Tendenze elettorali europee: tra forze anti-sistema e crisi delle socialdemocrazie

Hofer ha mancato l’elezione di un pelo ed  io non sarei così allegro per il risultato perché quando si voterà per le politiche, con quel risultato è lui il nuovo cancelliere: lui quei voti li ha presi da solo, Van der Belien ha vinto con il voto di tutti gli altri messi insieme, quel che non è possibile fare alle politiche. Comunque, quel che ci interessa qui è che, per la prima volta dalla fine della guerra, un movimento semi-fascista prende quasi il 50% dei voti in un paese di lingua tedesca. Bruttissimo segno.

Magari la Fpo ha caratteri più marcati, ma l’avanzata di forze antisistema di destra è una tendenza evidente nel resto d’Europa. Non tutte possono essere definite para fasciste, e sicuramente non lo sono l’Ukip in Inghilterra, la lista olandese di Pyn Fortuin o Afd in Germania, mentre di un fascismo abbastanza annacquato possiamo parlare per il Fn della Le Pen, al contrario, propriamente fascisti sono quelli di Alba Dorata in Grecia o quelli di Jobbik in Ungheria, mentre il partito di Orban non è poi molto distante da esso. Della Lega non c’è bisogno di dire.

Osserviamo che, pur se ben più debolmente, si affaccia una opposizione antisistema a sinistra con Podemos in Spagna, l’Alleanza della Sinistra Verde Nordica e, anche se in modo assai confuso, questo ruolo in Italia è assolto dal M5s e un movimento similare sta sorgendo in Portogallo.

Per converso, in Europa sta implodendo l’area dei partiti “della legittimazione” (democristiani, socialdemocratici, liberali e conservatori) che sino a pochi anni fa, esaurivano quasi del tutto lo spazio politico europeo con percentuali medie intorno all’85-90%. Oggi, assommati, superano a stento il 50% dell’elettorato europeo. E’ significativo anche il risultato di quelle aree politiche che stanno sul crinale fra “partiti della legittimazione” ed opposizione anti sistema di sinistra (Comunisti, socialisti di sinistra e verdi), come dimostra il fatto che a battere Hofer sia stato un verde, mentre la vecchia Spo è quasi scomparsa (grazie al cielo!).

Colpisce in particolare il tracollo della socialdemocrazia europea, quasi scomparsa in Austria, e Grecia, in procinto di esserlo in Francia, in forte affanno in Spagna, Germania, Inghilterra, dove registra le percentuali più basse da molti decenni.  La socialdemocrazia sembra destinata a non sopravvivere alla sua svolta liberista.

I liberali hanno una crisi simile, dopo qualche effimero successo come quello inglese di sei anni fa, e, peraltro, partendo da percentuali ben meno ricche della socialdemocrazia. Resistono un po’ meglio i democristiani, i gaullisti ed i conservatori, più a loro agio nel clima liberista.

Negli Usa osserviamo all’irresistibile ascesa di un personaggio a dir poco discutibile e discussissimo come Trump che replica l’ondata del populismo di destra europeo, mentre, sull’altro versante si afferma un democratico anomalo come Bernie Sanders, da sempre autodefinitosi socialista, il che, negli Usa, significa una collocazione antisistema.

Difficile non scorgere il nesso fra queste tendenze elettorali ed il persistere della crisi economica da otto anni. Emerge con prepotenza una domanda politica che eccede i limiti del sistema e minaccia di travolgerlo. Soprattutto nel voto di destra è evidente la reazione a molte paure indotte dalla globalizzazione: la paura identitaria verso l’immigrazione, la paura dell’impoverimento dovuto alla perdita del lavoro, all’erosione dei risparmi, alla folle pressione fiscale.

Tutto questo si incanala abbastanza naturalmente a destra, sia perché la destra cavalca temi come l’ostilità all’immigrazione, sia perchè più incline a proporre ricette miracolistiche e “semplici” da propagandare. Ma questo è anche il prodotto delle insufficienze della sinistra radicale, sempre in bilico fra una scelta decisamente antisistema e il “richiamo della foresta socialdemocratica”. La vicenda greca ne è un esempio eloquente: Tsipras non ha avuto il coraggio che la situazione gli richiedeva ed è rifluito nel servizio al sistema, finendo di espropriare il suo paese da piccolo e spregevole traditore quale è. Una lezione da meditare (di cui ho scritto diverse volte anche in passato).

