Caso Uber: perché hanno ragione i taxisti.
Uber: sulla carta non c’è niente di male, anzi, si tratta di qualcosa che dovrebbe favorire gli utenti, che così avrebbero un servizio più veloce ed efficiente. Ma le cose stanno proprio così? All’inizio Uber si rivolse alle compagnie Ncc (Noleggio con conducente) che sono compagnie di professionisti che, a differenza dei taxisti, non prendono corse su strada, ma su prenotazione e cercano di fidelizzare una clientela fissa. Ad esempio, a Roma spesso lavorano con gli alberghi. E ciascuna compagnia cerca di costruirsi un suo portafoglio utenti, ragion per cui l’offerta di Uber è caduta nel vuoto. Infatti chi già ha un suo seguito di clienti, non si vede che vantaggio avrebbe a pagare il 20% ad Uber che offre al massimo un servizio utile per trovare clientela su strada. Anzi le Ncc sono state le prime a denunciare l’invasione di mercato.
Uber ha dovuto accontentarsi delle Ncc di disperati che non hanno un portafogli sufficiente, poca roba in sé, ma ottimo alibi per agganciare gli abusivi totali, quelli che non hanno nessuna licenza, non pagano assicurazioni speciali, non pagano tasse e fanno tutto in nero. A questo punto, ci si aspetterebbe che a rivoltarsi per prime fossero le istituzioni: i comuni che vedono evadere le licenze ed il Ministero dell’economia per le tasse. E, invece, no, all’improvviso, tutti diventano comprensivi: quando si tratta di multinazionali come Uber, si sa, diventa tollerabile anche l’evasione fiscale dei piccoli.
E’ ovvio che i privati abusivi possano fare prezzi più bassi non pagando tasse, licenze, assicurazioni speciali e, soprattutto, non facendolo professionalmente, ma nei ritagli di tempo, come integrazione extra, ma, in questo modo, si buttano fuori mercato i taxisti professionali. Che naturalmente, per la sinistra fighetta da salotto e da terrazza romana, sono solo una corporazione che deve arrendersi al “progresso” tecnologico. La sinistra radical chic (che è moralmente più spregevole della destra berlusconiana) ha in orrore i diritti collettivi, ed è convinta che i problemi reali siano le piste ciclabili, l’arredo urbano, ecc.
E la giunta milanese che è il più perfetto esempio di sinistra al cachemire che si possa immaginare, non ha deluso le aspettative delle multinazionali alla Uber: un colpo al cerchio, uno alla botte e poi aspettiamo cosa dice il giudice, magari dimenticando di aver incassato soldi per le licenze dei taxi cui dovrebbe garantire l’esclusiva del servizio, altrimenti non si capisce perché la gente debba pagare il Comune.
Qui la questione va ben al di là dei taxisti. Questo è solo uno degli aspetti dell’attacco al lavoro autonomo. Da venti anni, l’offensiva neo liberista ha preso di mira il lavoro dipendente privandolo di ogni garanzia, allungando gli orari ed abbassando i salari, ma soprattutto precarizzandolo. Ormai il “lavoro dipendente garantito” riguarda solo gli ultracinqantenni (non rimpiazzati man mano che vanno in pensione) ed una piccola minoranza di fortunati che ancora godono di un posto di lavoro “a tempo indeterminato”. Ora l’attacco si volge al lavoro autonomi: artigiani, commercianti, piccoli imprenditori , contadini, professionisti tutti tartassati da una pressione fiscale insostenibile (ormai rappresentano il maggior gettito, dopo lo svuotamento del lavoro dipendente e la fuga dei grandi capitali nei paradisi fiscali), vessati da regolamenti assurdi e, soprattutto, stritolati dalle grandi imprese. I commercianti devono vedersela con la grande distribuzione che mette fuori mercato anche gli artigiani, i professionisti sono sempre più insidiati dagli studi associati che a volte sono mega strutture di migliaia di professionisti che hanno ancora parvenze di lavoro autonomo, ma che, in realtà sono solo dipendenti di un piccolo gruppo imprenditoriale, i coltivatori si trovano schiacciati fra l’incudine dei prodotti provenienti dai paesi emergenti ed il martello della grande distribuzione.
Quanto ai piccoli imprenditori. sono l’altra faccia del “lavoro dipendente garantito”: o accettano di lavorare in nero, al di fuori di ogni tutela sindacale e di vivere della committenza parcellizzata della grande impresa globale.
L’obiettivo è ridurre alla precarietà anche il lavoro autonomo. La sinistra, che non ha mai capito quanto fosse politicamente importante conquistare i lavoratori autonomi, ha accettato la demenziale prospettiva della guerra fra poveri, fra lavoro dipendente e lavoro autonomo sul piano dell’evasione fiscale (guardandosi bene dall’aprire il discorso dell’evasione ed eluzione fiscale dei grandi patrimoni).
Ma l’unica strategia vincente nei confronti del grande capitale multinazionale è nella formazione di una grande alleanza del lavoro fra dipendenti, autonomi e precari. Ma queste cose la sinistra istituzionale non le vuole e non le cerca. E’ una sinistra sostanzialmente antipopolare.
Ma di questo parleremo ancora.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, comune di milano, precarietà, professionisti, taxisti, uber

Saverio
Standing ovation!
Stefano
Come si fa a mettere sullo stesso piano la casta dei tassisti e gli artigiani? I primi godono di benefici incredibili (e di un mercato autoreferenziale e chiuso), i secondi – e lo dico per esperienze familiari – sono alla canna del gas. E me li difende come se fossero povere vittime proletarie!?!? Prof, sono sconcertato.
aldogiannuli
Stefano: semplice: sono entrambi lavorastori autonomi. Tutti questi privilegi dei tassistoi sinceramente non li vedo, che dire allora dei professionisti? Non cada anche lei nella trappoladella guerra fra poveri e più poveri. Il nemico sono gli altr
ilBuonPeppe
Premesso che condivido il pessimo giudizio sulla sinistra e che non so chi ci sia dietro Uber, nello specifico mi sembra che ci siano almeno un paio di questioni distinte tra loro.
