Tag: tangentopoli

In morte di Carlo Azeglio Ciampi.

Quando muore un personaggio della statura di Ciampi, i pericoli sono sempre due: l’agiografia acritica per cui il defunto è caricato di ogni merito al di là di ogni ragionevolezza e con una vis laudatoria tanto esagerata da sfociare nell’oltraggio, e, dall’altro lato, l’offesa gratuita, l’irragionevole addebito di colpe esagerate o inesistenti. Al solito: il servo encomio ed il codardo oltraggio dai quali vorremmo restar lontani.

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Il caso D’Alema-Cpl di Ischia.

Con il caso D’Alema si sta scoperchiando il pentolone delle cooperative che da tempo immemore non sono più tali ma, di fatto, società di capitali travestite, per pagare meno tasse e godere di altri privilegi. Nella faccenda ci sono diversi profili che affronteremo separatamente in altri pezzi come il ruolo delle cooperative ed  il finanziamento della politica, qui ci interessa parlare dei rapporti fra politica e magistratura.

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Gli arresti di Expo e le responsabilità politiche

Oggi sono più tranquillo. In effetti, che ci fosse un mega affare come l’Expo e non ci fossero già le prime mazzette, era cosa che un po’ mi inquietava: come dire che questo paese non è più lo stesso. Pensieri foschi mi attraversavano la mente:  “C è l’Expo e non rubano? E che lo hanno fatto a fare? I politici italiani e i connessi faccendieri non rubano: crisi dell’identità nazionale!”. E, invece, adesso i conti tornano ed è tutto regolare: se c’è un appalto c’è una tangente, è tutto perfettamente simmetrico. Ma, soprattutto, consola vedere certi nomi ancora su pista: Greganti, Frigerio…: la classe non è acqua! Scherzi a parte, lo scandalo Expo è solo all’inizio (vedrete che altro verrà fuori) ma già si profila uno scenario impressionante che va oltre quello di Tangentopoli.

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La I Repubblica crollò nel 1992-3, ma tutto iniziò cinque anni prima

Il crollo della I repubblica avvenne fra il 1992 ed il 1993 ma le cose iniziarono prima, almeno cinque anni prima, nel 1987.
L’inopinato scioglimento anticipato delle Camere fece sì che, cinque anni dopo, si sarebbe creato l’ “ingorgo istituzionale” per la coincidenza delle elezioni del Parlamento e del Presidente della Repubblica. Per il dettato costituzionale questo significava che il nuovo Presidente sarebbe stato eletto dal Parlamento eletto nel 1992. Di conseguenza, chi avesse avuto rapporti di forza favorevoli in quello eletto nel 1987, avrebbe avuto interesse a spingere il Presidente in carica alle dimissioni.

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La I Repubblica crollò nel 1992-3, ma tutto iniziò cinque anni prima.

Il crollo della I repubblica avvenne fra il 1992 ed il 1993 ma le cose iniziarono prima, almeno cinque anni prima, nel 1987.
L’inopinato scioglimento anticipato delle Camere fece sì che, cinque anni dopo, si sarebbe creato l’ “ingorgo istituzionale” per la coincidenza delle elezioni del Parlamento e del Presidente della Repubblica. Per il dettato costituzionale questo significava che il nuovo Presidente sarebbe stato eletto dal Parlamento eletto nel 1992. Di conseguenza, chi avesse avuto rapporti di forza favorevoli in quello eletto nel 1987, avrebbe avuto interesse a spingere il Presidente in carica alle dimissioni.

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Capire la corruzione in Italia. 5. Il crollo del sistema e la metamorfosi del fenomeno.

Prima metà anni novanta- fine anni novanta. Nella seconda metà degli anni ottanta il sistema iniziò ad andare in crisi. L’eccessiva frammentazione correntizia dei partiti, la falsa democrazia della loro  vita interna, la produttività sempre più scarsa del sistema politico, l’incomprensibilità dei suoi riti  (in particolare in occasione delle crisi di governo), iniziarono a produrre un forte rigetto. A partire dal 1979, l’astensionismo elettorale iniziò a crescere sensibilmente, mentre i tassi reali di adesione ai partiti (iscrizioni, vendita della stampa di partito, sottoscrizioni, partecipazione a manifestazioni di partito ecc.)  crollarono  parallelamente.

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Capire la corruzione in Italia. 4. La “corruzione sistemica” (2a parte)

La prima parte. Fine settanta-primissimi novanta. Se la malversazione ebbe un notevolissimo impatto sul piano economico,  esso fu, naturalmente, ancor maggiore sul piano politico. La corruzione politica, che negli anni sessanta- settanta era andata diventando generalizzata e fisiologica, con gli anni ottanta divenne sistemica. E ciò non solo per l’estesa gamma della tipologia tangentizia o per la diffusione all’intero paese, ma soprattutto per la sua coincidenza con il funzionamento stesso del sistema politico. Sino alla metà degli anni settanta, la corruzione, pur estesissima, tuttavia si concretava in una numerosissima serie di casi indipendenti l’uno dall’altro. Ovviamente, poteva accadere che un certo potentato politico si alleasse  con un altro per condurre a buon fine una determinata operazione di finanziamento illegale, ma questo accadeva episodicamente.

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Capire la corruzione in Italia. 4. La “corruzione sistemica”.

Fine settanta-primissimi novanta. Sino alla metà degli anni settanta, i partiti conobbero una costante espansione occupando sempre nuovi spazi di vita sociale: gli enti di stato, i sindacali, le cooperative, l’associazionismo, i mass media, la pubblica amministrazione, l’università, gli ospedali, tutto venne assoggettato ad una brutale spartizione partitica prima e di corrente dopo (basti citare il mitico “manuale Cencelli”). Questa tendenza ad invadere la società civile e lo Stato, sino a quel punto, trovò un doppio argine. Da un lato i movimenti spontanei sorti dal lungo sessantotto italiano, che, per la prima volta, misero in discussione il monopolio di rappresentanza dei partiti e la profonda spaccatura del sistema attraversato dal solco che opponeva i partiti anticomunisti al Pci.

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Di Pietro, Pennisi, Bertolaso, Verdini: una nuova stagione dei veleni?

Di Pietro, Pennisi, Bertolaso, Verdini: una nuova stagione dei veleni?

Non si può dire che la politica italiana si faccia mancare il suo scandalo settimanale: prima abbiamo cominciato con le rivelazioni su Di Pietro, ad una incollatura è partito il caso dell’assessore milanese Pennisi, poi sono arrivati gli arresti alla Protezione civile che hanno aperto il caso Bertolaso, poi l’inchiesta si è rapidamente allargata ed ha coinvolto Verdini, l’amministratore del Pdl. Sono dei complotti? Sono coincidenze casuali? Al solito le cose sono sempre un po’ mescolate. Ci mancano molte informazioni, ma ragioniamo su alcune evidenze, iniziando da Di Pietro:
1- il libro di Mario di Domenico, con le sue rivelazioni al cianuro, può essere frutto del rancore di un amico che, a torto o a ragione, può essersi sentito tradito. Ma le foto chi gliele ha date? Non ci risulta che i paparazzi girino liberamente per le caserme dei carabinieri per cui, dato che la foto è scattata nella mensa di una caserma della Benemerita, di fronte a commensali in bella posa, l’unica deduzione logica è che a scattarle sia stato una carabiniere. Ed è altrettanto logico che la foto ricordo sia finita nei cassetti degli ufficiali ritratti con l’illustre ospite. Ed è forte il sospetto che sia uscita da qualcuno di quei tiretti.

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