Terremoto.

Di fronte a catastrofi di questa portata (al momento in cui scrivo i morti sfiorano i 250! E molti sono bambini) riesce difficile dire qualsiasi cosa.

Le vite perdute, le sofferenze di chi resta e ha perso tutto: parenti, amici, casa, ambiente sociale, le distruzioni dei beni artistici sono cose che tolgono la voglia di dire ogni parola. Quel che più pesa è il senso di impotenza nell’aiutare chi è rimasto. Certo: donare sangue, sottoscrivere, anche cercare in qualche modo di partecipare ai soccorsi (ma con cautela per non essere più di impiccio che di aiuto), ma è poco, disperatamente poco rispetto all’entità della tragedia.

Eppure dobbiamo forzarci e fare l’unica cosa possibile: capire perché questo paese resta maledettamente indifeso rispetto a catastrofi naturali inevitabili, ma che possono essere limitate nei loro effetti, mentre questo non avviene.

L’Aquila non ha insegnato niente”: questo il titolo, per una volta condivisibilissimo, dell’Huffington Post. La prevenzione resta totalmente assente.

Il terremoto ha preso tutto di sorpresa? Malissimo, vuol dire che la necessaria opera di monitoraggio è stata fatta con i piedi ed in una zona notoriamente sismica. Non esistono terremoti che non hanno avvisaglie e sbucano all’improvviso.

Questa volta a colpire è il livello molto alto del centro del sisma, sono a 4 km di profondità e vogliamo spiegazioni su questo. Poi, al solito, la Protezione civile che funziona male ed in ritardo.

Di questo deve rispondere in primo piano l’autorità politica centrale e locale. Lasciamo passare i giorni del lutto, ma dopo i conti occorrerà farli. Vogliamo sapere perché il sistema di controllo geologico funziona così male, perché non si è fatto nulla per realizzare misure di prevenzione e consolidamento del patrimonio immobiliare, perché la protezione civile è questo pachiderma così poco funzionale.

Ma, per ora, la solidarietà umana con i sopravvissuti ed il lutto per quelli che non ci sono più prevale su tutto. Questi sono i giorni del dolore, dopo verranno quelli dell’ira.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (75)

  • Non vorrei passare per cinico nel momento del dolore, ma penso che non ci si smuova da questo pietoso stato di cose prevalentemente per considerazioni di sistema economico.
    La prevenzione costa e al contempo non garantisce l’adeguato livello di profitto privato, che invece si realizza lautamente sulla gestione emergenziale della calamità, questo sia a casa nostra, sia nel resto del mondo, come dimostra il fatto che tanto in Germania quanto negli Usa le infrastrutture sono alla frutta (in rete è reperibile diversa documentazione in materia), guarda caso più o meno a far data dalla (contro)rivoluzione neoliberale.
    Oltretutto, la prevenzione andrebbe fatta in massima parte con denaro pubblico, e da dove lo si tira fuori questo denaro in una benemerita UE che consente di spendere in deficit solo per i costi della “sicurezza”, da intendersi come spedizioni militari a giro per il mondo e stati di eccezione in casa propria?
    Stante questo assetto economico-sociale, anche da queste situazioni non si uscirà mai.

  • Ho vissuto da ragazzo quello – terribile – dell’80, poi gli altri. Questo è diverso però, diverso nei commenti e nelle reazioni. Bene fa il prof. premettendo che si è attoniti, senza parole, purtuttavia non tutti la pensano così. Si è ormai radicata anche da noi l’idea (tecnicistica) che tutto sia prevedibile, controllabile; che si possano intraprendere azioni di controllo atte ad annullare o contenere sensibilmente i possibili danni, “sedare” anche il terremoto, insomma! Certo, è necessario fare il possibile in questo senso ma, realmente, si potranno evitare altri morti?
    Provengo dal’ambiente sanitario e so quanto si stia facendo in termini di qualità, di contenimento del rischio e di riduzione dell’evento avverso ma, proprio per lo studio di queste azioni correttive, sono ben consapevole che il rischio zero non esiste e che la qualità sarà sempre migliorabile. Dei costi meglio non parlare, per pudore.
    A L’Aquila c’era chi sghignazzava quel giorno, prevedendo incarichi ed appalti succulenti, oggi c’è chi sogna “collaudi biennali” sugli immobili, certificati di qualità antisismica, finanche la demolizione e ricostruzione (col contributo europeo, è chiaro) delle case a rischio e tante altre fesserie varie. Fatto è che i nostri centri storici risultano croce e delizia. Che facciamo, li eliminiamo? E, di grazia, chi pagherebbe tale mastodontica messa in sicurezza? Eppoi, messa in sicurezza come? Nemmeno sui solai in cemento che coprono le strutture in muratura sono d’accordo gli ingegneri, prima la norma lo consigliava, dopo la stessa norma spariva. Sempre a L’Aquila le nuove case “a norma” perdevano dopo qualche anno i balconi per strada, ma stiamo scherzando?
    Dico solo ai soloni di fine estate: rimboccatevi le maniche e fate volontariato lì, andate a scavare con le mani, ch’è meglio.

    • Sono d’accordo.
      Ho sentito dire che appena sono iniziati i soccorsi, già si sono visti personaggi che andavano a rovistare tra le macerie in cerca di valori. Sciacalli da poco, però, a confronto di quelli che certamente si stanno facendo i calcoli su come e quanto lucrare dalla “ricostruzione”, che poi non ricostruisce quasi un bel niente.
      Tuttavia, non bisogna neppure abdicare alla ricerca di chiare responsabilità: per esempio, senza voler fare dello sciacallaggio politico, altrettanto disprezzabile degli altri, sono curioso di vedere come sarà giustificato il crollo totale della scuola di Amatrice, appena “messa in sicurezza” da lavori costati oltre 800.000 euro, secondo le cifre riportate dal Corriere.
      Non sono un tecnico, ma il fatto che a questa ristrutturazione ci abbiano lavorato appena tre mesi, mi pare abbastanza strano.
      Se le future “messe in sicurezza” dovessero ottenere questi risultati, questi denari meglio andare a mangiarseli all’osteria.

    • direi invece che si è radicata l’idea che non occorre fare prevenzione o cercare di fare il possibile per rendere gli edifici antisismici, perché tanto nulla è prevedibile.

  • Enzo Boschi, uno dei sismologi più esperti, ha parlato di un investimento ventennale di dieci miliardi all’anno per mettere in sicurezza il territorio italiano.
    Se pensiamo che nei prossimi anni spenderemo 140 milioni di euro per ciascuno dei 90, ormai tecnologicamente superati, F-35 imposti dall’industria bellica americana, non mi sembra un obiettivo impossibile da raggiungere.
    Prima o poi bisognerà mettere mano al problema in modo definitivo.