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (59)

  • Prof.Giannuli a Roma Casa Pound raddoppia i voti e cresce in tutta Italia. Nonostante il boicottaggio sistematico da parte dei mass media che ignora ogni loro iniziativa pubblica.Nonostante i “poliziotti ausiliari di regime” vale a dire le scimmie ammaestrate del neo antifascismo dei centri sociali, diano regolarmente l’assalto ad ogni loro banchetto raccolta firme, nonostante le reiterate e impunite aggressioni cui sottopongono quotidianamente i militanti di Casa Pound, che sono gli unici veri alternativi al sistema. E’ pur vero quello che dice lei, che le zecche rosse, finora non hanno ucciso nessuno; ma io su tale fronte nutro fiducia.Se disgraziatamente ciò avverrà la renderò tempestivamente edotto, come quando le feci notare che il fucile a pompa usato per uccidere il colonnello dei carabinieri Varisco, non fu usato solo in quel caso come scrisse lei, ma anche contro l’adolescente neo fascista Mario Ziccheri.Ma si sa che “uccidere un fascista non è un reato”…

      • @Riccardo M e Trotsko.Non mi piace questa sorta di ping pong, però ne sono costretto dalla pochezza dei vostri commenti.Quando mai sono le masse popolari a fare la storia? I cambiamenti e le rivoluzioni (compresa quella crociuncinata) sono da sempre opera di ristrette minoranze. Il PCI di Rizzo e il PCL di Ferrando sono citando il nipote del rabbino di Treviri, delle farse del marxismo storico fallito su tutti i fronti, sconfitto dalla coca cola.Ad entrambi ricordo che Invece per liquidare il nazifascismo ci. è voluta l’immonda alleanza tra lo stalinismo sovietico e il super capitalismo della cricca criminale dei banchieri di New York, una guerra mondiale con cinquanta milioni di morti, l’uso della bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki, le cui vittime, tutte civili e inermi, recentemente sono state ricordate dal mulatto Obama.
        Post Scriptum.Su quali reti televisive Casa Pound è sempre alla luce della ribalta? Non certo la RAI o le televisioni di Berlusconi.

        • Camerata Maffei, si scorda che la responsabilità dell’inizio della IIGM è da addebitarsi esclusivamente al nazifascismo in Europa e all’imperialismo giapponese in Asia.

          • Io la coca-cola non la bevo e non bevo nemmeno l’idiozia della fine del marxismo.

            Le rivoluzioni sono dirette dall’avanguardia e espressione delle masse. Altrimenti la definizione è: golpe.

            Ritengo possibile la sollevazione di massa, la costruzione del Partito rivoluzionario e l’uscita dal capitalismo con un programma comunista.
            Possibile non significa facile. Ma le ricordo che nel 1910 Lenin era costretto a contattare per lettera non più di 40 militanti…

            La morte del marxismo è stata proclamata sin dalla sua nascita… eppure siamo ancora qua a rompere i co*lioni.

  • “si affaccia una opposizione antisistema a sinistra con Podemos in Spagna, l’Alleanza della Sinistra Verde Nordica e, anche se in modo assai confuso, questo ruolo in Italia è assolto dal M5s”
    Allora possiamo anche rilassarci: la destra più estrema spopolerà senza freni.
    “Tsipras non ha avuto il coraggio”
    Non c’entra il coraggio. Lui fa solo quello che gli comandano: non ha mai voluto fare altro.

