Turchia: lo scenario internazionale e l’effetto domino.

Forse gli storici del futuro dedicheranno più di una pagina al colpo di stato turco del 16  luglio 2016, parlandone come di uno degli avvenimenti  che hanno segnato una cesura, dopo di che nulla è stato come prima.

La Turchia non è la Russia, la Germania o gli Usa, d’accordo, ma è comunque un paese di 75 milioni di abitanti (con l’Egitto il più popoloso paese islamico del bacino mediterraneo), con l’esercito più forte dell’area ed è, almeno sinora, uno degli emergenti di seconda schiera.

Ma, soprattutto è l’erede dell’ultimo Califfato. Per di più si trova all’incrocio fra Russia, Europa e Medio Oriente, in una posizione maledettamente strategica. Dunque una casella fra le più delicate dell’intero scacchiere mondiale. Un mutamento dei suoi orientamenti di politica estera o lo scoppio di una guerra civile interna possono mettere in modo un effetto domino di conseguenze imprevedibili.

Iniziamo da una cosa: se è vero che non è stata una dimostrazione di massa ad aver fermato  l’incauto colpo di stato gulenista (ma, poi,  gulenista sino a che punto?) è però vero che le manifestazioni di massa ci sono ora e rivelano una Turchia molto meno laica  e molto più islamista di quanto non sospettavamo. Ed è evidente che (salvo le minoranze nazionali o le  opposizioni residue) Erdogan ha dietro di sé il paese. Se si votasse oggi sarebbe un plebiscito. Anche l’esercito, già precedentemente epurato ora lo sarà del tutto e seguirà il nuovo Sultano o, forse, la strana coalizione fra lui e quel “Qualcuno” che ha operato nell’ombra indirizzando il colpe verso  l’esito attuale. Comunque sia, il progetto neo ottomano di Erdogan diventa una cosa molto più concreta ora di quanto non lo fosse prima.

E dobbiamo porci il problema dell’effetto che questo avrà sul movimento jihadista. Infatti, il progetto neo ottomano non ha molte prospettive se non attira nella sua orbita il radicalismo islamico, anche perché, se esso coincide con l’idea di un nuovo Califfato (la nuova grande potenza islamica) la cosa funziona solo se la galassia jihadista (o gran parte di essa) si riconosce in esso. Certo la Turchia non è un paese arabo e ci sono le vecchie storie della rivolta araba che portò allo smembramento dell’impero, ma  stiamo giusto celebrando  il secolo da quei fatti e non è detto che la barriera fra arabi e turchi sia ancora del tutto funzionale.

C’è da capire come si mette la vicenda del Califfato di Abu Bakr Al Baghdadi e gli scenari possibili sono questi: la Turchia decide che questa entità non gli è più funzionale, per cui blocca i suoi traffici e cerca di far morire soffocato l’Isis, oppure  entra pesantemente in gioco con il suo esercito spazzando via  in due settimane Daesh. La prima strada non inasprirebbe i rapporti con la galassia jihadista e permetterebbe alla Turchia di presentarsi con un più credibile progetto califfale che parte da un forte stato già esistente e riconosciuto. La seconda avrebbe più effetto nei confronti del sistema internazionale, presentando Istanbul come chi ha cavato la castagna dal fuoco, ma potrebbe avere un effetto negativo nel rapporto con la galassia islamista.

Oppure, all’opposto, la Turchia potrebbe trovare la strada di un accordo con il Califfato proteggendolo o magari offrendosi come retrovia in caso di occupazione di Raqqa, ovviamente a condizione che l’Isis entri nella sua orbita. Ipotesi meno probabile della prima.

In questo quadro si pone il problema dell’equilibrio fra Russia ed Usa. La Turchia è stata l’alleato più fedele degli Usa nella Nato, ma ora le cose sono precipitate. Partiamo da una cosa: è credibile che Gulen sia stato dietro al golpe? Non credo: i gulenisti sono una specie di Opus Dei islamica, ramificati anche in Iraq ed Egitto, hanno denaro, organizzazione, rapporti con mezzo mondo, non è credibile che siano caduti in una trappola così elementare. Avendo molto da perdere, se si fossero mossi, non si sarebbe trattato del golpe delle quattro ore. In secondo luogo, sarebbe stato oltremodo strano che Gulen ordisse una tale trama senza che gli americani, di cui è ospite, ne avessero almeno sentore e, di conseguenza, dovremmo dedurre che erano d’accordo. Anche qui non pare probabile che gli americani abbiano potuto compromettersi con una cosa così sgangherata, mettendo in pericolo i rapporti con Ankara.  Peraltro la stessa reazione di Obama, così tardiva e sfavorevole ai golpisti, lascia pensare ad una amministrazione americana presa in contropiede. Insomma, non mi pare che questa ipotesi possa funzionare e, pertanto, Erdogan sa perfettamente che Gulen non c’entra nulla con questo golpe-farsa , dunque, se pianta una grana del genere con gli Usa per riavere Gulen, vuol dire che sta utilizzando un pretestoper rompere con gli americani o, per lo meno, per iniziare un braccio di ferro con loro.

