Benvenuta Sinistra Italiana ed auguri.
Ce ne è voluta, ma alla fine è nata Sinistra Italiana dalla confluenza di parte di Sel, di buona parte di quanti erano già usciti dal Pd a fine 2015 e di una delle correnti di Rifondazione Comunista.
Ce ne è voluta, ma alla fine è nata Sinistra Italiana dalla confluenza di parte di Sel, di buona parte di quanti erano già usciti dal Pd a fine 2015 e di una delle correnti di Rifondazione Comunista.
I ragionamento politici dei vari partiti si basano tutti su un quadro consolidato che vede queste forze politiche, questi poteri finanziari, queste città, questa realtà sociale e così via. E, invece, una fitta serie di cambiamenti sta per precipitare su questo paese in tempi molto vicini.
A mente fredda possiamo fare qualche riflessione sulla campagna referendaria, in particolare in riferimento allo stato della sinistra italiana.
Dopo la strage di Nizza e quello che sta succedendo in Turchia, ci si sente male a commentare quel che fa la folla di omuncoli che occupano il nostro palcoscenico politico: Verdini, Alfano, Renzi, Salvini, Speranza, Bersani… C’è una sproporzione inaudita fra le tragedie planetarie che si stanno consumando e che ne preannunciano di altre e più gravi e l’infinita piccolezza dei nostri cialtroncelli di regime.
In primo luogo, devo chiedere scusa per una mia imperdonabile sovrapposizione di ricordi, che mi ha fatto scrivere che nell’elezione del Presidente della Repubblica intervengono anche i delegati regionali che, invece, non ci sono più: forse per la mia ostilità a questa riforma, o forse perché ogni volta che incontro il nome di Bersani e della “sinistra” Pd vado in bestia, fatto sta che avevo rimosso l’abrogazione del primo capoverso dell’art 83 della Costituzione, per cui i 58 delegati regionali non ci sono più. Ringrazio Nicola Colaianni che me lo ha segnalato.
Nello schieramento ostile alla riforma costituzionale Renzi-Boschi, si sta facendo strada la proposta di “spacchettare” il referendum in cinque o sei quesiti “omogenei”, dato che la riforma tocca vari punti della Costituzione. Si tratta di una proposta stupida, incostituzionale, e di un errore politico grossolano. Dell’incostituzionalità diremo a parte, in altro articolo, qui ci occupiamo degli aspetti politici.
Quella che si apre è una settimana decisiva per almeno due paesi: Grecia ed Italia.
Qualcosa si sta muovendo nelle viscere profonde del Pd: il governatore della Toscana, Enrico Rossi, annuncia di volersi candidare come segretario del Pd, quello della Campania De Luca, già da tempo ha mugugnato contro Renzi, ora è la volta del governatore della Puglia, Emiliano, che si permette apertissime frecciate contro il Premier reo di aver disertato l’inaugurazione della Fiera del Levante.
Con l’uscita di Fassina (e di un’altra parlamentare) dal Pd, che si aggiungono a Civati e Cofferati, inizia a prender corpo un soggetto a sinistra del Pd. Siamo ancora ad una fase embrionale, ma conviene guardare con attenzione alla cosa.
L’Italicum è legge ed è già iniziato il pressing per farlo digerire agli organi di controllo costituzionale: prima il Presidente poi la Corte. Ed è un pressing di rara disonestà, cui la stampa si sta generosamente prestando.