  • Professore, buongiorno!
    In queste occasioni mi vengono in mente queste parole, che dopo quasi un secolo rendono ancora bene l’idea: ” La fase attuale della lotta di classe in Italia è la fase che precede: o la conquista del potere politico da parte del proletariato rivoluzionario per il passaggio a nuovi modi di produzione e di distribuzione che permettano una ripresa della produttività; o una tremenda reazione da parte della classe proprietaria e della casta governativa. Nessuna violenza sarà trascurata per soggiogare il proletariato industriale e agricolo a un lavoro servile: si cercherà di spezzare inesorabilmente gli organismi di lotta politica della classe operaia (Partito socialista) e di incorporare gli organismi di resistenza economica (i sindacati e le cooperative) negli ingranaggi dello Stato borghese.” (Antonio Gramsci, Per un rinnovamento del partito socialista, “L’ordine nuovo “, 8 maggio 1920 https://www.marxists.org/italiano/gramsci/20/rinnovamento.htm)
    La storia si sa come è andata a finire. E oggi, la storia si ripete (“in farsa” caro Maffei, non “in parodia”: “das eine Mal als Tragödie, das andere Mal als Farce”, ognuno citi i suoi). Situazione analoga ma, per l’appunto, alquanto farsesca: è grottesco vedere uno sfruttato legnare un altro sfruttato, perché etnicamente o culturalmente diverso. E’ grottesco anche vedere che non c’è più nemmeno bisogno reprimere con manganello e olio di ricino: a quasi vent’anni dalla caduta del Muro e a quasi trenta dall’affermarsi del berlusconismo, proletariato e sottoproletariato ci pensano già da soli ad autoregolarsi; è da decenni che sono stati lasciati andare progressivamente a destra: una destra che, quando la crisi affonda i propri denti nella loro carne (viva, morta o moribonda), non provoca, come qualche anima bella pensa ancora, la rivoluzione, ma diventa destra estrema. Grazie al PCI-PDS-DS-PD, certo; e grazie anche a noi, che non abbiamo saputo intercettare questo flusso, ricomporlo e farlo diventare forza organizzata “di lotta politica” e “di resistenza economica”, per usare le parole appena citate. Ora, da sempre, chi parla “alla pancia” ha da sempre la strada spianata. La nostra, invece, è da sempre in salita: non perché la giustizia sociale non sia un’istanza “immediata” (se vogliamo, “di pancia”), ma perché per noi la soluzione non è immediata come l’analisi: non è e non può essere una soluzione “di pancia”. Quando i revisionisti parlano della presa del Palazzo d’Inverno come semplice “colpo di stato”, dimenticano il prima e, soprattutto il dopo. Avrebbero ragione se la storia si fosse limitata alla semplice presa del potere, lasciando tutto immutato: ma la storia ha portato, che piaccia a loro o no, a una rivoluzione, a immense trasformazioni in ogni campo dell’essere sociale, non a una semplice soluzione “di pancia” che avrebbe lasciato tutto immutato. Trasformazioni, preparate da un intenso lavoro politico e culturale. Che dire… al lavoro! 🙂
    Un caro saluto.
    Paolo Selmi

    • @ Selmi.Mi renda edotto quale è la differenza tra farsa e parodia, grazie.Poi imbevuti fino al midollo di vetero marxismo,che è di fatto una farsa/parodia del precedente, quello storicamente fallito, non vi volete rendere conto che la prossima e imminente, terza guerra mondiale, sarà una guerra di razza. La divisa del soldato sarà data dal colore della pelle; gli stermini di massa delle precedenti guerre mondiali, saranno poca cosa in confronto della prossima. Voi continuate pure a spremere il liquido lacrimale in vostro possesso, per cause perse in partenza, continuate ad ignorare le supremi leggi della natura, che elimina i deboli, ma soprattutto spinge al suicidio chi è pieno di buoni propositi.Le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni. I lobotomizzati di sinistra , ci stanno portando direttamente all’inferno!

      • camerata Maffei, se sarà una guerra di razza, sarà solo perchè quelli come lei hanno soffiato su quel fuoco, mica perchè è un evento naturale o caduto dall’alto.

        • Tenerone Dolcissimo

          Eh no caro Riccardo, diamo a Cesira quel che e’ di Cesira.
          A soffiare sul fuoco sono stati quelli che hanno dichiarato che ogni immigrato, appena sbarca, deve avere dall’Italia una casa ed un lavoro sputando così in faccia ai disoccupati italiani, ai contribuenti italiani, ai proprietari di casa italiani. Guardi bene: questa è un’occupazione piu’ che una immigrazione.