E questo porta ad un’altra considerazione: Ankara può permettersi di reggere contemporaneamente un confronto con gli Usa e con la Russia con cui, almeno formalmente, è ancora aperto il conto dell’abbattimento dei due mig a ottobre)? Difficile pensarlo, dunque è plausibile che ci sia un qualche parallelo riavvicinamento con Mosca con la quale, peraltro, i rapporti erano molto buoni sino all’inconsulto incidente di ottobre.E questo con due possibili esiti: o Erdogan riesce a stabilire una equidistanza da Usa e Russia ed imporre ad entrambe di fare i conti con lui per regolare lo scenario mediorientale, oppure rompe decisamente con gli americani ed, allora, non gli resta che stringere con Mosca.  Se la rottura dovesse diventare definitiva, questo significherebbe l’uscita della Turchia dalla Nato, perché restarci significherebbe correre il rischio di un vero colpo di stato ispirato dalla Nato e stavolta non si tratterebbe di un golpe delle quattro ore.

Su cosa potrebbe basarsi l’accordo fra Ankara e Mosca? In primo luogo la ripresa dei rapporti commerciali, poi una soluzione negoziata a due della crisi siriana e della questione Isis, tenendo fuori gli americani che subirebbero la più cocente sconfitta politica dalla sconfitta in Vietnam. Peraltro, la Turchia potrebbe essere un appoggio interessante anche nella questione della Crimea. D’altro canto, un nuovo Impero Ottomano indipendente e forse ostile a Washington non è detto che debba dispiacere tanto a Mosca nel contesto attuale che non è quello del XIX secolo e delle guerre russo turche.

Insomma, non mancano le ragioni per attrarre Istanbul verso Mosca. Ci sono dei segnali da osservare: l’eventuale ripristino della pena di morte, l’insistenza sull’estradizione di Gulen,  qualche gesto distensivo verso Mosca, una improvvisa crisi sulla questione dei profughi, con flussi incontrollati verso l’Europa ecc sarebbero tutti segni di un allontanamento della Turchia dall’Occidente.

Ed anche le vicende nostrane di terrorismo islamista potrebbero essere giocate in termini opposti: se Ankara prendesse le redini del  movimento islamista potrebbe giocare   la carta del terrorismo (come peraltro quelle degli affari o dell’immigrazione) per condizionare l’Europa. Senza contare la partita dei gasdotti e quella della via della seta.

Comunque vada, un mutamento della posizione internazionale della Turchia, se ci fosse,  avrebbe implicazioni geopolitiche di primaria importanza tali da far pensare che gli Usa non staranno a guardare, anche se, per ora, possono fare ben poco nell’ultimo semestre di presidenza Obama. Dopo vedremo chi sarà il nuovo presidente cosa vorrà e potrà fare.

Per ora siamo solo agli inizi di questo terremoto. Una cosa sembra ragionevole attendersi: mettiamo nel conto un bagno di sangue in Turchia.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (37)

  • Buongiorno Prof.
    Lettura dei fatti interessante la sua. Sono, tuttavia, leggermente scettico nel merito di un repentino “allineamento” della Turchia alla Russia, un po’ perché Erdogan non mi pare il soggetto che voglia mettersi in coda ad alcuno, un po’ perché la Turchia oltre che in Siria, è stata ed è tutt’ora deleteria per gli interessi russi che si dipanano in tutta l’ex URSS caucasica e turcofona fino a giungere alla questione Ucraina (proprio nell’ultimo periodo abbandonano le analisi circostanziate che mettono in correlazione la guerra in Donbass, i fascisti di Kiev, e la Turchia passando per l’ex presidente georgiano). Questa polveriera, oltretutto, chiama in causa anche l’Arabia Saudita e il suo ruolo destabilizzatore a prolusione jihadista proprio nella sopracitata area in cui si innervano gli interessi geopolitici russi.
    A prescindere da tutto questo, si può affermare con una certa sicurezza che ci troviamo in mezzo ad una polveriera che non ha nulla da invidiare a quella che condusse alla prima guerra mondiale, il guaio e che a livello “mainstream” pare che nessuno se ne stia accorgendo.

