Tag: rivoluzione d’ottobre

Perché non è riuscita la rivoluzione in occidente. 


Sul piano storico cento anni non sono un tempo troppo lungo, ma sono più che sufficienti per valutare l’efficacia di una strategia di lungo periodo. Il leninismo fu una strategia che puntava alla rivoluzione mondiale e, anche se credeva ad una rapida espansione nei paesi avanzati dell’Europa continentale, scontava l’idea che per compiersi in tutto il mondo (o quasi) richiedesse un periodo ben più lungo. E, nella strategia leninista, il progetto rivoluzionario coincideva con la vittoria di un moto insurrezionale o, comunque, con un abbattimento violento del regime capitalistico. Lenin aveva come modello di rivoluzione quelle borghesi di Olanda, Inghilterra, America e, soprattutto. Francia. E per i Pc prima e la sinistra radicale di marca leninista dopo, la rivoluzione ha continuato ad essere il miraggio di una qualche forma insurrezionale, magari passando per forma di guerriglia urbana o per un intreccio di essa con le lotte sociali.

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Perché occuparci della rivoluzione d’ottobre.

Da circa 60 anni si è affermato un curioso modo di fare storia per anniversari: si parla di un determinato argomento nell’anno un cui cade il ventennale, trentennale, cinquantenario o secolo da un certo avvenimento (meno osservate sono le altre decine: quarantesimo, sessantesimo, settantesimo, ottantesimo e novantesimo) ed allora gli editori sfornano in quantità titoli su fenomeno o il personaggio celebrato, gli autori di predispongono da due o tre anni prima alla scadenza, giornali e tv propongono speciali eccetera. Dopo di che, di quell’argomento non si parla più sino al successivo anniversario.

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Riannodare i fili del pensiero a cento anni dalla Rivoluzione d’Ottobre.

Pubblico volentieri il contributo del mio amico Amedeo Maddaluno anche per riprendere il discorso sul centenario della rivoluzione d’ottobre. A.G.

Per una geopolitica dell’Imperialismo e del Capitalismo.


Il secolo trascorso dalla Rivoluzione d’Ottobre ci spinge ad interrogarci non solo su quanto di valido ci fosse nelle categorie intellettuali, nelle analisi e nei concetti del socialismo “classico” e rivoluzionario e del marxismo (inclusa ovviamente la sua accezione leninista) ma anche su se e come tali categorie e concetti possano farsi strumenti di lettura e comprensione del presente e di lotta politica per il futuro.

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