          • Tenerone Dolcissimo

            Caro Giannuli, basta accendere il televisore e aspettare che la Boldrini o altri soggetti simili scur… ehm sparino qualche fregnaccia

      • C’è poco da edurre, caro Maffei. Se tra un mein kampf e l’altro fosse andato un po’ più al cinema, non dico a teatro, avrebbe senz’altro visto qualche film… dei fratelli MARX (farciti di elementi farseschi – noti come l’etimo di farsa sia lo stesso del verbo italiano farcire) e di Leslie Nielsen, parodie (da “para-” lato contro, più “ode”, canto). “Farce, an extreme form of comedy in which laughter is raised at the expense of probability, particularly by horseplay and bodily assault. It must, however, retain its hold on humanity, even if only in depicting the grosser faults of mankind; otherwise it degenerates into travesty and burlesque.” Travesty, non pensi male, è parodia in inglese. Ciò detto, non è mai troppo tardi per tornare a teatro: ci vada, le farà bene all’animo.

  • Se quelli che lei chiama i partiti “della legittimazione” spariranno del tutto sarà solo per colpa delle loro idee folli (come quella di sostituire i popoli europei con extracomunitari o islamici) e della loro arroganza. I loro rappresentanti potranno essere contenti se non verranno processati.

    • Ercolino caro, a parte che il qualificativo di extracomunitario si applica anche ad un serbo o un norvegese, che credo si possono reputare a pieno titolo europei, la sostituzione dei popoli europei non è un’idea o nel programma di nessun gruppo politico o movimento conosciuto, neppure implicita o furbescamente occultata, quindi lei sta vaneggiando. Forse questa idea è presente in certe elites capitaliste, che vedono nell’emigrazione una massa enorme di forza lavoro da schiavizzare e contrapporre alla più emancipata classe lavoratrice europea, e queste elites di solito hanno come referente ideologico la destra e l’estrema destra. E’ la socialdemocrazia che, nell’illusione di controllare queste elites, ha finito per esserne ingoiata, ma non è la fonte del problema.

      • Tenerone Dolcissimo

        la sostituzione dei popoli europei non è un’idea o nel programma di nessun gruppo politico o movimento conosciuto, neppure implicita o furbescamente occultata,
        ****
        mmmmmmhhhhh a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, diceva Andreotti.
        Emmesa’ che questa è l’ennesima riprova
        Quanto alle élites occorre che a sinistra si digerisca l’idea che le élites vivono a sinistra e sono protette dalla sinistra.

          • Tenerone Dolcissimo

            Gia’ … in un mondo popolato da personaggi che sono parto della sola fantasia come Carlo Debenedetti, Colaninno padre e figlio, Mario Monti, il buon Passera e tanti altri

          • Si è dimenticato degli illuminati, Kalergi, Rockefeller, Pacciani, Rockerduck e Macchia nera.
            E non scordiamoci i Rotschild e i rettiliani.

            Però ci sono un sacco di siti/blog che ne parlano, tutti gestiti da autorevoli esponenti del mondo accademico.

            Ora mi domando: certi commenti non troverebbero forse su questi autorevoli siti/blog una più degna collocazione?

            Mi vien fatto di pensare: Domine, non sum dignus…

      • @ Riccardo M. E’ di estrema destra forse Carlo De Benedetti? Lo sa come lo chiamavano gli ex dipendenti della Olivetti, da lui liquidata: De Maledetti! Sono di estrema destra gli attuali proprietari della FIAT, la famiglia Elkan, che sono imparentati coi notissimi banchieri e speculatori parigini i Rothschild ? E’ di estrema destra forse lo speculatore finanziario a livello mondiale Soros George. Tutti notoriamente neonazisti vero Riccardo M? Nelle ultime elezioni il quartiere alto borghese di Roma i Parioli, saturo di laide femministe, con la puzza sotto il naso e piene di sussiego, naturalmente tutte rigorosamente di sinistra, hanno votato per il PD di Renzi, non certo Casa Pound.I lobotomizzati di sinistra ci stanno spalancando le porte per farci finire tutti all’inferno.Ma si sa che Dio acceca chi vuole perdere!