    Mi auguro di rileggerla presto su questi argomenti.

  • Vorrei segnalare un articolo di questa mattina apparso su Repubblica http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/18/news/turchia_la_battaglia_aerea_del_golpe-144399248/?ref=HREC1-2
    Sembra che I fatti siano abbastanza chiari, forse fin troppo considerando il tema estremamente caldo (nel caso ad esempio dei tentativi di golpe nostrani, dopo oltre 40 non sappiamo ancora cosa sia realmente successo…). L’unica vera certezza sembra essere che, grazie a quanto accaduto, la Turchia acquista o riacquista un ruolo centrale nel panorama politico mediorientale.

  • Analisi molto condivisibile. Aggiungo alcune osservazioni: 1) l’incidente dell’aereo russo potrebbe essere stato un altro maldestro tentativo di parte delle Forze Armate per bloccare questa tendenza. Erdogan ha dovuto “coprire” l’attacco per non sembrare non in controllo, ma probabilmente se l’è legata al dito. 2) L’epurazione delle Forze Armate probabilmente serve anche a prevenire qualsiasi mossa NATO. 3) C’è una terza possibilità per Erdogan per aiutare il Califfato senza parere: invadere il Curdistan irakeno, magari durante le elezioni USA (anche metereologicamente, è il momento più favorevole). C’è il petrolio e c’è la possibilità di schiacciare ogni velleità curda. Chi avrebbe la forza di impedirglielo?

  • Aldo ma risulta la presenza di una fazione filorussa nelle fila dell’esercito Turco?
    Se non sono i kemalisti, non è Gulen e non è Erdogan ad avere inscenato il golpe, escludendo ovviamente i partiti democratici e il PKK, non abbiamo finito gli attori possibili?
    (rimangono i lupi grigi, l’Isis e certamente tutti quelli a me ignoti – o ignoti ai più).

    • si sa poco delle fazioni in lotta nell’esercito, ma qui più che di filo russi, penso si debba parlare di un gruppo che probabilmente appoggia tatticamente una manovra distensiva verso la russia per concentrarsi in altra direzione (stesso discorso potremmo fare a proposito del problema dei rapporti con l’egitto ostacolato dagli stretti rapporti degli erdoganiani conla Fratellanza musulmana) e il problema è capire quale, in altri termini che evoluzioni sta avendo il progetto neo ottomano

  • Caro Professore,

    Non ritiene che Erdogan, abbia ottenuto un risultato non da poco? Ha umiliato platealmente la Superpotenza americana dimostrando che quest’ultima non è in grado di reagire, di punire, e nemmeno di minacciare. Un “politico” “democraticamente eletto” con l’ausilio di “forze armate” (id est la Polizia ed i suoi reparti speciali) proprie, ha potuto chiudere Incirlik, la base più importante che gli USA hanno nella zona di massimo attrito con Mosca, tagliarle la luce, prendere ostaggio di fatto i 3 mila membri del personale (americano) le 50 (in realtà circa una ottantina) testate atomiche che custodiscono (alla faccia del Black Team), chiudere lo spazio aereo ai loro caccia, e farlo…impunemente.

    PS. Il 13 Luglio u.s. esce un articolo ( http://dailycaller.com/2016/07/13/new-ties-emerge-between-clinton-and-mysterious-islamic-cleric/) che con nonchalance butta lì una notiziuola assai succosa: in pratica “documenti ed email appena rivelati e a disposizione del Congresso rivelano legami tra il ‘mondo dei Clinton’ e membri della organizzazione riconducibile a Fetullah Gulen”. Inoltre, continua l’articolo, “questa connessione fra i Clinton e Gulen potrebbe metter a rischio la complessa relazione tra Usa e Turchia, alleato essenziale della NATO, se l’ex segretaria di Stato vincesse la Casa Bianca”

    • Nando lo Sfasciolaro

      Come mai due caccia golpisti avevano inquadrato l’aereo di erdogan fintamente in volo verso la germania e poi hanno subito fatto manovra indietro? Forse lo scortavano aerei usa? Se dobbiamo credere alla teoria del golpe farsa non possiamo mettere sul piatto anche la possibilita’ di un “attrito farsa” tra turchia e stati uniti con conseguente “umiliazione farsa” di erdy a barackuzzo obama?…che peraltro sono fratelluzzi tutti e due?
      Perche’ erdy quando è riatterrato in turchia lo ha fatto ad istanbul e non ad ankara la capitale?
      Quale mano esterna ha aiutato il contro-golpe del baffuto affratellato musulmano? Quanti fratelluzzi musulmani ci sono nell’entourage di obamuzzo pasha’ e ali ilary clinton?
      Veramente credete,o forse vi piace credere e spingere nel web,la notiziuola farsa del black out della basa nato?

