Un consiglio disinteressato a Pd e Rivoluzione civile

La presentazione delle liste si avvicina, per cui mi sembra opportuno dare la precedenza ad una questione tecnica. Come tutti sappiamo, alla Camera non dovrebbe esserci partita, con un Pd che, nei sondaggi, stacca di 10-12 punti il blocco di destra; la battaglia vera sarà al Senato. Il Pd ha bisogno di vincere anche in quelle regioni a rischio (Lazio, Sicilia, Campania e soprattutto Lombardia) che potrebbero determinare la situazione di ingovernabilità che spalancherebbe le porte a Monti (il peggio che ci possa capitare). E’ da escludere un’ intesa anche solo tecnica con Grillo, che sta facendo una partita tutta sua di cui torneremo a parlare (come anche del pittoresco schieramento berlusconiano, dalla Lega a Grande Sud). L’unico apporto esterno al Senato può venire da “Rivoluzione Civile” che non ha la più lontana speranza di beccare un solo senatore (ditemi in quale regione potrebbe fare l’8%…) e se la vede brutta alla Camera, dove deve fare il quoziente per non restare fuori.  Gli arancioni giurano di avere sondaggi che li danno al 5% e qualcuno azzarda persino il 7%, ma gli unici sondaggi che si leggono sui giornali parlano di valori oscillanti fra il 2,8 ed il 3,7%.

E per di più sono valori destinati a scendere man mano che l’elettorato indeciso o astenuto rientra (questo è un elettorato che si concentra sempre sui partiti maggiori) e man mano che l’argomento del “voto utile” e del “rischio dispersione” inizierà a mordere.

Pertanto, c’è un interesse complementare fra Pd e Rivoluzione civile che può trovare soddisfazione in un accordo tecnico di questo tipo: Rc (che non ci perde nulla perché non ha speranze di avere nulla) non si presenta al Senato, convogliando i suoi voti sulla coalizione di centro sinistra (voti che potrebbero essere determinanti proprio in tre delle regioni a rischio: Lombardia, Sicilia e Campania, dove Rivoluzione civile ha dei punti di forza); il Pd, da parte sua, non si presenta in una circoscrizione minore (ad esempio Abruzzi o Sardegna), candidando i suoi esponenti nelle liste di Rivoluzione Civile, aiutandola a prendere il quoziente.

Anche se una parte dell’elettorato del Pd-Sel disobbedisse all’indicazione e votasse per Monti o si astenesse (mi sembrano più difficili altri sbocchi) si tratterebbe pur sempre di un apporto molto rilevante: nel 2008, il Pd con l’Idv ebbe circa 400.000 voti ed in Abruzzo quasi 350.000. Calcolando che la presenza di candidati del Pd e di Sel (che riuscirebbero eletti solo nel caso scatti il quoziente agli arancioni) dovrebbe incoraggiare la maggior parte degli elettori di quei partiti a seguire quella indicazione; non appare irragionevole che l’apporto potrebbe essere di oltre 200.000 voti, quindi un probabile 0,8-0,9% (calcolando l’aumento dell’astensionismo). Cioè quasi un quarto di quello che serve a Rivoluzione civile che, peraltro, godrebbe anche di altri due effetti: attenuare fortemente l’argomento del rischio dispersione ed evitare una campagna del Pd sul “voto utile”, che la affosserebbe. Anzi, lo stesso Pd avrebbe interesse a concedere qualche spazio di propaganda a Rc, per recuperare i voti prestati in quella circoscrizione.

E ad avere più interesse ancora all’operazione potrebbe essere Sel che, realisticamente, sarebbe la maggiore beneficiaria del flusso arancione al Senato. Magari proprio Nichi potrebbe farsi promotore di questa mediazione.

E’ una cosa fattibile? Nel 1963 la Dc lo fece in Romagna con il Pri (che rischiava di non fare il quoziente) e la cosa funzionò. Dopo di che, conoscendo i miei polli (sia sul fianco Pd che sul fianco arancione) non mi faccio illusioni e so che al 90% delle probabilità andranno avanti ciascuno per la propria strada, rischiando di sbattere contro il muro.

Aldo Giannuli

aldo giannuli, berlusconi, bersani, elezioni, grillo, ingroia, lega, mario monti, pd, pdl, rifondazione comunista, rivoluzione civile, sel, senato, vendola


Aldo Giannuli

Storico, è il promotore di questo, che da blog, tenta di diventare sito. Seguitemi su Twitter o su Facebook.

Comments (13)

  • ipotesi suggestiva, ma che misembra destinata a naufragare. l’unica possibilità per gli arancioni sono emilia e toscana. in toscana le possibilità sono pochine, ma in emilia, se gli arancioni si mettono con favia, l’artefice del 10% di grillo in emilia e quindi della successiva affermazione a livello nazionale, qualche senatore se lo prenderebbero, e farebbero pure la cosa buona e giusta di togliere voti a quell’uomo inutile e ricolmo di tendenze fascistoidi che è peppecrille (anche se mi sa che il berluschino con la barba ci ha pensato da solo, e tra poco rimarrà da solo con massimo fini e messora). d’altra parte se è la strada di grillo quella che devono seguire devono iniziare dall’emilia, l’unica regione adatta a supportare imprese politiche di nuovo tipo. infatti devo dire che se darò un voto disgiunto agli arancioni sarà al senato, dato che del fatto che si prendano lo stipendio alla camera non me ne frega nulla, al massimo se hanno qualche senatore (1?) forse conteranno più del 2 di coppe, sebbene in toscana la strada sia pure in salita, dato che i grillos locali, sebbene siano stati inutili al mondo come al solito, sono ancora gerarchicamente allineati a grillo come dei bravi soldatini.

