks and which lies outside any of the restrictions imposed by Brussels or the various troikas
    national supply of euros that is perfectly legal in the context of the European Union’s Treaties, and which can be used to increase benefits to society’s weakest members or, indeed, as seed funding for some desperately needed public works
    mechanism that allows taxpayers to reduce their inter-temporal tax bill
    free and fully transparent payment system outside the banking system, that is monitored jointly by every citizen (and non-citizen) who participates in it.
    Il post di Varofakis concludeva così:
    In summary, while Bitcoin is too deflationary by nature to act as a widespread currency alternative to the dollar or the euro, its design can be used profitably in order to help the Eurozone’s member-states create euro-denominated electronic payment systems that help them, at least in the medium term, overcome the asphyxiating deflationary pressures imposed upon them by the Eurozone’s Gold Standard-like (and, indeed, Bitcoin-like) austerian design.
    La materia è complessa e in Italia c’è chi propone per es. dei Certificati di Credito Fiscale in questo caso distribuiti gratuitamente ai disoccupati….vedere il libro pubblicato da Micromega: “Per una moneta fiscale gratuita. Come uscire dall’austerità senza spaccare l’euro”
    In relazione invece a questo ultimo post invito il dott. Giannuli a leggere cosa esattamente ha detto Varoufakis in occasione del OFFICIAL MONETARY AND FINANCIAL INSTITUTIONS FORUM: http://znetitaly.altervista.org/art/18081
    Leggendo la trascrizione esatta delle parole di Varoufakis si capisce che
    1) Il sistema monetario parallelo era mirato a una Grecia all’interno dell’euro e che non aveva il mandato per portare la Grecia fuori dall’euro e che si poneva il problema di come preparare la popolazione (contraria a uscire dall’euro) a questo eventuale passaggio se costretti…
    2) Che questo piano era uno di tanti “Noi stavamo pianificando su numerosi fronti. Ne citerò solo uno.” e che era finalizzato a creare un sistema parallelo di pagamento nel caso di crisi estrema con banche chiuse e bancomat bloccati per fare funzionare l’economia per un po’ e darsi quindi tempo e “ per dare alla popolazione la sensazione che lo stato ha il controllo e che c’è un piano”
    3) La segreteria generale delle entrate pubbliche in grecia è controllata interamente e direttamente dalla Troika. (questa si che è una notizia!!) da qui il motivo dell’hackeraggio…
    4) Questa moneta sarebbe potuta essere in una seconda fase usata attraverso smartphone….non che la moneta sarebbe girata solo sullo smartphone!!
    Infine nel passaggio sul suo rapporto su Tsipras si può capire un po’ meglio la natura della loro collaborazione.
    Ritengo i post su Varoufakis semplicisti e screditanti…si può non essere d’accordo con le sue proposte ma non si può affermare che è uno sprovveduto impreparato, il suo CV parla da se.
    Sarebbe invece interessante mettersi nei suoi panni e a partire dalle condizioni date e reali (e non quelle teoriche) valutare cosa si sarebbe potuto fare al suo posto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.