        • Nando lo Sfasciolaro

          Come sgattaioli bene …ahahahahhaah sono bastate due domandine per vederti scivolare velocemente… altro che black out della nato con pacco contropacco e contropacotto

      • Anche io trovo non credibile che NATO e STATI UNITI si facciano fare golpe veri e falsi sotto il naso, senza accorgersi di nulla; per giunta in un paese strategicamente importantissimo come la Turchia. Per il resto è bravissimo chi riesce ad intuire le strategie globali, sulle quali si può fantasticare come si vuole. Si potrebbe anche fantasticare ad esempio di una Turchia Islamizzata/estremizzata “usa e getta” al fine ultimo di poi motivatamente distruggerla. Magari per far posto ad altre potenze regionali più affidabili?

  • Erdogan che purga una intera classe amministrativa in meno di tre giorni significa solo che le liste erano già pronte.
    Probabilmente i putschisti ai vertici erano in parte infiltrati da generali lealisti che hanno retto il moccolo fino a 5 minuti prima poi si sono tirati fuori e hanno lasciato i veri golpisti come quei tizi che scoprono di essere su una candidcamera. A farne le spese però saranno i soldati i quali magari sono stati svegliati nel cuore della notte con ordini provenienti dall’alto e un soldato esegue gli ordini poi si chiede cosa sta succedendo.
    Che questo putsch sia una mezza farsa a me sembra chiaro. Così chiaro che pure i media occidentali che di solito sono così ligi nell’accusare di “complottismus” chiunque osi parlare di 11 settembre o di strage del bataclan in termini non autorizzati(in USA vogliono passare una legge che istituisce il MiniVer di orwelliana fantasia), hanno subito messo in piedi una analisi della sceneggiata turca così sottile che ho dovuto fare la fatica di leggere gli articoli di alcuni giornali nazionali fino alla fine(di solito leggo il titolo e poi cancello la cache del mio aggregatore per rispetto alla mia intelligenza e al mio harddisk).

    Gli americani sapevano? Forse non sapevano, ma presentivano; il golpe era nell’aria già da aprile.
    Gli Europei? Forse non sapevano, ma nei frigoriferi di Parigi, Londra, Berlino e Roma c’è sempre una bottiglia di quello buono da stappare per i festeggiamenti.
    I Russi? Beh suppongo che stiano ancora cercando di capire se la NATO fa così perchè sono i sintomi di una patologia neurologica legata all’età.

    • Concordo in pieno. I 3000 giudici internati dimostrano che le liste di proscrizione erano già pronte in cassaforte. Vai a cercare golpisti e arresti i giudici? Ma dai!
      Poi continuo a chiedermi: ma tutti i liberi pensatori che inneggiano a leggi anti tortura delle FFPP in Italia… dove sono quando si parla dei paesi islamici, dove sono quando vedono legati, imprigionati, imbavagliati nudi altri esseri umani? Dove sono i 40 milioni di donne turche? Alla faccia della democrazia turca!
      Mi chiedo se alla NATO sapessero, muovessero le fila o gli sia andato storto qualcosa nel gestire il grande alleato della mezza luna

      • è ragionevole pensare che uno stato che teme un violento cambio politico,anche se non ha realmente coscienza di esso ,ma che storicamente sa di essere esposto a eversioni varie, realizzi un elenco con i nomi delle persone da enuncleare,in caso di violenti tentativi di ribaltare la politica nazionale,non è da escudere che questi elenchi siano presenti anche in stati con una vita politica più serena.

  • Prof.,

    Condivido quasi al 100% la sua lettura.

    Ma lei non mette questa virata della politica estera turca anche in relazione con il conclamato fallimento dell’Unione europea e l’agonia appena cominciata?

    E’ ormai evidente che il progetto europeo è fallito perché si è chiusa la finestra entro cui poteva essere riformato nel senso di una maggiore integrazione (e solidarietà). A segnalare che il tempo è scaduto sono state le lancette del Big Ben e adesso si apre la VERA instabilità che avrà fortu ripercussioni su tutta la regione mediterranea (già piuttosto provata).

