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Perché Maduro deve andarsene.

Maduro, dopo aver sciolto il Parlamento, sembra voglia convocare una improbabile Assemblea Costituente Nazionale per rifare la Costituzione. Non una Assemblea votata da tutto il popolo, ma espressa solo dalle organizzazioni femminili, sindacali, giovanili eccetera. Cioè da un po’ di funzionari di partito che dovranno approvare un testo di sicura ispirazione autoritaria, che sostituisca quella che, ricordiamolo, è la Costituzione “bolivariana” voluta da Chavez nel 1999 e che non si vede perché sia urgente sostituire se non per garantire la dittatura del partito di Maduro. Direi una decisione che rende del tutto evidente la rottura fra Chavez ed il suo scellerato successore che ne disconosce la Costituzione. Da questo punto di vista Maduro è l’Erdogan del Venezuela.

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Da Chavez a Maduro, la Revolucion Bonita perde la bussola…

Con interesse e gratitudine torno a proporvi un pezzo di Angelo Zaccaria, sempre attento e documentato studioso di America Latina. Buona lettura! A.G.

Con la sentenza numero 156 emessa nella notte fra il 29 ed il 30 Marzo, il Tribunale Supremo di Giustizia del Venezuela (TSJ), ha dichiarato che il governo venezuelano può costituire imprese miste nel settore degli idrocarburi, senza la necessaria autorizzazione da parte della Assemblea Nazionale (AN), in quanto questa come decretato da precedenti sentenze dello stesso TSJ si troverebbe in stato di “disobbedienza di fronte alla legge”, avendo deciso di incorporare tre deputati eletti nelle ultime elezioni del Dicembre 2015, e sui quali penderebbe un procedimento legale tuttora aperto per brogli elettorali. 

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Venezuela: aggiornamenti a un quarto di secolo dalla Rivoluzione Bolivariana

Sempre con piacere ed affetto, ospito i contributi sul Venezuela dell’amico e studioso Angelo Zaccaria. Buona lettura! A.G.

Ad un quarto di secolo esatto dal fallito Golpe del “4F” che diede l’avvio alla Rivoluzione Bolivariana.

In un mio precedente contributo di fine Ottobre, prendendo spunto dalla decisione del CNE, l’Ente venezuelano che gestisce i processi elettorali, di sospendere il procedimento di indizione del referendum presidenziale revocatorio voluto dalla opposizione anti-chavista, intravedevo la possibilità che l’eredità lasciata dal defunto presidente Chavez fosse in pericolo.

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Venezuela in crisi, i “figli” di Chavez: l’eredità è in pericolo!

Torna a scrivere sul sito l’amico e studioso di America Latina Angelo Zaccaria, che sta seguendo molto da vicino l’evolversi della situazione in Venezuela. Buona lettura! A.G.

“Per questo il socialismo nel secolo ventunesimo, che qui è risorto come fra i morti, è qualcosa di innovativo. Deve essere veramente nuovo. E una delle cose essenzialmente nuove nel nostro modello, è il suo carattere democratico, una nuova egemonia democratica, e questo obbliga noialtri non ad imporre, ma a convincere, e da qui deriva ciò di cui stiamo parlando. Il tema dei media, il tema della comunicazione, il tema degli argomenti, il tema del fatto che queste cose siano, quello che stiamo presentando oggi, per esempio, che le percepisca il paese intero, come ottenerle, come realizzarle. Il cambiamento culturale. Tutto questo deve avere un impatto con questo livello culturale, che è vitale per il processo rivoluzionario, per la costruzione della democrazia socialista del ventunesimo secolo in Venezuela.”

Citazioni da “Golpe de Timon”, intervento di Hugo Chavez nel Consiglio dei Ministri, Caracas, Miraflores, 20 ottobre 2012.

