Tag: riforma della giustizia

Riforma della prescrizione: mi dispiace (e molto) ma devo dare ragione a Salvini.

Pier Camillo Davigo si è fatto interprete di un pensiero di molti magistrati ed ha chiesto una riforma per la quale, dopo una sentenza di primo grado, si sospendano i termini di tempo per la prescrizione. Come si sa, il ministro della Giustizia Bonafede (5 stelle) ha presentato un disegno di legge in questo senso, salvo poi ritirarlo per le proteste degli avvocati penalisti e l’opposizione di Salvini che ha criticato la proposta dicendo che questo aprirebbe la strada ai “processi eterni”. Potete immaginare quanto mi secchi dover dare ragione al leader della Lega, ma quando uno ha ragione occorre riconoscerlo anche se è il peggiore dei nemici. 

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Per un dibattito sulla riforma della Giustizia

Nicola Colaianni è un mio vecchissimo amico (ci conosciamo da poco meno di mezzo secolo), è stato valentissimo magistrato sino alla fine degli anni novanta, ed ha militato in Md quando questa fu l’ala progressista della magistratura italiana. E’ stato parlamentare del Pds autore della relazione conclusiva dell’XI legislatura in Commissione Stragi. E’ docente di diritto ecclesiastico.

Mi manda questa lettera aperta che vi propongo. Praticamente siamo d’accordo su tutto ed è molto importante che questo venga detto da una persona con questa biografia, e considero questo pezzo come l’apertura del dibattito sulla riforma della giustizia in questo blog. Siamo largamente d’accordo, direi su quasi tutto, salvo il punto dell’Anm. So che il diritto di associazione è garantito tanto dalla Costituzione quanto dalle norme internazionali e mi rendo conto che una proibizione così drastuca sarebbe uno “sbrego” costituzionale (per quanto, come ricorda lo stesso Colaianni nel suo pezzo, i magistrati, in ragione del loro delicato ruolo, suniscono delle limitazioni come quella di iscriversi a partiti) e la cosa mi pesa, ma la degenerazione è tale che serve un provvedimento, anche solo temporaneo, che segni una reazione secca. D’altra parte, se vogliamo sciogliere le correnti non possiamo mantenere l’associazione nella quale si sono formate.

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Bondi minaccia la guerra civile: ridiamoci su, ma, nel caso si facesse sul serio…

Non era difficile prevedere la mossa dei berluscones: grazia per il loro capo e “riforma” della giustizia tesa a bloccare i processi in corso. Quale è l’unica risposta decente da dargli? “Non se ne parla nemmeno”. Né per la grazia né per la “riforma” della giustizia.
Iniziamo dalla “riforma”: che il nostro ordinamento giudiziario non funzioni è cosa su cui non vale la pena di aggiungere parola, che occorra anche bastonare la corporazione giudiziaria sono anche d’accordo, ma non è cosa che si possa fare in compagnia di una ciurma al seguito di un delinquente. Prima il Pdl deve sparire e poi si può aprire questo discorso.

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Emma Bonino for President?

Sta prendendo rapidamente consistenza una candidatura Bonino al Quirinale: a parlarne per prima è stata Mara Carfagna, sottolineando quanto sarebbe auspicabile una donna al Quirinale. Da allora si è iniziato a parlarne discretamente e, nei sondaggi on line del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore, la Bonino è nettamente in testa alla graduatoria con gradimenti oltre il 30% staccando nettamente il secondo (Prodi, che non raggiunge il 15%). Anche esponenti politici delle due sponde hanno preso a parlarne con una certa deferenza, ricordandone le battaglie per i diritti civili, il garantismo, la competenza dimostrata negli incarichi internazionali (fu commissario europeo e docente all’Università americana del Cairo). Per di più non è mai stata sfiorata da scandali e, essendo stata parlamentare sia con il centro destra (che la indicò come Commissario Europeo) che con il Centro sinistra (per il quale fu ministro per il Commercio estero prima, poi vice presidente del Senato, candidata alla Presidenza della Regione Lazio dopo ancora) può essere fatta passare per abbastanza di destra o abbastanza di sinistra o, anche, abbastanza indipendente, a seconda dei gusti di chi ascolta.

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Sulla contro-riforma della giustizia.

Con molto piacere pubblichiamo questo contributo sulla contro-riforma della giustizia di Angelo Iannaccone.

Scrivo in merito alla questione della riforma della giustizia o più esattamente controriforma della ingiustizia.

La preannunciata “riforma epocale della giustizia” credo costituisca un grave e serio pericolo per la democrazia. La questione va affrontata seriamente e senza perdere tempo. Credo sia prevedibile un fitto bombardamento di disinformazione, cercando di vendere “il prodotto” come un ammodernamento necessario della Costituzione “ormai datata” per adeguarla ai tempi (argomento che credo possa fare facile presa su chi non sa di che cosa in realtà si sta parlando).
Si tratta invece di un evidente tentativo di ritorno al passato con una vera e propria controriforma rispetto ai principi dello stato liberale.

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Una nuova Assemblea Costituente?

Una nuova Assemblea Costituente?

La repentina svolta seguita allo strano attentato a Berlusconi ha tirato fuori dalla naftalina l’idea di una riforma organica della Costituzione. Negli ultimi venticinque anni se ne è parlato a più riprese e sono state costituite anche diverse commissioni bicamerali (Bozzi, Iotti, D’Alema…) che, però non sono mai approdate a nulla ed il discorso era finito nel cassetto. C’erano state sporadiche e pasticciate riforme unilaterali in tema di federalismo (quella voluta dal centro sinistra nel 200-2001 e quella varata dal centro destra nel 2005 e poi bocciata dal referendum popolare del 2006), ce ne è stata una ancora più pasticciata bipartisan in materia di federalismo fiscale nell’ultimo anno. Ma una riforma organica era rimasta fuori dell’agenda politica. Con la crisi seguita al Lodo Alfano, il Cavaliere aveva dichiarato di voler procedere alla riforma della Costituzione –anche unilateralmente- per quanto attiene all’ordinamento giudiziario.

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