    Il 2017 (rigorosamente dopo le elezioni USA) potrebbe regalarci un altro scossone proveniente magari ancora una volta dalla Grecia (e questa volta mi sa che le soluzioni di riserva e i piani B sono finiti, si viene al dunque, e lì potrebbe avvenire il vero colpo di stato militare per riprendere controllo di una moneta nazionale gestendo contemporaneamente l’ordine pubblico nella transizione) oppure dalle elezioni francesi (se consideriamo le gravissime tensioni che stanno attraversando la Francia sia sotto il profilo economico che sotto il profilo dell’emergenza terroristica/esplosione del multiculturalismo delle banlieu).

    • certamente se i turchi potevano avere qualche remora per la lorosperanza di enrare nelal UE credo che adesso abbiano meno interesse alla questione e le remore siano cadute

      • Si certo.

        Io però mi riferisco anche alla fine di una strategia che si basava sull'”agganciamento” – mi passi il termine – della Turchia alla UE. Che poi la domanda di adesione fosse realmente suffragata da una autentica volontà di divenire membro o fosse semplicemente un espediente tattico per mantenere un rapporto privilegiato con l’UE (come dire, con un piede in Medio Oriente e un piede in Europa) cambia poco.

        Adesso che l’UE sta imbarcando acqua, la Turchia si è sganciata, probabilmente alla ricerca di un diverso equilibrio tra Usa, Germania e Russia (secondo me non romperanno con gli Usa ma proveranno a stare in mezzo e diventare, in questo equilibrio, i domini della regione mediorientale).

  • Se la guardiamo da un’altra prospettiva, questa vicenda turca è utilissima per tratteggiare un vademecum aggiornato ad uso e consumo degli aspiranti golpisti (e da chi li dirige e/o vuol ispirarli, dall’estero o meno…) per un colpo di Stato di successo.
    Per prima cosa, di assoluta importanza, non è possibile partire senza far fuori il Principe, e quanti più possibile della sua corte.
    Predisponi quindi un commandos ben addestrato ed accertati che operi con successo e che il Principe sia sicuramente passato all’altro mondo.
    Se l’operazione fallisce, stai pronto ad intervenire: massacra tutti i componenti del commandos, nessuno escluso, e presentati come salvatore del Principe.
    E’ andata male, ma le tue chance sono intatte (e le tue quotazioni in ascesa)
    Una volta eliminato il Principe, prendi il possesso di radio e tv, blocca i social media e denuncia al popolo il colpo di Stato in atto, recitando la parte di colui che interviene per salvare la Patria e la democrazia e per bloccare i golpisti.
    Ritarda più che puoi la notizia della morte del Principe, confondi le idee, lascia che comincino a pensare che in effetti tu stai facendo qualcosa di buono per il popolo.
    Quando il quadro comincia a farsi chiaro, prendi un politico di seconda fila del vecchio regime, con scarse capacità ma elevata ambizione (tipo un Mastella od un Brunetta dei nostri, tanto per capirci) e fallo diventare Presidente provvisorio.
    Chiaramente questo sarà solo una marionetta completamente nelle tue mani, ma ti serve per tenerti coperto, trasmettere alla gente un senso di continuità “democratica” e come estremo parafulmine dovesse mai succedere che capiti un ritorno inspiegabile dei vecchi padroni.
    Dopo di che inizia a scavare ed a costruire il nuovo regime che hai in mente, passo dopo passo… ed il gioco è fatto!
    Auguri

  • Breaking news che parlano da sole:

    – da The Guardian: “The top counter-terrorism official responsible for Turkey’s campaign against Islamic State did go to a “meeting” at the presidential palace in Ankara. He was later found with his hands tied behind his back, shot in the neck, according to a senior official.”

    – da Bloomberg: “”Two Turkish pilots who shot down a Russian Su-24 near the Syrian border were taken into custody, according to a senior Turkish official speaking on condition of anonymity,”

    Erdogan dal telefonetto invita i Muezzin a far scendere in strata la gggente per rispondere al golpe (che sia pure contro-paccotto anziché pacco, ai posteri l’ardua sentenza).
    Fatto sta che pure nelle immagini TG3 si vede bene che quelli che sventolano le bandiere Turche in piazza salutano con le 4 dita alzate (saluto dei Fratelli Musulmani).

    Io non so cosa sia successo nelle 3/4 settimane prima del golpe e da quando Yildirim ha sostituito Davutoglu, ma qualcosa di grosso dietro le quinte è cambiato. Scuse alla Russia, riavvicinamento a Israele, nuovi scenari sulla Siria. Certo questi cambiamenti non hanno fatto piacere né alla NATO né ai Sauditi/Qatar.