  • e chissenefrega se il pd perde voti.
    se li perde se lo merita.
    in piemonte ha perso non per colpa di grillo ma per colpa del fatto che ha voluto cavalcare il si tav e ci siamo ritrovati il cota( pur in modo illegale, questa va detto).

    il pd se perde voti è perché non è più sensibile ai redditi e ai bisogni dei cittadini.
    in ogni caso monti o pd la minestra è la stessa visto che il pd ha sostenuto in toto ogni schifezza montiana.

    saluti

    alberto

  • Non so, a me pare che qualsiasi escamotage tecnico dovrebbe comunque obbedire a criteri politici.
    Ebbene, si tratta solo di essere coerenti, se il quarto polo ritiene di contrastaare il piano europeo impersonato in Italia dal duo Monti/Napolitano, non si capisce cosa abbia da spartire con il PD che è stato un attivo ed instancabile sostenitore del governo Monti/Napolitano, votando senza fiatare (senza fiatare nè per protestare ma neanche per far sapere in giro cosa stesse avvennendo nelle aule parlamentari) la modifica costituzionale del pareggio di bilancio. Perchè mai farebbe differenza un governo PD-SEL da uno con Monti e compagnia, al momento non è dato sapere, che ci sia differenza sostanziale è un puro atto di fede.
    Inoltre, una volta fatto entrare dalla finestra dell’accordo specifico e limitato, lo spauracchio del voto utile finirebbe col dilagare sull’intero universo elettorale, avrebbe trovato l’imprimatur dello stesso polo coinvolto. Insomma, questo neonato polo si dovrebbe autocondannare a un ruolo che a tanti apparirebbe di semplice supporto subalterno alla trionfante coalizione PD-SEL.
    Perciò, dissento, qui ci sono due partiti, quello delle compatibilità europeee, e quello del rovesciamento del tavolo con le carte truccate, e PD e quarto polo dovrbebro trovarsi da parti opposte in questa situazione, allearsi anche solo a scopo tecnico sarebbe contrario ad ogni logica politica.

  • Io invece dire che RC può fare in Lombardia un accordo con la Lega non presentandosi e mettendo i propri candidati in quest’ultima, così poi in Trentino facendo un accordo tecnico con sudtiroler volkspartei si potrebbe arrivare a un +0,5 alla camera che sommato col +0,2 al senato tenendo conto che in Molise ci devono ancora dare uno 2% che abbiamo lasciato lì l’elezioni scorse possiamo riuscire tramite un patto di sussistenza con Cito a prendere qualche seggio a Manduria.

  • E te pareva che come al solito il problema italiano non diventava il M5S?
    Si parte da una analisi tutta interna al centro-sinistra (che da marxista valuto come schieramento inpresentabile fatto di notabili e politici di professione non avezzi al lavoro ma molto abili nel delinquere…) e si finisce per gettare la colpa di schieramenti tutto mercato e niente difesa delle classi più deboli sull’unica forza politica che nulla centra con il disastro italico, nè tantomeno cerca alleanze per scopi elettorali: cioè il M5S.
    Sono stufo e nauseato da questa campagna vomitevole che addossa la colpa di un ipotetico ritorno di Monti al Governo non per mancanza di credibilità di un progetto politico teso alla difesa dei diritti dei lavori e del Welfare da parte della sinistra partitica, bensì su comuni cittadini candidati nelle liste del M5S. Ma fatevi un’esame di coscienza sui fallimenti della sinistra, prima di ricercare la responsabilità degli stessi all’esterno…

    Saluti

  • pierluigi tarantini

    Analisi lucida.
    Darsi delle priorità, in questo caso cercare di evitare che ci sia bisogno di Monti per dare un governo al paese, significa sfuggire al velleitarismo diffuso anche tra i frequentatori di questo blog.
    E’ una cosa fattibile?
    Ci credo poco, purtroppo.
    In ogni caso, per quanto mi riguarda, previa verifica della validità dei candidati arancioni per la Camera del mio collegio, penso di votarli.
    E pazienza se il mio voto non sarà utile.
    Al Senato, invece, ritengo essenziale fare tutto il possibile per evitare la jattura di un’altro governo Monti e, perciò, sceglierò tra PD e SEL in funzione dei candidati.

  • Mi scusi, ma resta quanto le ho scritto nel commento al precedente articolo (se l’ha letto): a che pro? Non voglio fare un discorso qualunquista, per me Pd e Sel (in buona parte delle basi, ma non nella loro totalità e, soprattutto per i democratici, nell’apparato) non sono uguali a Monti, ma mi sembrano indiscutibili alcuni punti: 1) il Pd è egemone nel centrosinistra e utilizza Sel solo come una stampella; 2) il Pd ha appoggiato Monti nell’ultimo anno e ne condivide quasi in toto l’agenda (le polemiche mi sembra chiaro sono legate alla competizione elettorale); 3) il sostegno al Pd o a Sel, come ho già detto nell’altro articolo, mi sembra possa portare solo ad un maggior peso nei rapporti di forza in un polo non omogeneo (centrosinistra-montiani), ma affine nelle sue componenti.

    Quindi, ripeto, secondo lei è Bersani che può “abbattere il nemico” Monti?

    p.s. di Rivoluzione civile non parlo neanche, mi sembra inutile…

  • Rivoluzione civile non prenderà meno del 5% alla Camera e in Campania supererà l’8% di slancio. E’ l’unico voto utile a sinistra, in grado di condizionare in Parlamento SEL e la parte sinistra del PD, per impedire la saldatura con Monti.
    La desistenza è inutile e il PD ci ha già fregato più volte con la storia del voto utile. Non votare RC solo per fare un favore a Bersani, che comunque si allea con Monti? No, grazie. E a pensarla così è un numero sempre più crescente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.