  • Professore buongiorno, concordo. E anche se ci sarebbe – e ci sarebbe – da fare esplodere di rabbia, ora occorre fare presto per tirare fuori chi è ancora sotto.E tenere sempre un occhio vigile su squali e sciacalli che, invece, sono già al lavoro. Un abbraccio a chi è stato colpito da questa immane, assurda, tragedia.

  • Tralascio ogni commento su quanto scritto (evidentemente di corsa e in preda all’emozione) e mi limito ad un appello.
    NON mandate soldi tramite SMS.
    NON mandate soldi tramite organizzazioni di cui non è ben chiaro il ruolo.
    Gli aiuti devono essere il più possibile diretti, evitare il passamano, arrivare subito a chi ha realmente bisogno.

  • ilbuonsoldatoscveik

    Massima e autentica solidarieta’ con le vittime e con le difficolta’ dei sopravvissuti. Ma anche immediato tentavo di mettere in luce i fatti come sono e le responsabilita’. E’ una esigenza, credo, storica e puo’ essere annebbiata fin dall’inizio dall’emozione. Una domanda: che cosa ne e’ degli esperimenti di trivellazioni con il fracking in Centro Italia? Proprio oggi esce questa notizia: “I funzionari della Environmental Protection Agency (EPA) hanno rilasciato il corrispondente commento in una lettera indirizzata alla Commissione sulle Ferrovie del Texas, ente che regola l’industria petrolifera nello Stato. I terremoti sono stati legati al pompaggio di acqua salata utilizzata nei pozzi di perforazione per il fracking (fratturazione idraulica). In passato le autorità del Texas avevano messo in dubbio i risultati delle ricerche universitarie.”
    Notizia pubblicata da SputnickNews Italia http://it.sputniknews.com/mondo/20160824/3301103/Petrolio-gas-EPA-sisma-terremoto-fratturazione-Fracking.html
    Per quanto riguarda il Centro Italia gia’ nel 2013 usciva questa notizia: “In questo momento esistono vari progetti, tutti ancora agli stadi iniziali per eseguire fracking. A Grosseto e Siena, progetti in cui la Independent Resources, la stessa dello stoccaggio di Rivara, dove c’è stato il terremoto durante la primavera del 2012, e la European Gas Limited vogliono estrarre metano da strati carboniferi secondo la tecnica del Coal Bed Methane. Situazione analoga in Sardegna, dove la ditta proponente è la Carbosulcis. La preoccupazione più diffusa collegata al fracking in Italia è ovviamente la possibilità di terremoti. Nel nostro paese, per storia e per il modo di aver costruito gli edifici, un terremoto di grado 5.7 Richter avrebbe effetti molto più devastanti che in Oklahoma. Questo allarmismo non si basa però su fatti concreti dal momento che perforazioni nelle rocce sedimentarie in Italia non sono mai state realizzate, almeno ufficialmente.”
    Notizia pubblicata da Panorama: http://www.panorama.it/scienza/green/fracking-cinque-cose-da-sapere/
    Cosa e’ successo dal 2013? Le perforazioni con il fracking in Centro Italia sono continuate? Qualcuno puo’ rispondere?

  • Non vorrei che interpretasse male quello che dico, ma esiste la possibilità che la pratica nell’estrazione di idrocarburi nota come fracking possa aumentare il rischio sismico già peraltro non indifferente in quelle zone. La Us geological survey ha già analizzato ed evidenziato un aumento significativo di scosse in Texas correlandole con tale pratica di pompare fluidi ad alta pressione nel sottosuolo. Solitamente le scosse sono di basso grado ma certo l’effetto deve essere distribuito in base alla statistica e al diverso territorio. Proprio la bassa profondità del l’epicentro potrebbe segnalare una causa se vogliamo indotta dall’uomo. In Italia mancano comunque tali studi così come manca la prevenzione antisismica nel costruire e nell’informare la popolazione potenzialmente a rischio. Prevedere un terremoto resta solitamente impossibile, salvo rari casi eccezionali di sciami sismici annunciatori (come sosteneva il ricercatore Giuliani con l’aquila anni fa), per quanto pare che i cinesi dedichino molta ricerca alle tecniche potenzialmente predittive

      • il guaio è che nessuno può dire che sia colpa del fracking oppure no: si tratta di oscillazioni statistiche che si possono analizzare solo nel corso di diversi anni e rispetto al luogo particolare. Una geologa intervistata dall’adncronos sottolineava come manchino in Italia gli studi in merito. Certo, io nel dubbio proibirei almeno temporaneamente il fracking; anche perché detto fra noi non è che l’Italia ci guadagni poi tanto in termini economici e diversamente dal riversamento di greggio in mare è quasi impossibile chiedere i danni in un tribunale…

        • Massimo Soricetti

          In Italia non si fa fracking e di sicuro non in quelle zone: non ci sono giacimenti. Da quelole parti non si fa manco geotermia. Quindi direi che dire “è stato il fracking” è senza dubbio una boiata.

        • in italia non esistono rocce su cui praticare il “fracking”, ergo non c’è mai stato e non ci potrà essere. Sarebbe come discutere sui fichi d’india norvegesi. Impossibili.

  • Sui nuovi edifici, ok. E così sugli edifici recenti. Ma come si fa a mettere in sicurezza edifici storici che hanno centinaia di anni? Metterli in sicurezza vuol dire distruggerli e ricostruirli. Che in Italia vuol dire perdere un patrimonio artistico e sociale inestimabile.

    • Massimo Soricetti

      Sugli edifici antichi si sono sempre fatte le catenature, per restare a tecnologie edilizie “old fashion”. Ma oggi si può intervenire in modo non invasivo anche su edifici storici

  • Quando nel 1953 l’Olanda è stata inondata e ha avuto quasi 2000 morti, ha predisto il Piano Delta. Per 44 anni gli Olandesi hanno lavorato su di esso, e ora sono molto più al sicuro (ovviamente il rischio zero non esiste neanche per loro). Per quel che mi riguarda, è dal terremoto del Belice che sento fare esattamente gli stessi discorsi, e poi tutti ad aspettare l’oblio mediatico. Non credo che sia solo colpa di governanti e politici: la cultura dell’irresponsabilità (che nei colti si ammanta di filosofie dell’imprevedibilità e dell’inevitabilità delle umane tragedie) è largamente prevalente in tutti gli strati sociali.

