Tag: sentenza mediaset

Operazione “Salva Silvio”

Come quadrare il cerchio? Il problema si presenta in questi termini:

1. Napolitano deve a tutti i costi mantenere in piedi Letta –e con lui la legislatura- perché deve portare a termine la “riforma” della Costituzione, salvare il semestre italiano a capo della Ue e si deve portare a buon fine la svendita di Eni, Finmeccanica ecc., tutte operazioni che chiedono un anno e mezzo di tempo ancora.

2. Per mantenere in piedi Letta, Napolitano ha bisogno dei voti di Berlusconi; se il Pdl si ritira, non c’è maggioranza possibile, stante l’indisponibilità del M5s e si va a votare di nuovo.

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Forse hanno trovato la via d’uscita per il Cavaliere

Consiglio la lettura di questo interessante articolo uscito sul Sole 24 ore del 13 agosto 2013

L’«agibilità politica» del Cavaliere passa per l’affidamento in prova
di Donatella Stasio

Il Pdl reclama «l’agibilità politica» del suo leader, ma Silvio Berlusconi ha già davanti a sé una possibile strada per allontanare lo spettro della decadenza da senatore e della successiva incandidabilità.

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Ma sono proprio le Toghe Rosse i nemici di Berlusconi? 1a puntata

Come ci aspettavamo tutti, Berlusconi ed i suoi hanno attribuito la conferma della condanna alla solita cricca di giudici sovversivi che lo odiano. L’argomento è logoro ed è facile smontarlo: i magistrati della Cassazione non erano affatto di sinistra ed, anzi, ce ne era qualcuno non distante dal suo ambiente. Insomma, è proprio sfortunato questo Cavaliere: c’è solo un piccolo gruppo di magistrati eversivi, ma li incontra tutti lui! In primo, secondo grado, Cassazione, sia per il processo Mills, che per quello Mediaset, o Ruby… Ma possibile che non gli capiti mai un magistrato normale? Ferrara parla di attentato alle libertà politiche (sempre da parte di una magistratura ideologizzata), Brunetta ripete ossessivamente “Ho paura…Ho paura!”: sembra Cocorito (Melopsittacus undulatus), la Santanchè  lancia lo slogan: “Siamo tutti pregiudicati!”. Non ancora signora, un po’ di pazienza…

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Il pasticcio di Esposito

Ho ascoltato la registrazione dell’intervista al Magistrato Antonio Esposito sulla sentenza di conferma della condanna a Berlusconi: effettivamente il testo non dice che Berlusconi sapeva, ma fa un esempio generale, affermando che, in sede giudiziaria, il principio logico del “non poteva non sapere” vale solo se sappiamo di qualcuno che, in qualche modo, lo ha informato. In sé, nulla di scandaloso e dire che ha affermato che sappiamo che qualcuno aveva informato Berlusconi è una manipolazione del suo pensiero. Detto questo, lo stesso è una frittata e pure grossa.

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Lettera aperta a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio: non dovete allearvi con il Pd, ma fare solo un accordo limitato e a termine

Ho inviato questa lettera aperta a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, apparsa a pagina 18 de “Il fatto quotidiano” di oggi, 6 agosto 2013, che ringrazio per l’ospitalità.

Caro Grillo, caro Casaleggio,

mi sembra che la situazione stia avendo evoluzioni molto interessanti ed il M5s abbia a portata di mano la possibilità di ottenere tre risultati mica da poco: porre fine all’osceno governo delle larghe intese (in particolare, rimuovendo Alfano dal Ministero dell’Interno),  bloccare la riforma del 138 e togliere di mezzo il Porcellum. E’ il caso di dirlo: un terno secco! Come fare? Allearsi con il Pd? No, non è quello che penso.

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Berlusconi condannato: ed ora che fa? Le possibilità del Cavaliere

Berlusconi ormai ricorda Massimo Ranieri in Guapparia: “Scetateve guagliun’e mala vita…”. Tutto fa pensare che punti ad elezioni a breve, presentandosi come la  “vittima” delle toghe rosse, nella speranza di una clamorosa rivincita. Dopo di che, forte di una maggioranza (in entrambi i rami del Parlamento? Mha…!) potrebbe pensare ad una amnistia o in una qualche legge ad personam che distrugga i verdetti processuali. Ma è un piano credibile?

L’uomo è quasi spacciato ma, bisogna dirlo, non lo è ancora del tutto. In primo luogo è facile prevedere un ricorso alla corte europea: probabilità di successo minime –direi- (anche se non si può mai dire), però potrebbe essere utile a guadagnare qualche mese, se ottenesse una qualche sospensiva della pena. Anche in caso di pronuncia favorevole (che sarebbe uno smacco durissimo per la magistratura italiana), resterebbero però gli altri processi in arrivo e la questione dell’ineleggibilità. Insomma non è una mossa risolutiva, ma può dare un po’ di fiato.

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Berlusconi, l’incompatibilità e le responsabilità dei suoi “oppositori”

Riflettevo in questi giorni sulla questione della ineleggibilità di Berlusconi e sulla proposta di “mediazione” fatta dal Pd (direi fuori tempo massimo: perché non ci hanno pensato in questi 20 anni?). Nel merito, posso ricordare un episodio di cui sono stato testimone. Nei primissimi del 1994, mentre si profilava lo scioglimento anticipato delle camere, ricordo di aver collaborato con l’allora deputato del Pds Nicola Colaianni a studiare l’ipotesi di sostenere l’incandidabilità di Berlusconi proprio in base alla legge del 1957 che regola le concessioni pubbliche. Dopo alcuni giorni, pur ritenendo che ci fossero margini per sostenere con successo la sua ineleggibilità, notammo che la legge non era univoca e si prestava ad un contenzioso, che non sarebbe stato possibile sostenere di fronte ad elezioni ormai incombenti, per cui Colaianni pensò di abbozzare una proposta di legge ad hoc e la sottopose all’allora segretario del partito Occhetto.

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