    Vorrei ricordare che NESSUN leader NATO ha citato Erdogan nelle prime dichiarazioni la notte di Venerdì e poi Sabato mattina, ma solo ‘governo Turco democraticamente eletto’ (che può voler dire tante cose…).

  • Leggo che Erdogan ha rimosso oggi tutti i rettori universitari e ha temporaneamente sospeso 21.000 professori di liceo e maestri di scuola media.
    Cosa restano, 46 dipendenti pubblici ‘puliti’ e dalla sua parte? …:))
    E se iniziasse un’ondata di profughi Turchi verso l’Europa? e la Germania in particolare?
    So’ 70 milioni…eh…mica un milione o due di Siriani.

    Intanto tra ieri e oggi la religione dell’amore ci ha regalato:
    – attacco con l’accetta su treno in Baviera
    – accoltellamento di madre e tre figlie minori a Montpellier (‘abiti succinti e osceni’)
    – uomo asserragliato in Hotel a Vaucluse forse con esplosivo

    Lupi solitari (mi viene in mente una presciente vignetta del sempre geniale Vincino un paio d’anni fa…dopo non ricordo più quale strage…quaranta loschi figuri con faccia da lupo nella vignetta e sotto scritto ‘Lupi solitari’)

    • Caro Luca, Lei la fa molto facile sui Lupi, eppure la Sua osservazione sul personale che ricopre incarichi pubblici è interessante.
      Forse anche da noi coloro che venderebbero allo straniero anglosassone e alle sue ideologie e narrazioni (anche contraddittorie, basta che gli facciano comodo di volta in volta) perfino la propria classe di alunni, con i relativi cervelli, sono più di quelli che immaginiamo. Altrimenti non saremmo ridotti così.
      Da noi alcuni, i più psicologicamente deboli, lo fanno spontaneamente, per semplice adulazione o scimmiottamento del più forte, altri invece, i più accorti, lo fanno dietro favori e ricompense, iscrivendosi a qualche loggia.
      Ora in Turchia questi ultimi, non i primi, stanno nella lista nera. Dov’è il crimine se il governo chiede loro di abbandonare il posto? Non possono servire due entità.
      La Turchia doveva continuare a fare da cuscino per i padroni stranieri impazziti, o peggio ancora da cuscinetto? Per una guerra americana senza fine con l’Oriente che vuole invece solo commerciare con nuove regole con noi?
      Che i padroni d’Occidente siano pazzi basta chiederlo alla storia, quella vera. Tutte le aberrazioni degli ultimi due secoli ce le hanno regalate loro (dai morti del 14 Luglio 1789, facendo incetta di valuta francese, ai morti del 14 Luglio 2016!) e noi siamo qui a filosofare e a criticare un popolo che se li vuole invece scrollare di dosso una buona volta, a prescindere dal credo religioso?
      A Nizza i cittadini che sanno si sono limitati a fischiare il massone di turno, a Istanbul invece si alzano da letto, si rivestono e scendono in piazza a mettere in mutande i suoi servi. Onore al merito!
      Certo i modi corretti per fare pulizia non sono molti: vediamo se li usano o si fanno prendere la mano. La pena di morte, si è già detto, sarà il parlamento a discuterla, e non sarà un decreto del Presidente (che l’aveva tolta!) a deciderla.
      E Giannuli, che quando si scaglia giustamente contro il prossimo referendum, sa che dietro ci sono i nostri più venduti filoamericani, stavolta perché non si espone? Forse perché la partita è divenuta davvero imprevedibile?

    • Precisiamo: a Nizza la folla fischiava Valls, perché fino a qualche giorno fa correva la voce e il video che dimostrava inequivocabilmente i reparti speciali francesi attaccare il tir e contemporaneamente ammanettare, picchiare violentemente e tradurre su camionette tutti i testimoni oculari che stavano attorno al luogo dove l’automezzo si è arrestato. Taccio i due generosi che hanno provato a saltare sul tir alla partenza, finiti a terra freddati da un colpo silenziato alla schiena. I dispersi vanno ricercati in quelle due direzioni.

  • Che dici di Umit Dundar?
    Ex generale della prima armata.
    Riportano che “I golpisti si mettono in contatto con lui, che prende tempo, avvisa Erdogan e ne prende la difesa aerea”. Oggi è Chief of staff ovvero, credo, numero 1 dell’esercito.