  • Cosa si intende per prevenzione? Il nostro paese è composto da circa 8000 comuni quindi 8000 sistemi burocratici locali. Molti paesi italiani hanno una struttura urbana medievale o antica allora quando sento parlare in tv che occorre agire per l’adeguamento antisismico rimango quantomeno perplesso, che facciamo, smontiamo mattone per mattone la Torre di Pisa o il Duomo di Milano, rifacciamo le fondamenta antisismiche e poi li rimontiamo? Forse qualche monumento si può stabilizzare meccanicamente, ma mica siamo in islanda; noi abbiamo un terzo del patrimonio artistico del pianeta hai voglia ad adeguare tutto contro le catastrofi.
    Per quanto riguarda le nuove costruzioni, beh la legge prevede già che siano costruite in maniera antisismica.
    Dobbiamo convivere con la realtà che il nostro paese giace sopra faglie sismiche perchè sfortunatamente siamo nel mezzo dell’incontro fra placche terrestri.
    Nei giornali è riapparsa la ormai rituale proposta di una assicurazione obbligatoria antisismica, che oltre che a svuotare le (sempre meno piene) tasche di chi già paga la proprietà della casa con IMU sembra non essere di gradimento neppure al settore assicurativo(è come assicurare un pesce in caso di umidità) e comunque non si capisce come farebbe una nuova tassa a prevenire le catastrofi naturali.
    Io però non ho ancora sentito parlare di iniziative rivolte alla popolazione. In Giappone i bambini ricevono a scuola l’addestramento antisismico perchè non fare la stessa cosa qui?
    Perchè non facciamo un dibattito sull’attività estrattiva degli idrocarburi e una possibile correlazione con eventi sismici(in america lo stanno facendo e stanno emergendo dati che fanno molto riflettere).
    Perchè una parte(piccola) del budget dei comuni non viene usata obbligatoriamente per acquistare tende, medicinali di primo soccorso, addestrare volontari locali affinchè un minuto dopo l’evento naturale ci sia già in moto il primissimo soccorso.
    Perchè non sfruttare i social networks per creare una rete virtuale di coordinamento e informazione rapida(i cittadini che segnalano su una mappa interattiva le zone colpite dove si trovano e postano immagini dei danni in tempo reale possono fare molto di più che intasare il centralino dei vigli del fuoco o del prontosoccorso).
    Io ovviamente le ho buttate in modo approssimativo così perchè non sono esperto, ma credo che se si vuole fare prevenzione la si fa istruendo la popolazione e dotandosi dei mezzi fisici e legislativi giusti. Le polemiche in tv tra esperti serve a solo prevenire la prevenzione.

    • tutte osservazioni che meritano attenzione, di fatto prò qui c’è stato un terremoto in zona sismica (mica a Milano!) e non è stato previsto niente. Così non va, poi dobbiamo entrare nel merito delle varie questioni (froacking in primis) e siamo d’accordo

    • Personalmente, quando si cita la “prevenzione” io resto perplesso a vedere persone perplesse in merito e che cadono nel banalismo per cui “non possiamo smontare pezzo per pezzo la Torre di Pisa”.
      Anzitutto messa in sicurezza non significa diventare come il Giappone in cui un sisma del 6 grado richter fa il solletico, ma limitare drasticamente le morti delle persone e i danni alle strutture.
      Con le tecnologie moderne la cosa è fattibile (le informazioni ormai sono facilmente reperibili e circostanziate, come in questo caso http://www.ediltecnico.it/8752/ristrutturazione-tecnologie-per-la-sicurezza-strutturale-di-edifici-storici/), il punto sono i costi che lo Stato non vuole/può accollarsi alla faccia della retorica per cui “potremmo vivere di solo turismo” (e qui torniamo al fattore preminente di ordine economico-politico chiaramente neo-liberale) e che per il privato sono insostenibili o non considerabili perché incapaci a produrre un’immediata valorizzazione di capitale.
      Si persevera dunque a stagnare in una condizione di totale precarietà ed esposizione ad ogni calamità che, paradossalmente, se fosse adeguatamente affrontata, potrebbe rivelarsi un volano eccezionale a livello economico vista l’estensione degli interventi necessari a mettere in sicurezza idrogeologica il territorio italiano.

    • Per prevenzione si intendono numerose azioni che possono essere intraprese, ma per evitare che in caso di terremoto le case crollino in testa alla gente basta evitare questo, ovvero: per le nuove costruzioni seguire la normativa antisismica che c’è ed è efficace ed in continuo miglioramento, per le costruzioni storiche non serve smontare mattone per mattone, ma anche se a volte le soluzioni non sono semplici ed economiche esistono accorgimenti per fare in modo che in caso di sisma di magnitudo intorno a 6 non crolli tutto. Esempio: una volta come per esempio quella di un chiostro, senza catene (sono quei ferri che vanno da un capitello all’altro) in caso di sisma 6 molto probabilmente crolla, con le catene si crepa e molto probabilmente resta in piedi. A L’Aquila ne abbiamo avuti numerosi esempi. Quando ti crolla tutto in testa in 20 secondi perde significato l’istruzione antisismica dei bambini o della popolazione.
      Possono essere intraprese numerose iniziative da parte dello stato per incentivare (per me dovrebbero obbligare) l’adeguamento sismico di tutti gli edifici che ne hanno bisogno. Purtroppo un modo efficace sarebbe proprio quello della assicurazione obbligatoria (che in altri paesi ben più evoluti del nostro già c’è). se la tua casa non è sicura non può essere assicurata e quindi non vale nulla e non può essere venduta o ipotecata etc. Dico purtroppo perche costa soldi a acarico del contribuente e lo stato dovrebbe correre in aiuto (per inciso lo stato risparmierebbe a confronto di quello che costa ora a catastrofe avvenuta).
      Ultima osservazione. La popolazione andrebbe istruita ad osservare la legge ed avere più coscienza che la casa può cadere in testa domani a tutti noi. In fase di costruzione o semplici ampliamenti mi sono trovato spesso a litigare con clienti per risparmiare 300 euro di prova sismica…

