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A proposito di abuso pubblico della storia: una strada per Almirante?

A proposito di abuso pubblico della storia: una strada per Almirante?

Il consiglio della zona 8 di Milano (quella in cui abito) sta discutemndo della proposta di dedicare una strada a Giorgio Almirante. Ovvia la protesta della sinistra,  ed ovvia anche la mia adesione alla protesta: ho già detto che sono contrario ad una toponomastica celebrativa e preferirei che si adottasse un criterio della rilevanza storica privo di valutazioni encomiastiche, ma sino a quando il criterio è quello valutativo laudatorio direi che la proposta è semplicemente indecente.
Quello, però, che mi colpisce è il tranquillo silenzio con cui la cosa sta passando. Dove sono gli storici, gli opinionisti, i magistrati che hanno espresso il loro autorevole parere  contro l’intestazione di una strada a Craxi. Dove è il popolo viola che ha manifestato a piazza Cordusio? Piero Ricca che fa? E Di Pietro non ha nulla da dire?

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Un’alleanza coi socialisti: l’ultima mossa dei repubblichini

Nell’estate 1944, alcuni gerarchi di Salò (il ministro Pisenti, Franco Colombo, capo della “Ettore Muti“, il capo della polizia Renzo Montagna, Junio Valerio Borghese ed altri) iniziarono a cercare una via d’uscita con l’ “operazione ponte”: spaccare il Cln, trattare una tregua con socialisti ed azionisti con i quali dare vita ad un governo di “unità nazionale”. Più tardi si arrivò ad ipotizzare una nuova repubblica socialista, neutrale. Questo avrebbe posto gli Alleati di fronte alla scelta di usare le armi contro una repubblica governata da partiti antifascisti o invitare i due governi (repubblica del nord e monarchia del sud) a trovare una mediazione. Ed avrebbe messo il Pci in una situazione assai imbarazzante: appoggiare il governo monarchico contro una repubblica socialista o rischiare di compromettere l’ intesa con gli inglesi. Nella situazione di stallo fra due governi antifascisti, avrebbe avuto qualche possibilità di sopravvivenza anche al progetto del “ridotto alpino” della Valtellina, tanto più che Mussolini si illudeva di giungere ad una pace separata con i sovietici. In questa ottica, il duce autorizzava la costituzione del Raggruppamento Nazionale Repubblicano Socialista, guidato da Edmondo Cione e da Carlo Silvestri (già spia dell’Ovra).

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