In primo luogo mi chiedo “se” è utile / necessario / giusto ragionare ancora sulle licenze dei tassisti (discorso che poi si può estendere ad altre categorie). Non ho ancora una risposta a questo, ma è evidente e logico che l’imposizione di una licenza per svolgere un’attività crea poi delle aspettative di tipo protezionistico. Con le conseguenze che vediamo.
Altra questione è quella degli abusivi e delle tasse che, sinceramente, ha un che di ridicolo. Non pagano le tasse? Non hanno la licenza? Prenderli con le mani nel sacco è la cosa più facile del mondo: basta chiamarli.
Se questi comportamenti non vengono perseguiti la responsabilità è delle istituzioni (il comune per la mancanza di licenza, la finanza per le tasse).
giandavide
non potrei essere più in disaccordo: innanzitutto non capisco perchè due articoli fa ce la si prendeva con gli atteggiamenti populisti “montiani” e ora il problema principale sono “gli abusivi” di uber.
poi non sono disposto a riconoscere ai tassisti quella “professionalità” di cui si parla: si tratta di un lavoro che saprebbe fare chiunque sappia guidare una macchina. ma quella del tassista è una delle professioni che in italia sono trasmesse per diritto ereditario: per avere una licenza da tassista bisogna essere figli di tassisti oppure comprare il suddetto diritto di successione da un tassista. l’artigiano deve affrontare molte più spese e non ha il vantaggio corporativo dei tassisti che fanno cartello sui prezzi. non dico che i tassisti siano nemici (lascio queste definizioni ai grillini, che non fanno altro che cercare nemici di qua e di là) ma è indubbio che hanno avuto delle tutele che la maggiorparte degli italiani non hanno avuto. tutele che peraltro si riflettono in una minore adattabilità del servizio rispetto alle richieste degli utenti: i taxi in italia sono tra i più cari d’europa, ma molte zone sono poco servite a causa del limitato numero di licenze: è logico che un servizio del genere debba cambiare al modificarsi delle condizioni storiche. e dato che la politica italiana è ingessata e non è in grado di intervenire, ci pensa il libero mercato. la cosa è abbastanza triste, ma data la natura retriva della corporazione tassinara, non mi sento di spendere una sola parola a favore di un blocco sociale così arretrato. gli piaceva tanto il neoliberista fini quando si rivoltavano contro bersani? benissimo, che ci muoiano di libero mercato: ci sono tante altre persone che il loro lavoro lo farebbero meglio e a prezzi inferiori.
ciccillo
Giannuli, d’accordissimo sulla sinistra diventata ormai compiutamente borghese e anti-popolare (e aspetto i suoi futuri interventi in merito) però i tassisti, specialmente quelli milanesi, io trovo che siano indifendibili.
l’inverno scorso ho avuto un lungo periodo di invalidità (che purtroppo nessuno mi risarcisce) e a causa di ciò ho dovuto prendere un’infinità di taxi, anche solo per recarmi in ospedale o a fare radiografie e fisioterapia.
forse il mio non sarà un dato attendibile ma è certo che di una quarantinia di taxi che ho preso ne avrò trovati 5 o 6 che non hanno tentato di fregarmi, o allungando la strada o infilandosi a bella posta in vie strette dove avevano appena visto svoltare un camion ingombrante o infilandosi in centro nelle ore di maggior traffico ed evitandolo in quelle in cui sarebbe stato utile farlo etc etc…
anch’io sono peraltro un autonomo ma non vivo cercando di fregare continuamente i miei potenziali clienti (e forse è per questo che sono disoccupato…).
inoltre per me un’allenaza fra autonomi, precari e dipendenti non è possibile e, a sto punto, anche inutile perché entro una decina d’anni dei dipendenti rimarrà solo il ricordo.
purtroppo la nuova lotta di classe passa anche in quella che lei chiama “guerra fra poveri” ma io vedo che comunque ormai i dipendenti sono i meno poveri.
il problema dei taxisti io lo risolverei con l’abolizione delle licenze e il risarcimento a chi ne ha dovuta acquistare una (che peraltro costa come un appartamento, non si è mai visto che uno debba spendere così tanti soldi per poter lavorare).
dopodiché cooperative di dipendenti come esistono ovunque nel mondo!
aldogiannuli
ciccillo: non ho motivo di difendere i taxisti in quanto tali e ne ho beccati anche di disonesti, ma (anche io prendo frequentissimamente il taxi dato che non so guidare) devo dire che la percentuale è opposta a quella che dici tu: meno del 10%. Sarà questione di fortuna…
Massi.66
Gentile prof. complimenti per l’articolo e , per la risposta data al Sig. Stefano a mio parere a centrato il problema che potrebbe riguardare altre categorie di professionisti . Al Sig. giandavide , gli suggerisco di andarsi a leggere la L.21/92 ed in particolar modo art.6.
Io proporrei anche di verifcare se alcune organizzazioni Onlus svolgono il trasporto a norma di legge…. vede prof. questo è un campo in cui forse…
A mio parere ove vi siano situazioni in contrasto con le normative vigenti occorre irrogare sanzioni.
Tepozzino
Caro Professore,
parole sante. L’unica pecca è ostinarsi a denominare sinistra il corteo di maschere (tutte comunque divenute abbienti) che per citare Luciano Canfora altro non è che “gente benestante che discetta frivolmente su come convincere chi marcia con 700/1000 euro al mese a rassegnarsi ai sacrifici in attesa di un futuro migliore”.
