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Venezuela e post-democrazia autoritario: Maduro è parte della soluzione, o del problema?

Con il consueto piacere, torniamo ad ospitare l’amico Angelo Zaccaria che ci aggiorna con puntualità e profondità sulla situazione in Venezuela. Buona lettura! A.G.

Prima di affrontare gli ultimi sviluppi in Venezuela, all’indomani delle elezioni presidenziali del 20 Maggio, partiamo dal titolo. Assistiamo sempre di più nel mondo a situazioni di crisi di egemonia delle classi dominanti, che vengono risolte nel seguente modo: mantenendo un involucro istituzionale formalmente democratico, ma forzandolo verso un meccanismo di verticalizzazione e concentramento del potere nelle mani di governi strettamente legati ai poteri di sempre, economici, finanziari, militari, religiosi etc.

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Venezuela: aggiornamenti dopo le elezioni di ottobre 2017.

Il Venezuela è un po’ scomparso dai media italiani dopo la fiammata dei mesi scorsi. Come sempre dunque sono contento di ospitare i contributi di Angelo Zaccaria sul tema. Buona lettura! A.G.

Le elezioni dei governatori tenutesi il 15 Ottobre 2017, si sono risolte con un successo per il governo di Maduro: son risultati eletti 18 governatori del PSUV su 23. Uno di questi, quello dell’importante stato di Bolivar è stato eletto di stretta misura e fra polemiche su possibili frodi e brogli.

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Venezuela: il passo del gambero!

Interrompo momentaneamente la pausa estiva perché l’amico Angelo Zaccaria, che in queste settimane ci ha aggiornato spesso su quando sta avvenendo in Venezuela, mi manda un interessante articolo da Buenos Aires, dove si trova. Buona lettura! A.G.

Gli ultimi sviluppi della situazione venezuelana, mettono sempre più al centro questo nodo: dalla crisi della cosiddetta democrazia rappresentativa, in occidente come in Sudamerica e in Venezuela, si esce in avanti, con più libertà e partecipazione, e non all’indietro.

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Venezuela, dopo l’elezione della “Assemblea Costituente” si va verso la guerra civile.

Il governo ha annunciato trionfante il successo del voto per l’assemblea Costituente: ha votato bel il 41% dei cittadini. Bisogna dire che non c’erano osservatori internazionali, che ai giornalisti stranieri era proibito avvicinarsi ai seggi a meno di 500 metri, che l’opposizione non aveva scrutatori o rappresentanti di seggio, e che non c’è accesso ai registri elettorali. Il che rende il dato governativo per lo meno discutibile.

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Ancora sul Venezuela.

Come prevedevo, il mio ultimo pezzo sul Venezuela ha suscitato lo scontatissimo coro di proteste dei tifosi del golpista di Caracas ed il cui pezzo forte è, come sempre: “ Non possiamo credere a quello che si dice: le fonti occidentali sono inquinate, i giornali non sono imparziali e stanno dalla parte della destra”. Scoperta dell’acqua calda! Certo che le fonti sono inquinate e che la maggioranza dei mass media occidentali sta dalla parte della destra, sarebbe strano il contrario. Ma basta questo per liquidare la questione e ritenere del tutto infondate le notizie sulla repressione madurista? Peraltro, anche le fonti del regime e quelle che gli sono vicine sono fonti interessateme fanno abbondanti operazioni di “nebbia di guerra” , ma questo non è determinante per stabilire chi dei due si avvicini di più alla verità. Normalmente, in questo tipo di conflitti, le fonti più o meno di parte, dicono cose false o montate, ma anche cose vere e per stabilire quanta verità ci sia occorre un lavoro certosino di confronto e verifica.

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Venezuela: fine di partita.

Proviamo a ragionare freddamente su quel che succede in Venezuela: il Presidente in carica, che aveva giurato fedeltà alla Costituzione vigente, rifiuta di indire nuove elezioni che verifichino ila sia legittimità, nonostante le forti manifestazioni contro di lui, anzi scioglie il parlamento, per nominare una pseudo Assemblea Costituente espressa dalla burocrazia del suo partito, non rispetta alcuna delle norme previste per la revisione costituzionale e non indice neanche un referendum che legittimi questa decisione.

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Venezuela: il doppio golpe

Da Buenos Aires mi scrive il mio amico Angelo Zaccaria, di cui come sempre molto volentieri ospito un pezzo sulla crisi in Venezuela. Buona lettura! A.G.

Dopo circa due mesi e mezzo dall’inizio della ultima grave crisi venezuelana, si allunga il numero delle vittime, ormai arrivate a 70. Circa 1200 i feriti. Per inquadrare meglio tutta la storia pregressa, rimando ai miei precedenti articoli.

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Una risposta ai difensori di ufficio di quel delinquente di Maduro.

Cari amici, provate a rispondere a questa semplice domanda: se non si stesse parlando del Venezuela di Maduro, ma dell’Inghilterra e della May, della Francia e di Macron o anche dell’Italia e di Renzi o del Messico di Enrique Pena Nieto, avreste tutte queste cautele? Le notizie non sono certe, ma chi c’è dietro la rivolta? I morti sono pochi e poi alcuni lo sono per regolamenti di conti (versione della polizia), aspettiamo di vedere come va a finire eccetera eccetera? Se avete un briciolo di onestà intellettuale e sapete ancora cosa sia la vergogna, non potrete che rispondere no. Tanta comprensione sarebbe negata a chiunque non fosse del “nostri”.

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