Tag: riforma elettorale

La legge elettorale in discussione con l’emendamento Fiano.

La discussione presso la commissione Affari Costituzionali della Camera ha avuto uno sviluppo: il progetto Rosatellum è stato rivisto complessivamente con un maxi emendamento presentato da Fiano per conto del Pd e che avrebbe dovuto rendere la legge elettorale più simile a quella tedesca. In realtà resta una cosa ancora diversa dal Geyerhahan (al massimo parlerei di un Germanicum, un po’ tedesco ed un po’ Italicum). Rispetto al modello tedesco ci sono queste differenze sostanziali:

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La proposta di riforma elettorale del M5s: quantomeno discutibile. Ecco perchè.

In forma non ufficiale, il M5s ha avanzato una proposta di mediazione sulla riforma elettorale, per bocca del vice Presidente della Camera Luigi di Maio, poi parzialmente rettificata da Danilo Toninelli. Sostanzialmente si tratterebbe di un rifacimento dell’”Italicum” renziano rispetto al quale si operano queste variazioni:

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Come funziona il Mattarellum: l’ennesima truffa delle oligarchie nazionali.

Uno degli argomenti  più ricorrenti a favore del Mattarellum che trova sorprendentemente consensi anche a sinistra e persino in ambienti M5s è quello per il quale in questo modo si elimina il fenomeno dei “nominati” senza ripristinare le aborrite preferenze. Per di più questo metodo avvicinerebbe l’eletto agli elettori. Vediamo nel merito di che si tratta.

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Italicum: cari amici 5stelle non facciamo pasticci.

Ci sono state reazioni molto negative del M5s alla proposta di revisione dell’Italicum che tendono a chiudere il discorso prima di iniziare. Posso capire: le modifiche affacciate sono tutte in funzione anti-M5s: abolire il doppio turno che, come si è visto, determina regolarmente il sorpasso del Pd che arriva primo nella prima tornata ma poi perde il ballottaggio con M5s, reintrodurre le coalizioni, che svantaggiano il M5s unico partito che (a mio avviso sbagliando) rifiuta ogni coalizione e aumentare gli spazi delle preferenze ed anche questa è una novità fastidiosa per il M5s che ha preferenze bassissime, mentre gli altri potrebbero drenare più voti con una competizione più aperta.

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L’insolubile rebus elettorale.

Il risultato delle amministrative ha riaperto la piaga del sistema elettorale creando una situazione pressoché insolubile.

Il Pd aveva commissionato ai suoi esperti un sistema elettorale che ne garantisse la vittoria trasformando la sua maggioranza relativa in maggioranza assoluta, qualunque fosse la base di partenza. Questo era già il Porcellum, ma la Corte Costituzionale lo bocciò, quindi bisognava fare altro e gli scienziati del Pd o circonvicini (Ceccanti, D’Alimonte eccetera) ebbero la formidabile trovata del “doppio turno con trucco”, cioè premio di maggioranza già al primo turno se una lista ottiene almeno il 40% (all’inizio si parlava di coalizioni ed il Pd alle europee, da solo, aveva avuto il 41% mentre M5s e destra arretravano) oppure premio al secondo turno al migliore. E questo nel presupposto che i voti degli altri due poli (M5s e destra) non si sarebbero sommati, data la distanza politica.

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Il Referendum di ottobre: il punto debole di Renzi.

Questo articolo potrebbe ridursi a pochissime parole: Renzi ha la maggioranza relativa dei simpatizzanti, ma la maggioranza assoluta degli odiatori. Non c’è dubbio che, fra i politici attualmente in corsa, Renzi sia quello che conta il maggior numero di simpatizzanti, magari non più il mitico 41% delle europee di due anni fa, ma, comunque, è al di là del 30%, un livello che non raggiunge nessun altro esponente politico attuale. Però è anche molto odiato da tutti gli altri.

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Renzi: siamo al voto di scambio.

Credo che non ci siano parole per definire e commentare quello che ha fatto il Presidente del Consiglio andando da Gilletti ad annunciare un “bonus” di 500 euro per i pensionati che hanno subito trattenute illegittime. O meglio, una parola c’è: voto di scambio. Probabilmente eccessiva da un punto di vista strettamente giuridico, ma politicamente è perfetto, anzi pecca per difetto.

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Perché è bene votare subito e con il Consultellum.

La situazione delle istituzioni è ormai degenerata oltre il limite della sopportabilità. Il Presidente del Consiglio si comporta come un piccolo malavitoso (per piacere non scomodiamo personaggi come Mussolini o Hitler, che, nella loro profonda negatività, sono stati personaggi di statura storica imparagonabili a questo piccolo mazziere), le opposizioni abbandonano le aule parlamentari, i Presidenti delle Camere offrono prove di indecente partigianeria. La Costituzione non può diventare un affare di partito e, dunque, non si può andare avanti così, bisogna votare e subito.

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