Matteo
Gentile Giannuli, se il problema è che Uber apre le porte agli abusivi possiamo chiedere che questi vengano individuati e si prendano i provvedimenti adeguati (come dovrebbe accadere in ogni altro settore). La questione semmai è se Uber favorisca / incoraggi il diffondersi dell’abusivismo e non conosco particolari prove in questo senso, anche in considerazione del fatto che – come avviene anche per l’ecommerce – la presenza online favorirà la trasparenza (se chi di competenza si sveglia). Inoltre, cominciano a sorgere dubbi sull’effettivo impatto di Uber sui servizi tradizionali (chiedo scusa ma non riesco a reperire la fonte): l’aumento di servizi di questo tipo o di aziende di car-sharing può col tempo contribuire all’abbassamento di vetture private circolanti in città, deviando dunque il consumo verso i suddetti servizi ma anche verso taxi e trasporto pubblico. Infine, definire Uber una multinazionale la fa apparire come una Monsanto (per dirne una) che usa la leva del proprio potere economico attraverso attività di lobbying. Le cose non stanno così, e basta vedere il profilo su TechCrunch di Uber (http://www.crunchbase.com/organization/uber) per rendersi conto che siamo davanti a una giovanissima azienda che ha raccolto ingenti finanziamenti grazie a un business model convincente.
Il discorso va preso alla lontana, andando a considerare l’impatto reale che la tecnologia sta avendo su servizi e consumi. Perché bisogna aspettare un’azienda privata – Google – per avere qualcuno che pensi a connettere un valore come il Made in Italy al mondo digitale? Perché le aziende italiane delegano lo sviluppo dei propri canali online a chi sa a stento controllare la propria email dal cellulare? Perché in Italia siamo tutti bravi a fare macro-considerazioni filosofiche sull’impatto della tecnologia, ma pochi studiano e analizzano nel dettaglio la catena del valore e il business model di aziende come Uber, Google, Alibaba, Airbnb? Anche in questo ambito, l’Italia inizierà la partita quando le altre squadre sono già negli spogliatoi. Nel frattempo siamo felici di mandare i soliti ignoti a disturbare la partita facendo cartello o esercitando pressioni affinché nulla cambi. E lasciamo che i trentenni che hanno capito come mettere in piedi un business online scappino in un qualsiasi paese del Nord Europa, dove le loro capacità sono valorizzate e usate per far nascere business che un domani verranno demonizzati da qualche pseudo-imprenditore nostrano.
Tenerone Dolcissimo
Sostanzialmente sono d’accordo con il professore. Si tratta di una guerra fra poveri artatamente messa su da una burocrazia parassitaria e sempre piu’ elitaria. Quei pochi che ancora hanno un posto fisso. Stranamente perché non si capisce come mai non siano tutti precarizzati. E’ per mantenere questa manica di papponi che siamo tartassati dal fisco.
fabio
in tutta europa il taxi costa 3/4 volte meno ch ein italia, cosa facciamo? i mini cab a londra non mi sembra abbiano ucciso i taxi ufficiali, in spagna ad es a barcellona o a santiago del chile ci sono taxi ovunque e super economici, poiche e’ un lavoro che non necessita di quasi nessuna abilita deve costare poco e non deve far diventar milionario chi lo fa…. considerata la situazione del trasporto pubblico e l’enorme parco auto privato circolante bisognerebbe fare di tutto per rendere accessibili mezzi laternativi alla propria macchina, altro che difendere sta gente. io faccio il fotografo e con l’avvento del digitale e’ successa la stessa cosa, mica ha visto fotoreporter occupare strade minacciare i turisti con la macchina fotografica etc x che facevano concorrenza, e’ pieno di gente che con una camera in mano fa lavori a poco a discapito dei porfessionisti. e’ un problema dello stato se c’e’ evasione fiscale in un’attivita no dei cittadini che con questa scusa pagano di piu e ricevono un servizio pessimo, come quello dei taxi appunto…
Tenerone Dolcissimo
C’è un aspetto odioso nell’applicazione di queste politiche di precariato tipicamente americane ed è il fatto che non vengono applicate in america bensì in Europa. Potrebbe sembrare una boutade, ma in verità occorre riflettere su quel che dice il professore circa la «piccola minoranza di fortunati che ancora godono di un posto di lavoro “a tempo indeterminato». E chi sono costoro? Sono la figlia della Fornero e Monti e Michel Martone cioe’ quei privilegiati che non devono sottostare ai sacrifici di tutti i comuni mortali. In america, la precarietà c’è per tutti e nessuno è al sicuro da nulla. E’ per questo che anche io, liberale e filoamericano sono contro l’adozione di modelli americani tout court. Prima garantiamo che i sacrifici siano per tutti.
Frank-One
A volte penso che verso i taxisti ci sia un vero e proprio odio di classe che porta anche a sputtanarsi sparando luoghi comuni a caso: e così si dice che le tariffe in Italia siano le più care d’Europa, il che é smentito dalle tabelle Eurotax dove molto più care sono le tariffe nei paesi dove il servizio è stato liberalizzato: Norvegia, Svezia, Danimarca, Svizzera, Montecarlo ecc. Poi c’è quell’altro che dice che il taxista ha girato apposta dove ha visto un camion che avrebbe bloccato la strada, chiaro indizio che il taxi l’ha visto solo nei documentari o al cinema, poiché potrei essere d’accordo che non tutti i taxisti siano onesti, ma non sono certamente stupidi, ed un intralcio fa girare il tassametro molto, ma molto lentamente, tanto da maledire sè stessi qualora si sia scelta una strada più trafficata: mi creda l’illustre critico, io ho tutto l’interesse che il cliente scenda prima possibile, sí da poter effettuare un’altra corsa. Poi c’è quello che parla del servizio scadente di Milano, che però ad un contest gestito dalle Automobil Club Europee ha classificato Milano al QUARTO posto su 23 città, tra l’altro preceduta grazie alle tariffe più basse da Madrid e Barcellona, città spagnole dove la benzina costa 3/5 rispetto all’Italia. Al signor fotografo che si lamenta dell’avvento del digitale consiglio di cambiare mestiere in quanto i fotografi bravi che conosco io continuano a lavorare, ben richiesti in quanto professionisti seri e capaci, cosa che da quello che racconta mi pare non essere lui. Infine io mi incazzerei a morte se venissi a sapere che un’azienda sostenuta da Golmansachs ed alla quale Google ha dato 10.000.000 di dollari, ebbene una tale azienda ha pagato tasse in Italia su un imponibile di 9.000 €, grazie ad artifizi ed escamotage più o meno leciti, ovvero proventi versati in Olanda da qui con un gioco di scatole cinesi alle Bermuda ed infine in Delaware, ma i nostri probi pur di affossare quella categoria malsana e paraculata non importa nulla di tutto ciò, ricordandomi quel marito che per far un dispetto alla moglie….
