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Un’alleanza coi socialisti: l’ultima mossa dei repubblichini

Nell’estate 1944, alcuni gerarchi di Salò (il ministro Pisenti, Franco Colombo, capo della “Ettore Muti“, il capo della polizia Renzo Montagna, Junio Valerio Borghese ed altri) iniziarono a cercare una via d’uscita con l’ “operazione ponte”: spaccare il Cln, trattare una tregua con socialisti ed azionisti con i quali dare vita ad un governo di “unità nazionale”. Più tardi si arrivò ad ipotizzare una nuova repubblica socialista, neutrale. Questo avrebbe posto gli Alleati di fronte alla scelta di usare le armi contro una repubblica governata da partiti antifascisti o invitare i due governi (repubblica del nord e monarchia del sud) a trovare una mediazione. Ed avrebbe messo il Pci in una situazione assai imbarazzante: appoggiare il governo monarchico contro una repubblica socialista o rischiare di compromettere l’ intesa con gli inglesi. Nella situazione di stallo fra due governi antifascisti, avrebbe avuto qualche possibilità di sopravvivenza anche al progetto del “ridotto alpino” della Valtellina, tanto più che Mussolini si illudeva di giungere ad una pace separata con i sovietici. In questa ottica, il duce autorizzava la costituzione del Raggruppamento Nazionale Repubblicano Socialista, guidato da Edmondo Cione e da Carlo Silvestri (già spia dell’Ovra).

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Le spie di Salò: i doppi giochi per infiltrare la democrazia

Nell’ottobre 1943, Mussolini ordinò la costituzione di un servizio segreto speciale per sviluppare la “guerra dietro le linee”, nell’Italia occupata dagli Alleati, e ne affidò il comando al nobile fiorentino Puccio Pucci che, a sua volta, nominò suo vice il suo concittadino Aniceto del Massa. Ci furono anche altri servizi segreti analoghi nella Rsi -come i Nuotatori paracadutisti della X Mas o le volpi argentate, tutte donne, del colonnello David- ma questo fu il principale ed ebbe i suoi uffici nella sede centrale del Partito Fascista Repubblicano in via Mozart 12 a Milano. La sua azione, infatti, fu strettamente coordinata con quella del partito guidato da Alessandro Pavolini, fiorentino anch’ egli come il suo segretario Olo Nunzi.

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