Da circa venti anni assistiamo ad una sceneggiata per cui la sinistra (o quel che si definisce tale) è il partito delle tasse che, appena ha il governo, si affretta golosamente ad aumentare, e la destra è quella che protesta e strepita contro questi aumenti (“Stanno mettendo le mani in tasca agli italiani!”), ma che poi, andata al governo, non solo non toglie nessuno di quegli aumenti, ma ne aggiunge di suoi.
Pochi giorni fa, Renzi punzecchiava Grasso dicendo che, in realtà, in Liberi ed eguali a comandare sarà D’Alema. Immediata la replica stizzita del neo capo di Le : “Io comandato da D’Alema? E’ una vita che guido, se ne accorgeranno”. Dove: “Guido” sta al posto di “Comando”e “Se ne accorgeranno” è rivolto a Renzi ma è sottinteso, anche a D’Alema.
Da alcuni giorni diversi amici mi chiedono se sto partecipando alla lista “La mossa del cavallo”, dato che alcuni articoli di giornale lasciavano intendere questo.
Di seguito pubblico l’appello “La Mossa del Cavallo” lanciato da Antonio Ingroia e Giulietto Chiesa per una aggregazione dei movimenti, già ritrovatisi nei comitati per il no in occasione del referendum del 4 dicembre scorso. Trovo l’iniziativa interessante e molti punti del programma condivisibili (in particolare per quanto riguarda la necessità di rinegoziare), condivido anche le accuse di verticismo rivolte al raggruppamento dei piccoli partiti di sinistra (Mdp, Si, Possibile).
Una settimana fa la Spd di Schulz (sino a non molto tempo prima data in forte risalita) ha incassato la terza batosta di fila in una elezione locale (e nel land più popoloso, tradizionale roccaforte socialdemocratica); ormai nessuno più crede che Schulz possa sfidare credibilmente la Merkel ed alcuni iniziano a prospettare scenari con una Spd sotto il 20%. Più o meno contemporaneamente, i socialisti spagnoli (ridotti ai minimi termini elettoralmente) sono alle soglie di una scissione rovinosa. Il tutto dopo la dèbacle senza precedenti dei socialisti francesi. E’ la fine della socialdemocrazia europea?
Con molto piacere torna a farci visita Jacopo Custodi, che da troppo tempo non mi mandava un suo pezzo. Speriamo sia il primo di una serie! A.G.
Dopo un’efficace campagna pubblicitaria è uscito Comunisti col Rolex, il nuovo album di J-Ax e Fedez, che sta già avendo un successo da record.
A mente fredda possiamo fare qualche riflessione sulla campagna referendaria, in particolare in riferimento allo stato della sinistra italiana.
Sette anni fa, Rifondazione conquistava il 5,87%, il Pdci il 2,32%, i Verdi il 2,06%, per un totale che sfiorava il 10%. Oggi, pur assorbendo qualche briciola dell’Idv, che aveva un po’ più del 2% nel 2006, la sinistra, tutta insieme, ha difficoltà a raggiungere il 4% ed il quadro politico –organizzativo è desolante: Rifondazione, ridotta a poche migliaia di iscritti, Sel si rivela come un aggregato di aspiranti assessori in carriera ed è ora allo sbando con un gruppo dirigente nazionale che non controlla la sua base, Pcl, Sinistra anticapitalistica, Pc di Marco Rizzo ecc. sono piccolissimi gruppi di diaspora politicamente non significativi, del gruppo di Civati si sono perse le tracce da gennaio.
Inizia a chiarirsi il quadro dello scontro per il comune di Milano: Sala per il centro sinistra, Parisi per il centro destra, Bedoni per il M5s e, con ogni probabilità un candidato della sinistra non Pd (ammesso che si possa pensare che il Pd abbia ancora qualcosa a che fare con la sinistra, soprattutto con un candidato come Sala).