E a Lei Prof. Giannuli mi permetto di levare una piccolissima e lieve osservazione: come qualcuno Le ha fatto notare poco sopra l’errore sta nel considerare di sinistra questi radical chic, veramente al limite dell’odioso. La vera gente di sinistra, con la quale poi si può essere in sintonia o meno, questo é il sale della dialettica e del confronto, dicevo la vera gente di sinistra, Guido Viale, Ferrero, Diliberto, Marco Rizzo, si sono apertamente schierati a favore dei lavoratori contro quelle multinazionali che vorrebbero avere ai loro piedi orde di schiavi sottopagati, ma questo è un altro discorso
Alex M.
Esistono i preti pedofili, i poliziotti corrotti, i benzinai che allungano con acqua o starano il conta litri , gli idraulici poco onesti, i mediatori immobiliari fetenti , gli assicuratori esosi , e ci sono anche i tassisti furbi, ma esiste anche una commissione disciplinare dove farli giudicare . Gli strumenti esistono basta usarli. Provate a prendere un taxi a Amsterdam poi mi dite se è meno caro che in Italia dove risulta quarto in europa per qualità del servizio . Quando Uber applicherà il price surge x 5 o 7 ridiamo tutti quanti!!!’n
jc
http://www.cgiamestre.com/2014/07/tariffe-rincari-record/
1)servizio taxi milano: 4 posto in europa
tariffe perfettamente concorrenziali..
2)recentemente la regione lombardia ha controllato il servizio attraverso il “mistery client”.
i risultati di entrambi gli studi sono consultabili on line (basta cercarli e non raccontare le solite frottole all italiana)
le tariffe sono amministrate..significa che non le fa il tassista ma la regione lombardia.
il link che ho postato sopra è molto interessante(per chi ha voglia di informarsi)
la fonte attendibile.
detto questo, concordo con l analisi di Giannuli ma leggendo alcuni commenti capisco perchè …non abbiamo speranza alcuna…
la guerra tra poveri non finirà mai !!!
Logico
La certezza delle regole è il primo fondamento. La sanzione per chi non le rispetta è il secondo.
Finché si cercheranno “risorse pubbliche” ma non tutti -o almeno la maggioranza- capiranno che chi evade brucia le risorse di tutti, vedremo queste e ben altre operazioni di saccheggio o taglieggiamento da parte di multinazionali…
ciccillo
vorrei rispondere in breve a questi tre commenti che paiono difendere pregiudizialmente i tassisti milanesi.
l’esempio del camion (anzi di una betoniera) è certo la punta dell’iceberg ma non credo proprio che l’interesse del tassista sia di fare un’altra corsa al più presto, i parcheggi sono sempre pieni di auto ferme e ognuno cerca di sfruttare come può le poche opportunità che gli capitano, peccato che questa vada a scapito del cliente, magari anche malato che deve spostarsi ugualmente e finisce poi per rivolgersi (io purtroppo l’ho scoperto troppo tardi) a quelle onlus che offronno trasporto gratis per malati e invalidi anche temporanei. certo poi ho trovato pure quelli simpatici e onesti che discutono con te il percorso ma sono una minoranza e certamente la cosa balza agli occhi quando 3 volte la settimana fai lo stesso percorso e enello stesso orario.
senza contare il video con la pubblicità ormai installato su molte vetture nello schienale di fronte al passeggero con il quale ti sorbisci pubblicità e sponsor senza che questo comporti una riduzione del prezzo della corsa.
sarò solidale coi taxisti quando chiederanno la revoca delle licenze e il risarcimento delle stesse e cominceranno a lavorare in cooperativa come accade in molte parti del mondo.
luigi
Caro Professore,
l’articolo mette a fuoco un aspetto di grande importanza che molti trascurano: l’operazione di demolizione economica dei piccoli imprenditori e professionisti.
Costoro hanno goduto finora di un relativo grado di impunità fiscale (basta pensare ai commercianti che dichiaravano redditi inferiori a quelli dei loro dipendenti – a loro molto parziale attenuante possiamo dire che se avessero pagato tutte le tasse ed i balzelli in alcuni casi potevano chiudere bottega. Costituivano però nel contempo una parte non trascurabile del tessuto produttivo italiano.
Adesso – dato che i predetti non votano per la finta sinistra – si è pensato di attuare la “soluzione finale” a favore delle multinazionali che godono di benefici fiscali nei paradisi dell’Unione Europea quali Olanda, Irlanda e Granducato del Lussemburgo.
Complimenti alla finta sinistra! Mi domando quando avranno completamente distrutto questa disgraziata nazione a chi potranno rubare i soldi per mantenere la confortevole vita che conducono?
P.S. Perchà solo i tassisti godono di tale odio che non non colpisce farmacisti, tabaccai, notai ed altre categorie privilegiate?
SantiNumi
Appunterei che il lavoro autonomo è “precario” per natura: ma se prima lo stato chiudeva “un occhio” alla piccola elusione/evasione, ora artigiani e PIVA unipersonali sono i primi a impiccarsi: proprio perché oltre a non aver mai avuto particolari sicurezze sociali, ora non hanno neanche i soldi per mangiare.
