Tag: stati uniti

Che succede in Arabia Saudita?

Dopo la morte di re Abd Allah, il 23 gennaio scorso, l’Arabia Saudita sembra entrata in una fase di fibrillazione. Le ultime notizie sono di pochi giorni fa: il re Salman ha dichiarato eredi al trono in successione il ministro dell’Interno Mohamed bin Najaef (figlio di un fratello suo predecessore) e il proprio figlio Mohammed bin Salman (”saltando” il suo più anziano fratello Muqrin), contestualmente, ha insediandolo anche come ministro della Difesa ed ha esautorato Saud Al Feisal dal ministero degli esteri, che reggeva dal 1975 e che era uno storico alleato degli Usa, sostituito con Adel al Juber, un tecnico, non appartenente alla casa regnante e già ambasciatore a Washington.

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Ucraina, che succede?

Da diversi mesi è andata scemando l’attenzione verso la situazione ucraina, quel che ha ingenerato nell’opinione pubblica l’idea che un qualche accomodamento stia maturando nei fatti e che la crisi abbia imboccato la via di una soluzione. Niente di più sbagliato: in questi mesi le cose non hanno fatto che peggiorare, anche se i combattimenti sono momentaneamente diminuiti di numero ed intensità, rispetto alla fase precedente.

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Al meeting delle Americhe gli “Americani” mollano prima del gong.

Da Buenos Aires, Dario Clemente. Dal 10 all’ 11 aprile a Panama si è svolto il settimo meeting delle Americhe, una conferenza internazionale nata nel 1994 sotto la tutela dell’Organizzazione degli Stati Americani a guida statunitense. Questa edizione avrebbe dovuto concretizzare con la storica partecipazione di Cuba quel “cambio di rotta” nei rapporti nord-sud che Obama aveva promesso al summit di Trinidad nel 2009, a pochi mesi dalla sua prima elezione. Si trattava questa dell’ultima partecipazione per il primo presidente nero della storia degli Stati Uniti, che però è uscito di scena prima della conclusione dei lavori.

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Crescita economica: tre modelli e il resto del mondo. I modelli

Parte prima (consigliata prima della lettura della seconda parte): “Crescita economica: tre modelli e il resto del mondo. Inquadramento”
Parte seconda: i modelli. Di Lamberto Aliberti. Il PIL è la somma algebrica di 5 componenti, 4 positive e l’import di beni e servizi negativo. Espressi a prezzi costanti, sono la manifestazione della crescita reale di un paese. Il loro peso sul Pil cambia nel tempo, ma tende a caratterizzarsi in modo diverso da paese a paese.

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Crescita economica: tre modelli e il resto del mondo. Inquadramento

Di Lamberto Aliberti. Parte prima: inquadramento. La crescita. In questi giorni ne cerchiamo gli accenni, con infinita pazienza e crescente speranza. Ne hanno bisogno i governanti, senza la quale rischiano lo strappo definitivo. Ne ha bisogno la società, sull’orlo del precipizio verso il caos. Ne ha bisogno l’Europa, ora che si ritrova sulle spalle la zavorra di un debito pubblico, al limite della sostenibilità, per non dire che l’ha già superata.

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Il prezzo del petrolio basso è una minaccia o un’opportunità?

Di Lamberto Aliberti. Un turbine si è recentemente abbattuto sul mondo, sulla sua fragile incerta ripresa economica, dopo 5 anni di crisi nera: il crollo del prezzo del petrolio. E dopo un primo momento, in cui gran parte degli economisti, senza troppo rifletterci sopra, si stracciavano le vesti, diventa utile, per non dire necessario, porsi una domanda: il petrolio a basso prezzo è un’opportunità o una minaccia per la crescita? Magari tenendo conto di un consuntivo, a 7 mesi dalla svolta. Servendoci di strumenti rigorosi: un modello  dinamico, e che altro? E partendo da un quadro statistico adeguato. Più avanti, in prossime puntate, la domanda successiva: quanto durerà il basso prezzo?

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L’attentato di Parigi ed il mutamento delle relazioni internazionali.

Siamo in piena tempesta nel campo delle relazioni internazionali che sono entrate in fibrillazione già dal tempo della “primavera araba” e che hanno registrato forti divaricazioni nell’anno appena concluso. Le maggiori si sono aperte con la crisi ucraina, prima con l’annessione della Crimea alla Russia e poi con la nascita della repubblica del Dotensk, parimenti sostenuta dalla Russia. Questo ha prodotto un doppio ordine di divisione: da un lato la contrapposizione fra Russia e fronte occidentale che ha condannato e sanzionato l’annessione. Dall’altra una divisione intra-occidentale e intra-europea fra il fronte anti-russo – Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Svezia e Regno Unito – e quello che pur sanzionando Putin vuol dialogare –Germania ed Italia in testa-.

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Che farà Al Qaeda?

La rapida ascesa dell’Isis ha messo in crisi anche Al Qaeda che è stata messa ai margini della scena. In questi tredici anni, Al Qaeda ha vissuto essenzialmente di rendita sul grande colpo mediatico dell’11 settembre: il più spettacolare attentato della storia, compiuto su territorio americano, ha dato al gruppo di Bin Laden una centralità che spingeva gran parte della galassia jhiadista ad agire fiancheggiandolo.

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Cina: passaggio a nord-est

Nel mese di settembre, i nostri giornali hanno dato, senza troppa enfasi e nelle pagine interne, questa notizia: giunta nel porto di Rotterdam una nave cinese partita da Danjan l’8 agosto e giunta dopo 33 giorni di navigazione. Questo è stato possibile sperimentando una nuova rotta che dai porti cinesi giunge a quelli del nord Europa, varcando lo stretto di Bering, grazie allo scioglimento (o meglio all’assottigliamento) dei ghiacci artici.

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