      • Mi consentite di raccontare una favoletta?
        Immaginiamo un’assicurazione contro gli eventi catastrofici (a proposito, perché solo terremoti, anche eruzioni, inondazioni, smottamenti, uragani, cicloni, maremoti, fine del mondo, ecc.?).
        All’inizio sarebbe facoltativa e a costi bassi, per fregarti meglio. Piano piano, comincerebbero a spuntare regole, distinguo, paletti, eccezioni nei contratti; tanti bei puntini sulle i per non pagare quando ce ne fosse bisogno.
        Poi uscirebbe fuori una legge che ne prescrive l’obbligatorietà; all’inizio solo in caso di vendita di un’immobile, una specie dell’inutilissimo Attestato di Certificazione Energetica, che certifica solo che chi lo ha rilasciato ha speso soldi per fare un corso da burocrate autorizzato e adesso deve rientrare, e poi tiene famiglia e deve campare anche lui.
        Finalmente si passerà all’obbligatorietà totale, come per la RCA delle auto. Inizialmente, i premi si abbasseranno di quel tanto che basta per invogliare a sottoscrivere il maggior numero di polli; poi, anno dopo anno, inizierebbero a crescere in modo praticamente incontrollato, dato che le cosiddette Autority controllano solo il conto in banca dei loro amministratori (in un’altra occasione racconto del cartello messo in piedi dai gestori di telefonia, con il benevolo silenzio/assenso dell’Autorità per le Telecomunicazioni).
        Siccome poi i responsabili sarebbero i proprietari di immobili, come per le automobili, aumenterebbero naturalmente anche gli affitti, e non in modo proporzionale, come si fa sempre in Italia (meglio approfittare dell’occasione per “arrotondare in eccesso”, non si sa mai!).
        Tante persone disagiate, saranno così costrette sulla strada dell’illegalità.
        Come finisce la storia?
        Presto detto: qualcuno, per non aver potuto pagare l’assicurazione, un bel giorno scoprirà che la casa in cui vivono lui e la sua famiglia da alcune generazioni non è più sua, ma se la sono divisa il gatto (l’Erario) e la volpe (Banche e Assicurazioni). Poi, al primo cataclisma veramente disastroso (immaginiamoci il peggiore, p.e. il Vesuvio che si arrabbia davvero), Banche e Assicurazioni coinvolte prima prenderanno tempo, eccepiranno su tutto quello che si può eccepire, per finire poi per minacciare il fallimento per impossibilità di far fronte agli impegni: a quel punto, per “salvare i posti di lavoro” e per “non mettere a rischio il sistema creditizio”, interverrà al solito Pantalone, cioè tutti noi. Tutto come adesso, insomma. Cioè quasi: ci sarà da pagare anche le buonuscite ed i premi di rendimento per gli Amministratori Delegati delle aziende da “salvare”.
        Sono stato troppo cattivo?
        P.S.: naturalmente, in questo scenario i napoletani sarebbero quelli più spremuti, come di norma.

      • Ad integrazione della storiella, è certo che un’assicurazione di quel tipo non rientrerebbe affatto tra i provvedimenti per la prevenzione. Piuttosto, sarebbe un’altro alibi a non intervenire davvero: “tanto siamo assicurati”.

  • … in mano a chi stiamo ?!
    Dormienti !!!
    Solo oggi alle 18:00 il Gobierno si è riunito … la stampa liscia il pelo … i patibolares hanno compreso che è meglio stare alla larga dai media. Appaiono solo gli operativi.
    Come siamo ridoti male!

  • Non sono un geologo e azzardo un commento: è risaputo che gli animali avvertano l’avvicinarsi di un sisma pur disponendo dei sensi, più raffinati d’accordo, dell’uomo… non dico predire ora esatta ma possibile sul piano della previsione sia del tutto impossibile fare qualcosa?

    • ma non è assolutamente questa la strada, per lo meno con i livelli di conoscenza che abbiamo. Ma supponiamo che fosse possibile, cioè che a gennaio dell’anno x inizia uno sciame sismico che molto probabilmente sfocierà in eventi importanti superiori a 6 di magnitudo che interesseranno una certa area. A quel punto che fai? uno sciame può durare anche diversi mesi e l’area piò essere sufficientemente estesa da interessare anche città importanti (come L’Aquila per esempio) e quindi diverse centinaia di migliaia di persone. Evacui tutti? Dove li metti e per quanto tempo? Non c’è altra soluzione che vivere in luoghi adeguati a ricevere scosse telluriche.

    • non è vero che gli animali predicano; una persona che sa usare il computer per scriverci non può cadere in queste supersitizioni medioevali

      • Con questa assolutezza nell’asserzione, Lei si è mosso su un terreno molto sdrucciolevole.
        C’è chi è convinto della particolare sensibilità degli animali agli eventi catastrofici in genere, e chi contesta e chiede prove scientifiche a sostegno.
        In realtà nessuno finora è stato in grado di dimostrarlo, nonostante i numerosi studi scientifici fatti. Ma anche nessuno è riuscito a confutarlo sulla base di prove scientificamente inoppugnabili; e bisogna anche dire che questa è una credenza che data parecchi secoli, per non dire millenni, basata quindi su osservazioni empiriche.
        Anche il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze ), ci ha dedicato qualche pezzo, concludendo appunto che finora non ci sono prove, nè in un senso, nè nell’altro.
        Il fatto è che per provarlo scientificamente, bisognerebbe usare il metodo scientifico, che si basa sulla osservazione, descrizione e conseguente riproducibilità del fenomeno: il che, com’è ovvio, in questi casi è impossibile.
        D’altra parte, quante scoperte scientifiche sono state e saranno fatte sulla base di intuizioni e solo dopo tempo trovano una conferma, matematica e/o di laboratorio?