        • Vede camerata Maffei, il suo problema è quello di credere che la sua ideologia di riferimento sia altro da Soros, Rotschild, Elkann e compagnia cantante, quando in realtà è sempre stata contigua, serva e protettrice del grande capitale e delle classi dominanti. Il fascismo sociale che lei rivendica non è mai esistito, è solo un artificio retorico che ha permesso all’estrema destra di sopravvivere fino ad oggi.

      • Le élites capitaliste vedono le nuove destre come proprio nemico mortale, dato che minacciano la globalizzazione turbocapitalista che è l’alfa e l’omega del loro sistema schiavista.

  • Distinguerei una reazione di (relativamente) breve periodo (se si stabilizzasse la situazione in Libia e Siria, il flusso dei profughi probabilmente diminuirebbe; un po’ di ripresa economica rafforzerebbe i partiti “della legittimazione) da una tendenza di lungo periodo che, ahimè, potrebbe essere favorevole a forze neonaziste di fatto (anche senza alcun riferimento nostalgico). Basti pensare che il degrado inquinamento-fine delle risorse-stati falliti-economie criminali-esplosione demografica si sta scaricando quasi tutto sul sud del mondo, mentre a nord si avvia a proteggere la natura, a produrre robot anche domestici, a dare un’istruzione permanente, a trasportare virtualmente in 3d, a disporre di terapie genetiche personalizzate. Insomma, il pianeta si avvia a dividersi fra una “Grande Svizzera” e una “Grande Somalia”, con un muro molto alto fra le due. Secondo me, la forza strategica delle destre consiste nel diffuso desiderio di abitare nella Grande Svizzera e proteggersi dal rischio di farsi coinvolgere nella Grande Somalia. La grande richiesta di forza-lavoro comportata dal capitalismo nascente e poi fordista aveva impedito questo sviluppo. Oggi è possibile decentrare le produzioni più banali nella Grande Somalia e tenere nella Grande Svizzera i segmenti più tecnologicamente complessi.

    • C’è una serie di visioni diverse nelle elites dominanti europee sul come trattare l’immigrazione. C’è chi la vede come una risorsa in termini di masse da schiavizzare e contrapporre alla propria classe lavoratrice più emancipata, chi pensa di poterla scaricare sulla periferia mantenendo la fortezza Europa ricca ed avanzata, chi la favorisce solo per semplice calcolo aritmetico, dato l’invecchiamento rapidissimo dell’Europa, ma non considera che il processo di integrazione è molto più lento, chi la considera inevitabile come le migrazioni che travolsero l’Impero Romano, ma non fa nulla per governarla, chi prova a governarla, ecc… Difficile dire quale visione prevarrà o se sarà un mix.
      Ma di sicuro, e proprio per questa indeterminazione, ad oggi la gestione dell’immigrazione in Europa è semplicemente vergognosa ed inumana. Io mi vergogno di essere europeo relativamente a questo argomento, e lo dico ad alta voce. Anche perchè ai bisogni, sogni, necessità ed umanità degli immigrati non pensa nessuno. Nessuno va a chiedere loro qualcosa, sono merce.

  • Ma in Germania le forze antisistema avanzano in misura rilevante? Se non è così, qual’è l’implicazione? Su Tsipras, noto che c’è chi ancora lo difende a sinistra: si legge una mezza apologia del personaggio in ” Battaglia contro l’Europa ” di Fazi – Iodice. Sono autori per i quali, ” allo stato attuale delle cose “, non si dovrebbe rinunciare all’euro…

  • Tenerone Dolcissimo

    Ma in Germania le forze antisistema avanzano in misura rilevante?
    risposta: NO!
    Se non è così, qual’è l’implicazione?
    risposta: PERCHE’ I TEDESCHI CO’ LA UE CE MAGNANO ………………. …………………… , come dimostrano le decine di miliardi di UE finite al fondo salvastati che hanno salvato lo stato grecia ma che piu’ che altro hanno salvato le banche tedesche imbottite di titoli greci emessi per finanziare l’acquisto di prodotti tedeschi per lo piu’ inutili e comprati previe mazzette pagate da corruttori tedeschi a corrotti greci