Il problema sono invece, come asserivo nell’intervento precedente, “le corporazioni”: Hayek quando suggeriva di praticare il “federalismo interstatale” (il fogno dei piddini, dei socialisti-liberal e di qualche altro beota), ricordava che oltre a disperdere la sovranità degli Stati nazione socialisti al fine di donare la libertà “tramite il mercato”, era necessario atomizzare le associazioni di professionisti, dagli avvocati ai tassisti.
L’attacco alle associazioni di categorie, agli albi professionali, è tutta agenda neoliberista.
Non avete voglia di leggere i deliri degli austriaci? Fatevi un giro sul sito del Bruno Leoni, troverete le sintesi di tanta “intellettualità”.
Non capite cosa succede in Europa? Guardatevi qualche bel filmato del Cile di Pinochet.
Cile “liberalizzato” tramite una ditattura promossa dalla Mont Pelerin Society.
Atomizzati tutti i “sezionalismi” (come li chiamava quell’altro fantagenio di Spinelli) e ci ritroveremo ad aver a che fare solamente con la Uber, con Amazon, con Google, con la Montsanto, con la Bayer…
Senza sovranità non ti puoi difendere da chi ha il monopolio del capitale.
Ma possibile che non ci sia nessuno in grado di produrre cultura all’altezza dei tempi? Da contrapporre ai deliri distopici di un sociopatico che ha messo in mano armi di distruzione di massa a tutti gli elitisti zombizzati di questo continente?
Luglio 2014, nessuna nuova all’orizzonte.
giandavide
ma radical chic sto cazzo. nonostante io sia molto più “formato” di un tassista, i soldi che si porta a casa un tassista facendosi quattro giri in macchina a queste condizioni me li sogno, come se li sognano le persone normali che non hanno ereditato la sacra licenza. anche questi sono privilegi, proprio come nel caso dei politici. privilegi acquisti in seno ad un servizio pubblico privatizzato con prezzi da cartello. e mi venite a dire che uber è neoliberista? sono perfettamente d’accordo con matteo: in un epoca dominata dai servizi e dal’informatica è completamente ridicolo rifiutarsi di accettare i cambiamenti strutturali che quest’ultima impone ai primi. un atteggiamento luddista che ha messo marx fuori dalla porta (ed è inadeguato per uno che si definisce marxista) per andare incontro ai “lavoratori” che il libero mercato si, ma solo col culo degli altri. e con il luddismo non si arriva a una nuova sinistra, ma tutt’al più al mantenimento dello status quo.
giandavide
appunto una parabola perfetta dell’attivismo 5 stelle
fabio
ICaro professore lei ha colto la sostanza del problema e condivdo l’ anallisi oggetiva dei fatti neno qulla politica. Per quanto riguarda le critiche….che dire poco o nulla, sono fatte da persone incompetenti a voler essere buoni, se non da astiosi rancorosi e anche magari ividiosi anche se non so di cosa. Vorei vedere questi signori se nella vita reale sono cosi integgerrimi come vogliono far credere magari sono quelli che per risparniare un euro non si fanno fare le fatture ecc…pero pronti a puntare il dito MA FATEMI IL PIACERE
jc
Il sig Giandavide e il classico esempio di cosa voglia significare..guerra tra poveri. Poiché io intelligente,colto e formato non godo dei presunti privilegi di altri ignoranti non formati lavoratori,non chiedo e pretendo di avere ciò che la mia formazione dovrebbe garantirmi,ma chiedo che venga tolto a chi ha qualche elementare,minima,ipotetica garanzia..in più.Buona fortuna!!
Tenerone Dolcissimo
I tassisti forse guadagnano, ma devono accollarsi licenze a costi enormi. Abbiamo ereditato un sistema sballato e per rimetterlo in sesto ce ne vorrà. Io sono liberale edetesto gli ordini professionali e le garanzie. Ma qui purtroppo occorre andare col bisturi e stare attenti a chi gestisce il processo di liberalizzazione. Il problema è che finora lo ha gestito gente come Monti che con le idee liberali nullla ha a che spartire
luigi
@SantiNumi
Un buon consiglio di vedere il sito di Bruno Leoni. Propedeuticamente sarebbe utile dare un’occhiata anche alla pagina:
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/rete-leoni-think-tank-liberale-istituto-bruno-leoni-ibl-74291.htm
giandavide
bellissimi questi tassinari: prima ti danno di ricchissimo radical chic, poi ti danno di povero. il comune denominatore è l’analisi basata sulle presunte condizioni economiche dell’interlocutore. si concentrano su questo perchè non riescono a cogliere il fatto che il progresso ha reso insostenibile le loro attività che odora di obsolescente medioevo, e per il fatto che, nonostante quello del taxi un servizio pubblico privatizzato e si muova in un ambito di mercato, si sorprendono quando il libero mercato si rivela per quel che è, e chiedono misure assistenziali. ma solo per loro, ovviamente.
comunque, i miei pareri negativi contro i tassisti non sono in quanto lavorano e come tutti quelli che lavorano meritano condizioni migliori (ci mancherebbe altro), ma in quanto fanno parte di una corporazione chiusa. che nel tempo ha favorito i propri interessi attraverso rapporti politici (con alleanza nazionale soprattutto) che hanno garantito trattamenti vantaggiosi e che non hanno equivalenti nei settori lavorativi a matrice non corporativa.
peraltro i tassisti non mi sembra che abbiano mai collettivamente detto “pio” quando gli altri lavoratori venivano strangolati dal governo, dato che erano troppo indaffarati con i loro politici di destra di riferimento per preoccuparsene. la mentalità è questa, rinchiusa nel proprio orticello e lontanissima da qualsiasi desiderio di uguaglianza o giustizia, senza contare il luddismo latente e gli atteggiamenti retrivi nei confronti del progresso applicato ai processi di produzione.