  • Caro Prof. Giannuli, grazie per la lucida analisi. Mi sono rimasti tuttavia dei dubbi: ha fonti certe per dire che Erdogan si trovava in volo? Se sì le potrebbe citare? Il fatto che Erdogan in poco tempo avesse già le liste delle persone da epurare fa pensare ad un autogolpe, però come dice anche lei, il fatto che si scagli apertamente contro gli USA non quadra. E se fosse un colpo di teatro combinato con gli USA anche il suo scagliarsi con gli USA? E se ci fosse una parte degli USA che vuole che si scagli contro questa presidenza USA o che semplicemente vuole dare gli USA un pretesto per intervenire militarmente? Ce l’ha messo da conto? La ringrazio in anticipo se potrà aiutarmi a vagliare, smentire o mantenere queste possibilità.

  • Professore buona sera! Segnalo solamente questo editoriale della agenzia RIA Novosti, abbastanza vicina alla posizione ufficiale (http://ria.ru/analytics/20160718/1470259125.html), dove
    1. si sottolinea la professionalità e la determinazione dei golpisti, a quanto sempre più pare traditi all’ultimo; sapevano dove trovarlo, e come neutralizzarlo, ma qualcosa è andato storto e non l’hanno trovato a terra (mandando a vuoto tre elicotteri e 25 fra i migliori elementi dei corpi speciali); in cielo, invece, la storia dei due f-16 che lo hanno intercettato, potevano “scortarlo” e arrestarlo, o farla finita prima, ma non hanno fatto nulla di tutto ciò (http://ria.ru/world/20160717/1469116032.html). Sospette anche queste belle, lunghe, liste di proscrizione, preparate non nell’arco di poche ore, ma con evidente anticipo. Autogolpe o burattinaio occulto, Erdogan si dimostra cattivo attore (da Reagan in avanti deve essere una prerogativa dei presidenti peggiori).
    2. si sottolinea come la Russia sia effetto, e non causa dei recenti mutamenti nella politica estera turca. in sostanza Erdogan PRIMA si accorge che gli USA lo hanno scaricato, POI chiede scusa ai Russi per alleggerire dall’altra parte una situazione altrimenti insostenibile, POI sfrutta l’esito del golpe per andare – diplomaticamente – allo scontro diretto con gli USA. Liquidazione dei nemici interni e messaggio ai – possibili – nemici esterni.
    Putin ovviamente non può che gioire dell’esito finora degli eventi, perché in caso di vittoria dei militari golpisti sarebbe stata ribadita – o accentuata – la centralità dell’asse Ankara-Washington. Ma cerca di starne fuori, almeno ufficialmente.
    Un caro saluto.

  • Tutto è possibile ma i ragionamenti di Giannuli rimangono illazioni, per quanto ben argomentate. La cosa più probabile è che nella perpetua guerra per bande dei Paesi mediorientali qualche fazione che stava per essere fatta fuori abbia deciso un colpo di mano, e questo un po’ per la debolezza dei rivoltosi e un po’ per sfortuna sia andato male.

    Il ritardo nel condannare il colpo da parte delle cancellerie occidentali dimostra che c’è tanta gente a cui Erdogan sta sull’anima e che preferirebbe un bel governo militare inviso alla popolazione e quindi tanto più dipendente dai potentati esteri, come funziona in Egitto e nelle petromonarchie. Le plutocrazie non amano le ideologie aggregatrici.

    Qualcuno ha parlato di guerra mondiale. Sarà lo sbocco inevitabile della decadenza imperiale statunitense, ma sul lungo termine. Oggi si stanno lentamente disponendo le pedine in vista del grande scontro.

  • Scusate, intervengo perché alcune pedine stanno già andando a fuoco.
    Come Doneck sotto bombardamento da ieri notte. La situazione sta peggiorando a vista d’occhio. Vittime civili, OSCE che nicchia come al solito e gira la testa dall’altra parte, mentre missili tochka-u sono disposti dall’artiglieria ucraina sulla linea di fronte (http://novorosinform.org/articles/6500
    e solo per un’idea di cosa stiamo parlando https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=7&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwjfop6s24HOAhVCuxQKHeVvBHcQtwIIQjAG&url=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DlWMtIeFtci0&usg=AFQjCNEBjwnDX7gCVi0TYw-0WK1lzbWuHQ&sig2=avzKPhPE-l753pXa2YijIw )
    Ennesima carneficina autorizzata dalle cancellerie occidentali.