  • Quello che mi lascia perplesso è definire ‘antisistema’ forze politiche come gli estremisti di destra. Se per ‘sistema’ intendiamo il capitalismo, non mi sembra si possano definire anticapitalisti: sono contro la variante che ha spadroneggiato sugli ultimi 30 anni basata sull’integrazione dei mercati internazionali, ma esiste anche la variante isolazionista del capitalismo. Polany diceva che la promessa del fascismo è quella di salvare il capitalismo dalle sue crisi al modico prezzo della rinuncia della libertà; i vari estremisti di destra europei e Trump non contestano affatto il sistema, pensano semplicemente che il suo malfunzionamento sia da imputare alle importazioni straniere, agli immigrati, alla corruzione…

  • Il fatto è che bisognerebbe prima definire cosa è il “sistema”, sennó rischiamo di non capirci. Mi sembra che Giannuli qui per sistema indichi la UE e l’Euro. Se è così, è un fatto che chi vi si oppone sta indubbiamente in uno spettro che va dalla destra all’estrema destra, ma soprattutto è contro solo a parole. Perchè se poi vai a vedere Orbán, Tusk, Le Pen e perfino Farage col suo insignificante UKIP, da quel “sistema” sono ben foraggiati, sotto forma di sovvenzioni e contributi, e i rappresentanti dei loro partiti siedono in molti scranni del Parlamento Europeo, addirittura nella Commissione Europea. Pero non parlare degli accordi sottobanco con le mafie, le lobby finanziarie ed industriali, i presunti nemici politici, pur di arricchirsi (Haider era un maestro in questo, la Le Pen lo segue a ruota). Niente male per degli “antisistema”.
    Il fatto è che costruire il nemico esterno per poi, all’interno, stabilire un regime illiberale, è la strategia basica della destra da sempre, ed infatti è ciò che è successo in Ungheria e Polonia.

    In questo scenario e con questa definizione di “sistema”, è logico che forze come Podemos non siano contro la UE e l’Euro, perchè per sua natura il socialismo è internazionalista.

    Se invece per “sistema” intendiamo altre cose, allora il discorso si fa lungo…

  • Professore, un “piccolo” appunto: ma lei vede veramente probabile una avanzata del Fn in Francia dopo che la Le Pen ha chiesto i carri armati in piazza (iperbole) contro gli scioperanti?
    Stando alle cifre la destra antisistema (chiamiamola così per comodità) a parte l’est (si è dimenticato l’Ucraina) non ha realmente ancora sfondato da nessuna parte.
    In compenso in Spagna la nuova coalizione Podemos-Iu può farcela, così come il Labour di Corbyn quando si voterà. E non è detto sia finita qui.
    Diciamo che stiamo a vedere, se uno di noi due, o entrambi, è in errore la storia lo – o ci – corigerà.

      • Tenerone Dolcissimo

        Probabilmente no. D’altronde, Gramellini è comunista come quasi tutti i cortigiani degli Agnelli.
        Cmq, qui si voleva dare prova del fatto che il comunismo altro non è che il nome con cui nell’epoca attuale è stato conosciuto il regime aristocratico che è sempre esistito ed anzi ha conosciuto in passato fasti ben maggiori di quelli attuali.

        • sempre piùaudaci le tue teorie storiogradfiche!!!

          Usi le categorie storiografiche (comunismo, aristocrazia eecc) come una clava: colpi a casaccio!

          • Rida pure professore, ma certo sarà un caso che lei abbia sorvolato sulla intransigente opposizione degli Agnelli al fascismo.

          • Ahah l’intransigente opposizione degli Agnelli al fascismo! Fantastico. Infatti le risulta che dal 1922 al 1945 la Fiat abbia chiuso gli stabilimenti in Italia? Un minimo di serietà sarebbe utile.