insomma il problema è che qua si tratta di essere reazionari o meno. e questi atteggiamenti sopra descritti sono reazionari, con buona pace del professore, che pur essendo marxista ha le sue buone contraddizioni derubricando il progresso tecnologico a un complotto delle multinazionali che manco i savi di sion
aldogiannuli
Giandavide Lei ha il dono di non capire assolutamente nulla di quello che scrivo
Michele
Leggo commenti riguardo alla categoria dei tassisti che mi lasciano totalmente sbigottito ed attonito. Prendo spesso il taxi a Milano per lavoro e devo dire che nella stragrande maggioranza dei casi mi sono trovato più che bene. Le questioni di liberalizzazione sorte ai tempi di Bersani e poi con Monti, mi hanno portato in passato a documentarmi su questa categoria che anche io valutavo superficialmente “privilegiata”. Aldilà di iniziare a parlare con i tassisti durante il servizio mi sono documentato sulle varie normative che riguardano il servizio, le tariffe etc. Ebbene rilevo che i tassisti sono titolari di licenza comunale, hanno tariffe amministrate dal Comune di pertinenza e che lo stesso può a suo piacimento e verificata la necessità emettere nuove licenze a concorso pubblico. I tassisti hanno organizzato a loro spese e nel tempo, accorpandosi in cooperative di lavoro, un servizio radio molto complesso che ha dei costi di manutenzione ed aggiornamento piuttosto salati. Tra l’altro all’interno dele cooperative ci sono in tutti Italia migliai di persone che lavorano come dipendenti, dai centralinisti, agli amministrativi, ai meccanici ai tecnici degli apparati radio etc.
Tutto questo non costa alla collettività niente se non si utilizza il servizio, ma viene a gravare sulle taschi dei singoli tassisti. In caso di utilizzo di questo servizio non si va incontro all’ignoto ma c’è un tassametro ed un tariffario che ci indica i costi da sostenere per usufruire di tale servizio. E’ un servizio che ha dei turni, anch’essi gestiti dall’amministrazione comunale, che prevede un orario di lavoro che può variare dalle 7 ore di Roma alle 12 di Firenze etc. I tassisti come tutti i professionisti sono soggetti a studi di settore, conseguentemente non posso evadere come si crede; un altro particolare che non sottovaluterei è la sicurezza di questo servizio, chi sale su un taxi è alla mercè del conducente, il quale in caso di atteggiamento non congruo viene in primis redarguito od addirittura escluso dal servizio radio dalla cooperativa, grazie alla commissione disciplina interna, o addiritttura sospesa la licenza dall’amministrazione comunale. In media un tassista lavora 6/7 giorni la settimana, non può permettersi di lavorare meno, soprattutto che ha acquistato recentemente la licenza e differentemente a quanto si crede ci sono fior di laureati alla guida di taxi, che ovviamente non hanno avuto fortuna in altre attività.
Invito tutti coloro che sparlano di questa categoria a documentarsi senza preconcetti, così come ho fatto io, e scopriranno un modo di lavoratori, trai quali indubbiamente ci possono essere delle mele marce (come in tutte le categorie) ma che nella stragrande maggioranza sono dediti all’attività lavorativa 10 ore al giorno in maniera assidua ed appassionata.
Michele
Fenomeno Uber :
Attenzione a non confondere il diavolo con l’acqua santa, quella che vuol apparire come l’avvento dell’innovazione, non è altro che il tentativo di lucrare sull’intermediazione tra l’utenza ed il servizio pubblico. Non mancano infatti da anni app per smartphone che possano mettere in contatto l’utenza con il servizio taxi attuale (IT TAXI ad esempio), chiaramente senza costi aggiuntivi, ma anche il servizio sms, skype sono servizi legati maggiormente alla tecnologia che possono mettere in contatto l’utenza con il servizio di trasporto pubblico non di linea. Uber, invece, lucra e trae guadagno proprio da questa intermediazione che per il servizio taxi è compresa nel prezzo, quindi non è che un ulteriore balzello rispetto ai costi sostenuti normalmente per un servizio NCC. Poi per carità se l’utente finale vuol usufruire di un servizio di alta qualità con autista con giacca e cravatta, che ti apre la portiera ed è disposto a pagare il 30/40% rispetto ad una tariffa taxi è libero di scegliere, ma basterebbe chiamare direttamente un NCC per avere tale servizio e comunque risparmiare rispetto a UBER
Tenerone Dolcissimo
@ Logico
Finché si cercheranno “risorse pubbliche” ma non tutti -o almeno la maggioranza- capiranno che chi evade brucia le risorse di tutti,
***Pensa che io credevo che le risorse le bruciasse chi si frega i soldi versati con le tasse. Penso che sarebbe il caso di leggere un famoso articolo di Friedman, in cui spiegava come e percome l’Italia sopravviveva grazie all’evasione fiscale.
Michele
Caro Giandavide,
se si parla di libero mercato, eliminazione di licenze e quant’altro, così come è avvenuto per il commercio, allora non si può pretendere la tariffa amministrata , quindi facciamo rimuovere ai tassisti i tassametri e quant’altro e muoviamoci nel mercato libero. Dov’è successo, documentati, l’aumento del costo per prendere un Taxi è stato notevole (vedi Amsterdam, Svezia etc).
Ti invito poi a leggerti questo link :
http://www.cgiamestre.com/2014/07/tariffe-rincari-record/
l’unico settore in cui non c’è stato un grosso aumento delle tariffe è proprio quello dove le stesse sono amministrate.