  • Scusate il secondo intervento. Parlare di fracking o altri fenomeni che modificano (al presente indicativo, non al condizionale), di fatto, la composizione degli strati superficiali della crosta terrestre, significherebbe, per i signori del piano di sopra, l’ennesima buona occasione per TERGIVERSARE. Io penso che abbiamo tutti gli elementi oggi per inchiodare alle loro responsabilità chi ha malgovernato in questi anni, quindi, una volta messi tutti questi signori alla sbarra, proibire in via cautelativa pratiche come quelle sopracitate. Mi spiego meglio. Imparo dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che OCCORSE ASPETTARE IL 2002, dopo il terremoto in Molise, per avviare un “percorso per la stima della pericolosità sismica secondo dati aggiornati” (https://ingvterremoti.wordpress.com/i-terremoti-in-italia/il-rischio-sismico-nelle-regioni-italiane/). Tralasciamo questo “dettaglio”, per un Paese dove il rischio terremoti i prof ce lo dicono alle elementari, alle medie e alle superiori, paragonandoci al Giappone: nel 2004 riusciamo ad avere la prima mappa di pericolosità sismica adeguata agli standard internazionali e con ordinanza ministeriale del 2006, tale cartina di due anni addietro certifica su basi legali la “Pericolosità sismica di riferimento per il territorio nazionale” (http://zonesismiche.mi.ingv.it/ la descrizione poi prosegue “espressa in termini di accelerazione massima del suolo
    con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni riferita a suoli rigidi”). Da 10 anni questa cartina è legge! Per esempio, da 8 anni nuove “Norme Tecniche per le Costruzioni” prevedono di costruire in base alla pericolosità sismica espressa in questa cartina. Il Duomo di Milano è – abbastanza – fuori pericolo, la Cattedrale dell’Aquila invece imparo che si trovava nel bel mezzo della zona rossa (0.225 – 0.250 g): tradotto per i profani come me dai sismologi e vulcanologi del Centro nel loro sito, g è la forza di gravità (9,81 m/sec. quadrato), ovvero esprime un’accelerazione, e la “forza di scuotimento” espressa dalla striscia rossa, significa fino a 1/4 di questa “g”. Uno scuotimento non da poco, di cui ci avevano già allertato nel 2004 e di cui nel 2008 il legislatore aveva previsto che occorreva prendere provvedimenti in termini di edilizia. Vogliamo essere ancora più precisi? Qui c’è tutto, pure il mio paese di cinquemila anime (http://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15/query_place/), senza tenere conto dell’interessantissimo, quanto importante, “Catalogo parametrico dei terremoti italiani” (dal 1000 al 2006 – A. Rovida, R. Camassi, P. Gasperini e M. Stucchi (a cura di), 2011. CPTI11, la versione 2011 del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Milano, Bologna.http://emidius.mi.ingv.it/CPTI11/ )
    Questi scienziati hanno fatto un lavoro enorme, che consente al comune cittadino di prendere possesso di dati importanti, vitali per il suo avvenire e per quello della sua comunità. Come già sottolineato in un intervento precedente, case “a norma” non lo erano, interventi da ottocentomila euro si sono rivelati inutili. Ecco, io penso che con questa cartina di tornasole occorrerebbe prendere ogni decesso, ogni vittima innocente di questa tragedia, analizzarne caso per caso l’intera catena di responsabilità e mettere alla sbarra TUTTI quanti siano coinvolti, dall’assessore smanaccione che mise una firma dove non doveva, all’impresa di costruzioni che utilizzava materiali DIVERSI da quelli dichiarati in fase di progettazione e messa in opera. Occorre poi che lo Stato esca allo scoperto e dica quello che vuol fare. la striscia viola è quello che, nel gergo di noi trasportatori, si chiama “zona disagiata”: un trasportatore ci va solo se si paga un supplemento in genere del 100% della tariffa standard. Cosa vuole fare lo Stato delle zone disagiate? Jack Olsen, autore di Arrampicata all’inferno, che parla della tragedia di Claudio Corti e dei suoi compagni di scalata sulla parete nord dell’Eiger, parla – e a lungo – del cinismo delle guide alpine dell’Oberland bernese. In sostanza dice: “esibizionisti, cacciatori di pubblicità, semplici psicopatici” vogliono cercare la morte sulla parete nord? benissimo. noi non muoviamo un capello per soccorrerli. Svizzeri, con tutto rispetto per i miei dirimpettai. Vogliamo fare lo stesso anche noi? Stai ad Viggiano? a Micigliano? a Leonessa? Io ti ho avvisato, cavoli tuoi. Ma almeno dirlo, non farlo e lucrarci sopra prima, durante e dopo un eventuale sisma. Chiedo scusa per la lunghezza dell’intervento.

    • Non dico che non bisogna fare nulla, ma non bisogna neppure piegare troppo i fatti a beneficio di una o l’altra tesi.
      Norcia, è abbastanza più lontana di Amatrice dall’epicentro del terremoto, individuato tra Accumoli e Amatrice; e la lontananza è già un fattore importante, perchè la scarsa profondità dell’evento non ha consentito che venisse parzialmente assorbito dal terreno soprastante.
      Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Il primo sisma, con epicentro ad Accumoli, ha avuto una magnitudo di 6.0, una profondità di 4 km ed è durato 142 secondi. Alle 3.56 la seconda scossa, ad Amatrice, di magnitudo 4.4; a Norcia si è registrata una scossa con magnitudo 5.4 alle 04:33.
      Ergo, certamente gli interventi antisismici avranno avuto una loro importanza, ma altrettanto certamente a Norcia il sisma è stato meno grave.

  • “Così anche il terremoto fa bene a Renzi che si appella alla solidarietà nei momenti di tragedia annunciata.
    Ma per la verità il premier potrebbe diradare la bruma e dare prova di reale buona fede in pochi giorni, se non ore: gli basterebbe abolire la legge con cui Monti, con perfetta scelta dei tempi, degna di un uccello del malaugurio, volle sottrarre completamente lo Stato dal pagamento di qualsiasi danno dovuto alle calamità naturali, comprese quelle dovute ad incuria, errori, colpevole inazione delle articolazioni dello Stato medesimo, per affidare tutto ad eventuali assicurazioni private.
    Il decreto sotto il titolo di riforma della protezione civile fu approvato cinque giorni prima del catastrofico terremoto in Emilia e nonostante venisse presentato come sperimentale venne convertito in legge il 19 luglio successivo, a container appena arrivati (ci vivono ancora 450 persone senza luce perché la convenzione Enel prevede maxi bollette da 1600 fino a 2500 euro).
    E per fortuna che la crisi di governo nell’autunno di quell’anno e l’ambizione politica del premier indussero Monti ad andare oltre i 50 milioni promessi a botta calda (è una cifra fissa si vede) e a garantire la ricostruzione.

    Oddio a quattro anni di distanza e in una delle aree più organizzate del Paese c’è ancora la metà delle case danneggiate da sistemare, capannoni industriali da rivitalizzare e ci sono ancora i centri storici da ricostruire: a fronte di quasi 13 miliardi danni accertati finora sono stati concessi meno di due miliardi per la ricostruzione di cui solo 850 milioni sono stati stanziati effettivamente, una cifra inferiore ai contributi giunti dall’Europa e dalle raccolte di solidarietà.
    E si tratta di cifre della Regione, vale a dire quelle più edulcorate possibili. Quindi figuriamoci cosa accadrà in una zona che non vanta industrie e una consistente fetta del Pil col relativo peso politico, ma solo turismo sia di passaggio che di residenza estiva, solo paesaggio e memoria”.

    https://ilsimplicissimus2.com/

  • Ben detto Herr Lampe, parliamo dello scientifico Yeti. Intanto diamo ore e numeri. La prima cifra col punto indica l’intensità della scossa. Il terreno squassa sotto i piedi e nulla succede.

