Tag: strage di brindisi

Attentato di Brindisi: il punto sulle indagini

Partiamo da una considerazione generale: se una indagine non si indirizza verso la pista giusta nei primi trenta giorni, molto probabilmente non arriverà a buon esito. Come è facile immaginare, la maggior parte delle acquisizioni documentali (impronte, filmati, tracce di liquidi umani, analisi dei reperti ecc.) vengono effettuate subito, dopo, se esse non sono state raccolte, molto probabilmente andranno perdute. Allo stesso modo, la memoria dei testimoni andrà “sfuocandosi” e perdendo particolari. Nei casi di grande impatto sociale, come quello presente, si corre il rischio che i testi “rileggano” i loro ricordi alla luce delle trasmissioni televisive, degli articoli di giornale o delle discussioni, per cui la loro memoria “si sporca” mescolando cose vere con altre suggestive.

Inoltre, dei dati mal assunti o mal compresi o semplicemente estranei al caso, continuano a restare nel fascicolo processuale esercitando una funzione depistante anche a distanza di molto tempo.

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Attentato di Brindisi, caso Adinolfi: perché la Cancellieri sta sbagliando tutto

Sia l’attentato di Genova ad Adinolfi che quello di Brindisi hanno rilanciato l’idea di una nuova stagione terroristica, fortemente enfatizzata dai media in un crescendo ansiogeno. Che questi siano episodi da non prendere assolutamente sotto gamba non ci piove. Che questi due ed altri episodi similari possano essere collegati ed avere una regia di più ampio respiro è ipotesi da vagliare con cura. Dunque, conviene alzare la guardia, ma, di qui, a farsi prendere da attacchi di panico, ne corre. Non ho mai visto un ministro dell’Interno infilare una serie di sciocchezze una di fila all’altra come in questo caso: matrici degli attentati sparate a casaccio, quando ancora le indagini devono prendere quota, misure incongrue tutte spostate sul lato difensivo, errori di analisi grossolani che mettono nello stesso sacco attentati di tipo terroristico con gli assalti alle sedi di Equitalia ecc. Ma il disastro maggiore è la gestione comunicativa dei casi.

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L’attentato di Brindisi e la Sacra Corona Unita

Continuo a non ritenere probabile il coinvolgimento di una delle Mafie tradizionali nella strage brindisina (e, a questo punto, credo che neanche i magistrati ci pensino più), questo non vuol dire che non possa trattarsi di una qualche scheggia partita dalla Mafia locale, la Sacra Corona Unita e lasciamo per ora impregiudicato se si tratti solo di giovanotti che sgomitano per conquistare la prima fila o se dietro di loro possano esserci dei mandanti (ipotesi di secondo grado). Qualche elemento interessante può venire dalla storia della Scu, sconosciuta alla grande maggioranza degli italiani, a differenza di Mafia, Camorra e N’drangheta di cui si sa di più. La Scu è nata molto recentemente (1981) da un processo di confluenza di varie organizzazioni criminali a loro volta filiazioni delle mafie storiche: fra la fine del 1980 ed i primi del 1981, Pino Iannelli e Alessandro Fusco, su mandato di Raffaele Cutolo cercarono di costituire una “Nuova Camorra Pugliese” come filiazione del clan partenopeo. Va detto che in provincia di Foggia operava nel settore granario la ditta Casillo, il cui titolare era il fratello del più noto Enzo Casillo, braccio destro di Cutolo, ucciso da una bomba nella sua auto il 29 gennaio 1983 subito dopo essere uscito dalla sede del Sismi. La ditta fu poi coinvolta, a fine anni ottanta, nello scandalo del riciclaggio del grano radioattivo proveniente da Chernobyl.

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L’attentato di Brindisi: il solito folle?

Il Procuratore della Repubblica di Brindisi, dott. Marco Dinapoli ha comunicato che esiste un filmato in cui si distinguerebbe il killer mentre preme il telecomando determinando l’esplosione. Dunque, niente timer e la cosa già sembra un po’ meno rudimentale, anche se le bombole di gas restano un mezzo esplodente piuttosto artigianale. La pista mafiosa si sgonfia – è durata meno di 24 ore- e ci si indirizza verso la pista del delitto individuale. Conosco e stimo Marco Dinapoli avendolo conosciuto già molti anni fa e non ho dubbi che lavorerà al meglio per scoprire il responsabile della strage. La conferenza stampa, che ho seguito sul sito del “Corriere della Sera” fornisce diversi elementi utili ad iniziare ad orientarsi.

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L’attentato di Brindisi

Scriviamo poco dopo l’attentato, con pochissimi dati a disposizione ed in uno stato d’animo non sereno, considerando l’orrore dell’attentato diretto ad uccidere adolescenti, per di più nella mia Puglia che sembra ridotta a Damasco o Bagdad. Dunque, mi espongo consapevolmente al rischio di dire sciocchezze, data la scarsezza di dati a disposizione. Ciò non di meno mi sembra di dovere fare uno sforzo per razionalizzare l’accaduto e capire che sta succedendo. Pochi dati a disposizione.

1- la sostanza esplodente è stata fornita da normalissime bombole di gas

2- sarebbe stato usato un timer dal quale si sarebbe ricavata l’ora dell’attentato perfettamente coincidente con il momento in cui i ragazzi arrivano a scuola (doppio condizionale d’obbligo, sono voci raccolte da amici giornalisti pugliesi)

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