Una puntualizzazione sul pezzo di Nicola Biondo.

Chiedo scusa per farlo solo ora, avevo in mente di farlo prima ma questa mattina il sito era irraggiungibile anche per me e subito dopo sono dovuto andare a lezione. Ho pubblicato il pezzo di Nicola, nonostante alcune perplessità di cui mi accingo a dire, perché come sa chi segue questo blog, ho il massimo rispetto della libertà di pensiero (ospito persino commenti di insulti nei miei confronti anche se a qualcuno particolarmente insolente rispondo mandandolo a quel paese) perché credo che anche il più aspro confronto ha una sua utilità. Peraltro di Nicola ho stima e considerazione per il suo lavoro giornalistico.

Detto questo, sento il dovere di precisare il mio pensiero su alcuni punti (a proposito: alcuni commentatori mi hanno fatto segno di apprezzamenti indignati, ma non si sono accorti che il pezzo non era mio: quando commentate, almeno, leggete la firma, non per nulla: per evitare di far brutta figura voi). Vengo al merito.

Il punto che mi desta le maggiori perplessità sono le righe dedicate a Gianroberto Casaleggio verso il quale temo che Nicola abbia espresso un giudizio fortemente ingeneroso. Gianroberto aveva i suoi difettacci (e chi non ne ha), era un caratteriale, non era di facile approccio e non amava essere contraddetto (faceva parte della sua natura di sognatore) però mi sembra ingiusto definirlo un “cattivo maestro). Nel ritratto che ne fai, caro Nicola, emerge una persona cinica e priva di scrupoli morali che stento ad identificare con la persona che ho conosciuto, sicuramente molto volontarista, incline più all’asserzione che al dubbio ed anche suscettibile e contraddittoria, ma dotata di una sua moralità molto rigorosa. Dunque, pur nel rispetto delle tue opinioni che accolgo qui volentieri, mi è dispiaciuto che si parlasse in questi termini di una persona che ho conosciuto, stimate e du cui serbo un ricordo assai amichevole.

D’altra parte, questo ritratto forzato di Gianroberto fa perdere di vista il punto focale della vicenda: la rottura che c’è stata fra il M5s di Roberto Casaleggio e quello attuale che è cosa assai diversa. Non credo che Roberto avrebbe mai fatto passare la riforma di regolamento dello scorso dicembre della qualche, il meno che si possa dire, è che è improntata d uno spirito schiettamente renziano da “uomo solo al comando” (una delle principali ragioni del mio allontanamento dal Movimento). Peraltro ora vedo Luigi schiacciato dal peso di un ruolo per cui non aveva le spalle, ma non me ne compiaccio affatto. Tu mi dirai che se l’è andata a cercare, ma questo non attenua il mio dispiacere per quel che vedo.

Credo che Di Maio e quanti gli stanno attorno stiano facendo un fuoco pirotecnico di errori e che questo possa costare molto al Movimento (mi sembra di averlo detto chiaramente su questa fesseria cubitale della messa in stato d’accusa del Presidente), ma credo che certe espressioni offensive verso singole persone non giovino al dibattito politico. Anche qui alcune espressioni mi lasciano molto perplesso perché un po’ sopra le righe.

Colgo nel tuo scritto un forte risentimento che posso anche capire per le vicende passate e so che sei un passionale cui scappa facilmente la mano, ma tempo che questi toni tolgano efficacia al discorso, togliendogli credibilità.

Tu dici che “Il Movimento farà una brutta fine”: è possibile ma non me lo auguro affatto e, dal mio punto di vista è il problema. Il M5s, nonostante tutto, è ancora il pinto di riferimento di milioni di italiani che vogliono cambiare questo paese, ritengo l’attuale gruppo dirigente inadeguato a raccogliere ed esprimere questa richiesta di cambiamento, spero che il M5s possa essere affiancato da altre nuove forze politiche più affidabili della Lega, ma se dovesse esserci un suo collasso temo che le cose andrebbero decisamente peggio.

Ed allora contrasto politico all’attuale corso si e senza sconti, ma nella speranza che questo serva ad una diversa maturazione del movimento.

Aldo Giannuli

aldo giannuli, di maio, gianroberto casaleggio, movimento 5 stelle, supernova


Aldo Giannuli

Storico, è il promotore di questo, che da blog, tenta di diventare sito. Seguitemi su Twitter o su Facebook.

Comments (6)

  • Io non vedo contraddizione tra la sua esperienza con la persona di Casaleggio e la descrizione di Nicola Biondo: seguire la propria morale significa non rispettare quella comune, anche forzando norme, leggi, abitudini… È rischioso, ma necessario per cambiare le cose perché il cambiamento in sé è rischioso.

    Il M5S cadrà: non ha una struttura in grado di rigenerarsi. Un po’ come Forza Italia. Anche se nei due partiti ci sono persone che potrebbero essere utili al paese, a meno di una decisa svolta nel sistema interno sono spacciati e chi può decidere questa svolta, al momento, sono solo i vertici che non ne hanno mostrata intenzione alcuna.
    La sensazione, tra la gente e gli iscritti, che il M5S non sia altro che una truffa sta montando: una volta successo sarà difficile, se non impossibile, frenare la dissoluzione.

