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Some neglected aspects of the global crisis

Come sempre con estremo piacere, ospito il contributo di Alberto Martinelli, uno dei più autorevoli politologi italiani.

di Alberto Martinelli- Università degli studi di Milano, Italia

The aim of this paper is to analyze some key aspects of the global economic/financial crisis, which are either neglected or not sufficiently investigated in most scientific and media accounts in a sociological perspective. I focus on the United States -since the crisis started in the core country of contemporary market capitalism- and I discuss two basic aspects:

a) the cognitive framework which deeply influenced the key decisions taken by both institutional and private actors, both in the market and in the political arena,

b) the mechanisms of pressure politics and the aims and strategies of key economic interest groups.

More specifically, I start discussing the cultural orientation prevailing in the US corporate, government and intellectual elites, through the analysis of essays, statements and documents. This cognitive framework- developed in first-ranking universities in the US and abroad as an instance of rigorous scientific method -has become main-stream economics. Its core is the neo-liberal conception of the self-regulating market, according to which markets are capable of restoring their equilibrium whenever either rigorously exogenous factors or statistically unlikely events create imbalances. Its other major cognitive elements-alongside the theory of the market as a spontaneous order- are the predominance of the virtual economy over the real economy, a conception of money that overstresses its symbolic component over its meaning as a measure of value, and a changing attitude toward risk and trust.

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Sulla contestazione a Giannino e la libertà di espressione

Il 1° dicembre scorso gli studenti di Azione Universitaria (l’organizzazione universitaria di Alleanza Nazionale poi confluita nel Pdl) avevano organizzato nella facoltà di Scienze Politiche dell’Università Statale di Milano (nella quale lavoro) un convegno cui avrebbe dovuto partecipare anche Oscar Giannino. Ma un gruppo di studenti di sinistra (“Assemblea di Scienze Politiche”) ha accolto con un lancio di uova e pomodori il giornalista che decideva di andare via. A seguito di questi fatti, il Preside della facoltà ed un gruppo di docenti diffondevano una lettera di condanna dell’avvenuto, invitando anche gli altri componenti la Facoltà ad aderire. Per parte mia non ho aderito, preferendo inviare questa lettera aperta al Preside.

Lettera aperta al preside della facoltà di Scienze Politiche dell’Università Statale di Milano.
Milano 18 dicembre 2011

Caro Daniele,

come forse avrai notato non ho sottoscritto l’appello a proposito dei fatti del 1° dicembre 2011. Non vorrei che questa mancata adesione suonasse in modo sbagliato: anche io sono per la più completa libertà di espressione del pensiero e tanto più nel caso di una facoltà di Scienze Politiche, dove dovrebbe essere  pratica costante il più libero confronto delle diverse posizioni politiche e scientifiche. Se si trattasse solo di questo, non avrei nessuna difficoltà a sottoscrivere che “nessuno ha il diritto di stabilire quali sono le idee giuste e quelle sbagliate e chi ha diritto di parlare e chi no”. Il problema è se questa sia l’occasione migliore per ribadire questo elementare principio di democrazia.

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