Raffaele
Mah, siamo alle solite…ogni qualvolta si parla di taxi, ecco spuntare come per incanto una marea di persone ignoranti e prevenute. Mi diverte sempre leggere le solite affermazioni del tipo il taxi costa meno negli altri paesi, i tassisti si vendono le licenze, non pagano le tasse,ecc., sintomo evidente di profonda frustrazione e invidia allo stato puro. Nel caso qualcuno abbia ancora la capacità di riflettere, vorrei sottolineare come i privilegi dei quali parlate, sono solo quelli di lavorare all’ inferno, con incassi miseri dei quali più del 50% vanno per le spese, senza ferie e malattie pagate, assenteismo pari allo zero, pensioni da fame, ed ancora avete il coraggio di prendervela con i tassisti per la questione della compravendita delle licenze, tra l’ altro assolutamente legale, ma voi nel vostro lavoro avrete una liquidazione ed una pensione decente ? Il tassista no, e non vedo allora per quale motivo debba rinunciarci…Potresti indirizzate
Tenerone Dolcissimo
La sinistra, che non ha mai capito quanto fosse politicamente importante conquistare i lavoratori autonomi, ha accettato la demenziale prospettiva della guerra fra poveri, fra lavoro dipendente e lavoro autonomo sul piano dell’evasione fiscale
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Cosa è il socialismo???? Risponde la Thatcher: E’ L’IDEA DI VIVERE CON I SOLDI DEGLI ALTRI. La sinistra non ha difeso tanto i lavoratori dipendenti, quanto i lavoratori dipendenti che non avevano voglia di lavorare. Ricordiamo che il salario è una variabile indipendente dalla produttività? Ricordiamo la difesa della pensione ai quarantenni? E ricrdiamo anche che la sinistra è la piu’ feroce nemica dei figli degli operai che vorrebbero elevarsi socialmente magari diventando dirigenti ministeriali o professori o avvocati?
Caro professore, la sinistra è aristocratica e lo dimostra il fatto che il periodo in cui il comunismo ha trionfato non è il settantennio sovietico, ma il medioevo, epoca in cui la proprietà privata era quasi sparita.
leopoldo
pienamente d’accordo sulla sinistra antipopolare delle istituzioni, aggiungerei che spesso tali formazioni sono solo strumentali a chi detiene il potere.
Sui taxisti riguardo ubber è che hanno risposto nel modo più sbagliato facendo la parte dei trogloditi invece di spendere €5000 per una app concorrente che oltre tutto prima o poi dovranno usare.
la questione, come evidenzia l’articolo, è che ormai nella società moderna chi lavora difficilmente è proprietario dei mezzi di produzione e l’evoluzione prevede una complessità che esclude l’autonomia dei singoli e l’articolo parla di associazioni. Se i taxisisti svilupperanno un app dovranno farla circolare, ecco atene e altre città tra cui roma stanno sviluppando le reti mesh (la articolo di repubblica spiega cosa sono) totalmente assenti a milano (chi sa perché nessun docente universitario propone qualche tesi sull’argomento) le quali potrebbero avere un mercato locale estremamente redditizio
giandavide
ma non capisco: gli altri lavori sono divertenti? gli unici lavoratori che soffrono sono i tassinari? lavorare comporta fatica per chiunque si applichi nella cosa. e si dà il caso che l’utilità sociale del taxi, con la polverizzazione del ceto medio borghese, sta precipitando sotto il livello delle scarpe (ed è per questo che, comunque vada, i prezzi dei taxi sono destinati a salire ancora e i clienti dei taxi a diminuire).
dovreste quindi spiegarmi perchè per riformare il mondo si deve partire da lavori socialmente poco utili (specie a questi patti), casomai sovrapagandoli, mentre gli idioti che hanno deciso di studiare un pò di più del paio di mesi di scuola guida (che costituiscono l’elevata formazione dei tassisti) devono invece prenderla nel culo. mi basta sapere il motivo: perchè? perchè sono stati così stronzi da investire nella propria fornazione anzichè ad arricchire l’industria automobilistica, oppure semplicemente perchè al tempo non hanno votato gianfranco fini? ma per favore
Gianni
Caro Leopoldo :
la risposta dei tassisti, può essere vista dal tuo punto di vista sbagliata, e forse anche dal mio visto perchè hanno solo fatto pubblicità a quella App. Detto questo la loro protesta era riferita al fatto che Uber lavora nell’illegalità, nel senso che gli NCC di cui usufruisce non rispettano i disposti dellla 21/92, legge quadro sul trasporto pubblico non di linea che definisce esattamente la differenza tra servizio NCC e Taxi. Un delle peculiarità è che il servizio NCC deve tornare alla rimessa del Comune dove ha ottenuto la Licenza, al termine del servizio effettuato. Con Uber vedrai gli NCC di Sansepolcro, a Milano che fanno servizio Taxi utilizzando peraltro un tariffario non amministrato e, dati alla mano, molto più caro, si parla di un 30/40%, del servizio Taxi. Senza parlare dell’app Uberpop che permette ad un libero cittadino di improvvisarsi tassista con una macchina di Proprietà, buttando alle ortiche qualsiasi forma di sicurezza per l’utenza; per non parlare della parte fiscale dell’attività, della questione assicurativa e così via.
Sulle App, ne abbiamo già una decina utilizzate dai tassisti di tutta Italia, IT TAXI, APPTaxi e via dicendo, poichè a differenza di quanto dici tu, i tassisti sono tutt’altro che trogloditi ma aggiornano da anni, a proprie spese, la propia tecnologia di reperimento vetture, ovviamente per il proprio interesse ma anche nell’interesse della clientela. Quindi chiedo a te ed a tutti coloro che fanno dell’infamia verso una categoria di lavoratori, lo sport nazionale preferito, di informarsi e documentarsi prima di scrivere fesserie.