    Se questo sia un bene o un male, sinceramente, servirebbe la sfera di cristallo. Se è vero che molti si sono avvicinati alla politica grazie al M5S, è anche vero che spesso ha banalizzato alcuni temi e svilito la pratica della politica. Poteva essere diversamente? Certo che sì, ma serviva che qualcuno avesse il coraggio di difendere quelli che venivano messi alla porta perché ponevano una idea diversa. Vabbeh, è inutile piangere sul latte versato.

    La domanda seria è, però, cosa farcene di questi nuovi politicizzati? Come non sprecarli?

  • LA ALDO GIANNULI INTERNATIONAL MOVIE PRODUCTIONE AND DISTRIBUTION ltd

    È lieta di presentare in prima visione assoluta al suo pubblico

    LA CRISI DI GOVERNO PIU’ PAZZA DEL MONDO
    Regia di S. B. Mattarella
    Italia. Germania, Francia
    2018
    con:
    Anghela Merkel, strega di Gemmania
    Serge Mattarello
    Il Bel Macron
    Salvini
    Di Maio
    Oettinger
    Marchese di Savona
    Conti Perduti, fattorin fattore
    GENERE hard romance
    Liberamente ispirato dal best seller di Kirk Tails “ cinquanta sfumature di bianco e nero teutonici”, ed. Quarto Reicht
    Nella tarda primavera del 2018, all’interno di un castello romano, Re Mattarellus, oberato di debiti e con i creditori alle calcagna, per sollevare le sorti del declinate casato, decide di offrire d’un sol colpo i suoi due rampolli in matrimonio alla strega tedescona Anghela, nella speranza di ottenere un prestito, finalmente tagliare i viveri ai due figlioli e togliere l’incantesimo a PIL, nano di corte.
    I due giovani non volevan sentir di andar in marito ad Anghela. Salvino, il più astuto dei due fratelli, per rovinarsi la fama, onde giacer giammai nel talamo con Anghela, decise allora di frequentare la compagnia del pericoloso Marchese di Savona, noto alle cronache per i suoi arditi esperimenti di economia, condotti all’interno dei laboratori del Gran Sasso, per ottenere la scissione delle particelle Euro, partendo dalla lira 1999. Appena Mattarerello seppe delle relazioni pericolose intrattenute dai suoi due figli col marchese di Savona, minacciò di diseredarli e a loro posto adottò per due giorni un viandante. I due si accorsero del rischio di essere cornuti e mazziati.
    All’85esimo giorno la produzione aveva esaurito il burdget. Il regista fu sostituito. Venne dato l’ordine di terminare le riprese e montare alla meglio il girato. Il film andò in distribuzione in cento città.
    Alla prima di Roma il pubblico accoltse il film con tre minuti di fischi
    Secondo Gian L. Biondi del N.Y. Time si trattava di un polpettone indigeribile. A Berlino invece il film fu accolto positivamente dalla Reicht Film e premiato col Crauto di piombo.

      • @ foriato.
        Al momento non è facile sceneggiare il sequel, perchè i molteplici interessi stranieri sono stati preponderanti rispetto a quelli nostrani.
        Tra i media non ufficiali e difficilmente addomesticabili ho notato una capacità della base elettorale di giocare sottocintola, duro e sporco, molto di più e meglio degli apparati ufficiali, di fatto vacanti. Abbiamo un player in più, come anche queste pagine mostrano.
        Gli organi di informazione e propaganda stanno prendendo una certa china.
        Mi verrebbe da dire che poi alla fine dei conti non succede nulla, ma così non è.
        Ci sono molti punti di accensione di una crisi internazionale ben più caldi dell’Italia.
        Se vuoi che mi spinga oltre, non posso non notare che, ovunque ci siano state tensioni negli ultimi secoli, la Francia/Inghilterra, sono state sempre in prima fila nell’accendere le polveri, salvo far spegnere gli incendi ad altri.

      • @ foriato
        Ti sintentizzo il pensiero di Aterix Macron, bravo a predicare, meno a rozzolare.
        <<Viviamo un periodo non normale.»
        «Sta emergendo una sorta di guerra civile europea». «Stanno venendo a galla i nostri egoismi nazionali e il fascino illiberale»,«l'Europa è divisa tra Est e Ovest, tra Nord e Sud, tra Paesi piccoli e grandi». (ho usato la Sampa)

  • In effetti ero rimasta perplessa da quel articolo e davo per scontato che avendolo ospitato ne condividesse in gran parte le posizioni. Grazie per questo chiarimento. Condivido le sue perplessità e la ringrazio per la chiarezza espositiva.
    Incidentalmente: mi ha fatto pacere ascoltarla martedì in casa memoria (non l’avevo riconosciuta).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.