Nel 2017, negli Stati Uniti, è stato pubblicato un testo fondamentale per comprendere i futuri sviluppi delle relazioni tra Cina e Stati Uniti. “Destined for War“, scritto dal professore di Harvard Graham Allison, è un’approfondita analisi dei potenziali focolai che potrebbero innescare una deflagrazione conflittuale tra le due principali potenze mondiali e, al tempo stesso, una dettagliata ricerca storica che indaga sulla potenziale riproposizione, nel campo della rivalità sino-americana, della cosiddetta “trappola di Tucidide”.
Da quello che si capisce, i leader occidentali sbraitano tutti alla guerra, ma, in realtà, non sanno da che parte cominciare.
Obama sta entrando nell’ultimo anni della sua presidenza ed è tempo di un primo bilancio storico. Marc Bloch sostenne che i contemporanei hanno diritto ad essere i primi a scrivere la storia del proprio tempo.
Dopo il parziale insuccesso dell’ipotesi monopolare Usa, si avverte un tentativo da più parti di ridisegnare lo spazio mondiale.
Ancora oggi, l’opinione più diffusa fa coincidere i problemi della sicurezza dello Stato con quelli di natura militare: la parola guerra è ancora associata all’idea di scontri di aerei, carri armati. Ma da oltre mezzo secolo le cose sono andate mutando.
La crisi ucraina rischia di precipitare da un momento all’altro, ma nessun parlamento nazionale della Ue ha fatto un’ampia discussione assembleare sul tema, i mass media europei non dedicano alla questione alcuno spazio straordinario (come l’eccezionalità del momento vorrebbe) e l’opinione pubblica europea considera la crisi ucraina come “altro da sé”, una guerra che riguarda altri e che non c’è pericolo che coinvolga anche l’Europa. C’è bisogno di reagire a questo assurdo torpore e di richiamare l’opinione pubblica europea alla consapevolezza della gravità del momento. Anche per questo ho firmato l’appello No Guerra No Nato.
Manca ormai una manciata di sezioni che, a questo punto, sono totalmente ininfluenti rispetto al risultato finale, per cui possiamo, pur con un minimo di approssimazione, fare un ragionamento più compiuto sull’accaduto e partiremo da un ragionamento sui numeri assoluti.
Forse il titolo dovrebbe essere una altro: “Che guerra combatteremo?” perché, probabilmente, la guerra è già iniziata l’11 settembre 2001 ed è poi proseguita in forme molto diverse dal passato (terrorismo, rivolte, guerre monetarie, commerciali, cyber, sanzioni economiche ecc.)