Tag: silvio berlusconi

Governo: cosa rischia Salvini.

La sentenza di Palermo non è affatto la fine della seconda repubblica (che è già morta il 4 dicembre 2016 mentre non è ancora nata la terza), e non è nemmeno la “lapide” su Berlusconi che era già in decadenza irreversibile da tempo, come le votazioni del 4 marzo hanno certificato. Ma può sbloccare la crisi di governo spianando la strada ad un governo Lega-M5s? Ragioniamo ci su.

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La strategia del Cavaliere tornato pericoloso.

I sondaggi (per quel che valgono) dipingono un Pd in caduta libera, un M5s in affanno che perde terreno ed una destra in ripresa, nella quale tutti tre i partiti aumentano per raggiungere un totale del 35%. Però segnalano anche un buon 34% di indecisi, “Non so e non risponde” che corrisponde a quell’area dal cui ventre potrebbe venir fuori un 10.15% di liste nuove o quasi. Comunque, la destra sta pericolosamente avvicinandosi alla soglia del 40% e meno male che nessuno è stato a sentire il M5s che, a dicembre, proponeva di abbassare al 35% la soglia per il premio di coalizione, nell’illusione di essere lui il beneficiario dell’innovazione (qualche mio amico dovrebbe andare a nascondersi e non parlare per almeno un anno, ma pazienza: i conti li facciamo tutti insieme alla fine).

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Ma che strana telefonata che fa Scajola alla moglie… ascoltatela

Cappuccino, brioche e intelligence n° 46

Il “fatto” ha pubblicato il testo di una intercettazione telefonica fra Scajola e la moglie, una telefonata molto strana che merita qualche commento. Se non l’avete ascoltata, fatelo ora, vi assicuro che sono 4 minuti ben spesi.

Sentito? Ragioniamo: la prima cosa che colpisce è che Scajola faccia di questi discorsi per telefono, sapendo che la magistratura gli sta addosso.

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L’intramontabile Cavaliere, Renzi ed il ri-porcellum

In attesa di fare un confronto puntuale fra la bozza di legge elettorale di Renzi e la recente sentenza della Corte Costituzionale, credo di dover fare delle valutazioni politiche sull’incontro fra il neo segretario Pd e l’intramontabile Cavaliere, la cui portata va ben oltre il merito della legge elettorale.

In primo luogo, mi sembra che questo accordo abbia gambe molto corte e scarsa possibilità di riuscita. Esso è articolato in tre punti: legge elettorale, riforma del Senato e riforma del titolo V della Costituzione.

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Il noto servizio. Le spie di Giulio Andreotti (e il suo legame con Berlusconi)

In questi giorni è in libreria “Il noto servizio. Le spie di Giulio Andreotti” (qui l’indice). Si tratta della nuova edizione aggiornata del precedente “Il Noto servizio, Giulio Andreotti e il caso Moro”, che ho voluto ripubblicare aggiornato e ampliato, alla luce del fallimento del precedente editore. Questa nuova versione, aggiunta dell’indice dei nomi, assente nella precedente, presenta alcuni capitoli del tutto nuovi ed originali, di cui vi propongo alcuni passaggi di seguito, in cui ho cercato di tracciare un bilancio della storia politica di Giulio Andreotti, sottolineando, grazie anche a nuovi documenti, il rapporto profondo che esiste tra Andreotti e Berlusconi, a differenza della vulgata dominante che vorrebbe le fortune del cavaliere legate a doppio filo a Bettino Craxi.

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Le dimissioni di Monti e la fine di Scelta Civica: che cambia?

Sarebbe facile infierire sull’uscita di scena di Mario Monti e liquidarla con un secco: “Ci siamo tolti davanti un imbecille” (imbecille politicamente parlando, si intende). Ma le cose non sono così semplici: certo Monti non si è dimostrato un’aquila in politica ed anche molte oche gli avrebbero dato i punti su quel terreno (per restare nella metafora aviaria), e la sua creatura politica, già nata asfittica, era già in liquidazione da subito dopo le elezioni anche grazie al suo comportamento altezzoso quanto esilarante. Dunque, lo sbocco era segnato.

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Nuovo sensazionale sexygate da Arcore. Posso dire “chi se ne frega!?”

Con la trasmissione di Santoro è tornato alla ribalta il vecchio film sui festini di Arcore: la fidanzata è solo una fidanzata di copertura (anzi, di “copertina”, buona sola per i servizi patinati che accreditino un Cavaliere tornato fidanzato fedele), anzi è lesbica e lo ricatta perché sa cose che…Posso dire che è spazzatura della peggiore specie e che mi conferma il giudizio negativo che ho sempre avuto di Santoro?

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Il Cavaliere ed i Poteri Forti

Quando ho scritto che i nemici più temibili del Cavaliere non sono le mitiche “Toghe Rosse”, quanto i suoi colleghi finanzieri, ci sono stati commenti increduli: “perché mai i “poteri forti” dovrebbero avercela con il Cavaliere, che è uno dei loro e che gli ha garantito ottimi affari quando è stato Capo del Governo?” Intendiamoci: nessuno dice che Berlusconi abbia fatto scelte politiche ostili al capitale finanziario (figurarsi!) ed è, al pari degli altri, un “pescecane” (come i socialisti chiamavano lorsignori un secolo fa: il tempo passa ma i pescecani restano). Tutto vero. Però si dà il caso che per gli uomini d’affari (di buon affare e di malaffare) un collega, prima ancora che essere un “fratello di classe”, è un concorrente.

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La situazione è grave, ma non è seria

E’ quel genio letterario di Ennio Flaiano a fornirci la chiave di interpretazione più adatta a capire la situazione in cui siamo: grave ma non seria. Perché molto al di sotto della soglia di serietà sono i suoi protagonisti. Giudicate voi:

a- il Pdl invoca una declaratoria di incostituzionalità di una legge (la “Severino”) che lui stesso ha votato -senza sollevare obiezione alcuna- solo pochi mesi fa. E nessuno ride.

b- Letta spande fiumi di camomilla, ripetendo ad ogni piè sospinto: “Vado avanti”, ma poi, “vado avanti” significa solo “facciamo un rinvio”. Sembra il pianista del saloon che continua imperterrito a suonare mentre intorno infuria la rissa. E nessuno ride.

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Operazione “Salva Silvio”

Come quadrare il cerchio? Il problema si presenta in questi termini:

1. Napolitano deve a tutti i costi mantenere in piedi Letta –e con lui la legislatura- perché deve portare a termine la “riforma” della Costituzione, salvare il semestre italiano a capo della Ue e si deve portare a buon fine la svendita di Eni, Finmeccanica ecc., tutte operazioni che chiedono un anno e mezzo di tempo ancora.

2. Per mantenere in piedi Letta, Napolitano ha bisogno dei voti di Berlusconi; se il Pdl si ritira, non c’è maggioranza possibile, stante l’indisponibilità del M5s e si va a votare di nuovo.

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