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Elezioni in Venezuela: un commento

Subito dopo il risultato delle recentissime elezioni venezuelane, ho chiesto ad Angelo Zaccaria, esperto conoscitore dell’argomento e già ospite in passato del sito, un commento sul voto e sul contesto più generale. Grazie come sempre ad Angelo e buona lettura! A.G.

Premetto che ancora non abbiamo sufficienti elementi di valutazione più in dettaglio, in particolare su come si è spostata la geografia del voto e del non voto nei settori popolari urbani e nelle varie aree socio-economiche e geografiche del paese. Per questi approfondimenti rimanderei ad un ulteriore contributo. Detto questo partiamo dai numeri, e dal confronto con le precedenti elezioni parlamentari del 2010 e le ultime presidenziali del 2013.

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Todo cambia, cambia todo: l’Argentina torna a destra

Molto volentieri torno a proporvi un articolo di Dario Clemente dall’Argentina, in seguito alle recentissime elezioni. Un sincero ringraziamento a Dario e buona lettura! A.G.
Poco prima delle dieci di sera del 22 novembre, dopo che il suo avversario ha pubblicamente riconosciuto la sconfitta, il nuovo presidente argentino sale sul palco di un affollatissimo “bunker” elettorale. Dal soffitto cadono come d’abitudine palloncini gialli, musica pop nazionale in sottofondo.

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Il Venezuela verso le elezioni parlamentari 2015

Di Angelo Zaccaria. Proviamo a fare il punto della situazione, a poco più di due anni dalla scomparsa di Hugo Chavez ed a poco meno di due dalla elezione alla presidenza di Nicolas Maduro. Procedo per punti, il che forse aiuta ad essere più sintetici. A fine anno si vota in Venezuela per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale, la quale seppure in un paese con un ordinamento fortemente presidenzialista come quello venezuelano, rimane l’organo legislativo della Repubblica Bolivariana, nonché il secondo centro di potere istituzionale del Paese.

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La revolucion bonita. Aggiornamenti.

copertinaÈ in libreria dal 10 febbraio l’opuscolo “La revolucion bonita. Aggiornamenti”, curato dall’amico e studioso Angelo Zaccaria.

Questo opuscolo di aggiornamento di 64 pagine è la prosecuzione di un lavoro iniziato nel Giugno del 2005, e che ha già prodotto la pubblicazione del libro: “La Revolución bonita: viaggio a tappe nel Venezuela di Hugo Chavez”.

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Venezuela: alcune osservazioni sullo scritto di aldo, e sugli ultimi sviluppi

Come sempre con grande piacere ed interesse, pubblico il contributo di Angelo Zaccaria in risposta al mio di alcuni giorni fa, con nuovi aggiornamenti dal Venezuela.

Sin dal 2005, quando iniziai ad occuparmi di Venezuela, non ho condiviso l’impostazione acritica e propagandistica di una parte significativa delle realtà che in Italia appoggiano il “processo bolivariano”, le quali ritengono che per difendere meglio il Venezuela chavista dai non pochi detrattori, occorra descriverlo come una sorta di “paradiso socialista” del secolo XXI.

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La crisi venezuelana

Vengo a mantenere una promessa: dire quel che penso sulla crisi venezuelana (e subito dopo parlerò dell’Ucraina). Ci ho messo un po’ di tempo a scrivere su questo tema perché, lo confesso, mi pesano le dita a scrivere certe cose su cui, pure, occorre esser chiari. Partiamo da un dato iniziale incontrovertibile: il Venezuela rappresenta una delle massime riserve mondiali di petrolio di cui esporta qualcosa come 3 milioni di barili al giorno. Però il Venezuela è un paese nel quale la popolazione è ridotta alla fame: i negozi sono vuoti, ci sono file lunghissime per trovare latte, riso, carne di pollo (la più usata), zucchero ecc. Ovviamente la prima domanda che dobbiamo farci è come stiano insieme queste due cose e che fine facciano i proventi del petrolio.

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