Tag: siria

Mappa del potere mondiale: la svolta irakena.

L’offensiva di Al Quaeda in Irak sembra trovare ostacoli inconsistenti e le forze armate governative non in grado di fermarla. Per gli americani è un disastro senza precedenti: 10 anni di guerra in Irak ed altri 13 in Afghanistan, costati un pozzo di soldi, per ritrovarsi con un fondamentalismo islamico più forte di prima ed un Irak a pezzi. Appare assai dubbio che l’esercito irakeno possa farcela da solo a recuperare il controllo della situazione senza un appoggio americano. Ma l’idea di tornare a impantanarsi nell’eterno conflitto irakeno è cosa da far rabbrividire Obama ed i suoi: dove trovare i soldi per un nuovo sforzo bellico? Si potrebbe provare a dare ai governativi una forte copertura aerea, ma, a parte il fatto che anche questa costa, non è affatto detto che funzioni, per le caratteristiche dello scenario di guerra. E, per di più, va presa inconsiderazione l’ipotesi di una fusione della crisi irakena con quella siriana: ad esempio, i quaedisti potrebbero usare la Siria come linea di arretramento, pronti a tornare all’attacco una volta esauriti i raid aerei.

Continua a leggere

Sulla legalità di un intervento militare in Siria

I lettori di questo blog mi scrivono spesso per segnalarmi articoli, interventi e siti da visitare. Oggi vi propongo un articolo segnalatomi alcuni giorni fa, che mi è parso di particolare interesse. Buona lettura!

Sulla legalità di un intervento militare in Siria

L’articolo spiega:
1) le norme che disciplinano gli interventi militari;
2) la rilevanza dell’uso di armi chimiche;
3) i c.d. interventi umanitari

di Vito Todeschini
Da tempo alcuni governi considerano l’eventualità di condurre un intervento militare in Siria.

Continua a leggere

Egitto: una rivoluzione usa e getta?

Dopo molti (troppi) mesi in cui la quotidianità italiana ci ha costretto a concentrarci sulla politica interna, torno finalmente e per la felicità di molti lettori che mi hanno scritto per rimproverarmi, a scrivere anche di altri temi…

Sin dal 2011 ho pensato che quella che molti salutavano gioiosamente come la “vittoria della democrazia in Medio Oriente”, la “primavera araba” che imboccava una strada coperta di fiori, in realtà, era solo l’inizio di una lunga durissima guerra civile che si sarebbe protratta per molti anni. Allo stesso modo non penso che quello che sta accadendo (prima in Siria, poi in Tunisia, Egitto, Yemen) sia la fine della rivoluzione, come pensa, invece, Lucio Caracciolo (Repubblica 17 agosto 2013 p. 33 e numero speciale di Limes) che pensa all’inizio di un nuovo ciclo autoritario destinato a durare decenni. Non credo che sia così scontato: mi sembra, piuttosto che stiamo assistendo a una delle convulsioni del processo e che altre ancora ne vedremo prima che si assesti.

Continua a leggere

Siria: la cosa sbagliata al momento sbagliato, nel modo sbagliato

Mentre scriviamo il raid anglo americano sulla Siria è annunciato ma non ancora iniziato, ma già è possibile fare qualche considerazione. E’ sempre difficile dire cosa si può fare in casi disperati come quello siriano. Da due anni era in corso una insopportabile mattanza della popolazione civile e qualcosa occorreva fare, ma quello che si prepara sembra la cosa sbagliata, nel momento sbagliato, nel modo sbagliato. In primo luogo, è inaccettabile che ad intervenire sia, una coalizione (per la verità, una mini-coalizione) di “volenterosi”, cioè la solita accoppiata Usa-Uk, e senza nemmeno uno straccio di risoluzione Onu, che autorizzi questo intervento. E questo lo capisce perfino la Bonino che non è esattamente Camillo Benso di Cavour.

Continua a leggere

Tira proprio una brutta aria…!

Cappuccino, brioche e intelligence n°33

Spigolando sui giornali delle ultime due settimane:

1- L’università militare tedesca ha approntato un piano per il caso in cui la Germania dovesse decidere un repentino passaggio dall’Euro ad altra moneta (il Marco? il Neuro?). Si sa che gli stati maggiori militari -e le loro accademie- spesso elaborano piani teorici con l’augurio di non doverli mai mettere in pratica e che, nella grandissima maggioranza dei casi (per fortuna) restano sulla carta. Dunque, anche questo potrebbe essere (e ce lo auguriamo) uno di quei piani. Però la notizia merita di essere commentata per due ottime ragioni: primo, perchè la semplice notizia dell’apprestamento di un piano del genere ha in sè un notevole  potere di dissuasione nei confronti dei riottosi alleati europei, destinato a pensare nelle trattative in corso. Ed il semplice fatto che essa sia stata fatta filtrare fa pensare esattamente questo.

Continua a leggere