  • Alessandro Icardi

    Buon giorno professore,
    ottima analisi, ma vorrei aggiungere una variabile: ARABIA SAUDITA. Mi spego: è difficile che un partito religioso o filo religioso sunnita si sviluppi senza pesantissime ingerenze degli sceicchi e dei petroldollari sauditi quindi Ankara sarebbe alleata più o meno apertamente all’arabia, però tecnicamente turchi e sauditi sono ostili poiché il prevalere della turchia in medio oriente toglierebbe spazio a rijad e alle sue mire di egemonia regionale, Israele, ma qui apro una parentesi (non si puo’ mai dire cosa facciano realmente dalle parti di tel aviv) da diversi anni ha aperto ai turchi ad esempio per la vendita di carri armati e dopo gli incontri con putin e netanjau è legato anche a mosca . Mosca appoggia l’iran anche fornendo batterie missilistiche il che non è buono per i sauditi, rijad si oppone strenuamente ad una riduzione della produzione di greggio che consentirebbe un aumento del prezzo dello stesso certo per sbaragliare i produttori di shale oil usa, ma anche, e soprattutto io direi, per limitare le risorse disponibili al riarmo e alla politica estera di mosca. Isis e compagnia, magari sbagliando, ma io non li considero gravi problemi, nel senso che se si decide di farli fuori bastano 4 regimenti russi e 2 turchi per cancellarne anche il ricordo nel lasso di 15 giorni; ci sarà qualche cane sciolto, qualche attentato qua e la ma alla fine finisce tutto in una bolla di sapone. Ankara con i suoi legami a sud (Israele ed eventualmente la nuova siria di assad), a sud est (arabia saudita) a ovest (nato, usa, e, per un motivo o per un altro, eu) a nord (mosca) nuova potenza egemone in Medioriente? Sono maggiormente propenso a parlare di un astuto erdogan che la vuol farla diventare una specie di hub, tutti di li devono passare per fare i loro interessi nella regione e pagare pedaggio. Ma è un gioco molto pericoloso. Se dà fastidio a due degli attori ( usa e russia, usa e sauditi, russia e Israele, o altri accoppiamenti) il golpe che viene non dura 4 ore e non si arresta nessuno. Un altro geddafi, con la differenza che non ci sarà nessuna guerra civile come in libia e la nuova democratica e laica turchia sara lodata dagli amici di bruxelles.

      • Alessandro Icardi

        professore lei ha frequentato commissioni parlamentari su stragi, quindi anche deputati, senatori, ministri, generali, ammiragli, alti magistrati io no. Le pongo una domanda da non addetto ai lavori: ma una persona a quel livello è davvero così piena di sé, o miope, da tentare certe cose? Ovviamente mi sto riferendo a erdogan. Capo quasi egemone della turchia, con un ruolo chiave nel contesto nato, che potrebbe chiedere qualunque cosa sia agli usa sia agli europei sia all’eu (non dimentico i 6 miliardi che gli abbiamo versato per trattenere i profughi), alleato strategico dei sauditi, poteva avere tutto e invece adesso rischia tutto (e non si dica che ha l’appoggio popolare, molti ne hanno avuto piu’ di lui e li hanno spazzati via ( ricordiamo le parole di klausewitz un popolo in armi contro un esercito moderno militarmente parlando è una grandezza evanescente)). Scusi la domanda, ma proprio non riesco a capacitarmi. Soprattutto perché se uno con il suo potere che, diciamo, può considerarsi arrivato, mette in essere certe politiche, certi avvenimenti, sono terrorizzato da cosa potrebbe fare un Matteo qualsiasi per arrivare al livello in cui erdogan è adesso o era prima del golpe.

        buona sera.

  • Buongiorno,
    condivido la prospettiva che lei descrive, tuttavia aggiungerei una variabile che ha trascurato, l’Ucraina.
    Alla NATO e all’EU l’alleato Turchia è sempre stato scomodo, l’elenco di cosa ci rende diverso è superfluo e regalare la Turchia alla Russia in cambio dell’Ucraina mi sembra una prospettiva piú che vantaggiosa. Credo che il “pacco” se lo sia preso Putin questa Volta.

  • Pietro Luigi Garavelli

    Buonasera , concordo pienamente con la Sua analisi , una delle poche ” lucide ” che abbia letto , essendo giunto a Lei tramite un riferimento di commento ad un’ articolo di Furio Colombo su ” Il Fatto Quotidiano ” . In realtà penso che un golpe sia stato ordito comunque dagli USA e dalle Monarchie del Golfo , che Erdogan ne sia venuto a conoscenza con largo anticipo , che si sia stretta una collaborazione con Putin e che infine se ne sia ” tollerato ” per poche ore lo svolgimento . Le conseguenze ? Quelle già illustrate non solo per la Turchia sullo scacchiere del mondo arabo , ma anche per la Russia ” nazionalista ” , che vuole riprendere il ruolo , che le fu , non molti anni fa .

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