    2016-08-25 03:17:16 4.3 Rieti 10 42.75 13.21
    2016-08-25 03:15:04 2.4 Perugia 9 42.81 13.15
    2016-08-25 03:10:57 2.6 Perugia 10 42.83 13.15
    2016-08-25 02:57:41 2.1 Perugia 11 42.80 13.14
    2016-08-25 02:36:28 2.5 Rieti 10 42.64 13.31
    2016-08-25 02:29:13 2.7 Perugia 8 42.76 13.12
    2016-08-25 02:09:53 2.1 Rieti 10 42.61 13.31
    2016-08-25 02:08:01 2.0 Rieti 4 42.64 13.34
    2016-08-25 02:07:13 2.1 Ascoli Piceno 10 42.82 13.23
    2016-08-25 02:03:55 2.0 Rieti 9 42.73 13.21
    2016-08-25 02:03:25 2.0 Perugia 10 42.81 13.20
    2016-08-25 01:52:15 2.7 Macerata 9 42.84 13.21
    2016-08-25 01:51:57 2.7 Macerata 9 42.96 13.16
    2016-08-25 01:42:24 2.0 Rieti 9 42.71 13.24
    2016-08-25 01:41:29 2.0 Rieti 7 42.65 13.30
    2016-08-25 01:35:48 2.1 Rieti 10 42.75 13.21
    2016-08-25 01:29:40 2.1 Rieti 9 42.75 13.19
    2016-08-25 01:28:46 2.3 Rieti 10 42.76 13.19
    2016-08-25 01:23:40 2.2 Ascoli Piceno 9 42.80 13.22
    2016-08-25 01:23:10 2.0 Perugia 9 42.81 13.14
    2016-08-25 01:23:10 2.2 Perugia 9 42.80 13.15
    2016-08-25 01:21:25 2.7 Perugia 10 42.81 13.16
    2016-08-25 01:21:25 2.7 Perugia 9 42.81 13.15
    2016-08-25 01:14:05 2.0 Rieti 10 42.74 13.18
    2016-08-25 01:14:05 2.0 Rieti 10 42.74 13.19
    2016-08-25 01:05:30 2.0 Rieti 15 42.63 13.25
    2016-08-25 00:58:44 2.2 Perugia 9 42.81 13.16
    2016-08-25 00:57:52 2.5 Rieti 10 42.75 13.20
    2016-08-25 00:55:57 2.0 Rieti 16 42.60 13.22
    2016-08-25 00:50:13 2.0 Rieti 10 42.75 13.19
    2016-08-25 00:48:28 2.3 Macerata 29 42.99 13.27
    2016-08-25 00:44:39 2.0 Ascoli Piceno 9 42.81 13.21
    2016-08-25 00:42:45 2.4 Perugia 11 42.77 13.19
    2016-08-25 00:37:20 2.1 Rieti 11 42.62 13.27
    2016-08-25 00:35:24 2.4 Rieti 8 42.66 13.26
    2016-08-25 00:34:35 2.1 L’Aquila 9 42.54 13.23
    2016-08-25 00:32:38 2.7 Rieti 10 42.64 13.21
    2016-08-25 00:19:37 2.4 Ascoli Piceno 10 42.85 13.26
    2016-08-25 00:19:15 2.1 Rieti 10 42.72 13.21
    2016-08-25 00:17:02 2.6 Rieti 8 42.62 13.30
    2016-08-25 00:16:15 2.5 Perugia 8 42.75 13.11
    2016-08-25 00:12:34 2.9 Rieti 11 42.61 13.30
    2016-08-25 00:11:20 2.3 L’Aquila 10 42.49 13.23
    2016-08-25 00:09:50 2.1 Perugia 11 42.76 13.15
    2016-08-25 00:07:25 2.1 Rieti 11 42.69 13.27
    2016-08-25 00:05:52 2.0 Asc
    Fonte: ingv.it

    • Più esattamente:
      2016-08-24 01:40:45 3.8 Ascoli Piceno 4 42.79 13.20
      2016-08-24 01:36:32 6.0 Rieti 4 42.70 13.24
      3.4 Rieti 11 42.72 13.23
      2016-08-24 01:56:00 4.4 Rieti 5 42.61 13.28
      2016-08-24 01:52:42 3.1 Rieti 11 42.66 13.23
      2016-08-24 01:46:12 3.7 Perugia 6 42.76 13.15

        • Caro Gaz, col riferimento al rasoio medievale le venivo incontro (nel caso avesse ravvisato una critica).

          Caro professore, lei istiga alla violenza! È un cattivo maestro! Cattivo cattivo, non si fa! Non sta bene!
          Se continua così col cavolo che Vespa la invita.

          In sintesi: “Si contenga, lei è un dipendente pubblico, cribbio!!!” (cit.)

  • Mi consenta…. sono un geologo, blogger scientifico nonchè collaboratore del dipartimento di Scienze della Terra dellì’Università di Firenze.
    Sulle mie pagine ho spesso dibattuto la questione della prevenzione contro i georischi (terremoti, frane ed alluvioni) e su parecchie delle Sue considerazioni mi ritrovo pienamente.
    Ma su una dissento totalmente: quando dice che “Il terremoto ha preso tutto di sorpresa? Malissimo, vuol dire che la necessaria opera di monitoraggio è stata fatta con i piedi ed in una zona notoriamente sismica. Non esistono terremoti che non hanno avvisaglie e sbucano all’improvviso.”. E invece è proprio così. NON si prevedono i terremoti.
    Allora, premettendo che “prevedere un terremoto” significa dire così: “il giorno tale, all’ora tale, la sorgente sismica (faglia) n. XXXX si muoverà provocando un terremoto di magnituo Y che darà un risentimento come da mappa allegata”
    Oggi sappiamo (grazie alla Scienza) DOVE c’è un elevato rischio sismico (e qui parte il concetto di “prevenzione”. E, finalmente, con il 2006 abbiamo una carta del rischio potenziale che mi trova piuttosto d’accordo (prima i rischi erano parecchio sottostimati).
    Ma se solo conoscesse un pò la letteratura scientifica in peer review in materia non direbbe una cosa del genere. Non si può sapere ancora (e non so se si riuscirà prima o poi a saperlo) QUANDO avverrà un terremoto.
    Apprendisti stregoni come Giuliani (che non è un ricercatore e non lo è mai stato, mi risulta fosse un tecnico di laboratorio) non dovrebbero essere minimamente incoraggiati. E neanche chi dice che siamo in grado di prevedere i terremoti.

    • Grazie per il gradito intervento di uno specialista della materia. Su un punto dobbiamo capirci: che significa Previsione di un terremoto. Nelle mie scarse conoscenze geologiche so anche io che che si può prevedere appossimativamente il dove ma non il quando, questo è pacifico. Ma solo se si tratta di previsioni non dico di lungo periodo ma neppure breve: che fra tre giorni ci sarà o meno un terremoto non te lo può dire nessino, Ma nelle ore immediatamente precedenti (diciamo due per capirci), che io sappia, ci sono segnali di attività tellurica che possono essere considerate gravi al punto da dare un allarme, Certo, magari poi il terremoto non si verifica o si verifica dopo tempo o magari in una zona vicina ma non quella prevista, ma insomma potremmo dare un allarme, magari per far passare una notte all’addiaccio la popolazione, ma sempre meglio del rischiare una carneficina, O no?