Grazie
jc
egr sig Giandavide, mi permetto di farle notare che molti tassisti,come Lei,hanno investito danaro e fatica in istruzione;talvolta la vita è imprevedibile e alcuni si ritrovano a fare un lavoro che non avrebbero mai pensato di fare.Ma,e qui sta la differenza, invece di “piangersi addosso” per essere stati estromessi dal mondo del lavoro ad una età in cui diventa impossibile rientrarci e che è ancora ben lontana dalla pensione,si sono rimboccati le maniche, hanno ulteriormente investito nella loro formazione (non è solo la patente come Lei crede)raccolto i risparmi personali e quelli dei loro genitori,chiesto prestiti alle banche ed investito nel loro nuovo impiego. Il tutto senza “pontificare” ne lamentarsi piu di tanto.Ora è chiaro ed evidente che tali persone abbiano una reazione nel vedersi attribuire privilegi che non hanno da persone che non sanno neppure di cosa stanno parlando. Vorrei inoltre farLe notare che non ho mai letto blog di tassisti che insultano altri lavoratori(forse perchè sanno cosa significa perdere un lavoro e rischiare di perderlo nuovamente). Chiedo scusa ai lettori qui per essere uscito parzialmente dal tema ma….questa è una guerra tra poveri !!!
leopoldo
hola Gianni, ciccio non c’è l’avevo coi coi taxisti ho detto che hanno fatto la parte dei trogloditi, che al riguardo è un po’ differente certo non è un complimento, ma è il msg che è passato. Poi seguo con una certa attenzione il caso, perché il gg che prenderanno piede i servizi automatizzati delle applicazione digitali e segreterie telefoniche, i call center dei vari 7575 spariranno. l’automazzione si fermerà?!? sai dirmi come ricollocherete quelle attività?
l’anno scorso ho preso per motivi di salute 13 volte il taxi per andare al ss Paolo da 5° romano,
nessuno dei 26 conducenti di sua iniziativa ha preso il ponte nuovo per via bisceglie sopra il naviglio che ha ormai 15 anni(sempre se vogliamo entrare sulla materia e non fare difese di ufficio), che siano tutti nuovi del mestiere?? cmq alcuni miei conoscenti si sono pagati gli studi facendo i turni di notte per la città.
leopoldo
ho usato alcune app. preferisco il telefono l’operatore è più affidabile
Mirko G. S.
Caro Michele, si dovrebbe documentare un pò meglio in quanto per lavoro ho avuto modo di scoprire come i tassisti frodano il fisco: si costituiscono in cooperativa; presentano le fatture alla cooperativa; la cooperativa le presenta al fisco dopo averle controllate. I tassisti però presentano le fatture che decidono loro; la cooperativa ovviamente chiude ambedue gli occhi; il fisco viene evaso per milioni di €. Il mio collega che ha scoperchiato la pentola sono ben 2 anni che porta avanti la pratica e ancora non ha finito, questo semplicemente per darle una minima misura dell’assurda ampiezza di questo vergognoso fenomeno. Quanto poi all’onestà della categoria meglio stendere un velo pietoso vista l’abilità che hanno i tassisti di portarti a destinazione dopo averti fatto fare il giro turistico dell’intero Comune.
muzzone orazio
I tassisti tutti evasori fiscali legalizati vi assicuro che fanno in media 8 9 mila euro al mese e ne dichiarono 15 mila all’anno ecco perché tutti questi attacchi agli ncc che lavorano con ubr.Gli danno fastidio solo perché scende il valore della licenza e la politica gli da pure ragione?
alesparisi
Dunque, si odono orde di liberali, anzi liberaldemocratici che inveiscono contro la “casta”, le “caste”, dove la “casta” sono sempre gli altri ovviamente. E così via al linciaggio della casta dei tassisti. Ora, un tassista non è un mostro, un essere malvagio che è causa dei nostri mali e che rapina il futuro nostro e dei nostri figli. I tassisti sono esseri umani, persone, uomini con una famiglia da mantenere, un figlio a cui pagare l’ università o una moglie da poter portare fuori a cena ogni tanto, etc. Come tutti, come tutti coloro che nella vita devono vivere per lavorare. Dietro questa campagna di odio che da anni soffia verso di loro, (ma non preoccupatevi che a turno soffierà su tutti, alimentata da una fiamma inestinguibile, il sentimento dell’ invidia) si annoverano, come sempre, interessi economici. Non voglio fare l’ avvocato dei tassisti, voglio solo riportare la discussione ad un livello decente. Qualcuno invece spera di avere situazioni come negli Usa o in Gb, dove il tassista è un lavoro appannaggio degli strati più poveri, pakistani in un caso, afroamericani nell’ altro. Però, in questi mondi fantastici (Usa e Gb) non è che il taxi costa meno che da noi. E quindi? Quindi l’ obiettivo è distruggere la categoria dei tassisti imprenditori e sostituirla con un orda di nuovi proletari sottopagati. E quando dopo aver fatto fuori gli spregevoli tassisti scopriremo che il prezzo del servizio non è calato(anzi probabilmente aumenterà)di cosa ci accorgeremo? Che il guadagno su quel tipo di mercato (perché il bisogno di taxi al di la di chi fornisca il servizio non viene meno) è finito in mano a poche, pochissime grandi imprese. Magari da noi non saranno pakistani e afroamericani ma albanesi o rumeni a guidare per 12 ore al giorno una macchina senza guadagnare nulla, ma che cambia? Il conflitto è quello che è sempre stato: capitale vs lavoro. Oggi non si possono neanche più dire certi termini, oggi bisogna dire “finanza” in luogo di “capitale” e parlare male solo delle banche. Ma in fondo, in quale tempo e in quale luogo dell’ umanità si è parlato bene delle banche? Perciò dirne male non costa nulla e si evita di riflettere su alcuni dei mali contemporanei.
Mirko G. S.
Grazie per aver elevato il discorso coi soliti stereotipi strappalacrime cercando maldestramente di allontanare l’attenzione dal dato di fatto che i tassisti sono una categoria di grandi evasori fiscali nonché molto incline all’imbroglio. In Francia (e non solo) i taxi costano molto poco e i tassisti non evadono il fisco.