Si può definire il PD “riformista”? Cosa non è il Pd.
Ci sono una serie di equivoci su cui il Pd galleggia e su cui è utile spendere qualche osservazione.
Ci sono una serie di equivoci su cui il Pd galleggia e su cui è utile spendere qualche osservazione.
La vittoria di Jeremy Corbyn nella consultazione interna al Partito Laburista inglese è certamente una buona notizia che segnala come inizino ad esserci le premesse di una svolta a sinistra della socialdemocrazia europea, dopo la sbornia liberista dei vai Blair, Schroder e compagnia servente.
Nel 1945, il Pci usciva da un lungo periodo di clandestinità e non poteva affatto esser certo di non dovervi ritornare in breve tempo.
Ci fu un tempo in cui la sinistra si divise fra rivoluzionari (che volevano conquistare il potere con l’insurrezione armata e fondare, con un solo atto di volontà, un sistema sociale e politico totalmente diverso da quello esistente) e riformisti (quanti volevamo andare al potere con il voto per cambiare il sistema attraverso una politica, appunto, di riforme graduali).
Uno dei più assidui frequentatori di questo blog, mi ha chiesto perchè sono iscritto a Rifondazione Comunista e gli ho risposto sul post: perchè, essendo comunista, non trovo di meglio sulla piazza, quantomeno in termini di punto di raccolta di chi ancora si dice comunista. Questo, a sua volta rimanda al punto: ma perchè sei comunista? Domanda non peregrina, vista la quantità di abbandoni di questa definizione: ancora nel 1991 esisteva un partito di qualche consistenza (il 5%) ed una consistente corrente nel Pds (20% circa del partito) che di dichiaravano comunisti.