      • https://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_di_allerta_rapida_di_terremoto

        Rimarrebbe la necessità di garantire che la pre-allerta non generi troppi falsi allarmi perché così sarebbero proprio gli interessati a disattenderli.

        Il sistema del Giappone sembra avere un preavviso inferiore al minuto e bisognerebbe determinare quanti margini di errore si possano avere con altri parametri.

        Ci sono poi gli aspetti logistici inerenti la possibilità di pre-allertare i soccorsi: quanto tempo occorra ad organizzare una risposta o quanto personale occorra in proporzione alla superficie.

        Non è che i media aiutino ad avere una cognizione dei problemi inerenti che sia più articolata del solito.

        Chiaramente non considerano necessario che i lettori abbiano abbastanza informazioni per un qualsivoglia dibattito.

          • @Aldo Piombino. Mi sembra di aver pubblicato una lunga serie di scosse (fonte ingv.it) , succedutesi a minuti l’una dall’altra, prima di quella devastante.

      • Buonasera. Le rispondo .
        Lei ha chiesto
        “Ma nelle ore immediatamente precedenti (diciamo due per capirci), che io sappia, ci sono segnali di attività tellurica che possono essere considerate gravi al punto da dare un allarme”,
        la mia risposta è lapidaria: Sa male, molto male. Sono leggende metropolitane. Nessuno ha MAI previsto un terremoto in base a fenomeni precursori. Una posizione del genere è estranea alla comunità scientifica mondiale.
        Comunque Le risponderò anche sul mio blog.

        • Comunque, Lei ha la mia e-mail: sarò lieto di risponderle anche in privato. Anche se in questa settimana fra lavoro, terremoto ed una conferenza da organizzare sull’argomento sarò piuttosto incasinato

        • sia chiaro io non sono un geologo e non ho mai parlato da tecnico ma da semplice cittadini che chiede ragione di quel che è accaduto. Ricorso soltanto che in occasione del twerremoto in friuli molti (non sono in grado di dire con quale competenza, non ricordo neppure i nomi) sostennero che sarebbe stato possibile dare un allarme nelle due ore precedenti (se ricordo bene) alcuni parlarono di un anomalo surriscaldamento del sottosuolo, altri di un aumento della mobilità con piccole scosse (e, come le scrive un altro intervenuto) ci sarebbero state dicerse scosse prima di quella violentissima. Poi c’è il solito argomento (che personalmente prendo con le pinze) dell’insolito comportamento degli animali che scientificamente credo sia stato poco considerato ma che, empiricamente pare abbia dato qualche risultato nella storia (comunque ci credo poco e non so come si potrebbe osservare questo comportamento animale). Insomma le mie sono osservazioni da profato confessatamente tale ma da cittadino, ripeto, vorrei mi si dessero informazioni più precise. Anche perchè, di fatto, osservo che il copione (Friuli, Irpinia, Umbria, L’Aquila, Emilia, ora Amatrice) è sempre lo stesso senza alcuna limitazione del danno nè in termini di patrimonio nè in termini (e questo è più grave) di vite umane. E forse qualcosa si può fare.

          • quelle che cita, mi spiace dirlo, sono tutte leggende metropolitane.
            Le ripeto: in letteratura scientifica non c’è NIENTE in merito.
            Vede, il problema in italia è che ancora si fa fatica a distinguere fra leggende e Scienza.

          • Scusandomi del protrarsi del disturbo, oncludo scrivendo che l’unica cosa possibile è la prevenzione…e in questo siamo perfettamente d’accordo. Anzi, direi che si possa modificare la definizione di previsione che ho dato prima, eliminando la data e cambiando il modo verbale, facendola diventare questa:
            “le indagini scientifiche hanno accertato che la sorgente sismica (faglia) n. XXXX ha il potenziale di muoversi, provocando un terremoto che potrà raggiungere il valore di Magnitudo Y. Pubblichiamo quindi la mappa teorica di risentimento allo scopo di dare delle indicazioni per costruzione e ristrutturazione degli edifici nell’area

    • @ Aldo Piombino.
      La ringrazio per le molte informazioni che ho letto sul suo blog, interessanti, istruttive e soprattutto comprensibili anche a chi come me è un profano.
      Se ne ha tempo e voglia, La prego di dare una risposta (non solo a me, naturalmente) su quello che mi sembra poter essere un misunderstanding.
      Lei scrive:
      Allora, premettendo che “prevedere un terremoto” significa dire così: “il giorno tale, all’ora tale, la sorgente sismica (faglia) n. XXXX si muoverà provocando un terremoto di magnituo Y che darà un risentimento come da mappa allegata”.
      Ma Giannuli ed altri, tra cui il sottoscritto, non pretenderebbero tanto; sarebbe però già qualcosa se fossero predisposte misure cautelative per allertare ed intervenire prima possibile in caso di situazioni anomale.
      E per situazioni anomale, intendo un aumento anche poco significativo dell’attività tellurica in una certa zona, soprattutto tenendo conto della classificazione di rischio sismico di quella zona.
      Sembrerebbe però che Lei non considera particolarmente anomali gli eventi elencati nel post di GAZ e ripresi dal sito ingv.it: se è così, vorrei una conferma di aver ben compreso e, se possibile, anche una spiegazione del perchè non sono da considerare tali.
      Quanto alle eventuali misure, da profano penso a qualcosa tipo il sistema di difesa americano descritto nel famoso film Wargames (per intenderci, lo “andiamo a defcon X”) .
      Mi viene anche in mente che tutti i luoghi a maggior rischio dovrebbero essere dotati di altoparlanti del tipo di quelli che durante la guerra avvisavano la cittadinanza dell’imminenza di un bombardamento. Altri potrebbero proporre altre cose.
      Insomma, in attesa di mettere in sicurezza tutti gli edifici a rischio che, a parte i costi proibitivi, richiederà moltissimo tempo, Giannuli, e io con lui, chiediamo: “qualcos’altro di non inutile (e sottolineo inutile, a scanso di sciacalli!), nel frattempo si potrà pur fare”.

  • In Giappone e in California gli edifici antisismici si costruiscono ormai tutti con travi e pilastri in acciaio, mentre per le abitazioni più piccole si utilizza il legno.
    Il calcestruzzo è stato completamente abbandonato, se si escludono le fondazioni, con sistemi comunque diversi da quelli italiani.
    Sarebbe ora che anche i palazzinari e soprattutto i politici nostrani si aggiornassero.
    Ma temo che intorno al cemento armato si sia sviluppato un business difficile da soppiantare.

  • Massimo Soricetti

    Solo per dire che il governo del Berlusca, poco prima del terremoto dell’Aquila, decise di DIMEZZARE il budget della protezione civile dal 2010 in poi.