          • veramente non ho capoto che c’entra questa tirata sulla Fiat con il pezzo che ho scritto. Ti spiace spiegarmelo?

          • Trotsko, è informato del fatto che Trotzkij usasse sovente l’ironia? Indimenticabile una battuta su Malaparte…

          • Professore, mi limitavo a scherzare sulla tesi “i capoccia del capitale sono filobolscevichi”.

          • sai con gli interventi che si intrecciano a volte si perde il filo per cui non capivo più

          • Non si preoccupi. Gestire una simile piazza può essere complesso, mi rendo conto.

            Come del resto lo fu per gli Agnelli durante il ventennio. Segua il loro fulgido esempio di antifascismo e non potrà cadere in errore!

          • Se era ironia tanto meglio. Il problema è che l’interlocutore medio tende a credere alla FIABA di un fascismo “anticapitalista”.

  • I motivi per cui la protesta si incanala prevalentemente a destra sono semplicissimi.

    Primo e più importante, la sinistra parlamentare pressoché ovunque, e segnatamente in Italia, è diventata una costola del regime, cioè della globalizzazione turbocapitalistica imposta dall’impero statunitense. Riccardo M sbaglia se pensa che ciò sia dovuto al fatto che la sinistra è internazionalista. Sarebbe possibilissimo combattere il cosmopolitismo capitalista in nome di un internazionalismo collettivista. Se non lo fa è perché è abbarbicata nel sistema.

    Il secondo motivo consiste nel fatto che la sinistra difende l’invasione extracomunitaria, che è la più odiosa e perspicua fra le leve utilizzate dal grande capitale per cinesizzare il lavoro.

    Per mascherare un po’ questo stato di cose e crearsi qualche speranza Giannuli annovera Podemos e il M5S tra le forze di sinistra potenzialmente antisistema. E’ una forzatura grossolana. In confronto a questa melassa Siryza era un partito bolscevico. Ai poteri forti c’è voluto qualche mese a piegarla, mentre la melassa rientrerà nei ranghi sistemici alla primissima esperienza di governo. Di Maio non ha aspettato nemmen quella.

    • Lorenzo, stavo per darle credito leggendo la sua bella prosa, poi leggo la solita frase sull’invasione extracomunitaria. E no, non ce l’ho fatta a continuare, mi sono cadute le braccia.
      Comunque ho scritto che il socialismo è internazionalista, non la sinistra, termine generico che dice tutto e niente.

      • La capisco. Ma come diceva Nietzsche la premessa per allargare i propri orizzonti è leggere le prese di posizione antitetiche alle proprie con il massimo non solo di attenzione, ma di empatia e compartecipazione. In questo modo si destabilizza il proprio sistema valoriale e quindi la propria personalità, e ci si pone nella condizione di perseguire un criterio di lucidità sradicata. La verità è il più duro dei servigi.

        • “Mentre nella vita ordinaria qualunque shopkeeper sa distinguere benissimo tra ciò che ciascuno pretende di essere e ciò che realmente è, la nostra storiografia non è ancora arrivata a questa ovvia conoscenza.”

          Che non vuol dire che lei non abbia ragione, intendiamoci. Solo che consiglierei più prudenza, il carattere di Podemos non è dato solo da ciò che la sua dirigenza pensa di se stessa.

          E, se mi sbaglio, mi corigerà.

          • Molto gentile, come al solito, ma non c’era giudizio né opinione. Piuttosto partecipavo autodefinizione ed involucro. Grazie in ogni caso per la citazione che, se google non sbaglia, viene a proposito della distinzione tra potere materiale e produzione spirituale. Nel caso del shopkeeper di Podemos, sempre a mio avviso e spiritualmente parlando, si potrebbe anche applicare quell’altra del vescovo di Ippona quando osservava chi si afferra al proprio parere non tanto perché sia vero quanto perché è il proprio. Comunque ne riparliamo domenica 26 p.v. Caro saluto.

  • Fantastico, il catalogo Podemos mi mancava.
    Dire che sono social-democratici è fargli un complimento. Questi sono solo postmoderni.

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