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Politica ed economia: arriva la Troika? Cosa bolle in pentola.

Come si sa, questo è un paese in cui le cose serie si decidono a ferragosto. Poi, al rientro, gli italiani trovano il piatto cotto in tavola. Ed anche oggi le cose stanno andando così. A rendercelo noto sono state soprattutto le articolesse domenicali di Eugenio Scalfari su Repubblica, ma, dopo, non è stato difficile scorgere qui e lì i segni del clima mutato. Da giugno, si sono infittiti i segni di una crescente insofferenza dei poteri forti e semi-forti verso Renzi: le bordare del gruppo Espresso-Repubblica, la sparata di Della Valle, i mugugni confindustriali, le denunce di Confcommercio, i rilievi di Cottarelli, la freddezza del “Corriere” e del “Sole 24 ore”…

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Capiamoci una volta per tutte: non sono l’ideologo del M5s

Negli ultimi tempi si sono infittiti pezzi giornalistici (“La Stampa”, “Il Corriere della Sera”, “Repubblica” da ultima “Europa” ed altri ancora) che mi presentano come una specie di ideologo o, peggio, “guru” o varianti del genere del M5s. Così come vedo in fb animati dibattiti sul se mi si debba considerare organico al M5s o no. Tengo a precisare di avere posizioni ideologiche non coincidenti con quelle del M5s (sono e mi confermo marxista). Tornerò a parlare del mio giudizio politico sul M5s in un pezzo ad hoc, qui mi preme chiarire, una volta per tutte, alcuni punti fissi.

1. Non aderisco al M5s non essendo iscritto nel loro registro on line

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Che facciamo per la legge elettorale?

Il Pd è un partito strano: crede che tutti gli altri siano imbecilli e cerca di infinocchiarli, poi, quando gli altri se ne accorgono e non ci stanno, si lamenta “Voi non volete le riforme”.  Prendiamo la questione delle leggi elettorali. Il Pd è tornato sul suo vecchio amore del maggioritario a doppio turno di cui sarebbe l’unico beneficiario ed il motivo è evidente.

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Forza Mario!

Un pingue signore elegantemente vestito, esce dal ristorante dove ha abbondantemente cenato, vede un macilento mendicante e gli dice: “Beato te che non hai problemi di linea!”
Che ne dite? E’ esattamente quello che ha fatto Mario il Grigio qualche giorno fa: “Beati voi giovani che non conoscerete la monotonia del posto fisso!” La grandezza di Monti è in questa sua capacità di dire enormità galattiche mantenendosi perfettamente serio.
Dunque, stando a sentire lui anche medici, avvocati, architetti, dirigenti ministeriali, manager e, -perchè no?!- banchieri sono poveri dannati del posto fisso. Certo non sono lavoratori dipendenti, ma che noia tutta la vita a fare le stesse cose! E in cambio di che? Di un po’ di soldi! Ma non lo sapete che i soldi non danno la felicità? (Gli suggeriamo la prossima battuta).pubblica

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Patria: “ nome non fine, ma dolce che come l’essenze risusciti le diligenze, lo scialle, le crinoline…”

Patria: “ nome non fine, ma dolce che come l’essenze risusciti le diligenze, lo scialle, le crinoline…”


L’intervento di Marta di induce a tornare sul tema del nostro rapporto con l’idea di nazione. Capisco perfettamente la “fatica” di una persona di sinistra ad usare un termine come Patria reso impresentabile dalla crosta di retorica che lo ha ricoperto e dalla sgradevole assonanza con il nazionalismo. Ma non è certo questo il senso nel quale è auspicabile un suo recupero!
Intanto una precisazione: non è esatto che la parola Patria non ricorre mai nella Costituzione (art. 52: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”). La precisazione ha un rilievo anche per il richiamo che facevo al “patriottismo costituzionale”.
Ma veniamo al punto: a che ci serve oggi una categoria politica così demodé   e dal sapore vagamente ottocentesco? Perchè mai dovremmo recuperarla?

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