    A chi si lamenta dei soccorsi ci sarebbe da sbattergli in faccia la pagina del giornale dell’epoca con l’articolo sottolineato. Ma già, in Italia queste cose non si fanno, è maleducazione.

    Non l’hanno mai fatto a Berlusconi, Bossi, Calderoli, quando sparavano str***ate e poi “io non l’ho mai detto”. L’hanno fatto solo con Grillo nel 2013 con una frase a un comizio in Sicilia, che maleducati.

    • Ma nelle facoltà scientifiche correggono ancora gli errori ortografici da quinta elementare?

      Qual è. Con l’apostrofo. Datemi una vodka.

        • Avevo già letto l’editoriale sul sito indicato da Gian matteo, ripreso tra l’altro dal sito http://www.meteoscienza.it.
          E’ evidente che Lei non ha neppure aperto il link, che non fa riferimento a nessuna “attività solare” e già la notte stessa del terremoto spiegava ed informava anche meglio di Lei.
          Tra l’altro, arrivando alle sue stesse conclusioni.
          Perciò, ho capito che Lei appartiene ai tanti chiacchieroni presuntuosi che non desiderano parlare e dialogare, ma solo aver ragione e fare bella figura.

  • Capra, studia! Oppure limitati a parlare di cose che conosci! “non esistono terremoti che non diano avvisaglie” AHAHAH ti prego insegnaci….
    CAPRA!

    • io pubblico anche i maleducati come te, ma chiedo di leggere bene quello che scrivo.
      A proposito: tutti così maleducati voi del Pd?

    • @ Michele. Non abbiamo bisogno di un parafulmine delle energie negative per tenere unito un gruppo, ovvero di un CAPRO espiatorio.
      Navighi, solchi, veleggi l’immensità del web verso altri lidi alla ricerca di se stesso.

  • Condivido l’approccio di Michele Prospero (e di Rousseau) in questo articolo de Il Manifesto (La catastrofe politica):

    http://www.c3dem.it/wp-content/uploads/2016/08/la-catastrofe-politica-m.-prospero.pdf

    Ho letto ieri, non ricordo su quale sito o quotidiano, che esistono dei fondi (non ricordo per quali obbiettivi specifici) poco utilizzati dagli enti locali per fare interventi di vario genere in direzione della messa in sicurezza. In Sicilia,per es., dove il rischio di terremoto e’ molto elevato, il livello di spesa e’ ZERO.

    Presumo che esempi di questo genere ce ne siano molti.

    Sarebbe il caso che una parte politica volenterosa si armi di pazienza e assembli un dossier per martellare le amministrazioni ed il governo in carica al fine di arrivare a spendere quantomeno quello che gia’ ora e’ disponibile.

    Poi si potrebbe prendere il casus belli (e’ una comica ricorrente) della riforma del catasto, e magari, mappa del rischio geologico alla mano (ce n’e’ una ufficiale) si cominci a denunciare (interruzione di pubblico servizio? attentato alla sicurezza?) tutti quelli che si girano i pollici dalla mattina alla sera per poi piangere davanti alle telecamere quando muore qualcuno.

    Dico questo perche’ le valutazioni sul passato sono importanti ma le azioni da condurre per il futuro sono tantissime e bisognerebbe avere un approccio politico, se possibile feroce.

    Vedere gli edifici crollati, le persone morire, le solite chiacchiere televisive, e poi i responsabili assolti o prescritti e’ abbastanza antipatico.

    La Commissione Grandi Rischi che seguendo le indicazioni di Bertolaso assicuro’ che “non ci sarebbe stato un terremoto” e’ stata assolta con la motivazione che i terremoti non si possono prevedere.

    Giusto. E loro dissero: “Non c’e’ da preoccuparsi. Rimanete nelle vostre case.” Quindi pre-videro l’assenza di un terremoto. Logica ineccepibile. A questo livello anch’io posso fare parte della Commissione Grandi Rischi e percepire il gettone di presenza.

    Insisto sull’azione politica preventiva perche’ sarei anche poco fiducioso circa l’efficienza della magistratura: ho appena letto un articolo di Vittorio Malagutti (Giustizia Non e’ Fatta; L’Espresso 14.08.2016, pagg. 34-37; ) dove si esaminano molti casi di malversazioni bancarie in tutta Italia, mancati interventi della magistratura perche’ co-interessata o semplicemente acquiescente, e prossime prescrizioni). Uno schifo.

    Meglio prevenire.

  • “Un pilastro di cemento armato al posto di un albero per ogni bambino che nasce! ”
    Cetto Laqualunque.

    Persino Cetto a modo suo è un esperto in materia edilizia, molto più di coloro ai quali siamo in mano.
    Come si fa ?!

  • Un articolo del 2009 che riporta alcuni suggerimenti di esperti di costruzioni antisismiche, evidentemente poco ascoltati, perchè da noi si costruisce in modo ossessivo utilizzando il calcestruzzo anche nelle zone sismiche:

    “Un terremoto di grado 7 nell’Appennino meridionale provocherebbe tra i 5 e gli 11mila morti, in Giappone 50. Un sisma ancora più violento (intensità 7,5) in Calabria causerebbe tra le 15 e le 32mila vittime, appena 400 in una città densamente popolata come Tokyo.

    A fare la stima dei possibili danni di un identico sisma in Italia o in Giappone è uno studio di Alessandro Martelli, che insegna “costruzioni in zona sismica” all’università di Ferrara, dirige la sezione “prevenzione rischi naturali” all’Enea ed è presidente dell’Associazione nazionale di ingegneria sismica. “In Giappone un terremoto come quello dell’Aquila non sarebbe neanche finito sul giornale” dice. “E invece da noi l’applicazione della legge che impone criteri antisismici per gli edifici di nuova costruzione viene rimandata in continuazione”.

    Il “segreto” del Giappone (ma anche di California, Messico, Turchia, Nuova Zelanda) sta in tecnologie come i cuscinetti antisismici disposti alla base degli edifici, l’uso di acciai molto più elastici del normale, la fibra di carbonio che avvolge i pilastri e li rende più resistenti alle fratture, apparecchi detti “dissipatori” che assomigliano agli ammortizzatori di un auto e vengono disposti tra un piano e l’altro degli edifici più a rischio.

    “Non esiste terremoto in grado di far crollare un palazzo costruito adottando tutti i dispositivi dell’ingegneria antisismica” sottolinea Rui Pinho, che insegna meccanica strutturale all’università di Pavia ed è responsabile del settore rischio sismico all’European Centre for training and research in earthquake engineering. “Lo provano i casi di California e Giappone, dove sismi molto potenti provocano danni limitati”.

    http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/terremoto-nord-roma-1/giappone-case/giappone-case.html

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