Tag: trattativa stato-mafia

La guerra sporca di Palermo.

Con piacere ed interesse vi propongo questo articolo di Nicola Biondo, amico e studioso puntuale e tenace su un argomento di cui è ampio conoscitore. Buona lettura! A.G.

Per raccontare quella che va sotto il nome di “trattativa stato-mafia” basterebbe leggere American Tabloid di James Ellroy, il mito vivente del noir, e un vecchio articolo di Stefano Rodotà del 2004.

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Il processo sulla “trattativa”: alcune considerazioni

Le condanne di primo grado pronunciate dalla Corte di Assise di Palermo per il processo sulla cosiddetta “trattativa Stato-Mafia” sono state a dir poco dure: l’ex comandante del ROS Mario Mori e l’ex colonnello Giuseppe De Donno hanno ricevuto una pena di 12 anni di reclusione, pari a quella inflitta all’ex Senatore di Forza Italia Marcello dell’Utri, mentre condanne a 28 ed 8 anni sono state inflitte al boss Leoluca Bagarella e al figlio dell’ex sindaco di Palermo, Massimo Ciancimino.

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La “trattativa Stato-mafia” tra ricerca storica, inchieste e dibattito pubblico

Nei giorni scorsi, come vi avevo segnalato, si è tenuto l’importante incontro “La trattativa Stato-mafia nella Storia d’Italia”, promosso dall’Associazione Lapsus dell’Università degli Studi di Milano. La serata è stata molto interessante ed ha fornito diversi spunti di approfondimento. Nel segnalarvi la pagina del sito dedicata all’evento, dove potete trovare anche molti materiali per approfondire, vi propongo l’articolo che Ciro Dovizio di Lapsus, ma anche collaboratore della mia cattedra di Storia del Mondo Contemporaneo, ha scritto per l’occasione. Buona lettura!

Di Ciro Dovizio, Associazione Lapsus.

Intorno al procedimento giudiziario in corso a Palermo sulla trattativa Stato-mafia infuria un dibattito dai toni accesissimi. Le opinioni formulate sull’argomento si sprecano, anche se il circuito mediatico ha presto polarizzato le posizioni in campo contrapponendo da un lato i sostenitori della Procura e dell’impianto accusatorio che sorregge il processo, dall’altro coloro che hanno assunto posizioni critiche rispetto al quadro esplicativo delineato dai pm.

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La Procura di Palermo e Napolitano

La Procura della Repubblica di Palermo ha presentato alla Corte che dovrà giudicare il caso della “trattativa” Stato Mafia, un elenco lunghissimo di testi e, fra essi, anche il Presidente della Repubblica Napolitano. Sorge un problema: si può adire come teste il Capo dello Stato? In che casi? Ci sono criteri di opportunità che lo sconsigliano?

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Napolitano e le intercettazioni: che sta succedendo?

Con la pubblicazione su “Panorama” di alcune indiscrezioni sulle telefonate fra Napolitano e Mancino, la polemica sulle intercettazioni è diventata incandescente e si torna a parlare di trame, di piani di destabilizzazione, di complotti ecc.  Per inciso: è strano come tante persone prontissime a gridare alla complottomania al grido di “dagli al dietrologo!” poi gridano al complotto ed al piano destabilizzante appena qualcosa le riguarda personalmente… La gente è strana! Ed allora, c’è un complotto o no? Come spesso ho avuto modo di dire, complotto è una parola che ormai non significa più niente e serve solo a confondere le idee. Parliamo in termini più appropriati: c’è o no una manovra politica o forse finanziaria dietro questa faccenda? Per rispondere alla domanda non possiamo fare a meno di notare diversi segnali di un crescente nervosismo negli ambienti altolocati di questo paese anche su sollecitazione esterna.

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Craxi: le sentenze sono carta straccia?

Le sentenze sono carta straccia?

Compare sul “Corriere della Sera” del 3 gennaio un articolo a firma di Luigi Ferrarella “Carta straccia le sentenze su Craxi?” nel quale, sostanzialmente, si riprende l’ interrogativo di altri (fra cui Francesco Saverio Borrelli): “Come fa uno Stato a condannare penalmente una persona con una mano ed a celebrarla con l’altra?”. Le sentenze non possono essere ridotte a carta straccia pena la delegittimazione della giustizia penale che darebbe via libera ad ogni condotta antisociale.
In linea di massima, il ragionamento non fa una piega, tanto più che la cultura della legalità appare piuttosto in ribasso negli ultimi tempi e una battaglia in sua difesa appare più che urgente.
Ma questa faccenda non può essere liquidata con un giudizio così secco e privo di sfumature.

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