Tag: troika

Grecia: vince Tsipras. Per ora.

Tsipras ha avuto il miglior successo possibile: è innegabile. Considerato che esce da mesi terribili, che il suo partito ha avuto una scissione, che ha perso il numero due del governo, che ha fatto e sconfessato un referendum, che ha dovuto accettare i diktat della troika abbandonando tutte le promesse elettorali, non era pensabile un risultato migliore di questo. Ha ridotto le perdite elettorali in termini percentualmente insignificanti, ha liquidato il suo dissenso interno costringendolo ad una scissione che ha mancato il risultato di entrare in Parlamento, ha ottenuto seggi sufficienti a fare maggioranza con Anel, con il Pasok e To Potami senza dover imbarcare Nea Democratia. Meglio di così non gli poteva andare.

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Il matematico che non da’ i numeri

Avevo programmato una serie di simulazioni sul futuro della Grecia. Stallo. Perché sono in stallo le trattative con l’EU. Anzi, per dirla tutta, è proprio un dialogo tra sordi. Con i greci, proprio loro, con l’acqua alla gola, ma che parlano d’altro. Osserva Stavros Teodorakis, leader del partito d’opposizione Potami: “Some people in the government are preparing for Monday’s Eurogroup with the mentality of the student who tries to fool the teacher”. Non sarà mica che ingannano se stessi? O un giorno o l’altro – ma devono spicciarsi, il tempo è contro di loro – giocheranno la briscola? Va a sapere.

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Renzi e i “poteri forti”.

A quanto pare, persino il diretto interessato si è accorto che i poteri forti vorrebbero sloggiarlo da Palazzo Chigi. Certo: ci sono voluti i ceffoni a scena aperta degli americani, le esternazioni confindustriali, il sistematico martellamento domenicale di Scalfari, le copertine dell’Espresso, le sfuriate di Della Valle, le ruvidezze merkeliane, la sparata senza precedenti di De Bortoli e persino gli aut aut della Conferenza episcopale, però, alla fine, l’Uomo ha capito di stare sulle scatole ad un bel po’ di gente che conta. Beninteso: non che stia facendo nulla di eversivo; il guaio è che non sta facendo nulla in assoluto. Si è perso dietro questa grottesca riforma istituzionale che non sa come concludere, non ha saputo condurre decentemente la partita delle nomine, si è trascinato per un mese la questione del Csm e non ha ancora risolto il problema dei due giudici costituzionali, sulle privatizzazioni e sulla spending review non dà segni concreti e fa cose incoerenti.

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Renzi e Draghi: bella lotta!

Una decina di giorni fa, Draghi ha indirizzato un rabbuffo ai paesi “che non fanno le riforme” (senza citare nessuno un particolare) e che non capiscono che devono “cedere quote di sovranità”, cioè devono sdraiarsi a tappetino davanti ai diktat della Bce e del suo concerto con la Fed. Renzi prima gli ha risposto dichiarandosi d’accordo al 100% e, poco dopo, se ne è uscito dicendo che “le riforme le facciamo noi e non la Bce o la Ue”, aggiungendo che del pareggio di bilancio se ne parla fra un anno e che ora basta con il rigore. E la Merkel ha dato segni di nervosismo.

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Può esserci un’altra Europa? E come?

Il mio vecchio amico Luciano Muhlbauer ha pubblicato un articolo sul suo blog a proposito della lista Tsipras, nel quale, fra l’altro, polemizza con me per il mio pessimismo in materia. Essendo una persona intelligente, Muhlbauer argomenta molto abilmente le sue posizioni e, pertanto, l’articolo merita d’esser letto per intero ed una risposta puntuale.

Per comodità espositiva e per favorire il dibattito, penso sia opportuno dividere la risposta in due pezzi che pubblicherò in rapida successione: il primo riguardante il giudizio sull’Europa, sull’Euro ecc, il secondo sulla proposta della lista e sulle possibilità di riuscita. Partiamo quindi dal giudizio sull’Europa.

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Euro e Grecia

Come era nella logica delle cose, la Grecia è sempre più vicina  al default e, di conseguenza all’uscita dall’Euro. La Grecia ha un debito di oltre 320 miliardi di Euro ed interessi che si mangiano intorno ai 30 miliardi l’anno, vale a dire circa il 10% del Pil. Messa in termini di debito pro capite significa circa 3.000 euro per ciascun cittadino, compresi lattanti, carcerati e moribondi e senza per questo intaccare il capitale da restituire. Questo in un paese in cui il reddito pro capite è di 23.000 Euro all’anno. Dunque, gli interessi si mangiano circa 1/7 del reddito pro capite, andandosi ad aggiungere al prelievo fiscale ordinario. In queste condizioni, quale persona sana di mente può pensare che il debito sarà mai restituito e, più semplicemente, che la Grecia possa sopportare a lungo anche solo il pagamento di questi interessi, considerando che la politica di rigore ha stremato il paese facendo calare il Pil di quasi il 15%?

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