Tag: Sistemi elettorali

La diversa logica del maggioritario e del proporzionale.

I partiti italiani, con il passaggio al nuovo sistema elettorale, avrebbero dovuto passare da una logica maggioritaria ad una logica proporzionale, cercando in Parlamento le alleanze necessarie, questo non è accaduto. Perché? La risposta è molto semplice: perché un partito educato da un sistema maggioritario, ha un modo di essere e di pensare completamente diverso da quello di un partito che agisce in regime proporzionale: cambiano le strategie comunicative, la cultura politica, il rapporto con l’elettorato, soprattutto il modello organizzativo; passare da un modello all’altro non è affatto semplice ed indolore. Per capirlo vale la pena di analizzare la diversa logica dei due sistemi.

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Italicum: quattro passi nel delirio

In attesa del risultato elettorale, ho pensato di riempire la pausa con qualche fantasticheria, cioè ho applicato il sistema elettorale in discussione, il famigerato Italicum, ad alcuni casi limite, per vedere cosa succederebbe con questa trovata geniale. Capiamoci: sono casi limite che hanno poche probabilità di avverarsi, d’accordo, ma improbabile non significa impossibile e, poi, quando gli esiti “improbabili” sono tanti, la probabilità che uno di essi si verifichi  cresce e, prima o poi, diventa facile che uno accada per davvero: per anni abbiamo rischiato maggioranze difformi fra Camera e Senato e due volte ci siamo andati molto vicini (1994, 2006) ed alla fine, quando è emerso un terzo partito, il caso si è verificato.

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I sistemi elettorali e l’equivoco della governabilità

Spesso si sente il ritornello della “governabilità: ”Bisogna che il sistema elettorale assicuri la governabilità”. Ed in nome di questo si caldeggiano premi di maggioranza, collegi uninominali, soglie di sbarramento e trappole varie. Lasciamo da parte se la governabilità sia un bene in sé e concentriamoci sul significato del termine: che significa governabilità?

Grosso modo, possiamo definire il termine in questo modo: la stabilità di governo possibilmente per tutta la durata della legislatura. Dunque, garantire che non ci siano crisi di governo che interrompano l’attuazione dei programmi decisi.

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La sentenza sul Porcellum

E’ arrivata la motivazione della Corte Costituzionale sul sistema elettorale. Una sentenza per alcuni versi interlocutoria che conviene leggere con attenzione fissando alcuni punti:

1- Il premio di Maggioranza: la Corte non esclude una certa premialità del sistema elettorale, ma fissa il criterio della sua “ragionevolezza”, per il quale non può esserci un meccanismo che, ad esempio, raddoppi la rappresentanza di uno schieramento rispetto alla sua consistenza proporzionale. Ed usa una espressione precisa: “foriera”, cioè la legge non può comportare il rischio, per quanto poco probabile, di un esito che stravolga la volontà popolare, con una eccessiva sovrarappresentazione del vincitore. 

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Studio i sistemi elettorali, e il loro rapporto con i sistemi costituzionali, dalla metà degli anni ottanta ed ho potuto constatare come ci sia molta confusione sul tema. Confusione per un terzo dovuta alla malafede di politici e giornalisti e per due terzi alla loro sorprendente impreparazione. Da quasi venti anni, in Italia, si discute in continuazione del sistema elettorale, producendo riforme una peggiore dell’altra: leggi che producono un Parlamento sempre meno rappresentativo, un ceto politico sempre più squalificato, una forte personalizzazione dello scontro, una costante ingovernabilità.

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Sulla riforma elettorale

Segnaliamo questo intervento di Franco Astengo sulla riforma del sistema elettorale, con il quale iniziamo una discussione sul tema.

Mi permetto di interloquire con alcuni degli esponenti della politica e della cultura, a livello locale, vicini alle posizioni della sinistra, al di là delle appartenenze dirette, e in particolare a coloro che hanno aderito o sono vicini a SeL.
Il motivo di questa iniziativa, riguarda la scelta relativa alle proposte di modifica del sistema elettorale poste in campo da due proposte referendarie messe in campo proprio in questi giorni: da una parte quella che fa capo al sen. Passigli e che punta a trasformare l’attuale sistema in un sistema effettivamente proporzionale con sbarramento (unico al 4% per quel che riguarda la Camera dei Deputati) abolendo il “monstrum” del premio di maggioranza; e dall’altra quella avanzata dai sen. Vassallo e Ceccanti mirante a ripristinare il sistema misto (proporzionale al 25% e maggioritario al 75%) meglio noto come “mattarellum” e già utilizzato tra il 1994 ed il 2001.

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