Tag: ucraina

Isis: come se ne esce?

Appurato che il piano Obama non si mantiene né in piedi, né seduto, né sdraiato e che, seppure avrà un inizio, è destinato al fallimento, ne deriva che qui corriamo rischi anche peggiori la situazione si incancrenisce. Dobbiamo realisticamente prendere atto che con l’Isis non esistono possibilità di trattativa, perché semplicemente non c’è un interlocutore disposto a trattare. D’altro canto, la persistenza del cosiddetto “Califfato” rischia di destabilizzare l’intera area e non per dar vita a regimi più democratici e tolleranti, come poteva esser tre anni fa per la primavera araba, ma, al contrario per alimentare tutte le spinte fondamentaliste verso la guerra santa. Il che può portare ad esiti molto più gravi di quello che potrebbe essere un intervento militare oggi.

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Ucraina: le ragioni dei russi.

(Con preghiera vivissima, prima di commentare, di leggere il pezzo per intero e non limitarsi alle prime righe)

Diversi intervenuti sul pezzo precedente (probabilmente a causa di quell’enfatico “Entra” al quarto rigo) hanno centrato l’attenzione solo sul punto iniziale e mi accusano di accettare acriticamente la versione occidentale che dà per scontato l’avvio dell’entrata russa in Ucraina. Più che altro, la mia impressione è che Putin sia sul punto di farlo e ci siano le prime avvisaglie: il milione di persone che lascia le zone più a rischio, alcuni filmati che, per quanto non decisivi, costituiscono indizi che non è possibile ignorare del tutto, la stessa dichiarazione di Putin “Se voglio prendo Kiev in due giorni” ecc.. D’altra parte sembra ormai chiaro (nessuno lo contesta seriamente) che automezzi e soldati russi partecipino alla battaglia di Mariupol. I carri armati non ci sono ancora, ma, insomma…

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La Repubblica Popolare di Donetsk e l’ombra nera di Aleksandr Dugin

Da oggi inizia la collaborazione con il sito anche Jacopo Custodi, amico e studente brillante, nonchè collaboratore dell’interessante sito East Journal. In particolare oggi ci occupiamo di Ucraina, passata in secondo piano in questi giorni in cui ci si è occupati solo di Iraq. Grazie a Jacopo per la collaborazione e buona lettura!

La Repubblica Popolare di Donetsk e l’ombra nera di Aleksandr Dugin.

Di Jacopo Custodi.

Nella foto, Aleksandr Dugin e il leader di Jobbik, il partito neofascista ungherese.

La Repubblica Popolare di Donetsk è stata fondata il 7 aprile 2014 dai separatisti ucraini filo-russi in lotta contro il governo centrale di Kiev ed è oggi la loro principale roccaforte; insieme alla vicina Repubblica Popolare di Lugansk forma la Repubblica Federale di Nuova Russia (Novorossiya), stato che non è riconosciuto internazionalmente. I separatisti sono stati identificati più volte da vari esponenti italiani di sinistra come dei “partigiani”, degli “antifascisti”, in lotta contro il governo di destra di Kiev.

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Alcune considerazioni sulle diverse versioni del disastro aereo del volo MH17

Con grande piacere torno ad ospitare un pezzo di Lorenzo Adorni, che con la consueta precisione ed equilibrio si concentra su alcuni dettagli molto interessanti dell’abbattimento del volo MH17 in Ucraina in giorni in cui, per via anche della guerra a Gaza, l’argomento è un po’ uscito dall’attenzione dei media. Buona lettura!
A.G.

Alcune considerazioni sulle diverse versioni del disastro aereo del volo MH17

Di Lorenzo Adorni

A breve tempo dal ritrovamento delle scatole nere, non manomesse, come comunicato dagli esperti olandesi, si sono diffuse voci che confermerebbero l’abbattimento dell’aeromobile da parte di un missile.

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L’abbattimento dell’areo Mh17 in Ucraina: troppe cose non convincono.

Cappuccino, brioche e intelligence n° 48

Nella vicenda dell’aereo Mh17 ci sono un bel po’ di cose che non convincono e che meritano una riflessione. In primo luogo: perché? A chi giova l’abbattimento di un aereo civile pieno di bambini diretto in tutt’altra parte del mondo? Le ipotesi possono essere ridotte a tre: o si è trattato di un errore ed il bersaglio doveva essere un altro, o era la ricerca deliberata di un incidente per spingere la crisi verso un conflitto aperto (un nuovo caso Lusitania), oppure il bersaglio era quello ma per ragioni diverse dal conflitto ucraino (magari qualcuno che voleva colpire la compagnia aerea, oppure voleva distrarre l’attenzione mondiale da altro scenario ed ha approfittato della situazione), cioè l’ipotesi della “guerra catalitica” o del “terzo incomodo”.

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Ucraina: Merkel e Hollande sono complici dei criminali di Odessa

Prima di ogni commento sulla situazione ucraina, penso sia doveroso offrirvi in visione queste breve documentario, che dimostra come sia falsa la versione ufficiale, che sostiene essere stato un incendio la causa della morte di 46 russi, che erano fra quelli rifugiati nella casa dei sindacati ad Odessa:

Non è stato un incendio più o meno fortunoso. E’ stato un crimine di massa contro i civili, perpetrato dalle squadracce neo naziste che, ormai, hanno preso la mano a tutti gli altri in Ucraina.

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Cosa c’entra il Quatar con la crisi del governo Letta?

Spesso gli analisti sono portati a stabilire rapporti causa-effetto mettendo in relazione eventi che, invece, si sono succeduti casualmente. E’ sempre un rischio presente e conviene sempre sciogliere un po’ di dubbio nelle proprie ipotesi. Soprattutto quando non si abbiano prove certe a sostegno ma solo indizi.  Questo non vuol dire che si debba rinunciare ad avanzare supposizioni da sottoporre a verifica, man mano che gli eventi procedono.

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Tahir, Maidan, Caracas, Taksim, Atene, forconi, indignados, Ows… ma che movimenti sono?

Prima di entrare nel merito delle vicende di Venezuela e Ucraina, mi sembra opportuno fare una premessa più generale sulle caratteristiche dell’ondata di movimenti che si sta manifestando simultaneamente in molti paesi. Dal 2008 stiamo assistendo ad una generalizzazione della protesta paragonabile a quella del sessantotto che fu, forse, il primo episodio di contestazione globale e che, sin qui, non ha avuto equivalenti. Dopo il sessantotto sono venute altre ondate di movimenti di protesta, ma in nessun caso si è trattato di ondate generalizzate a livello internazionale.

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Nella crisi ucraina Putin entra sconfitto, ma da sconfitto non vorrà uscirne

Sono giornate molto intense e purtroppo non riesco a rispondere a tutti coloro che mi scrivono ne a dedicarmi a tutto ciò su cui sarebbe interessante intervenire. Con grande piacere e gratitudine però, pubblico il contributo di Lorenzo Adorni sulla crisi ucraina, che offre, come sempre, svariati punti di riflessione ed approfondimento. Buona lettura!

Nella crisi ucraina Putin entra sconfitto, ma da sconfitto non vorrà uscirne
Di Lorenzo Adorni

I balaclava coprono i volti dei giovani soldati russi d’istanza in Crimea. Soldati che in queste ore ultimano l’occupazione dei centri nevralgici della penisola, aiutati da alcuni “volontari” locali.

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